«Siamo dieci! ... Siamo dieci!...»
San Giovanni Bosco

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I mali che Don Bosco denuncia: cattivi discorsi, compagni che fanno la
parte del diavolo, confessioni mal fatte, mancanza di proposito....
saranno proprio solo di quei giovani visitati misteriosa mente da Don
Bosco? Oggi, oltre i mezzi di corruzione usati nell’800, il demonio ha a
disposizione un nuovo mezzo, forse il più deleterio: la pornografia
nelle sue varie forme. Occorre aiutare i giovani a difendersi.
All’Oratorio di Don Bosco i ragazzi, dal 3 al 7 luglio 1872, avevano
fatto gli Esercizi Spirituali. Il Santo, dopo aver pregato il Signore di
fargli conoscere se tutti li avevano fatti bene, fece questo sogno
rivelatore.
Gli parve di essere in un cortile assai più spazioso di quello
dell’Oratorio, circondato tutt’intorno di case, di piante e di cespugli.
Sui rami degli alberi e tra le spine dei cespugli vi erano qua e là dei
nidi, con dentro i piccoli sul punto di prendere il volo. Mentre Don
Bosco si divertiva ad ascoltarne il cinguettio, ecco cadergli dinanzi un
uccellino: dal suo canto conobbe che era un usignuolo.
— Oh! — disse —, sei caduto! Le ali non ti bastano al volo e io ti potrò prendere.
E mentre diceva così, mosse il passo e allungò il braccio per prendere
l’animaletto. Stava già per sfiorargli le ali e prenderlo in mano,
quando l’uccellino fece uno sforzo e volò fino in mezzo al cortile.
— Povera bestiolina — pensava Don Bosco —, è inutile che tu cerchi di sfuggirmi, tanto ti raggiungerò e ti prenderò ugualmente.
Gli si riavvicina e sta quasi per acciuffarlo, quand’ecco gli fa lo
stesso gioco di prima e, raccolte tutte le sue forze, se ne vola lontano
un bel pezzo.
— Oh, mi vuoi prendere in giro — esclama Don Bosco —. Ebbene vedremo chi la vincerà.
Ed eccolo addosso all’usignuolo per la terza volta. Ma mentre già lo sta stringendo delicatamente, eccolo innalzarsi nell’aria.
Don Bosco lo segue con lo sguardo e si meraviglia del suo ardire, quando
tutto all’improvviso vede un grosso sparviero piombare addosso
all’usignuolo, afferrano con i suoi adunchi artigli e por tarlo via per
divorarlo.
«A quello spettacolo — continua Don Bosco —, mi sentii gela re il sangue
nelle vene e mentre seguivo con lo sguardo il volo dello sparviero,
dicevo tra me:
— Io volevo salvarti, ma tu non hai voluto lasciarti prendere; anzi mi
hai burlato tre volte, e ora paghi il fio della tua testardaggine.
Allora l’usignuolo si rivolse a me e mandò tre volte un debole grido:
— Siamo dieci!... Siamo dieci!... Siamo dieci!...
Tutto agitato, mi sveglio e ripenso naturalmente al sogno e a quelle misteriose parole, ma non riesco a capirne il senso.
La notte seguente ecco il medesimo sogno. Mi pare di essere nello stesso
cortile, attorniato come la notte precedente di case, di alberi e di
cespugli e vedo lo stesso sparviero che mi vola attorno con occhi di
fuoco e in atteggiamento aggressivo. Maledicendo alla sua crudeltà con
l’usignuolo, alzo la mano in segno di minaccia. Egli allora fugge
impaurito e, fuggendo, lascia cadere ai miei piedi un biglietto su cui
erano scritti dieci nomi. Ansioso lo raccolgo, lo divoro con lo sguardo e
vi leggo i nomi di dieci giovani qui presenti. Svegliatomi, senza
troppo fantasticare, capii subito il segreto di quei nomi: erano i
giovani che non avevano voluto saperne di far bene gli Esercizi, che non
avevano aggiustato i conti della loro coscienza e, anziché darsi al
Signore per mezzo di Don Bosco, avevano preferito darsi al demonio.
Mi inginocchiai, resi grazie a Maria Ausiliatrice che si fosse degnata
di farmi noti, in un modo così singolare, quei figli che avevano
disertato dalle file; e le promisi in pari tempo di non cessare mai,
finché mi fosse possibile, di andare dietro alle pecorelle smarrite»
.
Il segretario Don Gioachino Berto, nei processi Apostolici per la Causa
di Beatificazione di Don Bosco, ha dichiarato: « Ricordo che i detti
giovani furono fatti avvisare da Don Bosco in privato e che uno di
quelli, non volendo mutare condotta, fu allontanato dall’Oratorio » .