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Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

I precetti

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I precetti
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Primo precetto: Un solo Dio


XXVI, 1. "Prima di tutto credi che vi è un solo Dio, il quale ha creato tutte le cose e le ha ordinate dal non essere all'essere; le contiene tutte ed egli solo non è contenuto. 2. Credi in lui e temilo, e temendolo sii continente. Questo osserva e allontana da te ogni cattiveria. Rivestiti di ogni virtù santa e vivrai in Dio, se custodirai tale precetto".

Secondo precetto: Non ascoltare la maldicenza


XXVII, 1. Mi dice: "Sii semplice e buono e sarai come i bimbi che non conoscono la cattiveria che distrugge la vita degli uomini. 2. Prima non sparlare di nessuno né ascoltare con piacere il maldicente. Diversamente, tu pure che ascolti sarai partecipe del peccato del maldicente se credi alla maldicenza che ascolti. Prestandogli fede, anche tu sei contro tuo fratello e sei partecipe del peccato del maldicente. 3. Perniciosa è la maldicenza; è un demone inquieto e non mai in pace, ma alligna sempre tra le discordie. Lungi da essa e avrai sempre buoni rapporti con tutti. 4. Abbi la moderazione che non ha alcun cattivo inciampo, e tutto ha piano e tranquillo. Opera il bene e ciò che il Signore ti dà delle tue fatiche elargiscilo con semplicità ai bisognosi, senza esitare a chi dare o a chi non dare. Darai a tutti. Il Signore vuole che a tutti si diano i propri beni. 5. Quelli che ricevono renderanno conto a Dio perché hanno ricevuto e a qual fine. Coloro che hanno ricevuto e sono nelle ristrettezze non saranno giudicati; quelli invece che hanno ricevuto con ipocrisia, sconteranno la pena. 6 Chi dà è immune. Egli ha ricevuto da Dio di compiere un servizio e lo compie con semplicità senza discriminare a chi dare o no. Un tale servizio, compiuto con semplicità, è glorioso presso il Signore. Chi serve con semplicità vivrà in Dio. 7. Osserva dunque questo precetto, come ti ho spiegato, perché la penitenza tua e della tua famiglia sia nella semplicità, pura, schietta e incorruttibile".

Terzo precetto: Amare la verità


XXVIII, 1. Mi dice di nuovo: "Ama la verità ed ogni verità esca dalla tua bocca, perché lo spirito che Dio fece abitare in questa carne sia veritiero in tutti gli uomini e sia glorificato il Signore che dimora in te. Il Signore in ogni parola è sincero e in lui non si ha menzogna alcuna. 2. I mentitori offendono il Signore e diventano suoi detrattori, non rendendo il deposito ricevuto. Da lui ricevettero uno spirito veritiero. Se lo restituiscono bugiardo, trasgrediscono i precetti del Signore e diventano fraudolenti". 3. Sentendo queste cose piansi assai. Vedendomi piangere, mi dice: "Perché piangi?". "Perché, rispondo, non so se posso salvarmi". "Perché?". "Perché nella mia vita, mai ho detto parola vera, ma sempre vissi con tutti con scaltrezza e mostrando agli uomini come vero la menzogna. Nessuno mi ha contraddetto, ma ha creduto alla mia parola. Quindi, come, o Signore, posso vivere avendo fatto queste cose?". 4. "Tu pensi bene e veramente. Bisognava che tu quale servo di Dio avessi camminato nella verità. Una cattiva coscienza non doveva abitare con lo spirito di verità e arrecare dolore allo Spirito Santo e vero". "Mai, rispondo, ho ascoltato con esattezza tali parole". 5. "Ora, dice, le intendi. Osservale, perché anche le menzogne che hai detto prima nei tuoi affari, trovandosi veritiero l'attuale tuo parlare, ottengono credibilità. È possibile, cioè, che più non siano menzogne. Se osserverai questo sin d'ora, parlerai con tutta franchezza e potrai guadagnarti la vita. Chiunque intendendo questo precetto si allontana dalla pessima menzogna, vivrà in Dio".

Quarto precetto: La castità


XXIX (1), 1. "Ti comando, disse, di custodire la castità e che non entri nel cuore pensiero di donna altrui o di qualche fornicazione o di altre siffatte malvagità. Ciò facendo compi un grande peccato. Ricordandoti sempre della tua donna giammai peccherai. 2. Se in cuor tuo sale questo desiderio tu peccherai, e così se sale altra malvagità peccherai. Un tale desiderio per un servo di Dio è un grande peccato. Se qualcuno opera una turpe azione, si prepara la morte. 3. In guardia dunque: lontano da un siffatto desiderio. Là dove c'è la santità non deve salire l'iniquità nel cuore dell'uomo giusto". 4. Gli dico: "Signore, permettimi di domandarti poche cose". "Parla". "Se uno ha la moglie credente e la coglie in qualche adulterio, pecca il marito vivendo con lei?". 5. "Sino a quando, risponde, ignora la cosa non pecca. Se il marito, invece, viene a conoscenza della colpa e la moglie non se ne pente e permane nell'adulterio e il marito convive con lei, egli diviene partecipe del peccato di essa e complice dell'adulterio". 6. "Che cosa, Signore, farà il marito se la moglie persiste in questa passione?". "L'allontani e il marito rimanga per sé solo. Se dopo aver allontanato la moglie sposa un'altra donna, anch'egli commette adulterio". 7. "Se, signore, la moglie, dopo che è stata allontanata, si pente e vuole ritornare dal marito non sarà ripresa?". 8. "Sì, dice; e se il marito non la riceve pecca e si addossa una grande colpa. Deve, invece, ricevere chi ha peccato e si è pentito, e non già per molte volte. Per i servi del Signore c'è una penitenza sola. Per tale pentimento il marito non deve risposarsi. Questa direttiva vale sia per la donna che per l'uomo. 9. Non solo si ha adulterio se uno corrompe la propria carne, ma anche chi compie cose simili ai pagani è un adultero. Se qualcuno persiste in tali azioni e non si pente, lungi da lui e non vivere con lui; diversamente sei partecipe del suo peccato. 10. Per questo vi fu ordinato di rimanere da soli, per la donna e per l'uomo. Vi può essere in loro pentimento. 11. Io, dunque, non voglio dare occasione perché questa situazione venga a determinarsi, ma chi ha peccato non pecchi più. C'è chi può dare un rimedio per il peccato commesso in precedenza: l'Onnipotente".

Quarto precetto: Il pentimento è saggezza


XXX (2), 1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Poiché il Signore mi ha stimato degno che tu abiti sempre con me, tollera ancora poche mie parole. Non so nulla e il mio cuore è indurito dalle mie azioni precedenti. Istruiscimi perché sono molto corto di mente e non capisco assolutamente nulla". 2. Rispondendo mi dice: "Sono preposto alla penitenza e rendo saggezza ai penitenti. Non ti sembra che lo stesso pentirsi sia una saggezza? Il pentirsi, dice, è una grande saggezza. Infatti, chi ha peccato comprende di aver fatto il male davanti al Signore. Risale al suo cuore l'azione che commise e si pente e più non compie il male, ma opera magnificamente il bene. Umilia la sua anima e la tormenta perché ha peccato. Considera dunque che il pentimento è una grande saggezza". 3. "Per questo, dico, o signore, a te domando ogni cosa. Prima, poiché sono peccatore, che io sappia quali opere fare per vivere. Molti e vari sono i miei peccati". 4. "Vivrai, mi risponde, se osserverai i miei precetti e in essi camminerai. Del resto chi ascolta e mette in pratica questi precetti, vivrà in Dio".

Quarto precetto: Dopo il battesimo, la purezza


XXXI (3), 1. "Ancora, signore, continuerò a interrogarti". "Parla" mi dice. "Signore, ho inteso da alcuni maestri che altra penitenza non si ha se non quella di quando siamo discesi nell'acqua e abbiamo ricevuto il perdono dei nostri precedenti peccati". 2. Mi dice: "Hai inteso bene, è così. Bisogna che chi ha ricevuto il perdono dei peccati non pecchi più, ma viva nella purezza. 3. Poiché tu osservi accuratamente ogni cosa, anche questo ti spiegherò, ma senza dare un pretesto a quelli che stanno per credere o a quelli che hanno già creduto nel Signore. Invero quelli che hanno già creduto, o stanno per credere, non hanno ottenuto la penitenza dei peccati, ma il perdono dei loro precedenti peccati. 4. Per i chiamati prima di questi giorni il Signore stabilì la penitenza. Il Signore, che scruta il cuore e prevede le cose, conobbe la debolezza degli uomini e la furberia del diavolo nel fare il male ai servi di Dio e nel macchinare contro di loro. 5. Misericordioso, il Signore ebbe compassione della sua creatura e stabilì la penitenza, e diede a me il potere su di essa. 6. Ma io ti dico: dopo la grande e santa chiamata, se qualcuno, sobillato dal diavolo pecca, ha una sola penitenza; se poi subito pecca e si pente, è inutile per lui, difficilmente vivrà". 7. Gli dico: "Signore, rinacqui nel sentire da te queste cose annunciate con tanta esattezza. So che, se non continuerò nei miei peccati, mi salverò". "Sarai salvo tu, e tutti quanti faranno lo stesso".

Quarto precetto: Dopo la morte del coniuge, le seconde nozze


XXXII (4), 1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Signore, poiché mi sopporti, spiegami ancora questo". "Parla" mi dice. Ed io: "Signore, se il marito o la moglie muore e uno di essi si risposa, pecca risposandosi?". 2. "Non pecca, dice. Se, invece, rimane da solo si procura un onore straordinario e una grande gloria presso il Signore. Se si risposa non pecca. 3. Pratica la castità e la santità e vivrai in Dio. Le cose che ti dico e ti dovrò dire, osservale sin da questo giorno in cui mi sei stato affidato e abiterò nella tua casa. 4. Per tutte le colpe commesse prima ci sarà il perdono se osserverai i miei precetti. E per tutti ci sarà i1 perdono se osserveranno questi precetti e cammineranno nella purezza".

Quinto precetto: La pazienza


XXXIII (1), 1. Mi dice: "Sii paziente e assennato. Dominerai tutte le azioni malvagie e opererai ogni giustizia. 2. Se sarai paziente lo Spirito Santo che dimora in te sarà puro e non offuscato da altro cattivo spirito. Abitando un luogo grande si rallegrerà ed esulterà col corpo in cui abita e servirà il Signore con molta gioia. Ha in sé la felicità. 3. Se sopraggiunge una collera, subito lo Spirito Santo, che è delicato, si angustia non avendo il luogo puro, e cerca di allontanarsi. È come soffocato da un cattivo spirito, senza lo spazio per servire il Signore come anela, perché è contaminato dalla collera. Nella magnanimità abita il Signore, nella collera il diavolo. 4. È incompatibile e dannoso per l'uomo in cui abitano che i due spiriti dimorino insieme. 5. Se tu prendi un pochettino di assenzio e lo versi in un vaso di miele, non si guasta tutto il miele? Tanto miele viene rovinato da pochissimo assenzio che distrugge la dolcezza del miele e non è gradito al padrone perché fu reso amaro e inutilizzabile. Se, invece, non si versa l'assenzio nel miele, il miele rimane dolce ed è assai gradito al suo padrone. 6. Considera che la pazienza è assai dolce, superiore al miele, e tanto si addice al Signore. In essa abita. La collera è amara e funesta. Se tu mescoli la collera alla pazienza, la pazienza si contamina e non è più utile la sua preghiera a Dio. 7. "Vorrei, signore, conoscere l'azione della collera per guardarmene". Mi dice: "Se non te ne guarderai con la tua famiglia, perderai ogni speranza. Ma tieniti lontano; io sono con te. Saranno lontani dalla collera quanti fanno penitenza con tutto il loro cuore, poiché sarò con loro e li salverò. Tutti furono giustificati dall'angelo santissimo".

Quinto precetto: La collera


XXXIV (2), 1. "Ascolta, dice, l'azione della collera come è perversa, e come travolge con il suo impeto i servi di Dio e come li devia dalla giustizia. Non devia quelli che sono pieni di fede, nè può agire contro di loro perché la forza del Signore è con loro. Fa deviare quelli che sono vuoti e incerti. 2. Se vede tali uomini che se ne stanno tranquilli, si insinua nel cuore di qualcuno e per un nulla l'uomo o la donna si trova nell'ira o per le faccende del vivere o per i cibi o per qualche futilità o per qualche amico o per il dare o l'avere o per simili cose inutili. Queste sono cose futili, vane, stolte e dannose per i servi di Dio. 3. La pazienza, invece, è grande e forte ed ha un vigore formidabile, saldo e prospero e si estende largamente. La pazienza è gioiosa, contenta, senza preoccupazioni, e magnifica il Signore in ogni tempo. Nulla ha in sé di aspro e rimane sempre calma e tranquilla. La pazienza abita con quelli che hanno una fede perfetta. 4. La collera per prima cosa è stolta, leggera e pazza. Dalla stoltezza nasce l'asprezza, dall'asprezza l'animosità, dall'animosità l'ira, dall'ira il furore. Il furore, poi, che si compone di tanti mali, è un peccato grande e inguaribile. 5. Quando tutti questi spiriti abitano in un corpo, ove dimora anche lo Spirito Santo, quel corpo non li contiene, ma trabocca. 6. Lo spirito delicato, non avendo, dunque, dimestichezza nell'abitare con lo spirito cattivo, né con la durezza, si allontana da un tale uomo e cerca di abitare con la mansuetudine e la serenità. 7. Quando si allontana dall'uomo in cui abita, l'uomo diventa privo dello spirito giusto e, pieno di spiriti malvagi, si agita in ogni sua azione. Tirato qua e là dagli spiriti malvagi, rimane del tutto cieco nel buon discernimento. Così capita a tutti gli iracondi. 8. Lungi dall'ira, lo spirito perverso! Rivestiti di pazienza, resisti alla collera e all'asprezza e sarai con la saggezza amata dal Signore. Vedi di non trascurare questo precetto. Se te ne impadronisci, potrai osservare anche gli altri precetti che ti devo ordinare. Sii forte e incrollabile in essi, e siano incrollabili tutti quelli che vogliono camminare nella loro via".

Sesto precetto: La via dritta e la via storta


XXXV (1), 1. "Ti ordinai, dice, nel primo precetto di osservare la fede, il timore e la continenza". "Sì, dico, signore". "Ma ora ti voglio spiegare le loro forze, perché tu conosca quale potere ed efficacia hanno. Le loro forze sono duplici e per il giusto e per l'ingiusto. 2. Tu dunque credi al giusto e non credere all'ingiusto. Il giusto ha una via dritta, l'ingiusto, invece, una via storta, ma tu cammina per la via dritta e piana, lascia la storta. 3. La via storta non ha sentieri, ma tratti impraticabili e molti ostacoli ed è scabrosa e piena di spini; fatale per coloro che vi si imbattono. 4. Quelli che, invece, camminano per la via dritta, vanno in modo uniforme e senza inciampi. Non è scabrosa né spinosa. Vedi, dunque, che è più utile prendere la via dritta". 5. "Signore, dico, mi piace prendere questa via". "Vi camminerai e camminerà in essa chiunque si rivolge con tutto il cuore al Signore".

Sesto precetto: L'angelo della giustizia e l'angelo della iniquità


XXXVI (2), 1. Dice: "Ora ascoltami sulla fede. Con l'uomo sono due angeli, uno della giustizia e l'altro della iniquità". 2. "Come, o signore, conoscerò le loro azioni, poiché entrambi gli angeli abitano con me?". 3." Ascolta, mi risponde, e rifletti. L'angelo della giustizia è delicato, verecondo, calmo e sereno. Se penetra nel tuo cuore, subito ti parla di giustizia, di castità, di modestia, di frugalità, di ogni azione giusta e di ogni insigne virtù. Quando tutte queste cose entrano nel tuo cuore, ritieni per certo che l'angelo della giustizia è con te. Sono, del resto, le opere dell'angelo della giustizia. Credi a lui e alle sue opere. 4. Guarda ora le azioni dell'angelo della malvagità. Prima di tutto è irascibile, aspro e stolto e le sue opere cattive travolgono i servi di Dio. Se si insinua nel tuo cuore, riconoscilo dalle sue opere". 5. "In che modo, signore, gli obietto, lo riconoscerò, non lo so". "Ascoltami, dice. Quando ti prende un impeto d'ira o un'asprezza, sappi che egli è in te. Poi, il desiderio delle molte cose, il lusso dei molti cibi e bevande, di molte crapule e di lussi vari e superflui, le passioni di donne, la grande ricchezza, la molta superbia, la baldanza e tutto quanto vi si avvicina ed è simile. Se tutte queste cose si insinuano nel tuo cuore, sappi che è in te l'angelo dell'iniquità. 6. Avendo conosciuto le sue opere, allontanati da lui e non credergli in nulla, perché le sue opere sono malvagie e dannose ai servi di Dio. Hai, dunque, le azioni di ambedue gli angeli, rifletti e credi all'angelo della giustizia. 7. Lungi dall'angelo della iniquità, perché il suo insegnamento è cattivo per ogni opera. Se uno è credente e il pensiero di questo angelo gli subentra nel cuore, uomo o donna che sia, per forza peccherà in qualche cosa. 8. Invece, se uno è pessimo, uomo o donna, e subentrano nel suo cuore le opere dell'angelo della giustizia, necessariamente farà qualche cosa di buono. 9. Vedi, dunque, che è bello seguire l'angelo della giustizia e rinunziare all'angelo della iniquità. 10. Questo precetto manifesta ciò che concerne la fede perché tu creda alle opere dell'angelo della giustizia e, compiendole, tu vivrai in Dio. Credimi. Le opere dell'angelo della malizia sono perniciose. Non facendole, vivrai in Dio".

Settimo precetto: Temere il Signore e custodire i suoi precetti


XXXVII, 1. Mi disse: "Temi il Signore e custodisci i suoi precetti. Custodendo i precetti di Dio sarai potente in ogni opera, e ogni tua azione non avrà confronto. Temendo il Signore farai bene ogni cosa. È il timore che bisogna avere, e sarai salvo. 2. Non temere il diavolo. Temendo il Signore, dominerai il diavolo perché egli non ha forza. In chi non c'è forza non c'è timore; in chi c'è la forza gloriosa c'è anche il timore. Ognuno che ha forza ha timore; chi non ha forza è vilipeso da tutti. 3. Temi le opere del diavolo che sono cattive. Temendo il Signore, temerai le opere del diavolo e non le farai, ma ti allontanerai da esse. 4. Duplice è il timore. Se vuoi compiere il male temi il Signore e non lo farai; se vuoi, invece, compiere il bene temi il Signore e lo farai. Il timore del Signore è forte, grande e glorioso. Temi il Signore e vivrai in lui. Quelli che lo temono e osservano i suoi precetti vivranno in Dio". 5. "Perché, chiedo, signore, hai detto di coloro che osservano i suoi comandamenti: vivranno in Dio?". "Perché ogni creatura teme il Signore, ma non osserva i suoi precetti. È presso Dio la vita di quelli che lo temono e osservano i suoi precetti. Per coloro che non osservano i precetti di lui, non c'è vita in loro".

Ottavo precetto: L'astinenza è duplice


XXXVIII, 1. "Ti dissi che le opere di Dio sono duplici; ed anche l'astinenza è duplice. Da alcune cose bisogna astenersi, da altre no". 2. "Fammi conoscere, signore, quelle da cui bisogna astenersi, e quelle da cui non bisogna". "Ascolta. Astieniti dal male e non farlo. Non astenerti dal bene, ma operalo. Se ti astieni dall'operare il bene, compi un grande peccato. Se ti astieni dal fare il male, operi una grande giustizia. Astieniti da ogni malvagità, facendo il bene". 3. "Quali, signore, sono le malvagità da cui bisogna che ci asteniamo?". "Ascolta, dice: dall'adulterio e dalla fornicazione, dal bere fuori misura, dalle prave delizie, dalle molte vivande, dal lusso della ricchezza, dalla ostentazione, dall'orgoglio, dalla superbia, dalla menzogna, dalla maldicenza, dall'ipocrisia, dal rancore e da ogni bestemmia. 4. Nella vita degli uomini questi vizi sono i peggiori. Da tutti questi vizi bisogna che si astenga il servo di Dio; chi non se ne astiene non potrà vivere in Dio. Ascolta anche le cose che li seguono". 5. "Signore, vi sono ancora opere inique?". "E sono molte dalle quali bisogna che il servo di Dio si astenga: il furto, la menzogna, la frode, la falsa testimonianza, l'avarizia, la nefasta concupiscenza, l'inganno, la vanagloria, la baldanza e quanto vi è di simile. 6. Non ti sembra che queste cose siano un male? E sono un male assai grave, aggiungo, per i servi di Dio. Da tutti questi mali deve astenersi il servo di Dio. Astieniti da tutti questi mali perché tu viva con Dio e sia annoverato tra coloro che li tengono lontano. Queste, dunque, le cose da cui bisogna che ti astenga. 7. Ascolta, invece, le cose da cui non ti devi astenere, ma le devi fare. Non ti astenere dal bene, ma fallo". 8. Chiedo: "Signore, mostrami la virtù delle opere buone, perché io cammini in esse e le persegua e facendole mi possa salvare". "Ascolta, dice, le opere di bene che devi compiere e non trascurare. 9. Prima di tutto la fede, il timore del Signore, la carità, la concordia, le parole di giustizia, la verità, la pazienza. Nulla vi è di meglio nella vita degli uomini. Se uno osserva queste cose e non se ne astiene, è beato nella sua vita. 10. Ascolta il loro seguito: assistere le vedove, visitare gli orfani e i bisognosi, liberare dalle ristrettezze i servi di Dio, essere ospitale (nella ospitalità talvolta si trova a fare il bene), non ostacolare nessuno, essere sereno, essere il più umile di tutti gli uomini, rispettare i vecchi, praticare la giustizia, osservare la fratellanza, sopportare la prepotenza, essere magnanimo, non serbare rancore, consolare gli afflitti, non allontanare dalla fede coloro che danno scandalo, ma convertirli e far loro coraggio, ammonire i peccatori, non opprimere i debitori e i bisognosi, e altre cose simili. 11. Non ti sembra, mi dice, che queste cose siano buone?". Rispondo: "Che cosa vi è di meglio?". "Cammina, dunque, mi replica, in esse e non astenertene, e vivrai in Dio. 12. Osserva, dunque, il precetto: se fai il bene e non te ne astieni vivrai in Dio, e tutti quelli che operano in questo modo vivranno in Dio. E ancora: se non fai il male e te ne astieni vivrai in Dio. E vivranno in Dio quanti camminano osservando questi precetti".

Nono precetto: Rimuovere l'incertezza


XXXIX, 1. Mi dice: "Rimuovi da te l'incertezza e non dubitare assolutamente di chiedere a Dio, dicendo in te stesso: come posso chiedere e ricevere dal Signore avendo io peccato molto contro di lui? 2. Non pensare così, ma con tutto il tuo cuore rivolgiti al Signore e pregalo con fermezza, e conoscerai la sua grande misericordia, perché non ti abbandonerà, ma compirà la preghiera della tua anima. 3. Dio non è come gli uomini che serbano rancore, ma egli non ricorda le offese ed ha compassione per la sua creatura. 4. Tu, intanto, purifica il tuo cuore da tutte le vanità di questo mondo e dai vizi che ti sono stati prima detti, e chiedi al Signore. Riceverai tutto e sarai esaudito in ogni tua richiesta, se chiederai con fermezza al Signore. 5. Se nel tuo cuore sei titubante, non otterrai nessuna tua richiesta. Coloro che dubitano in Dio, sono indecisi e assolutamente nulla ottengono delle loro richieste. 6. Coloro che sono perfetti nella fede tutto chiedono credendo nel Signore e ottengono, perché chiedono con fermezza, senza mostrarsi incerti. Ogni uomo incerto, se non si converte, difficilmente si salverà. 7. Purifica, dunque, il tuo cuore dall'incertezza, rivestiti della fede, che è forte, credi in Dio ed otterrai tutte le richieste che fai. Se avendo fatto al Signore qualche richiesta, ottieni più tardi, non dubitare perché non ottieni presto la richiesta della tua anima. Certamente, per qualche prova o per qualche colpa che tu ignori, ottieni più tardi la tua richiesta. 8. Tu, dunque, non ti stancare di fare al Signore la richiesta della tua anima, e l'otterrai. Se nel chiedere ti scoraggi e dubiti, accusa te stesso e non chi ti è munifico. 9. Guardati dall'incertezza: essa è turpe, insensata e sradica dalla fede molti credenti e i forti. Tale incertezza è figlia del diavolo e troppo inganna i servi di Dio. 10. Disprezza, dunque, l'incertezza e vincila in ogni cosa, rivestendoti della fede forte e potente. La fede, infatti, tutto promette, tutto compie, mentre l'incertezza, non avendo fiducia in sé, sbaglia tutte le opere che intraprende. 11. Vedi, dunque, dice, che la fede è dall'alto, da parte del Signore ed ha una grande forza. L'incertezza, invece, spirito terrestre, è dal diavolo e non ha forza. 12. Tu servi la fede che ha forza e allontana l'incertezza che non ne ha e vivrai con Dio. Vivranno con Dio quanti la pensano così".

Decimo precetto: Allontanare la tristezza


XL (1), 1. "Allontana da te, dice, la tristezza che è sorella della incertezza e della collera". 2. "In che modo, chiedo, o signore, è sorella di queste? Mi sembra che una cosa sia la collera, una cosa l'incertezza, ed altro la tristezza". "Sei uno stolto, risponde, perché non sai che la tristezza è il peggiore di tutti gli spiriti ed è la più nociva ai servi di Dio. Al di sopra di ogni spirito distrugge l'uomo, contrista lo Spirito Santo e poi salva". 3. "Io, signore, sono corto di mente e non comprendo queste similitudini. Non saprei come può contristare e poi salvare". 4. "Ascolta, dice: quelli che non hanno mai fatto ricerche sulla verità né hanno indagato sulla divinità ed hanno solo creduto, sono presi dalle faccende, dalla ricchezza, dalle amicizie pagane e da molti altri affari di questo mondo. Quanti vivono per queste cose non comprendono le allegorie della divinità. Ottenebrati e rovinati dalle loro attività diventano aridi. 5. Come le belle vigne se vengono trascurate, inaridiscono per le spine e le varie erbacce, così gli uomini che hanno creduto quando si lasciano distrarre, travolti dalle molte faccende che ho ricordate, ingannano la loro mente e non capiscono completamente nulla della giustizia. Quando sentono parlare della divinità e della verità, la loro mente si trascina nell'azione, ed essi non comprendono assolutamente nulla. 6. Invece, coloro che temono Dio e cercano la divinità e la verità ed hanno il cuore rivolto al Signore, capiscono e colgono presto tutto ciò che si dice loro. Hanno in se stessi il timore del Signore. Là ove abita il Signore, si ha la completa intelligenza. Légati al Signore e tutto avvertirai e comprenderai".

Decimo precetto: L'incertezza e l'ira


XLI (2), 1. "Ascolta, dunque, o stolto, in che modo la tristezza caccia lo Spirito Santo e poi salva. 2. Quando un indeciso è indotto a qualche impresa e fallisce per la sua incertezza, il dolore entra nell'uomo, contrista lo Spirito Santo e lo caccia. 3. Poi se la collera si attacca all'uomo per qualunque faccenda sia, lo esaspera molto; di nuovo la tristezza subentra nel cuore dell'uomo adirato che prova dolore per l'impresa compiuta e si pente perché ha agito male. 4. Sembra che questa tristezza abbia salvezza perché chi ha fatto i1 male si è pentito. Ambedue le cose contristano lo spirito; l'incertezza perché non riuscì nell'impresa, l'ira contrista lo Spirito perché operò il male. Ambedue sono moleste allo Spirito Santo, l'incertezza e la collera. 5. Lungi da te la tristezza e non angustiare lo Spirito Santo che abita in te, perché non si rivolga a Dio contro di te e si allontani da te. 6. Lo Spirito di Dio dato a questa carne non tollera né tristezza né angustia".

Decimo precetto: La gioia


XLII (3), 1. "Rivestiti, dunque, di gioia che è sempre gradita a Dio e gli è accetta. In essa si diletta. Ogni uomo allegro opera bene, pensa bene e disprezza la mestizia. 2. Invece l'uomo triste si comporta sempre male. Prima agisce male perché contrista lo Spirito Santo che fu dato gioioso all'uomo, poi, contristando lo Spirito Santo, compie l'ingiustizia di non supplicare Dio e di non confessarsi a Lui. La preghiera dell'uomo triste non ha mai la forza di salire all'altare del Signore". 3. "Perché, chiedo, la preghiera del triste non sale all'altare?". "Perché, dice, la tristezza risiede nel suo cuore. La tristezza unita alla preghiera non permette che la preghiera ascenda pura all'altare. Come l'aceto e il vino mescolati insieme non hanno lo stesso sapore, così la tristezza frammista allo Spirito Santo non conserva la stessa preghiera. 4. Purìficati, dunque, da questa nefasta tristezza e vivrai in Dio. E vivranno in Dio quanti allontanano la tristezza e si rivestono di ogni gioia".

Undicesimo precetto: Il falso profeta


XLIII, 1. Mostrandomi uomini seduti su una panca e un uomo seduto su di una cattedra mi dice: "Vedi quelli che siedono sulla panca?". "Vedo, signore". Mi precisa: "Questi sono i fedeli, e quello che è seduto sulla cattedra è un falso profeta che rovina la mente dei servi di Dio. Rovina, cioè, la mente dei dissociati, non dei fedeli. 2. I dissociati vanno da lui come da un mago e gli chiedono che cosa accadrà loro. Il falso profeta, non avendo forza alcuna dello Spirito di Dio, risponde secondo le domande e le passioni della loro iniquità e soddisfa le loro anime come essi vogliono. 3. Essendo egli vano, cose vane dice ai vani. Su ciò che gli si domanda, risponde con la vanità dell'uomo. Dice anche cose vere. Il diavolo, infatti, lo riempie del suo spirito, con lo scopo di piegare qualche giusto. 4. Quanti, dunque, sono forti nella fede del Signore, poiché sono rivestiti di verità non aderiscono agli spiriti malvagi, ma se ne allontanano. Quanti, invece, sono incerti e si convertono spesso, si rivolgono agli indovini come i pagani ed acquisiscono un peccato maggiore divenendo idolatri. Chi interroga un falso profeta su qualche faccenda, è un idolatra, uno privo di verità, un insulso. 5. Infatti, ogni spirito dato da Dio non si fa interrogare, ma avendo la forza divina, da sé dice ogni cosa poiché è dall'alto, dalla potenza dello Spirito di Dio. 6. Invece, lo spirito che si fa interrogare e si pronunzia secondo le passioni degli uomini, è terreno, leggero e non ha forza. Addirittura non parla se non è interrogato". 7. Chiedo: "Come, o signore, l'uomo distinguerà chi è profeta da chi è falso profeta?". "Ascolta, e di entrambi i profeti, come ti sto per dire, valuterai il profeta e il falso profeta. Dalla vita distingui l'uomo che ha lo Spirito di Dio. 8. Prima, chi ha dall'alto lo Spirito è calmo, sereno, umile e lontano da ogni malvagità e desiderio vano di questo secolo. Egli considera se stesso inferiore a tutti gli uomini e, interrogato, non risponde a nessuno, né parla come una monade. Lo Spirito Santo non parla quando l'uomo vuole, ma solo quando Dio vuole che parli. 9. Quando un uomo che ha lo Spirito di Dio entra in una riunione di uomini giusti, che hanno la fede dello Spirito di Dio, e c'è la preghiera della riunione di quegli uomini a Dio, allora l'angelo dello spirito profetico, che dimora in lui, riempie l'uomo, e quell'uomo pieno dello Spirito Santo parla alla moltitudine come il Signore vuole. 10. Così si manifesta lo spirito divino. Tale è la potenza del Signore sullo spirito divino. 11. Ascolta ora, mi dice, intorno allo spirito terreno e vano, che non ha forza ed è insulso. 12. Prima, l'uomo che crede di avere lo spirito si esalta e vuole avere il primo posto e subito si presenta sfacciato, impudente e loquace. Vive fra molte mollezze e molti altri piaceri e accetta le rimunerazioni per la sua preghiera. Se non le riceve non profetizza. Potrebbe uno spirito divino ricevere la ricompensa e profetare? Non è possibile che un profeta di Dio faccia questo. Lo spirito di siffatti profeti è terreno. 13. Poi non si accosta per nulla all'assemblea di uomini giusti, ma li evita. Si unisce agli incerti e ai vani e profetizza loro in un angolo. Li inganna parlando loro a vuoto di ogni cosa, secondo le loro passioni; del resto ai vani egli risponde. Un vaso vuoto messo con gli altri vuoti non si rompe, ma tra loro si armonizzano. 14. Quando giunge in un'assemblea piena di giusti che hanno lo spirito divino e da loro si fa la preghiera, quell'uomo viene reso vano e lo spirito terreno, per timore, fugge da lui. Diventa muto quell'uomo ed è completamente disorientato per non poter più parlare. 15. Se conservi in un ripostiglio vino e olio e metti un vaso vuoto e di nuovo vuoi sgombrare il ripostiglio, il vaso che mettesti vuoto, vuoto lo troverai. Così anche i profeti vuoti, quando entrano tra gli spiriti dei giusti, come vennero si ritrovano. 16. Ecco la vita di entrambi i profeti. Giudicalo dalle opere e dalla vita l'uomo che dice di essere portatore dello spirito. 17. Tu credi allo Spirito che viene da Dio e che ha forza, e non credere, invece, allo spirito terrestre e vuoto, poiché in lui non c'è forza. Egli viene dal diavolo. 18. Ascolta la similitudine che sto per dirti. Prendi una pietra e lanciala verso il cielo, vedi se puoi toccarlo. O meglio, prendi un tubo d'acqua e tira il getto verso il cielo e vedi se puoi trapassarlo". 19. Dico: "Come, signore, possono avvenire queste cose? Sono entrambe impossibili le cose che hai detto". "Come queste cose sono impossibili, egli risponde, così gli spiriti terrestri sono impotenti e deboli. 20. Prendi, dunque, la forza che viene dall'alto. La grandine è un infimo granello e quando cade sulla testa di qualcuno come fa male! Ancora prendi la goccia che scende dal tetto a terra: fora la pietra. 21. Pensa, dunque, che le cose più piccole che dall'alto cadono sulla terra hanno una grande forza. Così anche lo spirito divino che viene dall'alto è potente. Tu credi, pertanto, a questo spirito, e allontana l'altro".

Dodicesimo precetto: Liberarsi da ogni desiderio cattivo


XLIV (1), 1. Mi dice: "Liberati da ogni desiderio cattivo e rivestiti di ogni desiderio buono e santo. Rivestendoti di un tale desiderio odierai il desiderio cattivo e lo frenerai come vuoi. 2. Il cattivo desiderio è violento e difficilmente si addolcisce. È terribile e con la sua massima ferocia consuma gli uomini. Specialmente se vi cade un servo di Dio che non sia avveduto. Viene terribilmente rovinato. Rovina, però, quelli che non indossano l'abito del desiderio buono e si lasciano prendere da questo mondo. Sono questi che consegna alla morte". 3. Domando: "Quali, o signore, sono le opere del desiderio cattivo che consegnano gli uomini alla morte? Fammele conoscere, perché me ne voglio stare lontano". "Ascolta con quali opere lo spirito cattivo fa morire i servi di Dio.

Dodicesimo precetto: Seguire il desiderio buono


XLV (2), 1. "Prima di tutto il desiderio della donna o dell'uomo altrui, dello sfarzo, della ricchezza, delle molte inutili vivande e bevande ed altre numerose e insulse mollezze. Ogni mollezza è insulsa e vana per i servi di Dio. 2. Questi desideri sono cattivi e fanno morire i servi di Dio. Il desiderio cattivo è figlio del diavolo. Bisogna stare lontano dai desideri cattivi per vivere, standosene lontani, in Dio. 3. Quanti sono da essi dominati e non si oppongono, alla fine muoiono. Fatali sono questi desideri cattivi. 4. Tu, dunque, rivestiti del desiderio della giustizia e armato del timore di Dio resisti ad essi. Infatti, il timore di Dio risiede nel desiderio buono. Il desiderio cattivo, se ti vede armato del timore di Dio e che tu lo contrasti, ti fuggirà lontano e non si farà più vedere da te perché teme le tue armi. 5. Tu dunque, vincendo e trionfando su di esso vieni al desiderio della giustizia e consegnagli la vittoria che riportasti, servendolo come vuole. Se tu servi il desiderio buono e ad esso ti sottometti, puoi dominare il desiderio cattivo e sottometterlo come vuoi".

Dodicesimo precetto: Adempiere il ministero affidato


XLVI (3), 1. "Vorrei sapere, signore, con quali maniere devo servire il desiderio buono". "Ascolta: pratica la giustizia e la virtù, la verità e il timore del Signore, la fiducia e la mansuetudine e quante cose buone sono simili a queste. Operando ciò sarai un servo di Dio accetto e vivrai con Lui. Tutti quelli che serviranno il desiderio buono vivrà in Dio". 2. Terminati i dodici precetti, mi dice: "Questi sono i precetti, cammina nella loro via e prega quelli che ascoltano che la loro conversione sia pura per i rimanenti giorni della loro vita. 3. Adempi con cura il ministero che ti affido e opererai molto. Sarai gradito a quelli che vogliono convertirsi e crederanno alle tue parole. Sarò con te e li indurrò a credere". 4. Gli chiedo: "Questi precetti sono grandi, belli, eccellenti, e possono rallegrare il cuore dell'uomo che può osservarli. Non so, o signore, se questi precetti possono essere osservati dall'uomo, poiché sono troppo duri". 5. Rispondendo mi dice: "Se sei convinto che si possono osservare, li osserverai senza difficoltà e non saranno duri. Se, invece, si insinua nel tuo cuore che non possono essere osservati dall’uomo, non li osserverai. 6. Ora ti dico: se non li osserverai, ma li trascuri, non avrai salvezza né tu, né i tuoi figli, né la tua casa poiché tu hai ritenuto che questi precetti non possono essere osservati dall'uomo".

Dodicesimo precetto: La paura del diavolo non ha forza


XLVII (4), 1. Mi disse queste cose con uno sdegno tale che rimasi sconvolto ed ebbi molta paura. Il suo aspetto si alterò in modo che un uomo non poteva sostenere la sua ira. 2. Vedendomi tutto disorientato e confuso, incomincio a parlarmi con più moderazione e dolcezza e mi disse: "Insulso, dissennato e incerto, non sai che la gloria di Dio è grande, forte e stupenda? Egli non creò il mondo per l'uomo e tutta la sua creazione sottomise all'uomo dandogli il potere di dominare ogni cosa che è sotto il cielo? 3. Se, dunque, dice, l'uomo è il signore di tutte le creature di Dio e su tutte domina, non può dominare anche questi precetti? Può, precisa, dominare tutti questi precetti solo l'uomo che ha il Signore nel suo cuore. 4. Quelli che hanno il Signore sulle labbra, ma il cuore indurito, sono assai lontani da Dio e per loro questi precetti sono duri e inattuabili. 5. Mettete il Signore nel vostro cuore, voi che siete vani e leggeri nella fede, e credete che nulla è più facile più dolce e più mite di questi precetti. 6. Pentitevi, voi che camminate nei precetti del diavolo, difficili, aspri, duri e licenziosi e non temete il diavolo perché non ha forza contro di voi. 7. Sarò con voi io, l'angelo della penitenza che lo domina. Il diavolo incute solo paura e la sua paura non ha forza. Non temetelo, dunque, e fuggirà da voi".

Dodicesimo precetto: Il diavolo non trionfa


XLVIII (5), 1. Gli dico: "Signore, ascoltami per poche parole". "Di' pure quello che vuoi". "L'uomo è desideroso di osservare i precetti di Dio, e ognuno prega il Signore che lo rafforzi nei suoi precetti e lo sottoponga ad essi. Ma il diavolo è duro e domina". 2. "Non può, replica, dominare i servi di Dio che sperano con tutto il cuore in Lui. Il diavolo può combattere, ma non può trionfare. Se lo contrastate, vinto e scornato fuggirà da voi. Quelli che sono vani temono il diavolo come se avesse forza. 3. Quando l'uomo riempie di buon vino i recipienti più adatti e tra questi pochi semivuoti, se torna ai recipienti non osserva i pieni, perché li sa pieni, ma osserva i semivuoti temendo che siano inaciditi. Presto, infatti, i recipienti semivuoti inacidiscono e svanisce il sapore del vino. 4. Così pure il diavolo va da tutti i servi di Dio, per provarli. Quelli che sono pieni di fede gli resistono energicamente, e lui si allontana da loro non avendo per dove entrare. Allora egli va dai vani e, trovando lo spazio, entra da loro ed agisce con questi come vuole e gli diventano soggetti".

Dodicesimo precetto: Convertirsi con tutto il cuore al Signore


XLIX (6), 1. "Io, l'angelo della penitenza, vi dico: "Non temete il diavolo. Fui inviato per stare con voi che fate penitenza con tutto il vostro cuore e per rafforzarvi nella fede. 2. Credete in Dio, voi che per i vostri peccati avete disperato della vostra vita, accresciuto le colpe e appesantito la vostra esistenza. Se vi convertite al Signore con tutto il vostro cuore e operate la giustizia per i rimanenti giorni della vostra vita e lo servite rettamente secondo la sua volontà, vi darà il perdono per tutti i precedenti peccati e avrete la forza di dominare le opere del diavolo. Non temete assolutamente le minacce del diavolo. Egli è inerte come i nervi di un morto. 3. Ascoltatemi, dunque, e temete chi può tutto salvare e perdere. Osservate questi precetti e vivrete in Dio". 4. Gli chiedo: "Signore, ora mi sento rafforzato in tutti i comandamenti di Dio perché tu sei con me. So che abbatterai tutta la forza del diavolo e noi lo domineremo e vinceremo tutte le sue opere. E spero che il Signore, dandomi la forza, mi farà osservare questi precetti che hai ordinato". 5. "Li osserverai, mi dice, se il tuo cuore diviene puro presso il Signore. Li osserveranno tutti quelli che purificheranno il loro cuore dalle vane passioni di questo mondo e vivranno in Dio".