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Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

15 - Si spiega un altro genere di visione e comunicazione

Suor Maria d'Agreda

15 - Si spiega un altro genere di visione e comunicazione
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Si spiega un altro genere di visione e comunicazione che Maria santissima aveva con gli angeli santi che l'assistevano.

643. Tanta è la forza e l'efficacia della grazia divina e dell'amore che causa nella creatura che può cancellare in lei l'immagine del peccato e dell'uomo terreno e formare un essere nuovo a immagine dell'uomo celeste, la cui vita sia nei cieli, intendendo, amando ed operando come creatura non terrena, ma celeste e divina. La forza dell'amore, infatti, ruba il cuore e l'anima dal soggetto che sta animando e li pone e trasforma in quello che amano. Questa verità cristiana, creduta da tutti, intesa dai dotti e sperimentata dai santi, nella nostra grande Regina e signora si deve considerare compiuta con privilegi così singolari che non si può comprendere o spiegare né con l'esempio di altri santi né con l'intelletto degli angeli. Maria santissima, come madre del Verbo, era signora di tutto il creato; ma, essendo immagine viva del suo Figlio unigenito, ad imitazione di lui usò così poco delle creature visibili, delle quali era signora, che nessuno ebbe di loro meno parte di lei, tranne quel tanto che fu precisamente necessario per il servizio dell'Altissimo e per la vita naturale del suo Figlio santissimo e sua.

644. A tale dimenticanza ed a tale allontanamento da ogni cosa terrena doveva corrispondere la vita in ciò che era celeste; questa, poi, doveva essere proporzionata alla dignità di Madre di Dio e di signora dei cieli. La relazione con gli uomini era debitamente trasformata nella comunicazione con gli angeli. Per questo era necessario e conseguente che la Regina e signora degli angeli fosse singolare e privilegiata nel servizio dei suoi vassalli, trattando e comunicando con loro in modo differente da quello di tutte le altre creature umane, per quanto sante. Nel capitolo ventitreesimo del primo libro ho detto qualcosa circa le apparizioni ordinarie e diverse con cui gli angeli santi ed i serafini destinati ed assegnati per sua custodia si manifestavano alla nostra Regina e signora; nel capitolo precedente, poi, ho spiegato in modo generale le maniere e le forme delle visioni divine che sua Altezza aveva. Devo solo avvertire che, sempre in quella sfera e specie di visioni, le sue erano molto più eccellenti e divine nella sostanza, nel modo e negli effetti che causavano nella sua anima santissima.

645. Per questo capitolo ho riservato un altro modo più singolare e privilegiato concesso dall'Altissimo alla sua Ma dre santissima per comunicare con i santi angeli della sua custodia e con gli altri che da parte dello stesso Signore in diverse occasioni la visitavano. Questo genere di visione e comunicazione era quello che le gerarchie angeliche hanno fra loro; in esse ciascuno degli spiriti celesti conosce gli altri per se stessi senza altra immagine che muova il suo intelletto fuorché la medesima sostanza e natura dell'angelo che è conosciuto. Inoltre, gli angeli superiori illuminano quelli inferiori, informandoli dei misteri nascosti, che l'Altissimo rivela e manifesta loro immediatamente, affinché tale conoscenza si vada derivando e comunicando dal più alto al più basso; questo ordine, infatti, si addice alla grandezza e maestà infinita del supremo Re e governatore di tutto il creato. Da ciò si intenderà come questa illuminazione o rivelazione tanto ordinata sia tutt'altro dalla gloria essenziale degli angeli santi, sia perché quest'ultima la ricevono tutti immediatamente da Dio, la cui visione e fruizione si comunica a ciascuno in misura dei suoi meriti, sia perché un angelo non può rendere un altro essenzialmente beato, illuminandolo o rivelandogli qualche mistero, perché in tal caso l'illuminato non vedrebbe Dio faccia a faccia e senza questo non potrebbe essere beato né conseguire il suo fine ultimo.

646. Siccome, però, l'oggetto è infinito ed è specchio volontario, essendo lo stesso Dio, oltre a quanto appartiene alla conoscenza beatifica dei santi, ha infiniti segreti e misteri, che può rivelare ed in effetti rivela, specialmente per il governo della sua Chiesa e del mondo. È in queste illuminazioni che si osserva l'ordine gerarchico che dico. Essendo esse fuori della gloria essenziale, negli angeli l'esserne privi non si chiama ignoranza né privazione di conoscenza, ma assenza o mancanza di conoscenza; e la rivelazione si chiama illuminazione, purgazione o purificazione da tale assenza di conoscenza. Accade - a nostro modo di intendere - come se i raggi del sole penetrassero molti cristalli posti in ordine, i quali parteciperebbero tutti di una medesima luce comunicata dai primi fino agli ultimi, toccando sempre prima ai più immediati. Solo una differenza si trova in questo esempio, cioè che i vetri o cristalli rispetto ai raggi si comportano passivamente, senza altra attività che quella del sole, che li illumina tutti con una sola azione, mentre gli angeli santi sono passivi nel ricevere l'illuminazione dai superiori ed allo stesso tempo attivi nel comunicarla agli inferiori. Comunicano queste illuminazioni con lode, ammirazione ed amore, poiché tutto deriva dal supremo sole di giustizia, Dio eterno ed immutabile.

647. l'Altissimo introdusse la sua Madre santissima in questo ordine ammirabile di rivelazioni divine, affinché godesse dei privilegi che hanno come loro propri i servitori del cielo. A questo scopo, per illuminarla destinò i serafini dei quali ho parlato nel capitolo quattordicesimo del primo libro, che erano tra i più alti e vicini a Dio. Avevano questo incarico anche altri angeli della sua custodia, secondo quanto la volontà divina disponeva, quando e come era necessario e conveniente. La loro e nostra Regina conosceva per se stessi tutti questi angeli ed altri, senza dipendenza dai sensi e dalla fantasia e senza impedimento del corpo mortale e terreno. Mediante questa vista e conoscenza i serafini e gli altri angeli la illuminavano e purificavano, rivelando alla loro Regina molti misteri che per questo ricevevano dall'Altissimo. Benché questo genere di visioni intellettuali e di illuminazioni non fosse continuo in Maria santissima, fu molto frequente, specialmente quando per causarle maggiori meriti e diversi sentimenti di amore il Signore le si nascondeva o si allontanava, come dirò più innanzi. Allora gli angeli eseguivano con maggiore attività e frequenza questo servizio, continuando rordine secondo il quale si illuminavano gli uni gli altri fino ad arrivare alla Regina, dove terminava.

648. Questo modo d'illuminazione non derogava alla dignità di Madre di Dio e di signora degli angeli, perché in questo favore e nella maniera di parteciparne non si deve badare alla nobiltà e santità della nostra celeste principessa, nella quale era superiore a tutti gli ordini angelici, ma allo stato ed alla condizione della sua natùra, in cui ella era inferiore, perché viatrice e di natura umana, corporea e mortale. Per questo, vivendo in una carne passibile e con la necessità naturale dell'uso dei sensi, venire sollevata al modo di essere e di agire degli angeli fu un grande privilegio, benché degno della sua santità e dignità. Io credo che la mano onnipotente dell'Altissimo abbia esteso questo favore ad altre anime nella vita mortale, benché non così frequentemente come alla sua Madre santissima, né con simile abbondanza di luce, né con altre qualità tanto eccellenti come nella regina. Se molti Dottori non senza grande fondamento concedono la visione beatifica a san Paolo, a Mosè e ad altri santi, sarà molto più credibile che alcuni viatori abbiano avuto questa conoscenza delle nature angeliche. Questo beneficio, infatti, non è altro che vedere intuitivamente la sostanza dell'angelo; così, quanto a questa visione, tale chiarezza concorda con il primo tipo di visioni di cui ho detto nel capitolo precedente e, quanto all'essere intellettuale, con il terzo spiegato sopra, benché non si effettui per mezzo di immagini impresse.

649. Veramente questo beneficio non è ordinario né comune, ma molto raro e straordinario; così, ricerca nell'anima grande disposizione di purezza e limpidezza di coscienza. Non può stare insieme con affetti terreni né con volontarie imperfezioni né con effetti del peccato, poiché l'anima per entrare negli ordini degli angeli ha bisogno di una vita più angelica che umana; se mancasse, infatti, questa somiglianza e concordanza di sentimenti, si scorgerebbe una terribile sproporzione fra gli estremi di questa unione. Tuttavia, con la grazia divina la creatura, benché di corpo terreno e corruttibile, può negarsi tutta alle sue passioni ed inclinazioni depravate e morire al visibile cancellandone le immagini e la memoria, così da vivere più nello spirito che nella carne. Quando arriverà a godere della vera pace, tranquillità e quiete dello spirito, che apportino una serenità dolce, amorosa e soave con il sommo Bene, allora sarà meno indisposta per venire sollevata alla visione degli spiriti angelici con chiarezza intuitiva, per ricevere da loro le rivelazioni divine, che essi si comunicano fra sé, e per avvertire gli effetti ammirabili che da questa visione derivano.

650. Quelli della nostra celeste Regina, essendo proporzionati alla sua purezza ed al suo amore, non possono essere compresi dalla mente umana. Incomparabile era la luce divina che riceveva dalla vista dei serafini, perché in un certo modo riverberava in loro 1 immagine di Dio come in specchi spirituali e purissimi, in cui Maria santissima la conosceva, con i suoi attributi e con le sue perfezioni infinite. In alcuni effetti le si manifestava anche, in modo ammirabile, la gloria che gli stessi serafini godevano, perché di questo molto si conosce vedendo chiaramente la sostanza dell'angelo. Dalla vista di tali oggetti era tutta accesa nella fiamma dell'amore divino e rapita molte volte in estasi miracolose. Qui con i medesimi serafini ed angeli prorompeva in cantici di incomparabile gloria e lode di Dio, con meraviglia degli stessi spiriti celesti. Sebbene, infatti, fosse illuminata da loro nel suo intelletto, nella volontà li lasciava molto inferiori e, con maggiore efficacia di amore che loro, velocemente saliva ed arrivava ad unirsi all'ultimo e sommo Bene, da cui immediatamente riceveva nuovi influssi del torrente della divinità con cui era alimentata 3 . Se i serafini non avessero avuto presente l'oggetto infinito che era il principio ed il termine del loro amore beatifico, avrebbero potuto essere discepoli di Maria santissima loro regina nell'amore divino, come ella era loro discepola nelle illuminazioni dell'intelletto che riceveva.

651. Inferiore a questo genere di visione immediata delle nature spirituali ed angeliche, e comune ad altre anime, è la visione intellettuale per immagini infuse nel modo della visione astrattiva di Dio, di cui sopra ho' detto. La Regina del cielo ebbe alcune volte questo modo di visione angelica, ma non tanto ordinariamente come l'altro, perché, sebbene per le altre anime giuste questo beneficio di conoscere gli angeli ed i santi per immagini intellettuali infuse sia molto raro e stimabile, nella Regina degli angeli non era necessario, dato che ella comunicava con loro e li conosceva più altamente, tranne quando il Signore disponeva che si nascondessero e le mancasse quella vista immediata per maggiore merito ed esercizio; allora, li vedeva con visioni intellettuali o immaginarie, come ho detto nel capitolo precedente. Nelle altre anime queste visioni angeliche per immagini producono effetti divini, perché quegli esseri celesti sono conosciuti come effetti ed ambasciatori del supremo Re e con loro l'anima ha dolcissimi colloqui intorno al Signore ed a quanto c'è di celeste e terreno, venendo su tutto illuminata, istruita, corretta, guidata, diretta e spinta a sollevarsi all'unione d'amore perfetta con Dio e ad operare ciò che vi è di più puro, perfetto, santo ed elevato in materia di cose spirituali.

 

Insegnamento della Regina del cielo Marta santissima

 

652. Figlia mia, ammirabili sono l'amore, la fedeltà e la cura degli spiriti angelici nell'assistere i mortali nelle loro necessità; e molto abominevoli sono la dimenticanza, l'ingratitudine e la villania degli uomini nel non riconoscere il debito che hanno verso di loro. Nelle profondità segrete dell'Altissimo, il cui volto vedono con chiarezza beatifica, questi spiriti celesti conoscono l'infinito e paterno amore del Padre che sta nei cieli per gli uomini terreni e lì stimano in modo giusto e degno il sangue dell'Agnello, con il quale gli uomini sono stati riscattati 5 , conoscendo così quanto valgoho le anime redente con il tesoro della Divinità. Da questo nascono negli angeli santi la vigilanza e l'attenzione che pongono nel custodire e beneficare le anime, tanto stimate dall'Altissimo, che le ha raccomandate alla loro custodia. Voglio che tu intenda come attraverso questo altissimo ministero degli angeli i mortali riceverebbero influssi grandi di luce e di favori incomparabili del Signore, se ad essi non mettessero impedimento con i peccati e le abominazioni e con la dimenticanza di un beneficio tanto stimabile. Poiché chiudono la strada che Dio con ineffabile provvidenza ha scelto per incamminarli verso la felicità eterna, sono molti quelli che si dannano e che con la protezione degli angeli si salverebbero, se non rendessero inutile questo beneficio e rimedio.

653. O figlia mia carissima, poiché molti uomini sono così pigri nel considerare le opere paterne del mio figlio e Signore, da te io voglio in questo una singolare riconoscenza, avendoti egli tanto liberalmente favorita assegnandoti angeli che ti custodiscano. Stai, dunque, con loro ed ascolta con riverenza i loro insegnamenti. Lasciati guidare dalla loro luce, rispettali come ambasciatori dell'Altissimo e chiedi il loro favore affinché, purificata dalle tue colpe, libera dalle imperfezioni ed infiammata di amore divino, tu possa giungere ad uno stato così spiritualizzato da essere atta a trattare con loro ed essere loro compagna, partecipando delle loro divine illuminazioni, che l'Altissimo non ti negherà se da parte tua ti disponi come io voglio.

654. Poiché hai desiderato sapere, con approvazione dell'ubbidienza, la ragione per cui gli angeli santi comunicavano con me con tanti generi di visioni, ti rispondo spiegandoti meglio ciò che con la luce divina hai inteso e scritto. La causa di questo fu da parte dell'Altissimo il suo liberale amore verso di me nel favorirmi e da parte mia lo stato di viatrice che io avevo nel mondo, perché questo non poteva essere né conveniva che fosse uniforme nelle azioni delle virtù, per mezzo delle quali la divina sapienza disponeva di sollevarmi sopra ogni cosa creata. Dovendo procedere, come viatrice umana e dotata di sensi, con varietà di avvenimenti e di opere virtuose, alcune volte operavo come spiritualizzata e senza impedimento di sensi, e gli angeli trattavano ed agivano con me come tra sé, mentre altre volte era necessario patire ed essere afflitta nella parte sensibile dell'anima o nel corpo ed altre ancora soffrivo necessità, solitudine ed abbandono interiore. Secondo la vicissitudine di questi effetti e stati, ricevevo i favori e le visite degli angeli, con i quali molte volte parlavo attraverso l'intelligenza, altre per visione immaginaria, altre per mezzo del corpo e dei sensi, come richiedevano lo stato ed il bisogno e come disponeva l'Altissimo.

655. Le mie facoltà e i miei sensi furono illuminati e fortificati in tutte queste maniere da influssi e favori divini, affinché io conoscessi per esperienza tutte le attività di questo genere e per mezzo di tutte ricevessi gli influssi della grazia soprannaturale. Circa questi favori, figlia mia, voglio farti osservare che, anche se l'Altissimo verso di me fu così magnifico e misericordioso, nel favorirmi tanto la sua giustizia guardò non solo alla mia dignità di madre, ma anche alle mie opere ed alla disposizione con la quale collaborai da parte mia, assistendomi la sua divina grazia. Di fatto, se egli santificò tutte le mie facoltà con tante grazie, visioni ed illuminazioni, fu anche a titolo di ricompensa, perché esse per amore suo si erano private di tutto ciò che era dilettevole, umano e terreno, avendo io allontanato i miei sensi da ogni rapporto con le creature, avendo nnunciato a tutto ciò che era sensibile e creato ed essendomi rivolta al sommo bene dandomi con tutte le mie forze e la mia volontà in potere del solo suo amore. Quello che in premio delle mie opere io ricevetti nella carne mortale fu così tanto che tu non lo puoi intendere né scrivere, mentre vivi nella carne. Tanta è la liberalità e la bontà dell'Altissimo che fin d'ora ci dà questo premio come pegno di quello che ci tiene riservato nella vita eterna.

656. È vero che, quanto a me, il braccio dell'Onnipotente con questi mezzi intese dispormi in modo che, cominciando fin dalla mia concezione, tutto si andasse preparando in me degnamente per l'incarnazione del Verbo nel mio grembo e le mie facoltà ed i miei sensi restassero santificati e proporzionati al legame e alla comunicazione che io dovevo avere con il Verbo incarnato. Tuttavia, l'Altissimo è tanto fedele con chi sa guadagnarsi la sua benevolenza che anche alle altre anime non negherebbe i suoi benefici e favori secondo l'equità della sua divina provvidenza, se si disponessero a mia imitazione vivendo non secondo la carne, ma con vita spirituale, pura e lontana dal contagio delle cose terrene.