I pensieri di Santa Teresa di Lisieux
Santa Teresa di Lisieux

Cerca nella documentazione. Scegli una categoria e compila la form cliccando sul pulsante Cerca.
Leggi la Bibbia. Scegli un versetto utilizzando la form qui sotto.
S. Teresa di Gesù Bambino (n. 2 gennaio 1873 - + 30 settembre 1897)
negli ultimi giorni di vita rassicurò le consorelle che l'ingresso in
cielo non le avrebbe impedito di continuare a lavorare per la salvezza
delle anime, anzi, stava per incominciare la missione appena abbozzata
fra le mura del Carmelo. Quale missione? La missione di far amare Dio
come lei l'aveva amato, d'insegnare alle anime la sua "piccola via" di
umiltà e di abbandono.
Quell'arcano presentimento, quel suo desiderio delicatissimo si
verificò in maniera stupenda così da divenire in breve la Santa più
popolare e più amata del secolo.
I Pensieri qui raccolti, estratti dagli Ultimi Colloqui, dalle Lettere
e dai Consigli fedelmente ripresi dalla sorella, Madre Agnese di Gesù,
hanno lo scopo di facilitare l'eco di questa spirituale missione,
estendendola alla cerchia delle persone più impegnate ma con poco tempo
a disposizione. Sono pensieri, in verità, generalmente assai brevi, ma
sufficienti per dar materia di riflessione a chi è ben disposto nei
riguardi della verità. Pensieri chiari e in linea con l'esigenza di
concretezza, propria dell'uomo d'oggi.
Teresa di Lisieux, infatti, con linguaggio limpido e fresco, ci mette
in contatto con la sua anima, col suo modo di pensare e di vivere
profondo, traboccante di sentimento puro, di ardore serafico, di ansie
apostolicbe.
Acuta contemplativa, giovane ma ricca di esperienza e di divina
saggezza, ella ci addita l'itinerario più semplice e sicuro per
raggiungere la meta soprannaturale: entrare in intimità con Dio come
con un Padre amatissimo, sempre misericordioso e tenero verso chi,
persuaso della propria debolezza e delle proprie miserie, si volge a
lui con illimitata confidenza; imitare il candore amabile del bimbo
verso i propri genitori, ma imitarlo con un atteggiamento consapevole,
risoluto, a tutta prova, sorretti dalla grazia. Atteggiamento questo in
cui d'infantile c'è l'esterna analogia delle cose e della locuzione,
ma che in verità comporta un'e spressione di fede solida, di speranza
serena, di amore sommo verso Dio, garantito dal zelo ardente per
l'avvento del regno di Cristo sul mondo intero.
I pensieri qui riferiti, concernenti tutto l'arco del terreno
pellegrinare di Teresa, mettono in evidenza che ella mai si illuse
circa il mistero della nostra salvezza, il quale, se comincia a
Betlemme, si consuma però sul Calvario. Per tale ragione si professava
di Gesù Bambino e del Volto Santo. La croce, la sofferenza nel corpo e
nell'anima marcò profondamente i passi della sua vita fin dagli anni
dell'infanzia, con la morte prematura della mamma, con la malferma
salute, la misteriosa malattia, la separazione dalle sorelle maggiori.
Nella adolescenza e giovinezza conobbe gli ostacoli al suo ingresso
nel Carmelo, le prove indicibili dei primi anni in monastero, le
vicende dolorosissime del tramonto del babbo, fino alla malattia che
lentamente la consumò.
Nessuno perciò deve lasciarsi trarre in inganno: la Santa "delle rose e
del sorriso" modellò con fortezza la sua esistenza sul santo Vangelo,
imprimendo di puro eroismo gli atti più ordinarie comuni, credendo alla
parola del Maestro che il regno dei cieli è dei piccoli e di coloro che
ad essi si fanno simili.
1 L a perfezione consiste nel fare la volontà di Dio, nell'essere come
vuole lui.
2 L’amore di nostro Signore si rivela tanto bene nell'anima più
semplice che non resiste affatto alla grazia, quanto nell'anima più
sublime.
3 Sulla terra non bisogna attaccarsi a nulla, neppure alle cose più
semplici e innocenti, perché ci vengono a mancare quando meno ci si
pensa. Non c'è che l'eterno che ci può contentare.
4 Allo stesso modo in cui il sole illumina i grandi cedri ed i piccoli
fiori da niente come se ciascuno fosse unico al mondo, così nostro
Signore si occupa di ciascun'anima con tanto amore, quasi fosse la sola
ad esistere. E come nella natura le stagioni tutte sono regolate in
modo da far sbocciare nel giorno stabilito la pratolina più umile, così
tutto risponde al bene di ciascun'anima.
5 Un'anima in stato di grazia non ha nulla da temere dai demoni, i
quali sono vigliacchi, capaci di fuggire davanti allo sguardo di una
bambina.
6 Non si può gustare un po' di riposo fuorché nell'essere pronti a
fare la volontà del buon Dio.
7 Quant'è grande la nostra anima! Eleviamoci al di sopra di ciò che
passa, teniamoci a distanza dalla terra. Più in alto l'aria è pura.
Gesù si nasconde, ma si sa che non è lontano.
8 Il Signore proporziona le prove alle forze che ci dà.
9 E’ grande la mia gioia di essere senza gioia, per far piacere a Gesù.
10 La gloria vera è quella che durerà eterna e per arrivare ad essa non
è necessario compiere opere sfolgoranti, bensì nascondersi e praticar
la virtù si che la mano sinistra ignori ciò che fa la destra (Mt. 6,
3).
11 Che cos'è una piccola sofferenza sopportata con gioia, quando penso
che per tutta l'eternità si potrà amare più perfettamente il buon Dio!
Inoltre, soffrendo si possono salvare le anime.
12 La morte è venuta a visitare un gran numero di persone che ho
conosciute giovani, ricche, felici. Mi piace tornare col pensiero ai
luoghi incantatori ov'esse hanno vissuto, e domandarmi dove sono, che
cosa giovano loro i castelli, i parchi nei quali le ho viste godere le
comodità della vita? E vedo che tutto è vanità e afflizione di spirito
sotto il sole (Sir. 2, 11), che l'unico bene è amare Dio con tutto il
cuore, ed essere quaggiù poveri nello spirito.
13. I giorni più radiosi sono seguiti da tenebre; soltanto il giorno
della prima, unica, eterna comunione del cielo sarà senza tramonto.
14 Un cuore abbandonato agli affetti delle creature come può unirsi
intimamente con Dio? Sento che questo non è possibile.
15 Se Dio ci regalasse l'intero universo con tutti i suoi tesori, tutto
ciò non sarebbe paragonabile alla più lieve sofferenza. Che grazia
quando al mattino non ci sentiamo un briciolo di coraggio, un briciolo
di forza per praticare la virtù! Allora è il momento di mettere la
scure alla radice dell'albero (Mt. 3, 10). Invece di perdere il tempo a
racimolare qualche povera pagliuzza, affondiamo le mani nei diamanti!
16 Ho inteso dire che non si è mai incontrata un'anima pura che ami
più di un'anima penitente. Ah, come vorrei smentire questa convinzione!
17 E incredibile come mi appare grande il mio cuore quando considero i
tesori della terra, poiché tutti insieme non potrebbero contentarlo.
Invece, come mi pare piccolo quando considero Gesù! Vorrei amarlo tanto!
18 Che grande fortuna essere umiliati! È la sola strada che conduce
alla santità.
19 La vita non è che un sogno: presto ci sveglieremo con un grido di
gioia!.. Più grandi sono le nostre sofferenze, più sconfinata sarà la
nostra gloria. Oh, non perdiamo la prova che Gesù ci manda!
20 Ho bisogno di dimenticare la terra. Quaggiù tutto mi stanca, tutto
mi è di peso, non trovo che una gioia: quella di soffrire per Gesù; e
questa gioia non sentita supera ogni gioia.
21 Come ho compassione delle anime che si perdono! È così facile
smarrirsi nei sentieri fioriti di questo mondo!
22 E’ meglio parlare a Dio che di Dio: si mescola tanto amor proprio
nelle conversazioni spirituali!
23 Una domenica, guardando una immagine di nostro Signore in croce,
fui colpita dal sangue che cadeva da una sua mano divina, provai un
dolore grande pensando che quel sangue cadeva a terra senza che alcuno
si desse premura di raccoglierlo; e risolsi di tenermi in ispirito ai
piedi della croce per ricevere la divina rugiada e spargerla, in
seguito, sulle anime.
24 Gesù fece di me un pescatore di uomini: sentii un desiderio grande
di lavorare alla conversione dei peccatori. Sentii che la carità mi
entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere
agli altri; e da allora fui felice.
25 Non è per restare nel ciborio d'oro che Gesù discende ogni giorno
dal cielo, ma per trovare un altro cielo che gli è infinitamente più
caro del primo: il cielo dell'anima nostra, fatta a immagine sua, il
tempio vivo dell'adorabile Trinità.
26 Offriamo tutte le nostre sofferenze a Gesù per salvare le anime.
Povere anime! Esse hanno meno grazie di noi e tuttavia il sangue di un
Dio è stato versato per salvarle. Gesù è disposto a far dipendere la
loro salvezza da un sospiro del nostro cuore. Che mistero! Se un
sospiro può salvare un'anima, che cosa non possono fare delle
sofferenze come le nostre? Non rifiutiamo niente a Gesù!
27 Per essere sposa di Gesù bisogna che somigli a Gesù, e Gesù è tutto
sanguinante, coronato di spine.
28 Gesù brucia d'amore per noi. Contempla il suo volto adorabile!
Contempla i suoi occhi spenti e abbassati! Contempla le sue piaghe!
Contempla il suo volto! Là vedrai quanto ci ama.
29 La santità non consiste nel dire belle cose e neppure nel pensarle o
sentirle. Sta tutta nella volontà di soffrire.
30 Guardiamo la vita alla luce della realtà! È un attimo fra due
eternità.
31 Soffriamo in pace. Confesso che questa parola pace mi sembrava un
po' forte, ma, riflettendoci a fondo, ho scoperto il segreto di
soffrire in pace. Chi dice pace, non dice gioia, o perlomeno gioia
sentita. Per soffrire in pace, basta solo volere tutto ciò che Gesù
vuole.
32 Il santo Battesimo depone nelle anime un germe ben profondo delle
virtù teologali, poiché si rivelano fin dall'infanzia, e la speranza
dei beni futuri basta per fare accettare i sacrifici.
33 Quante anime arriverebbero alla santità se fossero ben
dirette! Lo so bene, il Signore non ha bisogno di nessuno per far
l'opera sua, ma, come permette a un giardiniere abile di coltivare
piante rare e delicate e gli dà le cognizioni necessarie per far ciò,
riservando a sé la cura di fecondarle, così Gesù vuole essere aiutato
nella sua divina cultura delle anime.
34 Non c'illudiamo di poter amare senza soffrire, senza soffrire
molto. Tale è la nostra povera natura e non per nulla! È la nostra
ricchezza, il nostro guadagno d'ogni giorno. È così preziosa che Gesù è
venuto sulla terra apposta per questo: per possederla.
35 Verrà un giorno in cui le ombre spariranno. Allora non resterà più
che la gioia, l'ebbrezza... Approfittiamo del nostro unico momento di
sofferenza, badiamo solo all'attimo che passa. Un attimo è un tesoro.
Un solo atto d'amore ci farà conoscere più a fondo Gesù, ci avvicinerà
a lui per tutta l'eternità.
36 Bisogna sapere riconoscere fin dall'infanzia ciò che il buon Dio
chiede alle anime e assecondare l'azione della sua grazia, senza mai
precorrerla né rallentarla.
37 Non c'è che una cosa da fare nella notte di questa vita, l'unica
notte che non ritorna più: quella d'amare, amare Gesù con tutta la
forza del nostro cuore e salvargli le anime perché sia amato. Oh, fare
amare Gesù!
38 Come gli uccellini imparano a cantare ascoltando i loro
genitori, così i figli imparano la scienza della virtù, il canto
sublime dell'amor divino, dalle anime che dovranno formarli alla vita.
39 La grandezza vera si trova nell'anima e non nel nome. Colui che avrà
voluto essere il più povero in terra, il più dimenticato per amore di
Gesù, proprio lui sarà il primo in cielo, più nobile e più ricco di
tutti gli altri.
40 L'anima semplice e dritta non vede male in nulla, poiché in realtà
il male esiste soltanto nei cuori impuri e non negli oggetti
insensibili.
41 Non t'affliggere per il fatto che non provi nessuna consolazione
nelle tue comunioni. È una prova che bisogna sopportare con amore. Non
perdere neppure una delle spine che incontri ogni giorno. Con una sola
di esse puoi salvare
un'anima.
.
42 Ah, se tu sapessi come il buon Dio è offeso! La tua anima è fatta
apposta per consolarlo. Amalo fino alla follia per tutti quelli che
non l'amano!
43 E impossibile che un cuore, che trova riposo solo nel tabernacolo,
offenda Gesù al punto da non poterlo ricevere. Ciò che offende Gesù,
ciò che lo ferisce al cuore è la mancanza di fiducia.
44 La gioia non la troviamo negli oggetti che ci stanno intorno, bensì
nel profondo dell'anima. Possiamo averla in una prigione altrettanto
bene che in un palazzo. La prova è che io sono più felice nel Carmelo,
anche tra prove intime ed esteriori, che nel mondo, circondata dalle
comodità della vita e soprattutto dalle dolcezze del focolare paterno.
45 Gesù vuole che la salvezza delle anime dipenda dai nostri sacrifici,
dal nostro amore. Egli viene da noi a mendicare delle anime. Sappiamo
capire il suo sguardo! Tanto pochi lo capiscono.
46 Le mie mortificazioni consistono nel rompere la mia volontà, sempre
pronta a imporsi, nel trattenere una battuta di risposta, nel rendere
piccoli servizi senza farli valere.
47 Gesù mi ha fatto capire cbe concede miracoli a coloro la cui fede
uguaglia un granello di senape, e fa mutar di posto le montagne per
rendere salda questa fede così piccola; ma per i suoi intimi, per sua
Madre, non fa miracoli prima di avere messo a prova la loro fede.
48 Costa vivere, restare su questa terra d'amarezza e d'angoscia. Ma
domani... un'ora, e saremo in porto. Che felicità! Come sarà bello
contemplare Gesù faccia a faccia per tutta l'eternità! Sempre, sempre
più amore, sempre gioie più inebrianti! ... Una felicità senza nubi.
49 Dio è mirabile, ma soprattutto è amabile. Amiamolo dunque, amiamolo
fino al punto di soffrire per lui tutto ciò che vorrà, anche le pene
dell'anima, le aridità, le angosce, le freddezze apparenti. È veramente
un grande amore l'amare Gesù senza sentire nessuna dolcezza.
50 Quando si vuole conseguire uno scopo, occorre prendere i mezzi
adeguati. Gesù mi ha fatto capire che voleva darmi delle anime per
mezzo della croce, e la mia attrattiva per il dolore è cresciuta in
proporzione con la sofferenza.
51 Non abbiamo che questi. brevi attimi di vita per amare Gesù. Il
diavolo lo sa molto bene e per questo cerca tutte le vie per farceli
perdere in un vano logorio.
52 Quando il demonio è riuscito ad allontanare un'anima dalla santa
Comunione, ha raggiunto il suo scopo.
53 Le attrattive del mondo sono svanite per noi, ma è tutto fumo, e a
noi resta la realtà. La vita diventa così un autentico tesoro: ogni
istante è un'eternità, un'eternità di gioia per il cielo,
un'eternità... Solamente Gesù è; tutto il resto non è.
54 La sofferenza mi ha teso le braccia e io mi ci sono gettata con
amore.
55 Quali sorprese avremo alla fine del mondo leggendo la storia delle
anime!
56 Non posso dire di avere ricevuto spesso delle consolazioni durante
il mio ringraziamento della Comunione; forse è il momento in cui ne ho
meno. Ma questo lo trovo naturale, perché mi sono offerta a Gesù come
una persona che desidera ricevere la sua visita non già per propria
consolazione, bensì per il piacere di colui che si dà a me.
57 Il Signore è più tenero di una madre.
58 Vedo che la sofferenza sola può generare le anime, e più che mai le
sublimi parole di Gesù mi svelano la loro profondità: In verità, in
verità vi dico se il chicco di grano gettato nella terra non muore,
rimane solo, ma se muore dà molto frutto (Gv. 12, 24-25).
59 Senza l'amore tutte le cose sono niente, anche le più splendide,
come risuscitare i morti o convertire i popoli.
60 Dio tiene in mano sua il cuore delle creature e le orienta come
vuole.
61 Nei brevi istanti che ci restano, non perdiamo il nostro tempo:
salviamo le anime!
62 Facciamo della nostra vita un continuo sacrificio, un martirio
d'amore, per consolare Gesù. Egli non vuole che uno sguardo, un
sospiro, ma uno sguardo e un sospiro che siano per lui solo! Che tutte
le creature ci sfiorino appena.
63 Desidero essere dimenticata, e non soltanto dalle creature, ma
anche da me stessa. Vorrei essere ridotta a nulla fino al punto da non
avere più alcun desiderio. La gloria del mio Gesù, ecco tutto! Quanto
alla mia, l'abbandono a lui e, se pare che mi dimentichi, non importa.
È libero di farlo, perché non appartengo più a me stessa, ma a lui. Si
stancherà prima lui di farmi aspettare, che io di aspettare.
64 Quanto fa bene all'anima lavorare per Gesù solo, esclusivamente per
lui! Oh, come è soddisfatto allora il cuore, come ci si sente leggeri!
65 Non conosco altro mezzo per giungere alla perfezione fuorché
l'amore. Amare! È per questo che è fatto il nostro cuore. Qualche volta
cerco un'altra parola per esprimere l'amore, ma in questa terra di
esilio le parole sono impotenti a rendere tutte le vibrazioni
dell'anima. Così è necessario attenersi a quest'unica parola: amare!
66 La speranza della patria m'infonde coraggio: presto saremo in
cielo. Allora non ci sarà più né giorno né notte, ma il volto di Gesù
farà regnare una luce senza uguale.
67 Facciamo nel nostro cuore un piccolo tabernacolo dove Gesù possa
rifugiarsi. Allora sarà consolato e dimenticherà ciò che noi non
possiamo dimenticare: I'ingratitudine delle anime che l'abbandonano in
un tabernacolo deserto.
68 Poiché Gesù è stato solo a spremere il vino (Is. 63, 5) che ci offre
da bere, non ci rifiutiamo a nostra volta di portare delle vesti tinte
di sangue. Spremiamo per Gesù un vino nuovo che lo disseti che gli
renda amore per amore. Ah, non perdiamo una sola goccia del vino che
possiamo dargli! Allora, guardando intorno a sé (Mt. 12, 50), vedrà che
noi veniamo per aiutarlo.
69 Il tempo non è che un miraggio, un sogno. Già fin d'ora Dio ci vede
nella gloria e gioisce della nostra beatitudine eterna.
70 M sembra che l'amore possa supplire ad una lunga vita. Gesù non
guarda al tempo, che in cielo non esiste più. Non guarda che all'amore.
71 Preghiamo per i sacerdoti! Ogni giorno ci si accorge quanto siano
rari gli amici di Gesù. Mi sembra che sia questo ciò che lo ferisce più
profondamente: l'ingratitudine, soprattutto il vedere anime a lui
consacrate dare ad altri quel cuore che gli appartiene in maniera
assoluta.
72 Se Gesù non ha fatto di te un angelo del cielo, è perché vuole che
tu sia un angelo della terra. Sì, Gesù vuole avere la sua corte celeste
quaggiù come lassù! Vuole degli angeli martiri, vuole degli angeli
apostoli.
73 Che grazia essere vergine, essere la sposa di Gesù! Ed è questa
grazia che ci accorda Gesù. Vuole che siamo sue spose e poi, secondo
la sua promessa, anche madre sua e sorelle sue, perché dice nel
Vangelo: Chi fa la volontà del Padre mio, quello è mia madre, mio
fratello e mia sorella (Mt. 12, 50). Sì, colui che ama Gesù è tutta la
sua famiglia, e trova in questo cuore unico, che non ha l'uguale,
tutto ciò che desidera. Vi trova il suo cielo.
74 Che mistero! Gesù non è l'onnipotente? Le creature non sono forse di
colui che le ha fatte? Perché- dunque Gesù dice: Domandate al Padrone
della messe di mandare operai (Mt. 12, 50)? Perché? Ah, l'unica ragione
è che Gesù ha per noi un amore così incomprensibile che vuol farci
partecipare insieme con lui alla salvezza delle anime! Non vuol fare
nulla senza di noi. Il Creatore dell'universo aspetta la preghiera di
una povera piccola anima per salvare altre anime riscattate come lei a
prezzo di tutto il suo sangue.
75 La paura mi fa indietreggiare; con l'amore non soltanto vado
avanti, ma volo.
76 Quale gioia pensare che il buon Dio è giusto, cioè che tiene conto
delle nostre debolezze, che conosce perfettamente la fragilità della
nostra natura.
77 Com'è dolce la via dell'amore! Senza dubbio si può cadere, si può
commettere delle infedeltà, ma l'amore, sapendo trarre profitto di
tutto, consuma rapidamente tutto quello che può dispiacere a Gesù,
lasciando soltanto una umile profonda pace in fondo al cuore.
78 Non desidero più la sofferenza, né la morte; eppure le amo tutte e
due. Ma è l'amore solo che mi attira.
79 Soprattutto il Vangelo mi occupa durante l'orazione: in esso trovo
tutto il necessario per la mia povera anima. Scopro sempre in esso luci
nuove, significati nascosti e misteriosi.
80 La nostra vocazione non e quella di andare a mietere nei campi di
grano maturo. Gesù non dice: Abbassate gli occhi, guardate i campi e
andate a mietere. La nostra missione è ancora più sublime. Ecco le
parole di Gesù: Alzate gli occhi e guardate... (Gv. 4, 35). Guardate
come nel cielo vi sono dei posti vuoti; spetta a voi riempirli. Voi
siete i miei Mosé in preghiera sulla montagna: domandatemi operai ed
io ve ne manderò. Non aspetto che una preghiera, un sospiro del vostro
cuore.
81 Per appartenere a Gesù, bisogna essere piccoli, piccoli come una
goccia di rugiada. Oh come sono poche le anime che aspirano ad essere
piccole così!
82 I nostro Diletto non ha bisogno dei nostri pensieri originali, delle
opere nostre strepitose. Se vuole pensieri sublimi, non ci sono i suoi
angeli, le sue legioni di spiriti celesti, la cui scienza sorpassa
infinitamente quella dei più grandi geni della nostra misera terra?
83 L'apostolato della preghiera non è forse, per così dire, più elevato
che quello della parola? La nostra missione, come carmelitane, è di
formare degli operai evangelici che salveranno milioni di anime delle
quali noi saremo le madri.
84 Mi voglio dedicare a far sempre, col più grande abbandono, la
volontà del Signore.
85 Soltanto l'amore può renderci graditi al Signore.
86 Ah, se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente
la più piccola fra loro, Teresa! Non una dispererebbe d'arrivare alla
vetta della montagna d'amore, poiché Gesù non chiede grandi azioni,
bensì soltanto l'abbandono e la riconoscenza.
87 Nostro Signore vuol lasciare le pecorelle fedeli nel deserto (Mt.
18, 12). Come sono significative per me queste parole! Egli è sicuro
di loro ed esse non sarebbero più capaci di smarrirsi perché sono
prigioniere dell'amore. Così Gesù toglie loro la sua presenza
sensibile per elargire le sue consolazioni ai peccatori, o se anche le
conduce sul Tabor, è solo per pochi istanti.
88 I direttori di spirito portano avanti nella perfezione, facendo fare
un gran numero di atti di virtù, e hanno ragione. Ma il mio direttore,
che è Gesù, non m'insegna a contare gli atti: m'insegna a fare tutto
per amore, a non rifiutargli niente, ad essere contenta quando mi dà
un'occasione di mostrargli che lo amo; ma tutto questo nella pace,
nell'abbandono.
89 Quando non sento nulla, quando sono incapace di pregare, di
praticare la virtù, è quello il momento di cercare delle piccole
occasioni, dei nonnulla che piacciono a Gesù più che l'impero del
mondo, più che il martirio sofferto eroicamente. Per esempio, un
sorriso, una parola amabile quando avrei voglia solo di tacere o di
avere un'aria annoiata.
90 Dammi da bere (Gv. 4, 7): era l'amore della sua povera creatura che
il Creatore dell'universo reclamava. Aveva sete d'amore.
91 Non tutte le anime possono somigliarsi: bisogna che ce ne siano di
gruppi diversi per onorare in modo particolare ciascuna perfezione del
Signore.
92 Vorrei essere missionaria non soltanto per qualche anno, ma vorrei
esserlo stata fin dalla creazione del mondo ed esserlo fino alla
consumazione dei secoli.
93 La mia vocazione è l'amore!
94 Quando non mi capita nessuna occasione, voglio almeno dire tante
volte a Gesù che l'amo. Non è una cosa difficile e serve a tener vivo
il fuoco: anche nel caso che mi sembrasse spento, questo fuoco d'amore,
vi vorrei gettare qualcosa lo stesso, e sono sicura che Gesù lo
ravviverebbe subito.
95 Gesù non vuole che troviamo nel riposo la sua presenza
adorabile. Egli si nasconde, si avvolge di tenebre. Non è così che
agiva nei confronti della folla dei Giudei, perché vediamo nel Vangelo.
che il popolo era rapito quando egli parlava (Lc. 19, 48). Gesù
affascinava le anime deboli con le sue parole divine. Cercava di
renderle forti per il giorno della prova. Ma come fu piccolo il numero
degli amici di nostro Signore quando taceva (Mt. 26, 63) davanti ai
suoi giudici!
96 Ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto, Dio mio, me
l'avete dato voi! Nel cuore della Chiesa mia madre, io sarò l'amore.
Così sarò tutto!
97 E Gesù che vuole il nostro amore, che lo va mendicando. Si
abbandona, per così dire, alla nostra mercé. Non vuole prendere nulla
senza che glielo diamo e la più piccola cosa è preziosa ai suoi occhi
divini.
98 Gesù, lo so bene, l'amore si paga soltanto con l'amore; perciò ho
cercato, ho trovato sollievo rendendoti amore per amore.
99 Se Gesù avesse voluto mostrarsi a tutte le anime con i suoi doni
ineffabili, senza dubbio non ce n'è una sola che l'avrebbe rifiutato.
Ma egli non vuole che l'amiamo per i suoi doni. È lui stesso che deve
essere la nostra ricompensa.
100 La terra è il luogo del nostro esilio, e noi siamo viandanti che
camminiamo verso la nostra patria. Che importa se la strada da noi
seguita non è la stessa, dal momento che il cielo è la nostra unica
meta e lì saremo insieme per non lasciarci mai più?
101 Gesù non incontra se non ingrati e indifferenti tra i discepoli
del mondo, e tra i suoi stessi discepoli trova pochi cuori che si
abbandonino a lui senza riserve e capiscano la tenerezza del suo amore
infinito.
102 Le piccole croci costituiscono tutta la nostra gioia. Esse sono più
frequenti delle grandi e preparano il cuore a ricevere queste altre
quando tale è la volontà del Maestro buono.
103 Tutti i discorsi più belli dei più grandi santi sarebbero incapaci
a far scaturire un solo atto d'amore da un cuore che Gesù non avesse in
suo possesso. È lui soltanto che sa servirsi della sua lira e nessun
altro può far vibrare le sue corde armoniose. Ma Gesù si serve di tutti
i mezzi: le creature sono tutte al suo servizio ed egli ama utilizzarle
durante la notte della vita allo scopo di nascondere la sua presenza
adorabile; tuttavia non si nasconde a tal punto da non farsi
intravedere.
104 Non è Gesù stesso che ha tracciato il nostro cammino? Non è lui che
c'illumina e si rivela alle nostre anime? Tutto ci porta a lui. I fiori
che crescono ai margini della via non seducono i nostri cuori. Li
ammiriamo, ci piacciono perché ci parlano di Gesù, della sua potenza,
del suo amore; made nostre anime rimangono libere.
105 Le creature sono dei gradini, degli strumenti, ma è la mano di
Gesù che dirige tutto. Non bisogna vedere altro che lui in tutto.
106 Le grate del Carmelo non sono fatte per separare i cuori che si
amano in Gesù; servono piuttosto a rendere più forti i vincoli che li
uniscono.
107 Gli apostoli senza nostro Signore lavorarono tutta la notte e non
presero neppure un pesce, ma la loro fatica era accetta a Gesù. Voleva
mostrare loro che lui soltanto ci può dare qualcosa. Voleva che gli
apostoli si umiliassero. Figlioli, dice loro, non avete nulla da
mangiare (Gv. 21, 52 Signore, rispose san Pietro, abbiamo pescato tutta
la notte senza prendere nulla (Lc. 5, 5). Forse, se avessero preso
qualche pesciolino, Gesù non avrebbe fatto il miracolo; ma non avevano
nulla e così Gesù riempì subito la loro rete in modo da farla quasi
rompere. Ecco qual'è il carattere di Gesù: dona da Dio, ma vuole
l'umiltà del cuore.
108 Nella vita religiosa è tutto così grande! Raccattare una spilla per
amore può convertire un'anima. Che mistero! Ah, solo Gesù può dare un
tale valore alle nostre azioni! Amiamolo, dunque, con tutte le nostre
forze!
109 Custodire la parola di Gesù, ecco l'unica condizione della nostra
felicità, la prova _del nostro amore per lui. Ma che cos'è mai questa
parola? Mi sembra che la parola di Gesù sia lui stesso, lui Gesù, il
Verbo, la Parola di Dio (Gv. 1, 1).
110 Quale felicità pensare che il buon Dio, la Trinità tutta intera ci
guarda, è in noi, e si compiace a rimirarci!
111 Molti servono Gesù quando li consola, ma pochi sono disposti a
tener compagnia a Gesù che dorme in mezzo ai marosi o che soffre
nell'orto dell'agonia. Chi dunque vorrà servire Gesù per Gesù solo?
112 Come dev'essere grande un'anima per contenere un Dio! E tuttavia
l'anima del bambino di un giorno è per lui un paradiso di delizie. Che
sarà allora delle nostre che hanno lottato e sofferto per rapire il
cuore del loro Diletto?
113 Come è bella la nostra religione! Invece d'inaridire i cuori (come
crede il mondo), li sublima e li rende capaci d'amare, d'amare d'un
amore quasi infinito, perché deve continuare dopo questa vita mortale,
che ci è data unicamente per conquistare la patria dei cieli, dove
ritroveremo le persone care che avremo amate sulla terra.
114 Spesso il Signore non vuole che la nostra volontà. Egli domanda
tutto e, se gli rifiutiamo la minima cosa, ci ama troppo per cedere al
nostro volere. Ma quando la nostra volontà si conforma alla sua ed Egli
vede che è lui solo che cerchiamo, allora si comporta con noi come si
comportò un tempo con Abramo.
115 Le croci esteriori che sono mai? Il vero, autentico martirio è il
martirio del cuore, la sofferenza intima dell'anima.
116 La strada che percorriamo è molto diversa, ma la meta è la stessa.
Non dobbiamo avere che un solo obiettivo: farci santi nella via che il
buon Dio ci ha tracciata.
117 I cristiani più perfetti, i sacerdoti, trovano che siamo esagerate,
che dovremmo servire con Marta, invece di consacrare a Gesù i vasi
delle nostre vite con i profumi che vi sono racchiusi. E tuttavia, che
importa se i nostri vasi si spezzano, dal momento che Gesù è consolato
e il mondo è costretto a sentire, suo malgrado, i profumi che esalano
e servono a purificare l'aria avvelenata che non cessa di respirare.
118 Il solo delitto rimproverato a Gesù da Erode fu quello di essere
pazzo... e io la penso come lui! Sì, era una follia cercare quelle
povere cose che sono i cuori dei mortali e farsene il proprio trono,
lui, il re della gloria, assiso al di sopra dei cherubini! Lui, la cui
presenza non può essere contenuta nei cieli. Era pazzo il nostro
Diletto a venir sulla terra a cercare dei peccatori per farne i suoi
amici, i suoi intimi, i .suoi simili, lui che era perfettamente felice
con le altre adorabili due Persone della Trinità!
Noi non potremo mai fare per lui le pazzíe che egli ha fatto per noi, e
le nostre azioni non meritano questo appellativo, perché sono degli
atti quanto mai razionali e immensamente al di sotto di ciò che il
nostro amore vorrebbe compiere. È dunque il mondo che è insensato,
perché ignora quello che Gesù ha fatto per salvarlo, è lui
l'accaparratore che seduce le anime e le porta alle fontane senz'acqua.
119 Oh, Gesù, lasciami dire, nell'eccesso della mia riconoscenza,
lasciami dire che il tuo amore arriva fino alla follia! Come vuoi che,
dinanzi a questa follia, il mio cuore non si slanci verso te.? Come
potrebbe aver limiti la mia fiducia?
120 Essere tua sposa, Gesù, essere carmelitana, essere, per la unione
con te, madre delle anime: tutto questo dovrebbe bastarmi. Ma non è
così... Sento in me altre vocazioni: sento la vocazione del guerriero,
del sacerdote, dell'apostolo, del dottore, del martire.
121 Il fuoco dell'amore è più santificante di quello del purgatorio.
122 Sento la vocazione del sacerdote. Con quale amore, Gesù, ti
porterei nelle mie mani quando, alla mia voce, discendessi dal cielo!
Con quale amore ti darei alle anime! Ma, pur desiderando di essere
sacerdote, ammiro e invidio l'umiltà di san Francesco d'Assisi e sento
la vocazione d'imitarlo, rifiutando la dignità sublime del sacerdozio.
123 Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome, o Gesù, e
piantare sul suolo infedele la tua croce gloriosa. Ma una sola missione
non mi basterebbe: vorrei al tempo stesso annunciare il Vangelo nelle
cinque parti del mondo e fino nelle isole più remote.
124 Com'è dolce pensare che voghiamo verso l'eterne rive! Questo
pensiero della brevità della vita m'infonde coraggio, mi aiuta a
sopportare le fatiche del cammino.
125 Dio ti trova degna di soffrire per suo amore ed è questa la più
grande prova di tenerezza che ti possa dare, poiché è la sofferenza
che ci rende simili a lui.
126 Non ho altri mezzi per provarti il mio amore, Gesù, se non gettar
fiori, cioè non lasciare sfuggire alcun piccolo sacrificio, alcuna
premura, alcuna parola, e profittare di tutte le piccole cose, e farlo
per amore. Voglio soffrire per amore e perfino gioire per amore: così
getterò fiori davanti al tuo trono.
127 Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta
in alcuno dei membri descritti da san Paolo, o piuttosto volevo
riconoscermi in tutti. La carità mi dette la chiave della mia
vocazione. Capii che, se la Chiesa ha un corpo composto da diverse
membra, l'organo più necessario, più nobile di tutti non le manca.
Capii che la Chiesa ha un cuore e che questo cuore arde d'amore. Capii
che l'amore solo fa agire le membra della Chiesa; che, se l'amore si
spegnesse, gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri
rifiuterebbero di versare il loro sangue. Capii che l'amore racchiude
tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e
tutti i luoghi, in una parola che è eterno.
128 Gesù mio, ti amo! Amo la Chiesa mia madre. Mi ricordo che «il
minimo moto di amor puro le è più utile che non tutte le altre opere
riunite insieme» (S. Giovanni della Croce).
129 Gesù, Gesù, se è tanto delizioso il desiderio di amarti, che sarà
possederti, godere del tuo amore?
130 Oh, Gesù, perché non posso dire a tutte le piccole anime quanto
ineffabile è la tua condiscendenza? Sento che se, cosa impossibile, tu
trovassi un'anima più debole, più piccola della mia, ti compiaceresti
di colmarla con favori anche più grandi, se si abbandonasse con fiducia
completa alla tua misericordia infinita!
131 Non ho che un desiderio: quello di fare la volontà di Dio.
132 Lavorare alla salvezza delle anime! È per questo scopo che mi sono
fatta carmelitana e, non potendo essere missionaria d'azione, ho voluto
essere missionaria d'amore e di penitenza come santa Teresa, mia
serafica Madre.
133 Se fosse necessario fare delle grandi cose, come saremmo da
compiangere! Invece, siamo immensamente fortunate, perché Gesù si
lascia conquistare dalle più piccole.
134.Come sono diverse le vie per le quali il Signore conduce le anime!
Nella vita dei Santi vediamo che ce ne sono molti i quali non hanno
voluto lasciare niente di loro dopo la morte, non il minimo ricordo, né
il più piccolo scritto. Ce ne sono altri invece, come santa Teresa, i
quali hanno arricchito la Chiesa con le loro rivelazioni sublimi, non
temendo di rendere noti i segreti del Re, affinché egli sia più
conosciuto e più amato dalle anime. Quale di questi due generi di Santi
piace più al Signore? Mi sembra che gli siano ugualmente graditi,
poiché tutti hanno seguito l'impulso dello Spirito Santo, e il Signore
ha detto: Dite al giusto che tutto è bene Gs. 3, 10).
135 Tutto è bene, quando si cerca soltanto la volontà di Gesù.
136 così dolce aiutare Gesù per mezzo dei nostri tenui sacrifici,
aiutarlo a salvare le anime che ha riscattato a prezzo del suo sangue e
che aspettano solo il nostro aiuto per non precipitare nell'abisso!
137 Dove trovare il vero povero di spirito? Bisogna cercarlo molto
lontano, dice il salmista. Non dice che bisogna cercarlo in mezzo alle
anime grandi, ma molto lontano, cioè nella bassezza, nel nulla. Ah,
restiamo il più lontano possibile da tutto ciò che brilla, amiamo la
nostra piccolezza, desideriamo di non sentire nulla! Allora saremo
povere di spirito e Gesù verrà a cercarci, per quanto lontane ci
troviamo, e ci trasformerà in fiamme d'amore.
138 Quando Gesù chiama un'anima a dirigere, a salvare una moltitudine
di altre anime, è necessario che le faccia sperimentare le tentazioni e
le prove della vita.
139 Una carmelitana che non fosse apostolo s'allontanerebbe
dallo scopo della sua vocazione e cesserebbe di essere figlia della
serafica santa Teresa che desiderava dare mille vite per salvare
un'anima sola.
140 Più che mai comprendo che i più piccoli avvenimenti della nostra
vita sono diretti da Dio. È lui che ci fa desiderare e che adempie i
nostri desideri.
141 assai consolante pensare che Gesù, il Dio forte, ha conosciuto le
nostre debolezze, che ha tremato alla vista del calice amaro, quel
calice che prima aveva desiderato così ardentemente di bere.
142 Lavoriamo insieme alla salvezza delle anime! Non abbiamo che un
giorno, l'unico giorno di questa vita per salvarle e dare così al
Signore la prova del nostro amore.
143 La sola cosa che desidero è di fare la volontà di Dio e confesso
che, se in cielo non potessi più lavorare per la sua gloria,
preferirei l'esilio alla patria.
144 La gioia, che i mondani cercano ansiosamente in mezzo ai piaceri,
non è altro che un'ombra fugace, mentre la nostra gioia, cercata e
gustata tra le fatiche e le sofferenze, è una dolcissima realtà, un
pregustare la felicità del cielo.
145 E un inconveniente vero e proprio essere composti di un corpo e di
un'anima! Questo miserabile frate asino, come lo chiamava san Francesco
di Assisi, è spesso d'impaccio alla sua nobile sorella e le impedisce
di lanciarsi là dove essa vorrebbe... In fin dei conti, nonostante i
suoi difetti, non mi sento di maledirlo. È pur sempre utile a qualche
cosa, perché fa guadagnare il cielo alla sua compagna e lo guadagna
anche per sé.
146 martirio più doloroso, più ricco d'amore, è il nostro, perché Gesù
solo lo vede. Non sarà mai rivelato alle creature sulla terra, ma
quando l'Agnello aprirà il libro della vita, che stupore per la corte
celeste sentire proclamare, insieme con quello dei missionari e dei
martiri, il nome di povere bambine che non avranno mai compiuto azioni
strepitose!
147 Quando cominciai ad imparare la storia della Francia, il racconto
delle imprese di santa Giovanna d'Arco mi riempiva d'entusiasmo;
sentivo nel mio cuore il desiderio e il coraggio d'imitarla; mi
sembrava che il Signore mi destinasse, come lei, a grandi cose. Non
m'ingannavo, ma, invece di udire le «Voci del cielo» con l'invito al
combattimento, sentii nel profondo dell'anima una voce più dolce e più
forte ancora: la voce dello Sposo delle vergini che mi chiamava ad
altre imprese, a conquiste più gloriose. E nella solitudine del Carmelo
ho compreso che la mia missione non è quella di far incoronare un re
mortale, ma di far amare il Re del cielo, di assoggettargli il regno
dei cuori.
148 Domandi a Gesù che faccia sempre la sua volontà. Per questo io sono
pronta a percorrere il mondo intero, e sono disposta anche a morire.
149 Dio vuole affermare il suo regno sulle anime tramite la
persecuzione e la sofferenza, più che attraverso brillanti
predicazioni.
150 Quale gioia pensare che la Vergine Immacolata è nostra madre! Dal
momento che ella ci ama e conosce la nostra debolezza, che cosa
abbiamo da temere?
151 Qualche volta, quando leggo certi trattati spirituali nei quali la
perfezione viene rappresentata attraverso tante intricate difficoltà,
il mio povero piccolo spirito non tarda a stancarsi. Chiudo il libro
dei sapienti che manda in pezzi la mia testa e dissecca il mio cuore, e
prendo in mano la Sacra Scrittura. Allora tutto mi diventa luminoso,
una sola parola dischiude alla mia anima orizzonti infiniti e la
perfezione mi sembra facile: vedo che basta riconoscere il proprio
nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del buon Dio.
152 So che è necessario essere tanto puri per comparire davanti al Dio
di ogni santità; ma so pure che il Signore è infinitamente giusto e
proprio questa giustizia, che spaventa un gran numero di anime,
costituisce il motivo della mia gioia e della mia fiducia. Essere
giusto non vuol dire soltanto esercitare la severità nel punire i
colpevoli: vuol dire anche riconoscere le rette intenzioni e
ricompensare la virtù. Ho tanta speranza nella giustizia del buon Dio,
quanta nella sua misericordia.
153 La mia vita è tutta di confidenza e d'amore e non capisco le anime
che hanno paura di un così tenero Amico.
154 Pur non avendo il godimento della fede, mi sforzo tuttavia di
compierne le opere.
155 I buon Dio non può ispirare desideri inattuabili: perciò posso,
nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità.
156 Più la sofferenza è intima ed è nascosta agli occhi delle creature,
tanto più vi rallegra, o Dio mio.
157 L'ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre
braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere. Al contrario
bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più.
158.Dandosi a Dio, il cuore non perde la sua tenerezza naturale, anzi,
questa tenerezza cresce divenendo più pura e più divina.
159 La carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri,
non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù
che essi praticano. Ma soprattutto la carità non deve restare affatto
chiusa nel fondo del cuore. Nessuno - ha detto Gesù - accende una
fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere
affinché rischiari tutti coloro che sono in casa (Mt. 5, 15). Mi pare
che questa fiaccola rappresenti la carità, la quale deve illuminare e
rallegrare non soltanto coloro che mi sono più cari, ma tutti coloro
che sono nella casa, nessuno eccettuato.
160 La sofferenza diviene la gioia più grande quando la si ricerca come
il tesoro più prezioso.
161 Più sono unita a Gesù, più amo anche tutte le mie sorelle.
162 Credo sia meglio non esporsi alla battaglia quando la sconfitta è
sicura.
163 Quale pace inonda l'anima quando sin~ s'innalza al di sopra dei
sentimenti della natura.! Non esiste gioia paragonabile a quella che
gusta il vero povero di spirito.
164 Quando non si guarda la bussola infallibile della volontà dei
superiori, quando ci si allontana dalla via che essa indica e si fa
questo col pretesto di far la volontà di Dio, come se egli non guidasse
chiaramente coloro che pur tengono il suo posto, subito l'anima si
smarrisce nei sentieri aridi ove l'acqua della grazia le viene a
mancare.
165 Non basta dare a chiunque mi chieda qualche cosa (Lc. 6 30),
bisogna che io vada incontro ai desideri, che mi mostri molto grata ed
onorata di rendermi utile; e se prendono una cosa di mio uso, non debbo
mostrare di rimpiangerla, ma al contrario mostrarmi felice di esserne
liberata.
166 Quando la carità ha gettato radici profonde nell'anima, si mostra
anche all'esterno. C'è un modo così garbato di rifiutare quanto non si
può fare, che il rifiuto fa piacere come il dono.
167 Dio si è sempre servito delle sue creature come di strumenti per
compiere l'opera sua nelle anime.
168 Oh, gl'insegnamenti di Gesù come sono contrari ai sentimenti della
natura! Senza il soccorso della sua grazia sarebbe impossibile non
solamente metterli in pratica, ma perfino capirli.
169 Alle anime semplici non occorrono mezzi complicati.
170 Un'anima infiammata d'amore non sa rimanere inattiva.
171 Non disprezzo i pensieri profondi che nutrono l'anima e l'uniscono
a Dio, ma da lungo tempo ho capito che non bisogna appoggiarsi ad essi
e far consistere la perfezione nel ricevere molte luci. I pensieri più
belli sono un nulla senza le opere.
172 L'amore si nutre di sacrifici: più l'anima si priva di
soddisfazioni naturali, più la sua tenerezza diventa forte e
disinteressata.
173 Da lontano pare tutto rosa far del bene alle anime, far loro amare
Dio più e meglio, insomma, modellarle secondo le nostre vedute e
secondo i nostri pensieri personali. Da vicino è tutto il contrario: la
tinta rosa scompare, si sente che far del bene è tanto impossibile
senza il soccorso del Signore, quanto far brillare il sole in piena
notte.
174 Vedo con gioia che, amando Dio, il cuore si dilata e può dare
incomparabilmente più tenerezza ai suoi cari che se fosse concentrato
in un amore egoista e infruttuoso.
175 Bisogna assolutamente dimenticare i nostri gusti, i nostri concetti
personali, e guidare le anime sul sentiero che Gesù ha tracciato
loro, senza tentare di farle camminare sulla nostra via.
176 Il Signore mi ha concesso la grazia di non farmi temere la guerra.
Debbo fare il mio dovere a qualunque costo.
177 Preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi
invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i
discorsi. Ne ho fatta l'esperienza.
178 Come è grande la potenza della preghiera! La si direbbe una regina
che abbia ad ogni istante libero adito presso il re e possa ottenere
tutto ciò che chiede.
179 La sola cosa che non sia invidiata è l'ultimo posto; solo
quest'ultimo posto non è vanità e afflizione di spirito.
180 Umiliarsi, sopportare con dolcezza le proprie imperfezioni: ecco
la vera santità.
181 Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo
gettato verso il cielo, è un grido di gratitudine e d'amore nella prova
come nella gioia: insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale,
che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù.
182 Amo molto le preghiere in comune, perché Gesù ha promesso di
trovarsi in mezzo a coloro che si riuniscono nel suo nome (Mt. 18, 20);
sento allora che il fervore delle mie sorelle supplisce al mio.
183 Qualche volta, se il mio spirito è in un'ari ità così grande che
mi è impossibile trarne un pensiero per unirmi al buon Dio, recito
molto lentamente un Padre nostro e poi il saluto angelico. Allora
queste preghiere mi rapiscono: nutrono l'anima mia ben più che se le
avessi recitate precipitosamente un centinaio di volte.
184 Debbo ricercare la compagnia delle sorelle che mi sono meno
gradevoli, fare presso queste anime ferite l'ufficio del buon
samaritano. Una parola, un sorriso amabile bastano spesso perché
un'anima triste si espanda.
185 Il tuo amore, mio Dio, mi ha prevenuta fin dall'infanzia, è
cresciuto con me, ed ora è un abisso del quale non posso scandagliare
la profondità.
186 Anche se avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono
commettere, andrei, col cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi tra
le braccia di Gesù, poiché so quanto egli ami il figlio prodigo che
ritorna a lui.
187 Voglio esser figlia della Chiesa com'era santa Teresa e
pregare secondo le intenzioni del Santo Padre, sapendo che queste
intenzioni abbracciano l'universo.
188 Come un torrente che si getta impetuoso nell'oceano e travolge
dietro di sé tutto ciò che ha trovato sul suo passaggio, così, Gesù
mio, l'anima che si sprofonda nell'oceano del tuo amore, attira con sé
tutti i tesori che possiede.
189 Talvolta ci sorprendiamo a desiderare ciò che attira per il suo
splendore. In quei momenti, mettiamoci subito con umiltà tra la folla
degl'imperfetti e stimiamoci delle piccole anime bisognose ad ogni
istante di essere sostenute dal buon Dio. Appena egli ci vede convinti
del nostro nulla, ci tende la mano.
190 vero, è vero che il Signore sceglie í piccoli per confondere i
grandi di questo mondo. Io non faccio assegnamento sulle mie proprie
forze, ma sulla forza di colui che sulla croce ha vinto le potenze
dell'inferno.
191 Essere con voi, essere in voi: ecco l'unico mio desiderio, o
Signore!
192 O mio amato Gesù, come mi apparite mite ed umile di cuore
sotto il velo dell'ostia candida. Non potete abbassarvi maggiormente
per insegnarmi l'umiltà.
193 Anime, Signore, abbiamo bisogno di anime! Specialmente di anime di
apostoli e di martiri, affinché, per loro mezzo, possiamo infiammare
del vostro amore la moltitudine dei poveri peccatori.
194 Come sono felice di morire! Sì, sono felice, non perché sarò libera
dalle sofferenze - la sofferenza, anzi, mi sembra l'unica cosa
desiderabile in questa valle di lacrime -, ma perché sento che tale è
la volontà del buon Dio.
195 Non conto sulla malattia che mi conduce con troppa lentezza. Conto
solo sull'amore, ormai. Chiedo al Signore che tutte le preghiere fatte
per me servano ad aumentare il fuoco che mi deve consumare.
196 Al momento di comparire dinanzi a Dio, comprendo più che mai che
una cosa sola è necessaria: quella di lavorare unicamente per lui e non
fare nulla per sé, né per le creature.
197 Quando vedo Maddalena avanzarsi alla presenza dei numerosi
invitati, bagnare delle sue lacrime i piedi del Maestro adorato che
tocca per la prima volta, sento che il suo cuore ha compreso gli abissi
d'amore e di misericordia del Cuore di Gesù, e che, per quanto
peccatrice ella sia, quel Cuore traboccante d'amore è non solamente
disposto a perdonarla, ma anche a prodigarle i tesori della sua
intimità divina, ad elevarla fino ai più alti vertici della
contemplazione.
198 So che vi sono Santi i quali trascorsero la vita a praticare
incredibili mortificazioni per espiare i loro peccati, ma vi sono molte
dimore nella casa del Padre celeste (Gv. 14, 2). L'ha detto Gesù ed è
per questo che io seguo la via tracciatami da lui. Mi sforzo di non
occuparmi più di me stessa in nessuna cosa, e tutto ciò che Gesù si
degna di operare nella mia anima lo abbandono a lui, perché non ho
scelto una vita austera per espiare le mie colpe, ma quelle degli altri.
199 Da quando è stato concesso anche a me di comprendere- l'amore del
Cuore di Gesù, confesso che l'amore ha cacciato dal mio cuore ogni
timore. Il ricordo delle mie colpe mi umilia, mi porta a non
appoggiarmi più sulla mia forza che è solo debolezza. Ma più ancora
questo ricordo mi parla di misericordia e d'amore. Quando si gettano
le proprie colpe, con fiducia tutta filiale, nel braciere divorante
dell'amore, come potrebbero non essere consumate per sempre?
200 All'anima che ama nulla sembra impossibile.
201 Sono felice di morire perché sento che questa è la volontà di Dio
e che, molto più di ora, potrò essere utile alle anime che mi son care.
202 croce m'ha seguita fin dalla culla, ma questa croce Gesù me l'ha
fatta amare con passione. M'ha sempre fatto desiderare quanto voleva
darmi.
203 Conto molto di non restare inattiva in cielo; il mio desiderio è di
lavorare ancora per la Chiesa e per le anime. È quello che domando al
buon Dio e sono sicura che egli mi esaudirà. Gli Angeli non si occupano
forse continuamente di noi senza cessare mai di contemplare il volto di
Dio, di perdersi nell'oceano senza rive dell'amore? Perché Gesù non
dovrebbe permettermi d'imitarli?
204. Se lascio il campo di battaglia, non lo faccio per il desiderio
egoistico di riposarmi; il pensiero della beatitudine eterna fa appena
trasalire il mio cuore. Da tanto tempo ormai la sofferenza è divenuta
il mio cielo quaggiù e stento ad immaginare come potrò acclimatarmi in
un paese dove la gioia regna senza mescolanza alcuna di tristezza.
Bisognerà che Gesù trasformi la mia anima e le dia la capacità di
godere, altrimenti non saprei sopportare le delizie eterne.
205 E lo stesso per me vivere o morire. Non vedo bene cosa dopo la
morte avrò di più di quanto possiedo già ora. Vedrò il buon Dio, ecco!
Ma quanto a essere con lui, lo sono già del tutto anche sulla terra.
206 Sono felice di andarmene presto in cielo, ma quando penso a quelle
parole del Signore: Io verrò presto e porterò con me la ricompensa da
rendere a ciascuno secondo le sue opere (Ap. 22, 12), mi dico che sarà
molto perplesso con me, perché opere io non ne ho... Non potrà dunque
rendermi secondo le mie opere. Ebbene; ho fiducia che mi renderà
secondo le opere sue!
207 Se, per impossibile, Dio stesso non vedesse le mie buone azioni,
non me ne affliggerei. Lo amo tanto che vorrei fargli piacere col mio
amore e con i miei piccoli sacrifici anche senza che egli sapesse che
vengono da me. Sapendolo e vedendolo, sarebbe come obbligato a
compensarmi. Non vorrei dargli questo disturbo!
208 Vorrei tanto essere mandata al Carmelo di Hanoi e soffrire molto
per il buon Dio; vorrei andarci, se guarisco, per essere sola, per non
avere consolazione, per non avere gioia sulla terra. Lo so bene che Dio
non ha bisogno delle nostre opere e sono sicura che non sarei utile
laggiù. Ma soffrirei e amerei. È questo che conta agli occhi suoi.
209 Sono convinta che le medicine siano inutili per guarirmi, ma mi
sono accordata con Dio misericordioso perché ne faccia profittare i
poveri missionari: non hanno tempo né mezzi per curarsi. Io gli chiedo
che tutte le cure prodigate a me guariscano loro.
210 Mi hanno tanto ripetuto che ho coraggio, ed è così poco vero, che
mi son detta: ma insomma, non si può far mentire la gente in questo
modo! E mi son messa, con l'aiuto della grazia, a trovare il coraggio.
Ho fatto come un guerriero che si sente fare i rallegramenti per il
suo valore, sa di essere un vile, e finisce per vergognarsi dei
complimenti, tanto che ne vuole diventare degno.
211 Non ho paura affatto degli ultimi combattimenti, né della
sofferenza della malattia, per quanto grandi siano. Dio mi ha aiutata e
guidata per mano fin dalla primissima infanzia: conto su di lui. Sono
sicura che mi soccorrerà fino infondo. Potrò ben soffrire fino
all'ultimo limite, ma non mai troppo: ne sono certa.
212 Non desidero di morire più che di vivere: cioè, se dovessi
scegliere, preferirei morire, ma poiché è Dio che sceglie per me, io
preferisco ciò che vuole lui. Amo quello che fa.
213 Non si creda che, se guarisco, questo mi faccia deviare e distrugga
i miei piani. Niente affatto! L'età è nulla agli occhi di Dio, e farò
in modo da restare bambina anche se dovessi vivere a lungo, a lungo.
214 Io vedo sempre il lato buono delle cose. Alcuni prendono tutto in
modo da affliggersi più che sia possibile. Per me è il contrario. Se ho
la sofferenza schietta, se il cielo è talmente nero che non vedo
schiarite, ebbene faccio di questo la mia gioia.
215 Chiedere alla vergine Santa non è lo stesso che chiedere al
Signore. Lei sa bene cosa deve fare dei miei piccoli desideri, se li
deve dire oppure no: insomma sta a lei vedere di non forzare il buon
Dio ad esaudirmi, per lasciar fare a lui in tutto e per tutto la sua
volontà.
216 Non so se andrò in purgatorio, non me ne angustio
affatto; ma se ci vado, non rimpiangerò mai di non avere fatto nulla
per evitarlo, non mi pentirò mai d'aver lavorato soltanto per salvare
le anime. Come sono stata felice sapendo che santa Teresa la pensava
così!
217 Non vi affliggete se io soffrirò molto e se non vedrete in me
nessun segno di felicità nel momento della morte. Nostro Signore è ben
vittima d'amore, eppure sapete quale è stata la sua agonia!
218 E detto nel vangelo che il Signore verrà come un ladro (Mt. 24,
43). Verrà presto a rubarmi. Come vorrei aiutare il ladro!
219 elusioni non ne bo, perché sono contenta di tutto quello che fa il
buon Dio, e desidero soltanto la sua volontà.
220 Tutto, al di fuori di Dio, tutto è vanità.
221 Anche se avessi compiute tutte le opere di san Paolo, mi crederei
ancora serva inutile e mi parrebbe di aver le mani vuote; ma è proprio
questo che fa la mia gioia, perché, non avendo nulla, riceverò tutto da
Dio.
222 Lo confesso francamente: morir d'amore, come nostro Signore è morto
d'amore sulla croce, mi sembra ciò che io sto provando.
223 Nostro Signore, nel giardino degli Olivi, godeva tutte le delizie
della Trinità, eppure la sua agonia non fu meno crudele. È un mistero,
ma ne capisco qualcosa per quello che provo io stessa.
224 Queste parole: Se anche Dio mi uccidesse, io spererei in lui
(Giob. 13, 15), mi hanno rapita fin da bambina. Però ho passato tanto
tempo prima di stabilirmi in questo grado di abbandono. Ora ci sono!
Dio misericordioso mi ha preso tra le braccia e mi ha posta là.
225 soltanto con la preghiera e col sacrificio che possiamo essere
utili alla Chiesa.
226 I bambini non si dannano!
227 Se l'anima mia non fosse colma di abbandono alla volontà di Dio,
se fosse necessario lasciarsi sommergere dai sentimenti di gioia o di
tristezza che si susseguono così rapidi sulla terra, sarebbe un'onda di
dolore tanto amaro! Ma queste alternative toccano soltanto la
superficie dell'anima mia. Eppure, sono prove grandi!
228 Se avessi commesso tutti i crimini possibili, avrei sempre la
stessa fiducia, sentirei che questa moltitudine di offese sarebbe come
una goccia d'acqua gettata in un braciere ardente.
229 Non mi resta nulla nelle mani. Tutto quello che ho, tutto quello
che guadagno, è per la Chiesa e per le anime. Se vivessi fino a
ottant'anni, sarei sempre così povera
230 Bisognerà che il Signore faccia tutte le mie volontà in cielo,
perché io non ho fatto mai la volontà mia sulla terra.
231 Io non dico: se è duro vivere nel Carmelo, è dolce morirvi; ma
dico: se è dolce vivere nel Carmelo, è più dolce morirvi.
232 Il Signore mi ha sempre fatto desiderare ciò che voleva darmi.
233 Non posso pensar molto alla felicità che mi attende in cielo.
Un'attesa sola mi fa battere il cuore: è l'amore che riceverò e quello
che vorrei dare. Penso a tutto il bene che vorrei fare dopo la morte:
far battezzare i bambini, aiutare i sacerdoti, i missionari, tutta la
Chiesa.
234 Se fossi stata ricca, mi sarebbe stato impossibile vedere un
povero affamato senza dargli subito una parte del mio. Così, via via
che guadagno qualche tesoro spirituale, sentendo che nel momento
stesso ci sono anime in pericolo di cadere nell'inferno, do loro ciò
che possiedo, e non ho ancora trovato un momento per dirmi: ora lavoro
per me.
235 Sempre mi è piaciuto ciò che il buon Dio mi ha dato, anche le cose
che mi parevano meno buone e meno belle di quelle che avevano gli
altri.
236 Il cuore mio è pieno della volontà di Dio, se versano qualcosa in
esso, questo non penetra, è un nulla che scivola facilmente come l'olio
che non si mescola con l'acqua. Resto sempre, nell'intimo, in una pace
profonda che nulla può turbare.
237 Quante volte ho pensato che io potrei essere debitrice di tutte le
grazie ricevute alle preghiere di un'anima che può avermi chiesta a
Dio, e che io conoscerò soltanto in cielo!
238 In cielo non s'incontreranno mai sguardi indifferenti, perché tutti
gli eletti si riconosceranno debitori reciprocamente di tutte le
grazie che hanno valso loro la corona.
239 Sento che la mia missione sta per incominciare: la mia missione di
far amare il Signore come io l'amo, e dare alle anime la mia piccola
via. Se Dio misericordioso esaudisce i miei desideri, il mio paradiso
trascorrerà sulla terra fino alla fine del mondo. Sì, voglio passare
il mio cielo a fare del bene sulla terra. Ciò non è impossibile: nel
seno stesso della visione beatifica gli Angeli vegliano su di noi.
240 Voglio insegnare alle anime la via dell'infanzia spirituale, il
cammino della fiducia e dell'abbandono totale. Voglio insegnar loro i
piccoli mezzi che sono riusciti tanto bene a me, dir loro che c'è una
sola cosa da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli
sacrifici, prenderlo con le carezze.
241 Quando l'Angelo avrà detto: «Il tempo non è più, allora mi riposerò
e potrò gioire, perché il numero degli eletti sarà completo e tutti
saranno entrati nella gioia e nel riposo.
242 Non ho mai fatto come Pilato, il quale rifiutò di ascoltare la
verità. Ho sempre detto al Signore. `Oh, mio Dio, voglio ascoltarvi, ve
ne supplico, rispondetemi quando vi chiedo semplicemente: che cosa è la
verità? Fate che io veda le cose quali sono, che niente mi abbagli!'.
243 Che importa che sia io o un'altra persona a insegnare alle anime
questa via d'amore e di fiducia? Purché venga indicata, che importa il
mezzo?
244 Non ho dato mai altro che amore al buon Dio: mi renderà amore.
245 Noi che corriamo nella via dell'amore, non dobbiamo pensare a ciò
che può accadere di doloroso in avvenire, perché sarebbe un mancar di
fiducia.
246 "Rompi la tela al dolce incontro!» (di S. Giovanni della Croce). Ho
sempre applicato queste parole alla morte che desidero fare. L'amore
non consumerà la tela della vita mia: la romperà d'un colpo.
247 Mai ho voluto chiedere al Signore di morir giovane; perciò sono
sicura che in questo momento egli compie soltanto la sua volontà.
248 Ciò che forma la nostra umiliazione nel momento in cui la subiamo,
diventa in seguito la nostra gloria fin da questa vita.
249 Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per far piacere al Signore
buono, per salvargli anime.
250 Ho trovato felicità e gioia sulla terra, ma soltanto nella
sofferenza, perché ho sofferto molto quaggiù. Bisognerà farlo sapere
alle anime.
251 Tutto passa in questo mondo mortale, anche la piccola Teresa
passa... ma tornerà!
252.Il Signore misericordioso mi ha caricata di grazie per me e per
molti altri.
253 Queste parole d Isaia: Chi ha creduto alla parola nostra... Egli è
senza splendore, senza bellezza... Us. 53, 1-2), sono state il fondo di
tutta la mia devozione al volto santo, o piuttosto di tutta la mia
pietà. Anch'io desideravo essere senza bellezza, sola a premere l'uva
nel torchio, sconosciuta a tutte le creature
254 Oh, com'è poco amato Dio sulla terra, anche dai sacerdoti e dai
religiosi! No, il Signore non è molto amato!
255 Sono sicura che nostro Signore non abbia parlato agli apostoli con
le sue istruzioni e la sua presenza sensibile, diversamente da come
parla a noi con le buone ispirazioni della sua grazia.
256 Essere piccoli vuol dire non perdersi d'animo per le proprie
mancanze, perché i bimbi cadono spesso, ma sono troppo piccini per
farsi molto male.
257 Molte anime dicono: ma non ho la forza di fare questo sacrificio.
Che s'impegnino! Dio misericordioso non rifiuta mai la prima grazia,
quella che dà il coraggio d'agire. Poi il cuore si fortifica e passa di
vittoria in vittoria.
258 Non vorrei mai chiedere al Signore sofferenze più grandi. Se le
accresce lui, le sopporterò con gioia, perché mi verranno da lui. Ma
se le chiedessi io, sarebbero sofferenze mie, le dovrei sopportare da
sola; ed io da sola non ho saputo mai far nulla.
259 Prego spesso i Santi senza essere esaudita; ma più sembrano sordi
alla mia voce, più li amo.
260 Per me, non ho lumi se non per vedere il mio piccolo
nulla; ma questo mi fa più bene dei lumi sulla fede.
261 I Signore mi dà coraggio in proporzione al patire. Sento
che, per il momento, non potrei sopportare di più, ma non ho paura
perché, se il dolore aumenterà, aumenterà il coraggio.
262 Soffro molto, ma soffro bene? Questo è il punto!
263 Oh, quanto bisogna pregare per gli agonizzanti.! Se si sapesse!
264 Fa tanto bene e dà tanta forza non dire le proprie pene inutilmente
265 Se fossi morta a ottant'anni e fossi stata in diversi monasteri,
carica di responsabilità, sarei morta, lo sento bene, piccola come
oggi. Ed è scritto che alla fine il Signore si alzerà per salvare tutti
i miti e gli umili della terra (Sal. 75, 10). Non dice giudicare'.
bensì `salvare'.
266 Che cos'è scrivere cose belle sulla sofferenza? È nulla, nulla!
Bisogna esserci per sapere!
267 M pare di aver cercato sempre la verità sola. Sì, ho capito
l'umiltà del cuore.
268 Tutto quello che ho scritto sui miei desideri di soffrire, oh, è
ben vero! Non mi pento di essermi offerta all'Amore!
269 Vorrei dire un'infinità di cose che mi appaiono in piena luce, ora
che sono alla porta dell'eternità. Ma io non muoio, entro nella vita, e
tutto ciò che non posso dire quaggiù, lo farò comprendere dall'alto dei
cieli.
270 Il mio cuore è calmo come un lago tranquillo o come un
cielo sereno; non ho rimpianti per la vita di questo mondo; il mio
cuore ha sete delle acque della vita eterna. Ancora un poco e l'anima
mia lascerà la terra, finirà il suo esilio, terminerà il suo
combattimento. Salgo al cielo, raggiungo la patria, colgo la palma
della vittoria! Fra poco entrerò nel soggiorno degli eletti,
contemplerò bellezze che l'occhio dell'uomo non ha veduto mai, udrò
armonie che l'orecchio mai udì, godrò gioie che il cuore non ha gustato
mai... Eccomi giunta a quell'ora... Sono un fiore primaverile che il
Giardiniere coglie a suo piacere. Tutti siamo fiori piantati su questa
terra e che Dio coglie a suo tempo: un po' prima, un po' dopo. Un
giorno ci ritroveremo in paradiso e godremo della vera felicità.