Sogno premonitore
San Giovanni Bosco

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Questo breve sogno contiene due profezie. La prima è la fontana, che
ebbe acqua imbevibile per diversi anni, nel 1934 fu sostituita
dall’acquedotto del Monferrato (l’acqua pagata).
L’altra profezia è che sull’altura su cui Mamma Margherita ha portato
Don Bosco, dal 1940 domina il grande Istituto Bernardi Semeria; e dal
1965 il Tempio di Don Bosco, meta di frequenti pellegrinaggi e centro
pastorale per molte parrocchie dei dintorni.
Anno 1860. Alle dieci perquisizioni fatte negli anni precedenti
all’Oratorio di Don Bosco, sospettato di mene rivoluzionarie, il
ministro Farmi ne aggiunse un’altra, ordinando al Questore di Torino di
procedere a una nuova visita fiscale alla Casa di Don Bosco. Con tale
perquisizione improvvisa negli ambienti dell’Oratorio si sperava di
trovare qualche documento compromettente e così avere un pretesto per
chiudere la Casa.
«L’Opera dell’Oratorio — scrive Don Lemoyne —, che nel corso di 19 anni
era costata tante sollecitudini, tante fatiche e sudori a Don Bosco e ai
suoi collaboratori, correva pericolo di essere distrutta come da un
turbine. Rumoreggiava la minaccia di imprigionare colui che provvedeva
il pane a tanti ricoverati e loro procacciava un avvenire onorato... E i
timori crescevano per la chiusura in quei giorni di varie case di
educazione, e per la prigionia di onesti personaggi dell’uno e
dell’altro clero. Don Bosco, però, senza turbarsi attendeva l’intervento
della Madonna».
Ed ecco che, tre giorni prima che avvenisse la perquisizione, Don Bosco,
ancora ignaro della cosa, fece un sogno che gli tornò di grande
vantaggio. Lo narra in questi termini: «Mi sembrò di vedere una schiera
di malandrini entrare nella mia camera, impadronirsi della mia persona,
rovistare nelle carte, in ogni forziere e mettere sossopra ogni scritto.
In quel momento uno di loro con aspetto assai benevolo mi disse:
— Perché non avete allontanato il tale e tal altro scritto? Sareste
contento che si trovassero quelle lettere dell’Arcivescovo che
potrebbero essere causa di male a voi e al lui? E quelle lettere di
Roma, quasi dimenticate, che sono poste qui — e indicava i luoghi — e
quelle altre là? Se le aveste tolte, vi sareste liberato da ogni
molestia.
Fattosi giorno, scherzando ho raccontato il sogno come lavoro di
fantasia; tuttavia ho messo in ordine parecchie cose, e alcuni scritti
che potevano essere interpretati a mio danno li ho allontanati. Questi
scritti erano alcune lettere confidenziali affatto estranee alla
politica o a cose di governo. Poteva però essere considerata come
delitto ogni istruzione ricevuta dal Papa o dall’Arcivescovo sul modo di
regolarsi dei sacerdoti riguardo a certi dubbi di coscienza. Quando
pertanto cominciarono le perquisizioni, io avevo trasportato altrove
tutto ciò che poteva dare il minimo appiglio di relazioni o allusioni
politiche nelle cose nostre» .