27 - Cristo risorto appare alle Marie e agli apostoli.
La mistica Città di Dio - Libro sesto
Suor Maria d'Agreda

Cristo risorto appare alle Marie e agli apostoli; essi ne danno notizia alla Regina, che li ascolta con prudenza.
1477. Il nostro Redentore risorto, dopo aver visitato e riempito di
gloria la sua Madre purissima, decise, come pastore colmo di affetto, di
riunire le pecorelle del suo ovile, che lo scandalo della passione
aveva messo in scompiglio e disperso. Lo scortavano sempre i santi padri
e tutti coloro che aveva portato fuori dal limbo e dal purgatorio,
anche se non si manifestavano. Solo la nostra Signora li scorse e parlò
con essi nel tempo che passò sino all'ascensione. Cristo, quando non
appariva ad altri, stava sempre nel cenacolo con lei, che in quei
quaranta giorni non si allontanò mai da lì, dove godeva della sua vista e
del coro dei profeti e dei beati, che attorniavano sempre il Re e la
Regina. Egli, per presentarsi agli apostoli, cominciò dalle donne, non
perché queste fossero più deboli, ma anzi perché erano più forti nella
fede e nell'attesa della sua risurrezione, e proprio per questo
meritarono di essere le prime a ricevere il favore di contemplarlo.
1478. L'evangelista Marco ricorda la sollecitudine con la
quale Maria di Màgdala e Maria madre di Joses erano state ad osservare
dove veniva deposto il corpo di Gesù. Così, la sera del sabato
lasciarono con altre pie compagne la casa in cui era la Vergine, e si
recarono in città a comprare nuovi oli aromatici per levarsi l'indomani
di buon mattino e tornare ad adorare le sacre membra del loro Salvatore
con il proposito di ungerlo ancora. La domenica si svegliarono molto
presto per mettere in atto il loro devoto proposito, ignorando che il
sepolcro era stato sigillato e fatto custodire da guardie per ordine di
Pilato. Per strada discorrevano soltanto del problema di trovare chi
rimuovesse la pietra che sapevano essere stata posta all'ingresso; ma
l'amore dava loro il coraggio per superare tale ostacolo, senza
immaginare come. Quando partirono era ancora notte e quando giunsero si
era già fatto giorno, perché il sole sorse con tre ore di anticipo, per
le tre nelle quali si era oscurato alla morte di sua Maestà. Con questo
miracolo, sono concordi san Marco e san Giovanni, dei quali l'uno
afferma che esse andarono al levar del sole e l'altro che era ancora
buio; è tutto vero, perché si incamminarono prima dell'alba e furono
sorprese dai suoi raggi per la fretta e la diligenza con cui spuntò, nel
momento in cui stavano per arrivare, benché non si fossero trattenute
per via. Il monumento funebre era un piccolo sotterraneo scavato nella
roccia come una caverna chiusa da un enorme masso, e dentro da una parte
conteneva, un po' rialzata dal suolo, la tomba in cui erano state
collocate le spoglie.
1479. Mentre ancora non si erano rese conto della
difficoltà di spostare il macigno di cui discutevano, ci fu un terribile
terremoto, e nello stesso istante uno spirito celeste lo fece rotolare.
I sorveglianti caddero tramortiti per lo spavento, anche se non videro
il Signore, che era già risuscitato ed era uscito prima che venisse
liberato l'accesso. Le Marie, pur allarmate, si fecero animo e,
fortificate da Dio stesso, entrarono. Vicino alla soglia c'era l'angelo
seduto sulla pietra che aveva ribaltato; il suo viso era risplendente e
le sue vesti bianche come la neve. Egli si rivolse loro: «Non abbiate
paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto,
come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto». Scoprendo
vuoto il sepolcro, provarono profonda tristezza, perché erano più
intente al loro anelito che alla fiducia nelle sue parole.
Improvvisamente, comparvero altri due messaggeri divini che, ai lati
della tomba, continuarono: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora
in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse
consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il
terzo giorno. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi
precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».
1480. Allora si ricordarono dei discorsi del loro Maestro
e, convinte della sua risurrezione, fecero ritorno con notevole premura e
si precipitarono a dare l'annuncio agli undici e ad altri cristiani,
parecchi dei quali pensarono che stessero delirando. Tanto erano scossi
nella fede e tanto erano dimentichi di ciò che avevano udito dal
Redentore! Mentre le donne, con timore e gioia grande, narravano
l'accaduto, i soldati ripresero i sensi e, accorgendosi che il sepolcro
era aperto e dentro non c'era nessuno, si recarono a riferirlo ai sommi
sacerdoti. Questi, confusi, riunirono il consiglio per decidere che cosa
fare per negare quell'evento straordinario, così evidente che non c'era
modo di nasconderlo. Deliberarono di offrire loro molto denaro perché
dichiarassero che, mentre dormivano, erano venuti i sostenitori di quel
condannato e avevano rubato il suo corpo. Le guardie, avuta da costoro
la garanzia che sarebbero state sollevate da ogni noia, divulgarono
questa diceria tra i giudei. Molti furono tanto stolti da prestarle
credito; altri, più ostinati e ciechi, lo fanno ancora oggi, stimando
attendibile la testimonianza di chi confessò di essere rimasto
addormentato e al tempo stesso di aver assistito al furto.
1481. Il racconto delle Marie fu ritenuto un vaneggiamento,
ma Pietro e Giovanni, desiderando accertarsene con i propri occhi,
corsero sul posto, raggiunti poco dopo da esse. Giovanni arrivò per
primo e dalla porta vide le bende, ma per varcarla aspettò Pietro e lo
seguì all'interno; entrambi constatarono che le sacre membra non erano
lì. L'Evangelista attesta che egli allora credette e si assicurò di
quello di cui aveva cominciato ad essere persuaso quando aveva osservato
trasformata la Regina. I due ripartirono immediatamente per comunicare
agli altri ciò che con stupore avevano visto; le discepole, invece,
restarono lì fuori, commentando con ammirazione fra loro quanto stava
succedendo. Maria di Màgdala, con maggiore fervore e più gemiti, volle
entrare un'altra volta, e, anche se questo non era stato possibile agli
apostoli, scorse gli spiriti celesti. Ed essi le dissero: «Donna, perché
piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove
lo hanno posto». Quindi, uscì nell'orto e subito incontrò sua Maestà,
senza capire chi fosse. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi
cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:
«Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a
prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Chiamandola, si fece identificare
dalla voce.
1482. Quando ella si avvide che era lui, si infiammò tutta
di amore e di gaudio ed esclamò: «Rabbunì!». Gettatasi ai suoi piedi,
bramava di toccarli e baciarli, abituata come era a ricevere tale
favore. Egli, però, lo impedì: «Non mi trattenere, perché non sono
ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al
Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Costei obbedì
prontamente, piena di consolazione e di giubilo, e poco lontano trovò le
sue compagne. Stava terminando di descrivere loro ciò che era avvenuto e
come aveva contemplato Cristo risorto, ed esse, sorprese, versavano
lacrime di tenerezza e di gioia quando questi apparve e proclamò:
«Salute a voi». Come afferma san Matteo, tutte, riconoscendolo, si
prostrarono davanti a lui e lo adorarono; allora egli comandò di nuovo
loro di annunciare ai suoi di recarsi in Galilea e di attenderlo là.
Appena fu scomparso, tornarono in fretta al cenacolo e riferirono
l'accaduto; ma gli Undici e gli altri erano ancora renitenti a dare loro
credito. Quindi, esse andarono a esporre tutto alla Vergine, che, come
se lo avesse ignorato, ascoltò con mirabile benignità e prudenza, pur
essendo già stata informata di ogni cosa per mezzo di una visione
intellettuale. Traeva occasione dai loro discorsi per confermarle nella
fede negli eccelsi misteri dell'incarnazione e della redenzione e nelle
Scritture che li predicevano. Non rivelò, però, ciò che era capitato a
lei, anche se fu maestra di queste devote fedeli come suo Figlio fu
maestro degli apostoli per ricondurli a credere.
1483. Il Nuovo Testamento non riporta l'apparizione a
Pietro, benché Luca la supponga; venne dopo quella alle prime testimoni e
fu più nascosta, da solo a solo, dato che egli era il capo della
Chiesa. Soltanto più tardi l'Unigenito si mostrò ai discepoli riuniti o a
qualcun altro di loro, e questo nella medesima giornata, dopo che le
donne avevano annunciato al vicario del Salvatore di averlo incontrato.
Quindi, si manifestò ai due che quella sera erano in cammino da
Gerusalemme al castello di Emmaus, distante sette miglia; si trattava di
un certo Clèopa e dello stesso Luca. Al riguardo si legge nei Vangeli e
quest'ultimo narra dettagliatamente il fatto', che si svolse nella
maniera seguente. Lasciarono la città dopo avere udito la relazione
delle Marie e per via continuarono a conversare sugli eventi della
passione, sulla grandezza del loro Signore e sulla crudeltà dei giudei.
Si meravigliavano che l'Onnipotente avesse permesso che un uomo tanto
santo e innocente sostenesse tali ingiurie e tormenti. L'uno disse:
«Quando mai si notò simile amabilità?». E l'altro: «Chi mai sperimentò
tale pazienza, senza lamenti o alterazioni nell'aspetto tanto dolce e
nobile? Il suo insegnamento era sublime, il suo comportamento senza
colpa, le sue parole erano parole di vita eterna, le sue opere a
beneficio di tutti. Perché mai, dunque, i sacerdoti sono giunti ad
odiarlo a tal punto?». Quello riprese: «Fu veramente straordinario in
tutto e nessuno può negare che fosse un profeta. Compì molti miracoli:
illuminò i ciechi, guarì gli infermi, risuscitò i morti e fece a
ciascuno favori eccezionali. Dichiarò, però, che il terzo giorno dopo la
sua uccisione sarebbe risorto; è oggi, e non vediamo che questo si sia
adempiuto». Il compagno replicò: «Palesò anche che lo avrebbero
crocifisso, e così si è effettivamente verificato».
1484. Mentre erano immersi in questi ed altri ragionamenti,
comparve sua Maestà vestito da viandante, come se li avesse raggiunti
sulla strada. Dopo averli salutati, chiese loro: «Qual è l'argomento
della vostra discussione? Mi sembrate rattristati». E Clèopa: «Tu solo
sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto
in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che
riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri
capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno
crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto
ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al
sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver
avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan
detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Aggiunse poi: «Noi ci
dirigiamo ad Emmaus e lì guarderemo dove porteranno queste novità». Il
Redentore li rimproverò: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla
parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste
sofferenze per entrare nella sua gloria?».
1485. Prolungando il discorso, il divino Maestro spiegò i
misteri della sua esistenza terrena e del suo sacrificio per il riscatto
del mondo. Cominciando dalla figura dell'agnello che Mosè aveva
comandato di immolare e di consumare, segnando poi con il suo sangue i
due stipiti e l'architrave della porta delle loro case, fece capire loro
il significato della fine del sommo sacerdote Aronne` e di quella di
Sansone per amore della sua sposa Dalila. Li rischiarò su molti salmi
nei quali Davide aveva predetto il consiglio contro il Messia, il suo
assassinio e la divisione delle sue vesti e aveva rivelato che il corpo
di lui non avrebbe subito la corruzione. Illustrò quello che era stato
annunciato nel libro della Sapienza e più esplicitamente da Isaia e da
Geremia 31, cioè che sarebbe parso un lebbroso ripugnante e un uomo dei
dolori e sarebbe stato condotto come un agnello al macello senza aprire
bocca, come anche le immagini usate da Zaccaria, che lo aveva
contemplato trafitto da molte ferite e altri brani dei profeti riferiti
a lui. Per effetto di questa conversazione, i due a poco a poco
iniziarono a ricevere il calore della carità e la luce della fede che
tenevano eclissata. Quando erano già vicini alla meta, egli fece come se
dovesse continuare il viaggio; ma essi lo pregarono di restare con
loro, perché era ormai sera. Accondiscese e si reclinarono per cenare
insieme, secondo il costume dei giudei. Il Signore prese il pane e, come
era suo solito, lo benedisse e lo divise, manifestandosi
infallibilmente come il salvatore.
1486. Spalancò loro gli occhi dell'anima, ma nello stesso
istante si celò alla vista esteriore e per il momento essi non lo
scorsero più. Furono pieni di stupore e di gioia e si misero a parlare
dell'ardore che avevano sentito per via quando Gesù interpretava i testi
sacri. Subito, senza indugio, fecero ritorno alla città santa mentre
era già notte, arrivando all'abitazione dove gli apostoli si erano
ritirati per la paura e stavano discorrendo delle notizie che avevano
sulla risurrezione e sull'apparizione di sua Maestà al loro capo;
aggiunsero ad esse tutto quello che era avvenuto loro durante il cammino
e raccontarono come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Era
allora presente san Tommaso, il quale, pur avendoli ascoltati e pur
avendo udito san Pietro ribadire ciò che essi dichiaravano e garantire
di averlo incontrato anch'egli, rimase renitente e incerto, senza dare
credito alla testimonianza di tre discepoli, oltre a quella delle donne.
Anzi, con un po' di dispetto, frutto della sua diffidenza, uscì e si
separò dagli altri. Poco dopo, a porte chiuse, entrò Cristo e stando tra
loro disse: «Pace a voi!». E ancora: «Sono io, non temete».
1487. A questa comparsa improvvisa, tutti si spaventarono,
sospettando che fosse un fantasma, ma egli li tranquillizzò: «Perché
siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie
mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma
non ha carne e ossa come vedete che io ho». Essi erano tanto atterriti e
confusi che, pur osservando le piaghe del Redentore, ancora non erano
persuasi che fosse proprio lui quello con il quale dialogavano e che
toccavano. Nella sua grande tenerezza, il Maestro volle assicurarli
maggiormente: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono
giubilanti una porzione di pesce arrostito e del miele; egli ne mangiò e
distribuì il resto tra tutti, domandando: «Non sapete che ciò che si è
compiuto è quello che di me era scritto nella legge di Mosè, nei profeti
e nei salmi, e che tutto si doveva adempiere come era stato predetto?».
Con queste parole aprì i loro sensi, ed essi credettero e compresero i
passi che riguardavano la sua passione, morte e risurrezione al terzo
giorno. Dopo averli così illuminati, si rivolse loro di nuovo: «Pace a
voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Soggiunse: «Così,
insegnerete al mondo la verità e farete conoscere Dio e la vita eterna,
predicando la conversione e il perdono delle colpe nel mio nome». Alitò
poi su di essi proclamando: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi
rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete,
resteranno non rimessi». Proseguì: «Evangelizzerete tutte le genti,
cominciando da Gerusalemme». Quindi sparì, lasciandoli consolati e
confermati nella fede, e con il potere di assolvere chi fosse caduto,
tanto essi quanto gli altri sacerdoti.
1488. Come si è accennato, tutto questo accadde mentre san
Tommaso non c'era. Immediatamente, per disposizione celeste, egli tornò
da coloro dai quali si era allontanato, venendo informato di quello che
era successo in sua assenza; però, pur trovandoli molto diversi per la
gioia che era stata data loro, persisté nella sua durezza e ostinazione,
affermando che non si sarebbe convinto di ciò che tutti sostenevano se
prima non avesse fissato con i propri occhi le ferite e non avesse posto
le sue mani e le sue dita su quella al costato e sulle altre 41.
Perseverò in questo per otto giorni; poi, il Signore venne ancora in
mezzo ai suoi, a porte chiuse, ed egli era con loro. Gesù li salutò come
di consueto: «Pace a voi!». Chiamatolo subito a sé, lo riprese con
dolcezza: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua
mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma
credente!». Costui obbedì e fu inondato di luce interiore per
confessarlo e per misurare la propria ignoranza. Prostrandosi a terra,
esclamò: «Mio Signore e mio Dio!». Il Salvatore continuò: «Perché mi hai
veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto
crederanno!». Quindi disparve ed essi, pieni di gaudio, andarono a
riferire tutto a Maria beatissima, come avevano fatto dopo la prima
apparizione.
1489. Gli apostoli non erano ancora in grado di capire la
sua immensa sapienza e tanto meno di penetrare la sua intelligenza di
quanto avveniva loro e di ciò che suo Figlio operava; dunque, le
narravano tutto ed ella li stava a sentire con somma prudenza e con
mansuetudine di madre e di regina. Si erano già lamentati con lei della
caparbietà del compagno, che non voleva prestar loro credito quando
attestavano concordemente di aver contemplato risorto sua Maestà.
Frattanto, dato che egli rimaneva fermo nella sua testardaggine, in
alcuni crebbe molto l'indignazione contro di lui: si recavano dalla
pietosa Principessa e lo accusavano di essere sviato, irremovibile,
attaccato al proprio parere, rozzo e di mente limitata. Ella li
ascoltava con cuore pacifico e, constatando che aumentava in loro
l'avversione, poiché erano ancora tutti imperfetti, parlò ai più
adirati. Li calmò asserendo che i giudizi dell'Altissimo erano
imperscrutabili e che dal dubbio di Tommaso avrebbe tratto grandi beni
per gli uomini e gloria per se stesso, invitandoli a sperare e a non
turbarsi così presto. Pregò con fervore per lui e per amore suo
l'Unigenito accelerò il momento di venirgli in soccorso mostrandosi al
suo sguardo. Quando egli si arrese, gli altri la misero al corrente ed
ella li rese saldi, ammonendoli e rimproverandoli. Ordinò a tutti di
ringraziare con lei il loro sovrano per quel beneficio e li esortò ad
essere costanti nelle tentazioni, perché ciascuno di essi era soggetto
al pericolo di inciampare; rivolse poi loro molte altre soavi parole,
sia di correzione sia di insegnamento e di incoraggiamento, allo scopo
di animarli per quanto avrebbero ancora dovuto sopportare.
1490. Come dichiara san Giovanni, il nostro Redentore fece
parecchi altri segni, ma sono stati scritti solo quelli sufficienti per
credere alla sua risurrezione Così, lo stesso Evangelista racconta la
manifestazione sul mare di Tiberìade a Pietro, Tommaso, Natanaèle, ai
figli di Zebedèo e ad altri due discepoli. Essa è molto misteriosa,
tanto che non mi è parso opportuno tralasciarla. Accadde come segue. Gli
Undici, dopo i fatti di Gerusalemme, erano tornati in Galilea, come
Cristo aveva comandato loro promettendo che là lo avrebbero incontrato.
Le sette persone sopra nominate erano in quella zona e Pietro comunicò
loro che, per passare il tempo, intendeva andare a pescare, poiché
sapeva farlo avendo esercitato tale professione. Tutti si unirono a lui e
trascorsero la notte a buttare le reti senza prendere niente. La
mattina successiva Gesù comparve sulla riva, senza farsi riconoscere`.
Siccome la loro barca era vicina, domandò: «Figlioli, non avete nulla da
mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete
dalla parte destra della barca e troverete». Lo fecero ed essa si riempì
a tal punto che non la potevano più tirare su. Allora, dal miracolo il
prediletto si rese conto di chi fosse e accostandosi a Pietro gridò: «È
il Signore!». Allora, anche questi comprese e, ardente come al solito,
si cinse subito ai fianchi il camiciotto del quale si era spogliato e si
tuffò, camminando sulle acque fino a dove stava il Maestro della vita;
gli altri, invece, li raggiunsero remando.
1491. Saltarono giù e videro che il Salvatore aveva già
preparato del cibo; infatti, c'era un fuoco di brace con del pesce
sopra, e del pane. Egli, però, volle che gli portassero un po' di quello
che avevano appena preso e Pietro trasse a terra la rete. Questa
conteneva centocinquantatré pesci, ma, benché fossero tanti, non si
spezzò. Anche se il Risorto si comportava con loro con molta familiarità
e affabilità, nessuno osava chiedergli chi fosse, perché i suoi prodigi
e la sua maestà incutevano in essi profondo timore riverenziale verso
di lui. Egli distribuì i pesci e il pane. Quand'ebbero mangiato, Gesù
disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di
costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».
Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di
Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti
voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la
terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase
addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli
disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose
Gesù: «Pasci le mie pecorelle». Lo costituì così capo della sua Chiesa
unica e universale, conferendogli su tutti la suprema autorità di suo
vicario. A tal fine lo esaminò tante volte sul suo amore verso di lui,
come se questo solo lo rendesse capace della dignità più elevata e solo
questo gli bastasse per amministrare convenientemente la comunità
ecclesiale.
1492. Quindi, gli palesò il peso dell'incarico che gli
affidava: «In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti
cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio
tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove
tu non vuoi». L'Apostolo capì che gli veniva annunciata la
crocifissione, con la quale lo avrebbe imitato e avrebbe ricalcato le
sue orme. Poi, bramando di apprendere che cosa ne sarebbe stato di colui
per il quale il Redentore provava tanto affetto, lo interrogò:
«Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché
io venga, che importa a te? Tu seguimi». A motivo di tale espressione si
diffuse la voce che Giovanni non sarebbe morto, ma questi stesso
avverte che non era stato affermato ciò; anzi, sembra che Cristo abbia
nascosto di proposito le sue decisioni al riguardo, tenendole per il
momento segrete. Maria era informata chiaramente di tutto attraverso la
rivelazione di cui ho parlato spesso; come archivio degli atti
dell'Unigenito e depositaria dei misteri di lui tra i suoi, li custodiva
e ponderava nel suo castissimo e prudentissimo petto. Allo stesso tempo
gli Undici, e soprattutto il suo nuovo figlio, le davano notizia di
quello che accadeva. Ella restò nel suo ritiro nei quaranta giorni dopo
la risurrezione, godendo della vista di colui che aveva generato, dei
beati e degli angeli, che cantavano gli inni e le lodi che componeva
nella sua grande tenerezza e che raccoglievano dalla sua bocca per
celebrare le glorie del Dio delle vittorie.
Insegnamento della Regina del cielo
1493. Carissima, l'insegnamento che ti do in questo
capitolo ti esaudirà nella tua aspirazione a comprendere perché il
Salvatore apparve in un caso come pellegrino e in un altro come
giardiniere, e perché non si facesse sempre identificare subito. Sappi
dunque che le Marie e i discepoli, pur essendo già alla scuola del
Maestro e allora i migliori tra gli uomini del mondo, nella perfezione e
nella santità erano come fanciulli e non erano tanto progrediti quanto
avrebbero dovuto. Così erano deboli nella fede, e nelle altre virtù
erano meno costanti e zelanti di quanto richiedessero la loro vocazione e
i benefici ricevuti dall'Onnipotente. Agli occhi della giustissima
equità superna, nelle anime elette per la familiarità con lui anche le
più lievi colpe pesano più di alcune offese gravi di altri che non sono
chiamati a tanto. Per tali ragioni essi, sebbene fossero amici di sua
Maestà, per le loro mancanze, fragilità, lentezze e tiepidezze non erano
pronti ad accogliere immediatamente gli effetti della sua presenza e
dell'intimità con lui. Perciò egli, con il suo calore paterno, prima di
manifestarsi rivolgeva loro parole di vita, con le quali li preparava,
illuminandoli e infiammandoli. Poi, dopo aver fatto rinascere in loro la
fiducia e l'attaccamento, si faceva riconoscere e comunicava
l'abbondanza della sua divinità che essi già sentivano ed altri sublimi
doni, con i quali li rinnovava e li sollevava al di sopra di se stessi.
Quando cominciavano a sperimentare questi favori, spariva da loro,
perché anelassero ancor più intensamente alla sua soavissima vicinanza.
Per questo comparve travestito a Maria di Màgdala, agli apostoli, a
Clèopa e Luca sulla via di Emmaus, e si comporta nella medesima maniera
con molti altri che sceglie per trattare confidenzialmente con loro.
1494. Questo mirabile modo di agire della Provvidenza ti
istruirà e ti correggerà nelle perplessità e nell'incredulità in cui sei
incorsa tante volte, in mezzo a quanto ti è elargito dalla clemenza di
Gesù. È ormai giunta l'ora di moderare i timori dei quali hai sempre
sofferto, affinché da modesta tu non passi ad essere ingrata e da
titubante ad essere tarda e pertinace. Ti servirà da ammonimento anche
il considerare debitamente la sollecitudine dell'immensa carità
dell'Altissimo nel rispondere ai piccoli e ai contriti di cuore e
nell'accostarsi a coloro che lo desiderano, come anche a quelli che
meditano la sua passione. Vedrai tutto ciò in Pietro e nei suoi
compagni, e in Maria di Màgdala. Imita il fervore con cui quest'ultima
cercò il suo Signore senza trattenersi neppure con gli spiriti celesti,
senza allontanarsi dal sepolcro con gli altri, senza riposare neppure un
attimo finché non lo ritrovò così premuroso e dolce. Le guadagnò questa
sorte anche l'essermi stata accanto nel mio dolore con ardentissimo
affetto, come fecero anche le altre donne che meritarono per prime il
gaudio pasquale. Dopo di loro lo conseguirono l'umiltà e la pena con cui
il capo della Chiesa pianse il suo rinnegamento: subito Cristo volle
consolarlo e comandò ad esse di annunciare in particolare a lui che era
risorto; quindi, egli stesso lo visitò, lo confermò e lo colmò di gioia e
di grazie. Anche ai due viandanti si mostrò prima che agli altri,
perché, pur dubitando, parlavano con compassione della sua morte. Ti
assicuro che ogni opera buona fatta con retta intenzione ottiene
all'istante un ricco premio; infatti, né il fuoco nell'accendere la
stoppa più secca, né la pietra nel muoversi verso il suo centro di
attrazione, né il mare nel suo impeto hanno tanta forza e rapidità
quanto la benevolenza e la gloria dell'Eterno nel comunicarsi, quando ci
si dispone e si toglie l'ostacolo delle trasgressioni che trattiene
come costretto con violenza il suo amore. Questa è una delle verità che
procura maggiore meraviglia ai beati, che la scoprono nell'empireo.
Lodalo per la sua infinita bontà ed anche perché con essa egli dai mali
ricava grandi beni, come fece con la diffidenza dei discepoli
avvalendosene per rivelare loro la sua misericordia e affinché fosse più
credibile a noi tutti la sua risurrezione. Inoltre, giustificandoli e
dimenticando gli errori per cercarli e apparire loro, facendosi
familiare come un autentico pastore, rischiarandoli nella misura
richiesta dal loro bisogno e dalla loro poca fede, rese evidente la sua
eccezionale prontezza nell'avere pietà, rinfrancando così anche noi
nella ferma speranza del perdono.