Il Santo Arcangelo Michele
Le visioni
Beata Anna Caterina Emmerick

Il 29 settembre 1820 Anna Katharina Emmerich così
raccontava: Ebbi molte visioni meravigliose sulle apparizioni e
celebrazioni del Santo Arcangelo Michele. Mi trovai in molti posti
del mondo e vidi una sua chiesa in Francia, su uno scoglio del mare
(monte St. Michel), divenne Patrono della Francia. Vidi poi come re
Luigi, il Pio, venne aiutato a conseguire la vittoria. In seguito ad
un’apparizione della Madre di Dio si era rivolto all’Arcangelo
Michele, e poi per la devozione a quest’ultimo, volle imprimere
la sua immagine sulla bandiera e fondò un ordine cavalleresco
in suo onore. Mi apparirono una serie di immagini diverse
dell’Arcangelo: una sua apparizione a Costantinopoli e qualche
altra che non ricordo più. Vidi anche il miracolo della Chiesa
di Michele sulle montagne del Gargano, durante una grande
celebrazione: giungevano molti pellegrini stranieri con il bastone
ornato e l’Angelo serviva sull’altare con gli altri. Fui
poi con lui a Roma dove una chiesa era stata eretta al suo culto,
credo da papa Bonifacio, in seguito all’apparizione della Madre
di Dio.
Seguii l’Angelo dappertutto; si librava sopra di me, grande
e maestoso, ed aveva una spada. Presso la chiesa di S. Michele c’era
una contesa di moltissime persone; la maggior parte era formata da
cattolici che non si distinguevano dagli altri per il modo di agire
nella mischia, altri erano protestanti o membri di sette. Motivo
della ressa era la S. Messa; Michele calò giù e con la
sua grande spada scacciò via il grosso della mischia
disperdendola; restarono ancora circa quaranta persone e così
si poté celebrare facilmente la S. Messa. L’Angelo prese
per il pomo il tabernacolo con il Santissimo e, librandosi in alto,
lo portò via allontanandosi da quel luogo. Mi invitò a
seguirlo ancora, andammo verso Oriente fino al Gange, io sempre sotto
l’Angelo che volava. Poi ci dirigemmo verso settentrione.
Nell’accostarci a questa regione il freddo si faceva sentire
sempre più e il paesaggio diveniva più selvaggio e
solitario. Giungemmo ad una immensa superficie ghiacciata. Ebbi molta
paura in questo posto deserto, e molte anime da me conosciute, tra le
altre quella di mia madre, vennero a incoraggiarmi e mi
accompagnarono per un pezzo di strada. Arrivammo ad un mulino che
dovemmo attraversare. Le anime amiche, giunte fin qui, si ritirarono.
La superficie ghiacciata scricchiolava sotto i miei piedi e l’acqua,
che veniva sospinta dal mulino, era calda. Questo mulino era pieno
delle anime dei governanti e altri grandi illustri di tutti i tempi e
paesi. Costoro scontavano la loro pena per tutte le loro mancanze
sulla terra. Facevano penitenza in questo luogo macinando una
quantità di rospi, serpenti e altri animali velenosi e
disgustosi, come anche oro e argento, che così passati
scivolavano nell’acqua e, senza più danneggiare,
ritornavano sulla terraferma. Queste persone lavoravano nel mulino
come mugnai e dovevano adoperarsi sempre con la scopa per spazzare da
sotto la macina gli innumerevoli insetti per non essere impediti nel
lavoro. Essi si alternavano nel lavoro e dovevano inoltre distruggere
gli odiosi insetti per non permetterne la propagazione. Una di queste
persone parlò con me, dopo aver spazzato gli insetti in modo
da permetterci di attraversare il mulino. Mi spiegò,
avvicinandosi, che le persone là dentro, adibite a quel lavoro
dovevano scontare una pena e rimanere in questo luogo finché
la grande massa di ghiaccio non si fosse disciolta del tutto, mi
disse pure che erano felici in quanto noi passando di là
avremmo contribuito a far ritirare una piccola parte di questa massa
di ghiaccio. Risalimmo e l’Arcangelo Michele volava sopra di
me, mentre il cielo diveniva sempre più chiaro di un blu
tenue. Il sole e gli altri astri mi apparivano adesso come dei volti
umani. Mi guidò per tutta la terra e attraverso tutti i mondi
celesti. Vidi innumerevoli giardini e la frutta con le sue
caratteristiche. Spero che questi segreti mi restino ancora aperti in
modo che possa trarne medicinali per guarire i devoti e la povera
gente. Vidi cori di Santi e spesso, sparpagliati dappertutto, Santi
con i simboli dei loro ordini religiosi e le loro caratteristiche
individuali. Librando nell’aria giungemmo più in alto,
in un mondo maestoso e indescrivibilmente meraviglioso che aveva le
sembianze di una cupola gigantesca: la base era come un piano blu
circondato da un anello di luce sul quale ce n’erano ancora
altri nove. Su ognuno di questi si erigeva un trono e differenti cori
di Angeli. Da ogni trono si innalzavano archi pieni di colori,
frutta, pietre preziose e tutti gli infiniti doni di Dio. Questi
archi tendevano verso l’alto e si intrecciavano tra di loro
formando così una cupola sulla quale, in cima a tutto, c’erano
tre altri scanni, oppure troni di Angeli. Al centro si trovava quello
dell’Arcangelo Michele. Quest’ultimo si librava
nell’aria, e depose il tabernacolo della Chiesa sulla cupola.
I tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, si libravano
intorno a tre dei nove archi. Nove cori angelici stavano sotto di
loro. Quattro grandi Angeli alati e splendenti si muovevano in
circolo intorno ai tre Arcangeli: Raphiel, Etophiel, Emmanuel e
Salatiel. Essi sono gli Elohim, i curatori e gli elargitori delle
abbondanti grazie di Dio che distribuiscono nella Chiesa nelle
quattro direzioni di tutto il mondo ricevendo direttamente, queste
Grazie di Dio, dai tre Arcangeli. I più spirituali, tra i tre
Arcangeli, apparivano Raffaele e Gabriele, perché vestiti
interamente di bianco, mentre Michele aveva un elmo con una cresta
sul capo. La parte superiore del corpo era avvolta da un’armatura
e cinta da legacci, la sua veste scendeva fino alle ginocchia come un
grembiule increspato. In una mano aveva una lunga bacchetta con una
croce e, sotto, una bandierina con l’effige di un agnello,
nell’altra mano portava invece una spada fiammeggiante. Ai suoi
piedi c’erano anche legacci. Più in alto, sopra questa
cupola, potei vedere la Santissima Trinità rappresentata da
tre figure: il Padre, come un vecchio supremo sacerdote, il quale
porgeva al Figlio, alla sua destra, la sfera del mondo; il Figlio
aveva la croce nell’altra mano. Alla sinistra del Padre c’era
una figura alata splendente di luce. Intorno a loro sedevano, in
circolo, 24 anziani su scranni. I Cherubini e i Serafini stavano con
molti altri intorno al trono di Dio in permanenti canti di lode. Al
centro, elevata un pò più sopra Michele, si trovava
Maria circondata da innumerevoli anime luminose di Angeli e Vergini.
La grazia di Gesù passava, attraverso Maria, ai tre Arcangeli.
Ognuno dei tre Arcangeli irradiava tre doni divini su tre dei nove
Cori degli Angeli, e questi, a loro volta, agivano di nuovo su tutta
la natura e la storia. Quando il tabernacolo fu ben piazzato vidi
come il medesimo, con l’aiuto della s. Vergine Maria e tutti i
cieli, e con l’aiuto diligente degli Angeli si trasformava in
una chiesa. Poi il tabernacolo crebbe ancora trasformandosi alla fine
in una grande e splendente città piena di luci e colori, era
la Gerusalemme celeste! La quale prese a scendere, attraverso un
arco, lentamente e a tratti, sempre più in giù verso la
terra. Non so come ciò potesse avvenire.
Improvvisamente
vidi venirmi incontro tanta gente che camminava capovolta, seguendo
la rotazione della terra, in un secondo momento la vidi, invece,
camminare con i propri piedi, verso la nuova Gerusalemme che prendeva
il posto di quella terrestre. A questo punto la visione si interruppe
ed io cadendo sempre più nell’oscurità mi mossi
verso casa. In un’altra immagine vidi una battaglia grandiosa
svolgersi sulla terra: gli uomini sparavano dalle macchie piene di
soldati, tutto il campo di battaglia era avvolto dal fumo. Grandi
città si scorgevano da lontano. Poi giunse san Michele con un
grande esercito di Angeli e separò i litiganti quando proprio
tutto sembrava perduto. Un capo potente ebbe un incontro con san
Michele e in conseguenza vidi trionfare la pace.