6 - Si narra come gli apostoli uscirono a predicare alla moltitudine accorsa al cenacolo e cominciarono a parlare in varie lingue.
Suor Maria d'Agreda

Si narra come gli apostoli uscirono a predicare alla moltitudine accorsa al cenacolo e cominciarono a parlare in varie lingue, convertendo circa tremila persone, nonché ciò che in tale occasione operò Maria santissima.
73. Di fronte ai segni tanto manifesti che accompagnarono la discesa del Paràclito, ci fu agitazione in tutta Gerusalemme per la meraviglia davanti a un evento così straordinario e, appena si fu sparsa la notizia di quanto si era osservato sul cenacolo, la folla si radunò per informarsi dell'accaduto. In quel giorno si celebrava una delle feste degli ebrei e, sia per questo motivo sia per una speciale decisione celeste, c'erano numerosi forestieri e stranieri di tutte le nazioni, ai quali l'Altissimo voleva rivelare quel prodigio e l'inizio dell'annuncio della legge evangelica, che il Verbo incarnato, nostro maestro, aveva disposto per la salvezza dell'umanità.
74. Gli apostoli, che con la pienezza dei doni dello Spirito Santo erano infiammati di carità, sapendo che la città accorreva alle porte della casa dove si trovavano domandarono licenza alla loro Regina di uscire a predicare, perché tanta grazia non poteva rimanere oziosa nemmeno per un istante senza ridondare a beneficio delle anime e a nuova gloria del suo Autore. Apparsi dinanzi alla moltitudine, incominciarono a proclamare i misteri della fede e della vita eterna con inaspettato coraggio e con parole simili a raggi di luce e di fuoco, che penetravano gli ascoltatori, i quali restarono tutti sorpresi e come attoniti poiché sino ad allora erano stati timidi e ritirati. Questi si guardavano e si dicevano gli uni gli altri: «Cos'è ciò che vediamo? Costoro non sono forse tutti galilei? Come dunque li sentiamo ciascuno esprimersi nella nostra lingua nativa? Siamo giudei e proseliti, romani, latini, greci, cretesi, arabi, parti, medi e di ogni regione del mondo, e tutti li intendiamo. Oh, grandezza del Signore! Quanto è mirabile nelle opere sue! ».
75. Il fatto che gente proveniente dai luoghi più disparati udisse Pietro e gli altri nel proprio idioma fu causa di singolare stupore, insieme alla dottrina che era presentata; ma essi, sebbene con l'effusione della scienza e delle elargizioni superne avessero ricevuto la capacità di comunicare in tutti i linguaggi, che era loro necessaria per portare ovunque la lieta novella, in tale occasione impiegarono esclusivamente l'aramaico. Il sommo sovrano compì questo portento affinché fossero meglio capiti, per la ragione che non traducevano quello che asserivano poiché altrimenti avrebbero avuto bisogno di ripetersi almeno diciassette volte, per le altrettante popolazioni che secondo Luca erano lì, con enorme dispendio di tempo e immensa confusione e molestia.
76. Se il testo narra che i Dodici si misero a parlare in varie lingue, è perché in un momento le compresero tutte e poi le utilizzarono e perché furono percepite dagli astanti, con effetti differenti in base ai sentimenti contrari che le diverse disposizioni provocarono in questi. Chi era animato da pietà afferrava molto riguardo a Dio e alla redenzione, di cui essi trattavano con sublimità e fervore: era acceso e mosso dalla forza dei loro discorsi a vivi desideri di conoscere la verità, nonché rischiarato e spinto a compunzione dall'illuminazione divina per piangere le proprie colpe e chiedere clemenza, implorando perciò tra le lacrime di essere istruito su che cosa avrebbe dovuto fare. Chi era duro di cuore, invece, si sdegnava privandosi delle ricchezze che venivano dischiuse e, piuttosto che prestar loro attenzione, li definiva fautori di novità e falsi devoti. Parecchi dei più empi, nella loro perfidia e invidia, li biasimavano con maggiore asprezza sostenendo che erano ubriachi e fuori di senno; ed alcuni di loro erano tra quelli che avevano ripreso l'uso dei sensi dopo essere caduti al rombo di tuono, perché si erano rialzati addirittura più ostinati e ribelli.
77. Per combattere una simile bestemmia, il capo della comunità ecclesiale dichiarò a voce elevata: «Uomini di Giudea e voi tutti che siete in Gerusalemme, vi sia ben noto che questi al mio fianco non sono ebbri di vino come immaginate, non essendo passato il mezzogiorno, ora in cui generalmente si commette tale disordine. In essi si è adempiuto ciò che l'Altissimo assicurò per mezzo di Gioèle: "In futuro riverserò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i giovani e i vecchi avranno visioni e sogni; anche ai miei servi e alle mie serve lo donerò, realizzerò meraviglie nel cielo e segni sulla terra prima che giunga il giorno della mia manifestazione, e chiunque mi invocherà sarà salvo". Considerate quanto affermo: voi avete ucciso per mano di iniqui Gesù di Nazaret, mentre egli era perfetto, accreditato dal Padre con, gli ammirevoli miracoli dei quali siete consapevoli e testimoni; tuttavia è stato risuscitato come aveva predetto Davide, che evidentemente non si riferì a se stesso, giacché il suo sepolcro è ancora fra voi, ma appunto a lui. Noi attestiamo di averlo incontrato risorto e di averlo osservato quando veniva innalzato per sedersi alla destra dell'Eterno. Apprendano gli increduli quello che la loro malizia pretende di negare, malizia a cui si opporranno i prodigi che opererà in noi, suoi ministri».
78. «Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso è stato costituito Signore e Cristo». Tanti si sentirono trafiggere dalle sue parole e tra i gemiti domandarono come avrebbero potuto avere rimedio. Quindi, egli proseguì: «Pentitevi e fatevi battezzare nel suo nome per la remissione dei vostri peccati; dopo discenderà su di voi lo Spirito Santo, perché tale promessa è per voi, per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani e che l'Onnipotente chiamerà a sé. Approfittate di ciò che vi è offerto e separatevi da questa generazione perversa». Gli apostoli continuarono a diffondere il loro annuncio: i più malvagi e diffidenti furono sconcertati e, non trovando nulla da replicare, se ne andarono; quelli, però, che abbracciarono la fede e si unirono a loro furono quasi tremila, con profondo timore e spavento dell'intera città.
79. Questi ultimi erano di ogni nazione allora lì presente, affinché il frutto della redenzione arrivasse subito a tutte le genti, da tutte si formasse un'unica Chiesa universale e a tutte si estendesse l'effusione della grazia, senza l'esclusione di nessuno. Molti erano tra quanti avevano seguito con compassione il nostro Maestro e avevano riflettuto sulle sue sofferenze e sulla sua morte. Aderirono al Vangelo pure alcuni che avevano collaborato ad essa, pochi solo poiché pochi si disposero, dal momento che altrimenti tutti sarebbero stati perdonati. Alla sera Pietro e i suoi compagni si ritirarono al cenacolo con gran parte dei nuovi discepoli per rendere conto dell'accaduto alla Regina della misericordia e perché questi la conoscessero e venerassero.
80. Ella non era all'oscuro di niente, avendo inteso tutto dal suo oratorio e avendo penetrato fino ai minimi pensieri e sentimenti degli ascoltatori. Era stata ininterrottamente con il viso nella polvere, impetrando nel pianto che si convertissero quelli che difatti lo fecero e che i rimanenti cooperassero con gli aiuti superni. Per sostenere i Dodici e gli astanti, aveva invitato parecchi dei suoi custodi ad assistere gli uni e gli altri con buone ispirazioni e ad infervorare e incoraggiare la predicazione; i suoi comandi erano stati eseguiti ed aveva agito con il suo potere e la sua eccellenza, nella misura appropriata a una simile occasione, nonché alla causa e alla materia di cui si trattava. Allorché entrò al suo cospetto quella copiosa primizia, accolse tutti con gioia inesprimibile e con la dolcezza di una tenera madre.
81. Il vicario di sua Maestà proclamò: «Fratelli miei e servi dell'Altissimo, ecco colei che ha generato il nostro Salvatore, che confessate vero Dio e vero uomo: gli ha dato la forma umana concependolo nel suo grembo ed è restata vergine durante il parto e dopo il parto come lo era prima del parto. Ricevetela come madre, protettrice e mediatrice, e grazie a lei noi e voi riceveremo luce, consolazione e rifugio dalle nostre colpe e dalle nostre miserie». Questa esortazione e la vista di Maria purissima produssero in essi mirabili effetti, perché il privilegio di procurare benefici interiori e di illuminare in modo particolare chi la contemplava con ossequio e riverenza le era stato rinnovato e accresciuto quando era stata nell'empireo accanto al suo Unigenito. Tutti, avendo avuto tale favore, si prostrarono ai suoi piedi e tra le lacrime la implorarono di stendere la mano e di impartire loro la benedizione; però ella, nella sua umiltà, si schermiva poiché c'erano i sacri ministri e addirittura il loro capo, che dovette sollecitarla: «Signora, non privateli di ciò che la loro pietà richiede per il loro conforto». Obbedì e accondiscese con serenità.
82. L 'amore che li infiammava li muoveva a bramare che tenesse loro un discorso, mentre il rispetto e la soggezione li trattenevano dal supplicarla, ma avendo ponderato la sua docilità nei confronti del principe degli apostoli ricorsero a lui, affinché la pregasse di non licenziarli senza aver rivolto loro qualche parola che li animasse maggiormente. Egli, pur ritenendo opportuno rafforzare tutti costoro, che erano appena rinati in Cristo, sapendo bene che la nostra prudentissima sovrana non ignorava che cosa fosse conveniente fare, non ardì dire altro che questo: «Signora, prestate attenzione alle attese dei vostri devoti». Immediatamente ella affermò: «Carissimi, ringraziate di cuore l'Onnipotente perché fra tutti ha attratto e chiamato voi alla via della vita con l'annuncio della fede. Siate saldi in essa, professandola e credendo tutto quello che contiene la legge evangelica, come la ordinò Gesù, e stando sottomessi a questi sacerdoti, che vi istruiranno; poi, per mezzo del battesimo sarete contrassegnati con l'impronta e con il carattere di figli dell'Eterno. Io mi offro come vostra ancella per soccorrervi in ogni vostro bisogno e intercederò per voi presso il Redentore, domandandogli che vi guardi con clemenza, vi manifesti lo splendore del suo volto nell'autentico gaudio e fin d'ora vi comunichi la sua grazia».
83. Tutti furono sollevati, rischiarati e colmati di ammirazione e sorpresa per quanto erano giunti a comprendere della Regina del mondo. Ottenuta ancora la sua benedizione, si congedarono da lei migliorati e riempiti di straordinari influssi. I Dodici e i discepoli da allora continuarono senza interruzione a diffondere la lieta novella e a compiere prodigi, e in quell'ottava catechizzarono non solo i tremila che si erano convertiti a Pentecoste, ma pure tanti altri che giorno per giorno si univano a loro, avvalendosi della capacità di insegnare a ciascuno nella sua lingua. Sebbene essi l'avessero avuta in grado superiore, questa, per le necessità legate all'enorme numero dei nuovi membri della comunità ecclesiale, era stata elargita a tutti i centoventi che si erano trovati con loro nel cenacolo, incluse Maria di Màgdala e le sue compagne. Queste ammaestravano parecchie donne, che andavano a loro dopo avere udito la predicazione, e ne attiravano altre con la fama dei miracoli che anch'esse realizzavano, benché in misura minore; infatti, guarivano tutte le infermità con la semplice imposizione delle mani, facevano vedere i ciechi, parlare i muti, camminare gli storpi e risuscitare molti morti. Nell'intera Gerusalemme c'era grande stupore e non si discorreva di altro che di quello che stava accadendo.
84. La notizia della novità si sparse nella stessa maniera fuori dalle sue mura, giacché nessuno vi arrivava con qualche malattia senza tornare libero e sano. Tali meraviglie furono indispensabili, non soltanto per confermare il messaggio che era divulgato, ma anche perché il desiderio naturale che gli uomini hanno della salute del corpo li stimolasse a recarsi dai ministri del Signore e così, spinti dalla ricerca di questa, ascoltassero la loro proclamazione e conseguissero parimenti quella dell'anima, come generalmente avveniva. Si moltiplicavano dunque i cristiani, i quali erano ardenti e ferventi al punto che incominciarono tutti a imitare la povertà del Salvatore: disprezzavano le ricchezze e deponevano quanto avevano ai piedi degli apostoli, senza riservare niente per sé e facendo parte di ogni cosa a tutti, decisi ad affrancarsi dai rischi del possesso e a vivere nella sobrietà, nell'onestà, nella modestia e nell'orazione incessante, non preoccupandosi che delle realtà superne. Si reputavano fratelli e figli di uno stesso Padre che è nel cielo e, siccome avevano in comune la fede, la speranza, la carità, i sacramenti e la beatitudine cui tendevano, giudicavano pericolosa la disuguaglianza tra chi era erede dei tesori divini e confessava le medesime verità. Stimavano una dissonanza che, essendovi tra loro tanta unione in ciò che era principale ed essenziale, vi fossero poi alcuni facoltosi e alcuni nell'indigenza, senza che i beni materiali venissero condivisi come gli altri, dal momento che procedevano entrambi dallo stesso Padre a vantaggio di tutti i suoi figli.
85. Fu il secolo aureo e il felice principio della Chiesa, in cui l'impeto del fiume rallegrò la città di Dio e la corrente della grazia e dei doni dello Spirito fertilizzò quel paradiso appena piantato da sua Maestà, in mezzo al quale stava l'albero della vita, Maria santissima. La fede era desta, ferma la speranza, infiammata la carità, pura la sincerità, schietta l'umiltà e integra la giustizia; i credenti non erano toccati dall'avarizia, non si curavano della vanità, calpestavano il fasto, ignoravano la cupidigia, la superbia e l'ambizione, vizi che successivamente si sono estremamente sviluppati fra coloro che si dichiarano seguaci di Gesù e con le azioni lo negano. Noi siamo soliti addurre a nostra discolpa che essi erano meno ed erano i primi frutti del Paràclito, che i tempi erano differenti e che la Signora della sapienza li difendeva e rinvigoriva con la sua vicinanza, la sua preghiera e la sua protezione perché si comportassero eroicamente.
86. A questa obiezione ribatterò più avanti, quando dalla narrazione risulterà palese che i suddetti peccati si sono introdotti per responsabilità dei battezzati, conferendo al demonio un tale potere che nemmeno nella sua tracotanza e malizia egli immaginava di conquistare. Intanto, affermo unicamente che la forza dello Spirito non si è esaurita e sarebbe ugualmente efficace in molti sino alla fine come lo fu in pochi all'inizio, se ci fossero disposizioni simili. Le situazioni sono effettivamente cambiate; però, il passaggio dalla virtù alla corruzione non dipende dai pianeti o dagli astri, bensì da quanti hanno abbandonato il retto sentiero e si sono avviati verso la rovina. Non mi riferisco ora ai pagani e agli eretici, che sono impazziti del tutto deviando non solo dalla luce della fede ma anche dalla ragione; mi riferisco piuttosto a chi si pregia di essere un discepolo mentre di discepolo non ha che il nome, e talvolta ne approfitta per mascherare e nascondere le trasgressioni.
87. In questa terza parte non sarà possibile scrivere che qualcuna delle innumerevoli opere mirabili che la nostra Regina compì, ma quello che racconterò e la durata della sua permanenza nel mondo dopo l'ascensione saranno sufficienti per dedurre parecchio, perché non si arrestò né si riposò, e non perse mai l'occasione di concedere eccezionali benefici alla comunità primitiva nel suo insieme o a qualche suo membro in particolare, sia intercedendo presso il suo Unigenito senza che nulla le fosse rifiutato, sia insegnando, ammonendo, consigliando e diffondendo in vari modi le elargizioni celesti, delle quali era dispensatrice. Tra gli arcani misteri che mi sono stati svelati, uno è che in quegli anni coloro che si dannavano erano ben rari in confronto a ciò che è avvenuto in seguito.
88. Tale fortuna potrebbe provocare salutare invidia in noi che ci troviamo in un'epoca peggiore se fossero andate diminuendo la sua autorità, la sua benevolenza e la sua clemenza. Sicuramente non abbiamo la gioia di vederla, parlarle e udirla corporalmente, ed in questo i cristiani di allora furono senz'altro favoriti rispetto a noi; tuttavia, consideriamo che nella sua scienza e nel suo amore fummo già tutti presenti, poiché ci ravvisò uno per uno nell'ordine in cui avremmo avuto in sorte di nascere ed elevò suppliche per noi come per loro. E adesso nell'empireo non è meno potente di quanto lo fosse quaggiù ed è madre nostra come lo fu di quei figli, ma - ahimè - il nostro ardore e la nostra devozione sono assai diversi. Non è mutata, e il suo patrocinio e il suo soccorso non sarebbero minori se anche noi ricorressimo a lei pentiti, umiliati e ferventi, sollecitando il suo intervento e lasciando il nostro destino nelle sue mani con speranza certa del rimedio; infatti, indubbiamente l'intera Chiesa cattolica nel suo declinare sperimenterebbe la medesima assistenza che ebbe al suo sorgere.
89. Torniamo alla cura che la tenera Vergine aveva degli apostoli e delle persone che si erano appena convertite, attendendo alla consolazione e ai bisogni di tutti e di ciascuno. Ella animò e incoraggiò i Dodici e gli altri predicatori, ricordando l'attenzione che dovevano prestare alle dimostrazioni prodigiose con le quali sua Maestà cominciava a fondare la legge evangelica, la forza che lo Spirito Santo aveva comunicato loro per renderli ministri idonei e l'aiuto del braccio dell'Altissimo che avevano sempre riscontrato; inoltre, inculcò loro che lo confessassero e magnificassero come autore di tutte quelle meraviglie e che per tutte lo ringraziassero umilmente, e li invitò a continuare con profonda fiducia ad annunciare la buona novella, ad esortare i credenti e ad esaltare il Salvatore affinché fosse lodato, conosciuto e adorato da tutti. Fu la prima a mettere in pratica ciò che raccomandava con genuflessioni, mortificazioni e cantici, con tanta pienezza che per nessuno dei battezzati omise di innalzare intense preghiere e di manifestare gratitudine all'Eterno, perché li teneva distintamente impressi nella sua mente.
90. Per di più accoglieva, ascoltava e accarezzava tutti con parole di vita. Nei giorni dopo la Pentecoste molti conversarono con lei in segreto aprendole il proprio intimo, sebbene quanto le palesavano le fosse già noto, giacché scrutava i cuori, i sentimenti e le inclinazioni; con questa sapienza si adattava alle necessità e al temperamento di ognuno, applicandogli la medicina appropriata. In tale maniera accordò grazie così singolari che non si possono intendere finché siamo viatori.
91. Nemmeno uno dei fedeli che la nostra Maestra istruì e catechizzò si perse, benché fossero numerosissimi quelli che ebbero un simile privilegio, poiché per tutto il tempo del loro pellegrinaggio fece per essi speciali orazioni e furono scritti nel libro della vita. Per obbligare Gesù, gli diceva: «Mio Signore e mio unico bene, per vostra volontà sono ridiscesa sulla terra per occuparmi dei miei fratelli. Non riesco a sopportare che il vostro preziosissimo sangue risulti privo di frutti in coloro che implorano la mia intercessione, e non è giusto che divengano infelici per essersi avvalsi di questo vile verme per ottenere da voi pietà. Ammetteteli tra gli eletti, vostri amici, per vostra gloria». Le fu subito risposto che sarebbe stata esaudita e sono convinta che lo stesso succeda oggi con quanti si meritano la sua mediazione e la cercano con sincerità; invero, se ella si rivolge al suo Unigenito con siffatte domande, come le negherà tanto poco colui che le diede tutto il suo essere affinché lo rivestisse della carne e della natura umana, e in questa lo allevasse e alimentasse al suo castissimo petto?
92. Parecchi dei nuovi discepoli, stimandola enormemente per averla vista e sentita parlare, le portavano gioielli, ricchezze e grandi regali, e particolarmente le donne si spogliavano dei loro più pomposi ornamenti per offrirglieli. Maria non accettava niente e, qualora fosse stato opportuno prendere qualcosa, disponeva occultamente gli animi perché i donatori si dirigessero dagli apostoli e perché questi dispensassero il tutto ripartendolo con carità ed equità tra i più poveri, senza comunque tralasciare di essere riconoscente come se il beneficio fosse stato ricevuto da lei. Usava ineffabile bontà con gli indigenti e gli infermi, che sovente guariva da vecchi mali, e tramite Giovanni provvedeva a molteplici mancanze nascoste, non trascurando nulla. Inoltre, poiché i Dodici e gli altri erano impegnati per l'intera giornata nella proclamazione del lieto messaggio, aveva premura di preparare il cibo per il loro sostentamento, e lo serviva personalmente stando in ginocchio e chiedendo con inesprimibile riverenza di baciare la mano di ciascuno, anzitutto dei sommi sacerdoti e fondatori della Chiesa; infatti, ponderava la dignità di questi ultimi nonché le loro anime confermate in grazia e nobilitate dall'azione dello Spirito, e a volte li osservava nel radioso splendore che effondevano, accrescendo ulteriormente la sua venerazione.
Insegnamento della Regina del cielo
93. Figlia mia, in quanto hai appreso degli avvenimenti riferiti nel presente capitolo troverai contenuto molto riguardo al mistero della predestinazione. Considera che la redenzione fu efficace per tutti, perché fu assolutamente sovrabbondante. La dottrina della verità fu proposta a tutti quelli che l'udirono direttamente o ne ebbero notizia per gli effetti della venuta di Cristo nel mondo, e per di più l'annuncio esterno del rimedio fu accompagnato da impulsi interiori ed aiuti affinché lo accogliessero e se lo assicurassero. Ti meravigli allora che il primo discorso di Pietro abbia convertito solo tremila uomini tra l'immensa folla che vi era in Gerusalemme? Eppure, sarebbe causa di maggiore stupore il fatto che adesso ben pochi intraprendano il cammino della salvezza, mentre il Vangelo si è ampiamente diffuso, la predicazione è frequente, i ministri sono numerosi, la luce della fede è più chiara, la penetrazione degli arcani superni più profonda. Ciò nonostante, gli occhi sono più ciechi, i cuori più induriti, la superbia è più gonfia, l'avarizia senza alcun velo e ogni vizio senza alcun timore di Dio e senza ritegno.
94. In questa degenerazione e tristissima sorte nessuno ha diritto di recriminare contro l'altissima equità del Signore, che a tutti e a ciascuno accordò e accorda la sua paterna misericordia indicando così la via della vita e della morte, ed è rettissimo nei confronti di coloro ai quali permette di essere insensibili. I reprobi piangeranno irreparabilmente su se stessi quando, non esistendo più nel tempo, conosceranno quello che avrebbero potuto e dovuto conoscere nel momento appropriato. Se nel breve pellegrinaggio che viene loro dato di compiere per guadagnarsi il gaudio perenne si chiudono a sua Maestà e ascoltano il demonio sottomettendosi alla sua empissima volontà e non giovandosi della benignità divina, che cosa addurranno a loro discolpa? E se non sanno scusare un'ingiuria ma per qualsiasi lieve offesa intentano crudelissime vendette, se per accumulare beni e possessi pervertono l'ordine della ragione e della fratellanza naturale, se per un turpe diletto si dimenticano della pena eterna, e soprattutto non tengono conto degli avvertimenti e dei suggerimenti che sono inviati loro affinché abbiano paura della perdizione e non si abbandonino ad essa, come si lamenteranno del tribunale celeste? Escano dunque dall'inganno i peccatori e si persuadano che senza penitenza non vi è assoluzione, senza ravvedimento non vi è remissione, e senza perdono non vi è gloria; questa, però, come non sarà certamente concessa a chi ne è indegno, neppure sarà negata a chi ne è degno, e non è mai mancata né mai mancherà la clemenza per chi vorrà meritarla.
95. Da tutto ciò, o carissima, bramo che tu raccolga gli ammaestramenti salutari che ti sono utili. Innanzitutto, bisogna che tu sia attenta ad ogni santa ispirazione e ad ogni ammonimento e insegnamento che sentirai anche dal più vile sacerdote o da chiunque altro, pensando prudentemente che non ti arava a caso e in assenza di un disegno della Provvidenza, giacché indubbiamente tutto è stabilito perché tu sia avvisata. Ricevilo pertanto con umile gratitudine e medita intimamente per discernere quale virtù tu possa e debba mettere in pratica con la sollecitazione che ti è stata donata, senza disprezzarla benché ti sembri piccola, poiché con tale opera buona ti prepari per altre di più grande valore. In secondo luogo, pondera il danno che procura alle anime la noncuranza di tanti benefici, villania che motiva la giustizia con cui l'Onnipotente lascia molti nell'errore. Se poi il pericolo è terribile in tutti, quanto lo sarebbe in te qualora sprecassi i cospicui favori che ti sono stati elargiti più che a parecchie generazioni? Il mio Unigenito dispone questo a vantaggio tuo e di tutti, e quindi ambisco infine che a mia imitazione nasca in te un cordialissimo desiderio di aiutare come ti sarà possibile i figli della Chiesa e gli altri, invocandolo fervorosamente e supplicandolo di guardarli con benevolenza e di salvarli. Affinché essi conseguano una simile fortuna, offriti di patire se sarà necessario, ricordandoti che sono costati al tuo sposo lo spargimento del proprio sangue e il sacrificio della propria vita e a me innumerevoli travagli. Domanda continuamente il frutto della redenzione, e io te lo impongo sotto precetto di obbedienza.