La Chiesa trionfante e quella militante
Beata Anna Caterina Emmerick

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La Comunità della Chiesa trionfante e quella militante. Il
bilancio. Il duro lavoro del Cardo. Il lavoro prezioso della S.
Vergine Maria per l’equilibrio della Chiesa militante. I sette
Mistici devoti. Il sangue dei Martiri. L’Angelo consolatore
delle povere anime. Il Purgatorio e l’inferno.
Le visioni
che Anna Katharina ebbe sul meraviglioso Mistero della nostra santa
Fede e sul contesto di tutti i membri del corpo di Gesù
Cristo, sono varie e ricche d’insegnamento:
Sono toccata da
un sentimento inesprimibile di gioia e illuminazione quando, alla
luce dello sguardo interiore, vedo la Comunità dei Santi e la
loro azione d’amore verso gli altri. Mi sento attratta da tutti
gli esseri umani che mi appaiono come figure scure vicine e lontane.
Mi assale per loro un amore irresistibile e voglio supplicare, per
tutti, Dio e i Santi, i quali sono pronti ad aiutarli con tanto dolce
amore. A questi pensieri e visioni sento palpiti d’amore
bussare prepotentemente al mio petto, come se fosse già giunto
il momento di vivere tutti nella comunità dei Santi, e fossimo
tutti insieme in contatto permanente con loro come un unico corpo.
Queste percezioni di gioia profonda sono però seguite anche
dalla sofferenza, poiché sento che gli uomini sono molto
ciechi e duri. Ardimentosamente e con impeto chiamo il Salvatore e
gli dico:
“Tu che hai tutta la potenza e questo grande amore
che abbraccia l’universo, Tu che puoi tutto non lasciarli
perdere, salvali. Aiutali!” Egli, allora mi rispose mostrandomi
quanta pena per loro si era preso e si prendeva: “Vedi —
così udii — quanto io sono vicino a loro per aiutarli e
per salvarli ed essi mi respingono!” Così sentii la sua
giustizia come intrisa nella dolce grazia dell’amore.
Il mistero della comunità della Chiesa militante terrena, e
di quella trionfante celeste, apparve chiaramente dinanzi agli occhi
interiori di Anna Katharina Emmerich, alla quale venne mostrato come
annualmente, alla fine di ogni anno ecclesiastico, entrambe le Chiese
vengano alla chiusura dei conti.
In questo contesto, il 3 dicembre
1821 la Veggente così raccontava: Ebbi una grande visione sul
bilancio tra la Chiesa terrena e quella celeste di quest’anno.
Dalla Chiesa celeste (che vidi non come un edificio ma come la quinta
essenza di tutte le apparizioni e manifestazioni spirituali), fluiva
la S.S. Trinità e Gesù stava alla destra, c’era
anche Maria, ma in un piano più basso. A sinistra vidi, in
gruppi, i Martiri e i Santi. In un susseguirsi d’immagini mi
scorse davanti tutta l’esistenza terrena di Gesù, i suoi
insegnamenti e sofferenze. Vidi così che questi insegnamenti e
tutte le sue sofferenze contenevano i simboli più alti dei
Misteri della misericordia di Dio e gli atti della nostra salvezza,
come pure le fondamenta delle celebrazioni religiose della Chiesa
militante. In tutte le stazioni della vita temporale di Gesù
vidi l’azione salvifica come nostro conforto e sostegno eterno,
che ha la base e la fonte eterna della grazia nella Chiesa trionfante
e celeste. Questi Misteri sono celebrati dalla Chiesa militante
terrena con sacrifici e celebrazioni devozionali, e l’offerta
del Santo Sacramento li rinnova alla comunità. Potetti
percepire che gli influssi e gli effetti della S. Trinità e
delle sofferenze di Gesù si diffondono nell’infinito e
si propagano su tutte le cose. Vidi pure tutte le celebrazioni dei
Misteri della vita di Gesù fino all’invio dello Spirito
Santo, e compresi che la Chiesa dei giorni nostri riceve lo Spirito
Santo su tutti i suoi membri puri e preparati, per il rinnovamento
della sua missione. Ognuno può pregare per ricevere lo Spirito
Santo, a condizione però che sia pronto a prendere su di sé
le sofferenze di Gesù e portare questo sacrificio unendosi con
Lui, per la sua gloria, e per la Chiesa. L’uomo deve fare tanto
quanto può per Gesù Cristo e la sua Chiesa. Vidi poi lo
Spirito Santo discendere e passare su tutte le azioni degli Apostoli,
dei discepoli, dei Martiri e di tutti i Santi che avevano saputo e
sapevano soffrire per Gesù e sacrificarsi per il Suo Corpo
mistico: la Chiesa.
Tutti questi formavano le vene viventi del
Redentore, dove scorreva il flusso della grazia e della sua
sofferenza conciliatrice. Soffrivano in Gesù e Gesù in
loro e con loro; di tutto ne prendeva profitto la Chiesa militante
terrena. Per mezzo dei martiri ci furono innumerevoli conversioni. I
martiri rappresentano i canali mistici. Essi portano il sangue
vivente del Salvatore a migliaia e milioni di cuori umani. Tali
canali sono percorsi dai dolori della militanza e del martirio. Le
sofferenze dei martiri sono come molteplici grazie ecclesiali che
operano a pieno profitto per la salvezza della Chiesa militante e
terrena che, nelle ricorrenze dei Santi, celebra e commemora queste
sofferenze inserendole nel patrimonio comune della cristianità.
Tali sacrifici recano un valore eterno di beni inestimabili alla
Chiesa, e perciò la stessa dovrebbe celebrarli immedesimandosi
negli stessi, animata dalla fede con la preghiera, le opere
devozionali e di suffragio. Vidi purtroppo che la Chiesa militante
amministra male questi immensi beni, indicibili tesori di grazie
della Chiesa celeste. Vidi la Chiesa terrena come un giardino
magnifico che cela mille tesori da cogliere, ma questi non vengono
raccolti, e con il passar del tempo il campo diviene sterile e arido.
Così ebbi la misura della effettiva condizione della Chiesa
terrena, cioè la comunità dei fedeli, il gregge di
Cristo: tutto era senza vitalità, sonnolento le celebrazioni
senza sentimento, e le grazie che dovrebbero essere ricevute in
conseguenza di tali celebrazioni cadono sulla terra senza essere
colte, trasformandosi in colpe. Ricevetti la consapevolezza che la
Chiesa militante avrebbe dovuto espiare tali manchevolezze con
esercizi di riparazione per pareggiare i conti con quella celeste e
trionfante.
Per colpa delle mancate espiazioni, e dei
riconoscimenti delle proprie mancanze, la Chiesa militante per
quest’anno non potrebbe regolare i conti con quella trionfante
e cadrebbe ancora più in basso. Per questo motivo la S.
Vergine Maria, con un assiduo lavoro e avvalendosi della
collaborazione nel mondo di sette mistici, si occupava di compensare
questa condizione di caduta della Chiesa, degli uomini e della
natura. Tra questi sette mistici fui scelta anch’io a
partecipare a questa missione di soccorso per il risanamento del
bilancio della Chiesa terrena. Nel giorno di S. Caterina, nella casa
della “celebrazione delle nozze”, intrapresi con la santa
Vergine una faticosa raccolta di tutta la frutta e le erbe
necessarie. Iniziammo così tutte le difficili preparazioni. Mi
venne affidato il compito di pressare il miele con le mani dal cardo’
e portarlo alla santa Vergine Maria, la quale lo lasciava cuocere e
poi lo faceva pervenire dall’alto dove mancava.
Nell’amministrazione della Chiesa terrena la colpevolezza si
era fatta sempre più evidente, anzi era aumentata. I membri
della medesima, durante le loro riunioni nell’anno
ecclesiastico, avevano lasciato scorrere quella grazia di Dio,
quell’amore, senza saperlo cogliere; avevano dissipato, perduto
e guastato questo rifocillante dolce nettare, e molte anime che ne
avrebbero avuto bisogno sono state lasciate a languire e
inselvatichire nella dimenticanza. Il Signore però aveva preso
ciò che mancava dalla Chiesa trionfante, adesso quella
militante doveva rendersi conto e rimborsare con gli interessi i doni
ricevuti. Le manca molto miele nel bilancio della resa dei conti
sull’utilizzazione e l’amministrazione dei tesori della
Chiesa trionfante. Questa Grazia dissipata che, simbolicamente,
appare nel corpo del mondo come miele, era stata donata da Dio, e
questo miele deve essere a Lui ridato. Non bisogna dimenticare,
però, che se il raccolto viene fatto nell’epoca della
fioritura basta un minimo impegno per un’accurata apicoltura,
ma se viene fatto in ritardo, e con trascuratezza, occorrono pene e
fatiche. Quando i fiori non ci sono più può essere
utilizzato solo il cardo. La compassione di Gesù si avvale dei
membri della Chiesa affinché espiino e portino il sacrificio
delle pene e dei dolori per le mancanze degli altri. A questo fine
uno di questi volontari, scelto da Cristo, spreme con mani
insanguinate i pungenti cardi, traendo il miele che viene cucinato e
preparato dalla Santa Vergine, la Madre della Chiesa. Il martirio del
mio duro lavoro proseguì per giorni e notti. Poi potei vedere
la situazione di entrambe le Chiese. In conseguenza a questo duro
lavoro ci fu una riduzione del debito, e così quella in basso
emerse dall’oscurità e i membri della Chiesa militante
si avvicinarono sempre più a quella trionfante.
Come ho già detto, nello stesso modo in cui io lavoravo per
servire la Madonna con il fine di sorreggere la Chiesa terrena,
operavano nel mondo anche altre tre donne e tre uomini: la
stigmatizzata di Cagliari, Rosa Maria Serra, una donna molto malata
con grandi infermità corporali; un francescano nel Tirolo, che
ho visto spesse volte, e un giovane religioso, in una casa dove si
trovavano altri sacerdoti, in una zona montuosa. Quest’ultimo è
particolarmente elevato nell’anima, soffre molto per la
condizione della Chiesa oberato da dolori immensi. Ogni sera
supplica, con cuore sincero rivolto a Dio, di lasciarlo soffrire per
tutte le mancanze che oggi appaiono nella Chiesa. Il terzo è
un uomo distinto, ammogliato e con molti bambini, ha una moglie
cattivissima e confusa, e presa da una pressante occupazione per
l’amministrazione della casa. Vive in una grande città,
nella quale ci sono cattolici, protestanti, giansenisti 2 e liberi
pensatori. Il suo modo di vivere è nel più grande
ordine, è sempre pieno di buone azioni verso i poveri e
sopporta con sofferenza la moglie cattiva, ma in nobilissimo modo.
Nella città in cui vive c’è una strada abitata da
giudei e segregata, è chiusa da una parte all’altra con
portoni e c’è molto commercio ambulante. Quando poi
finii con il mio lavoro mi apparvero, vicino al Salvatore, due grandi
tavole dove era raccolto tutto il bene e il male, il bello e il
brutto, anche tutti i miei lavori erano rappresentati
figurativamente. Su una tavola si trovava tutto quello che era
trascurato e annullato, mentre sull’altra c’erano le più
belle corone, paramenti e fiori. Le cose più meravigliose di
Dio.
Da una parte si potevano vedere ghirlande strappate, brutti
vestiti mezzo confezionati ed ogni specie di verdure ed erbe
spezzettate, un miserabile mucchio di rovine e cocci: queste sono le
rovine che portiamo dentro di noi. A quelle visioni divenni molto
triste e non potetti trattenermi dal piangere per due ore a viso
chino tanto che sentii il cuore sciogliersi nel petto. Tutti questi
frammenti e cose stavano dietro le spalle di Gesù. Allora Egli
mi si avvicinò misericordioso, e mi disse: “Solo queste
lacrime mi sono mancate, ti ho lasciato vedere tali cose affinché
non potessi pensare che fosse imputato a te; ho preso tutto questo
sulle mie spalle”. Anche le altre sei persone piangevano e
venivano confortate nello stesso modo dal Redentore. Vidi la Santa
Vergine avvicinarsi alla Chiesa e stendere su di lei il suo mantello,
radunando sotto di esso molti poveri, malati e storpi. Mi apparvero
Gesù e gli Apostoli nel più alto Coro della Chiesa e
sentii che dalla distribuzione dell’Eucarestia si emanava come
una nuova energia tutt’intorno tra i fedeli. In un luogo, che
mi sembrò di purificazione, vidi permanere delle anime, altre
invece salire in cielo dopo solo un giorno o due. Erano immagini del
Purgatorio e della Chiesa sofferente. Mi apparve un altro luogo di
attesa, sotto una volta angusta, dove sembrava che le anime avessero
la loro prigione. Un Angelo consolatore giunse a confortarle,
portando loro un’offerta; vidi la luce rossa di una candela su
un altare. Venni a sapere che le povere anime, se non possono aiutare
nemmeno se stesse, tuttavia pregano per la Chiesa. Qualche volta mi
appare l’immagine della situazione generale della Chiesa,
allora vedo tra occidente e settentrione, un buco nero profondo, dove
non penetra nessun raggio di luce: mi sembra che questo sia
l’inferno. Vidi una grande celebrazione nella Chiesa e molti
si univano alla stessa. Vidi allora molte chiese, o meglio sarebbe
dire luoghi di preghiera, con banderuole in cima ai tetti. Mi sembra
di vedere molta gente senza ordine e relazione con la Chiesa celeste,
ma anche senza alcuna relazione con la Chiesa sofferente. Costoro non
facevano parte di una comunità fondata e sviluppata, nel senso
ecclesiastico della Chiesa militante, sofferente e trionfante e non
ricevevano il Corpo del Signore nell’Eucarestia, bensì
solo pane. Essi correvano dove si distribuiva il pane. Ma, pur
nell’errore, innocentemente, aspiravano in modo devoto e
fervente al Corpo di Cristo e venivano appagati nei loro sentimenti
religiosi, anche senza il conforto di quest’Eucarestia, mentre
i soliti che si confessavano senza vero amore e fervore non
ricevevano assolutamente nulla, poiché i veri figli della
Chiesa sono coloro che amano il Signore nel profondo del cuore e
ricevono da Lui la vera forza.