Quinto Venerdì - MARIA MADRE DI MISERICORDIA
AA.VV.

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Il Cuore di Gesù ci ha dato prova della sua misericordia
infinita in modo tutto particolare dandoci per Madre nostra la sua
stessa Madre. Maria è veramente e realmente Madre nostra. Al
riguardo riporto un tratto dell’ottimo libretto «Il mio
ideale: Gesù, Figlio di Maria» del P. Neubert. —
Parla Gesù: « Tutti i fedeli credono di saperlo perché
tutti chiamano Maria loro Madre. Eppure la maggior parte di essi
hanno un concetto assai imperfetto della sua maternità.
Parecchi
amano Maria come se Ella fosse loro Madre. Ora colei che ti ha
partorito che cosa ti risponderebbe se tu le dicessi: vi amo come se
foste mia madre? Molti credono che Maria sia loro Madre unicamente
per effetto di quella parola che pronunziai prima di morire, quando,
vedendo mia Madre ai piedi della croce e accanto a Lei il mio
discepolo prediletto, dissi a Maria: «Donna, ecco tuo figlio»,
e a Giovanni: «Ecco tua Madre». Senza dubbio la mia
parola avrebbe potuto affidare a Maria una missione materna e creare
in Lei disposizioni simili a quelle di una madre. Ma se la sua
maternità fosse dipesa da quella parola soltanto, essa sarebbe
una maternità puramente adottiva. Invece devi comprendere che
è «vera tua Madre» nell’ordine
soprannaturale come quella che ti ha generato al mondo è tua
vera madre nell’ordine della natura.
La madre è
quella donna che dà la vita. Ora Maria ti ha dato la vita, la
vita per eccellenza. Te l’ha data a Nazareth, sul Calvario e al
tuo Battesimo.
— 1) A Nazareth Ella ti ha concepito
concependo Me. Ella sapeva che rispondendo all’Angelo Gabriele
con un «sì» o con un «no» ti avrebbe
dato la vita o ti avrebbe lasciato nella morte. Rispose con un «sì»
affinché tu vivessi. Consentendo a dare la vita a Me,
consentiva a darla anche a te. Diventando mia Madre, diventava Madre
tua. Da quell’ora in poi nei disegni di Dio e nei disegni di
Lei (poiché Ella conosceva i disegni di Dio e ad essi aderiva
con tutte le forze dell’anima sua), tu facevi parte del mio «
Corpo Mistico». Il Capo ne ero Io, ma tu ne eri un membro.
Maria ci portava entrambi nel suo seno materno, sebbene in un modo
diverso, poiché i membri e il capo non vanno separati.
—
2) Sul Calvario Ella ti ha partorito offrendomi in sacrificio per te.
La tua liberazione dal peccato e dalla morte fu consumata soltanto
sul Golgota. Ivi ti meritai con la mia morte la grazia di vivere la
mia stessa vita. Ora tutto questo lo feci in unione con Maria. Ella
mi aveva concepito quale vittima, mi aveva nutrito ed allevato in
previsione del sacrificio, e nel momento supremo Ella mi offrì
al Padre per la sua salvezza, rinunziando ai suoi diritti materni su
di Me a favore tuo. E Colei che, sempre Vergine, non ebbe altro che
gioia nella nascita del suo Primogenito, partorì te e gli
altri tuoi fratelli nel più acerbo dolore. In quell’ora
dolorosa ebbe compimento la sua maternità a tuo riguardo e
appunto per questo volli allora proclamare questa maternità
affidando Maria a Giovanni e Giovanni a Maria. La mia parola «Ecco
tuo figlio, ecco tua Madre» non creava questa maternità,
ma la promulgava, la confermava e la completava nell’ora più
solenne della mia vita, nell’ora in cui mia Madre, divenuta
pienamente Madre tua, era meglio in grado di comprendere la sua
missione materna.
— 3) Al Battesimo Maria ti diede la
vita soprannaturale non più solo di diritto, come sul
Calvario, ma di fatto. La tua madre terrena aveva dato alla luce per
così dire un bambino nato morto (riguardo alla vita
soprannaturale). Perché tu giungessi a vita (alla vera vita
della Grazia), si richiedeva che la Grazia Santificante ti fosse
infusa al fonte battesimale.
Questa Grazia Santificante te l’ha
ottenuta Maria, senza la quale nessuna grazia viene impartita ad
alcuno. Quando da figlio d’ira divenisti figlio di Dio, Maria
fu Colei che ti partorì alla vita divina. Comprendi tu ora che
col farti partecipe della vita di Dio, Maria ti è «veramente»
madre nell’ordine soprannaturale, come quella che ti ha dato la
vita terrena è veramente tua madre secondo la natura?
Ma
Ella ti è Madre molto più ancora. Anzitutto per il modo
con cui ti da la vita. Per partorirti Ella ha dato immensamente di
più della tua madre terrena: Le sei costato dolori indicibili
e la vita stessa di Colui che Le era infinitamente più caro
della sua propria vita. Inoltre Ella continua per tutto il corso
della tua esistenza terrena ad occuparsi di te, mentre le madri
terrene si curano dei loro figli finché giungano all’età
adulta. E se tu per disgrazia perdessi la vita soprannaturale (per il
peccato mortale), al contrario delle madri terrene che piangono
impotenti sul cadavere di un loro figlio, Maria potrebbe ridarti la
vita soprannaturale ogni qual volta ne fossi rimasto privo.
Ella
ti ama nonostante tu sei imperfetto e ingrato e ti ama di un amore
che vince immensamente, per l’intensità e la purezza,
l’amore di tutte le madri terrene per i loro figli. (L’amore
di tutte le madri terrene, da Eva all’ultima madre che ci sarà
sulla terra alla fine del mondo, messo insieme e concentrato verso un
unico figlio è minore dell’amore che Maria porta a
ciascuno di noi).
Ma Maria ti è madre più di ogni
altra soprattutto per la natura stessa della vita che ti ha dato.
Questa vita non è di poca durata come la vita terrena, ma una
vita senza fine, eterna; non una vita mista di imperfezioni e di pene
come la presente, ma una vita incomparabilmente beata; non una vita
creata (umana o angelica), ma, intendilo bene, una partecipazione
alla vita increata, alla vita stessa di Dio, alla vita della
Santissima Trinità e perciò questa vita non avrà
mai fine e sarà incomparabilmente beata perché
parteciperà dell’eternità e della felicità
di Dio stesso. — Quale maternità umana potrebbe mettersi
a confronto con una tale maternità? Ora Maria è tua
vera Madre e madre così perfetta perché è Madre
mia. E tu sei mio fratello perché mio Padre è Padre tuo
e mia Madre è Madre tua»
La chiesa ci fa
invocare Maria Madre di misericordia», perché? —
Gesù, nonostante la sua inesauribile misericordia conserva
tuttavia giustizia. Orbene nel timore che questa giustizia a causa
dei nostri peccati dovesse alle volte impedire l’esercizio
della sua misericordia, Gesù ha dato a Maria, nell’economia
della salvezza delle anime, soltanto l’attributo della
misericordia e non quello della giustizia, quindi Maria è
esclusivamente «Madre di misericordia».
Perciò
i peccatori, per quanto miserabili e colpevoli possano essere, purché
pentiti dei loro peccati, si accostino alla loro celeste Madre con
assoluta fiducia e confidenza filiale. Per questi peccatori —
dice il grande dottore della preghiera, S. Alfonso M. dei Liguori —
che al desiderio di emendarsi uniscono la fedeltà nell’amare
e invocare la Madre di Dio, sostengo che è moralmente
impossibile dannarsi. Maria stessa fece tale assicurazione a S.
Brigida: «Io sono la Madre della misericordia; Io sono la
letizia dei giusti e la porta per cui i peccatori giungono a Dio.
Sulla terra non c’è peccatore che sia privato, finché
è in vita, della mia misericordia.., nessuno è così
miserabile per non ottenere misericordia se mi invoca con fiducia. Io
sono chiamata da tutti la Madre della misericordia e lo sono
veramente perché è la misericordia di Dio verso gli
uomini che mi ha fatto misericordiosa verso di loro. Perciò
nella vita eterna sarà misero e infelice per Sempre chi,
potendo ricorrere in questa vita terrena a Me che sono così
misericordiosa con tutti e desidero tanto soccorrere i poveri
peccatori, non lo fa e si danna». A questo messaggio venuto dal
Cielo quale Cuore può restare insensibile? Può fare il
sordo e resistere?
Una istruttiva leggenda dice: Il Signore
passeggia per il Paradiso e incontra molte facce di peccatori degni
dell’inferno anziché del Paradiso. Si rivolge a S.
Pietro e gli raccomanda di fare attenzione a non fare entrare se non
chi lo merita. San Pietro promette maggiore vigilanza e pone maggiore
impegno nel suo dovere di portinaio.
Il giorno dopo il Signore
gira di nuovo per il Paradiso e incontra ancora altri peccatori che
non meritano di stare lì. Chiama S. Pietro e lo ammonisce
severamente. San Pietro, umiliato e confuso, promette scrupolosa
vigilanza. Ma il giorno dopo si ripete la stessa scena: il Signore
incontra in Paradiso nuovi peccatori. Chiama un’altra volta San
Pietro, deciso a castigarlo togliendogli le chiavi del Paradiso.
Questa volta però San Pietro sa difendersi benissimo perché
ha scoperto in che modo quei peccatori entrano in Paradiso e
riferisce al Signore che in piena notte, mentre tutti dormono, la
Madonna apre la porta del Paradiso e fa entrare quei peccatori.
«Orbene — conclude San Pietro — con tua Madre io
non posso farci nulla! » — E il Signore di rimando:
«Neppure Io!».
È una leggenda questa, però
è molto istruttiva perché ci indica la missione che Dio
ha affidato a Maria: salvare i suoi figli più o meno
peccatori. Che cosa fa questa Madre divina per salvarli? Fa valere
davanti a Dio tutta la potenza della sua intercessione, tutta la
tenerezza del suo smisurato amore. Li compatisce, li difende dal
furore di Satana, allontana da loro i castighi divini, prega per
loro, impreca ogni sorta di aiuti e di grazie per condurli al bene,
non si da riposo fino a che, superate le tempeste del mare agitato
della vita terrena, non li vede approdare al porto della salvezza,
alla felicità eterna.
Maria ci ama tutti col suo stupendo Cuore di Madre.
Si può immaginare qualche cosa di più bello, più
puro, più forte, pù generoso, più perfetto, più
divino del cuore di una madre? E certo l’espressione più
sensibile del Cuore di Dio che arde di amore infinito. Il cuore della
madre è tale un abisso senza fondo di bontà, di
tenerezza, di comprensione, di delicatezza, e di amore che si perde
in Dio.
Il cuore di una madre non sa e non può che amare
tutti i suoi figli sia buoni che cattivi. Se sono buoni li ama perché
consolano e inteneriscono il suo cuore; se sono cattivi li ama
ancora, sebbene la facciano tanto soffrire, cercando di condurli al
bene. Il cuore materno non sa che amare, amare tutti i suoi figli. Li
ama se stanno bene e gode di vederli crescere sani e robusti, li ama
ancora di più se hanno qualche deformità, se crescono
sparuti, se qualche malattia li tiene inchiodati in un letto di
dolore. Un figlio si è messo per una cattiva strada?...
frequenta compagni perversi ?... commette orribili delitti?... è
caduto nelle mani della giustizia?... fa pesare il disonore su tutta
la famiglia?.., tutti lo odiano?... C’è ancora un cuore
che lo compatisce, che prende le sue difese, che desidera il suo
bene, che lo ama: è il cuore di sua madre.
Fratello
carissimo, applica tutte queste considerazioni fatte sul cuore di una
madre terrena al Cuore incomparabilmente più grande, più
puro e più perfetto che è quello della nostra Madre
Celeste, Maria Santissima; eleva all’ennesima potenza la
tenerezza del suo Cuore Materno, il suo amore sviscerato per te, il
suo interesse per il tuo bene, le sue ansie per la tua salvezza
eterna e potrai renderti un po’ conto di quanto è
grande, puro e disinteressato il suo amore per te, che mette a tua
disposizione tutti i suoi meriti e quelli del suo Figlio Gesù,
perché tu possa raggiungere la salvezza dell’anima tua.
Diceva Padre Giraud: «Un giorno o l’altro tutto potrà
mancarci su questa terra, ma il dolce amore di Maria, il suo Cuore
materno: Mai!».
Fratello, è questo Cuore della
Mamma Celeste che ti offre la tessera del Paradiso pregandoti di fare
anche tu i Nove Primi Venerdì per conseguire anche tu la
Grande Promessa di suo Figlio Gesù. Ascolta il suo invito per
consolare il suo Cuore materno che ti vuole con Lei in Paradiso.
Esempio
Una mattina di giugno — parla il Sac. Ildebrando Antonio
Santangelo, autore del libretto «Sopravviverò? Come?»
- Comunità Editrice - Adrano (CT) — fu’ svegliato
da un gran vocio. Mi affacciai dal balcone e assistetti a questa
scena. Un uomo molto nervoso, di nome Mario C., abitante di fronte
casa mia, era assediato da tutti i Parenti che come tante iene lo
coprivano di rimproveri e di ingiurie ad alta voce perché
aveva lasciato in campagna gli operai soli a mietere il grano per
venire a farsi la Comunione del primo Venerdì (allora) non vi
erano Messe serali e il digiuno eucaristico cominciava dalla
mezzanotte).
Mario C., stava insolitamente paziente e silenzioso.
ed assorbiva tutto. Dopo un bel pezzo disse:
— Me la fate
dire ora una parola?
— Parla, gli dissero i suoi.
—
Se qualcuno mi avesse promesso di darmi un ettaro di agrumeto se io
avessi fatto i nove primi venerdì, voi cosa avreste detto?
—
Per questo sì, gli risposero i suoi.
— Gente di poca
fede! — disse Mario — Io mori- e lascerà tutto. Il
Paradiso vale di più di un ettaro di agrumeto ed io l’avrò
per sempre con questi primi venerdì. Che m’importa se
gli uomini per questa mezza giornata non fanno niente? Da allora
passarono tanti anni. Un giorno Mario C. cadde ammalato. Un po’
di settimane dopo, una sera d’inverno ritirandomi alle ore 23 a
casa e vedendo la luce accesa in casa di lui, pensai di fargli
visita, timoroso di sembrare maleducato per l’ora tarda.
Mario
C. fu lieto della visita. Mi sedetti accanto al suo letto e
cominciammo a parlare di tante cose. Alla fine lo salutai e uscii.
Appena chiusa la porta mi sentii chiamare da lui. Rientrai. —
«Padre — egli mi disse — mi confessi».
—
È troppo tardi — io risposi —‘ un’altra
volta. Tanto lei non sta proprio male.
— È meglio che
mi confessi ora.
Lo confessai, gli feci dire alcune preghiere e
quindi me ne andai. Entrai a casa mia. Dopo pochi minuti Sentii
gridare. Mi affacciai. Mario C. era morto.
Il Cuore di Gesù
aveva mantenuto la sua promessa.