23 - I segni con cui i santi angeli custodi di Maria santissima le si manifestavano.
Suor Maria d'Agreda
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I segni con cui i santi angeli custodi di Maria santissima le si manifestavano. Le loro perfezioni.
360. Ho già detto che gli angeli custodi di Maria erano mille, e non uno solo come capita per ogni comune mortale. E in considerazione della sua dignità, i mille angeli custodivano e assistevano Maria con una vigilanza superiore a quella di qualsiasi altro angelo verso l'anima a lui raccomandata. Oltre questi mille, che erano suoi custodi assidui ed ordinari, la servivano, nelle diverse occasioni che si presentavano, molti altri angeli, specialmente dopo il concepimento del Verbo divino incarnato. Dissi anche, come sopra, che la scelta e la nomina di questi mille angeli furono fatte da Dio al tempo della creazione, della giustificazione dei buoni e della cadutà dei cattivi. Dopo che fu loro proposto, come a viatori, l'oggetto della divinità, venne anche manifestata la santissima umanità che avrebbe assunto il Verbo, nonché raffigurata la sua purissima Madre, affinché li potessero riconoscere come loro superiori.
361. Quindi, gli angeli apostati furono castigati, mentre furono premiati quelli ubbidienti, secondo la proporzione che il Signore nella sua giustissima equità volle osservare. Or dunque, per quanto concerne il premio accidentale elargito agli angeli, come ho già avuto modo di dire, esso non fu dato in egual misura: la diversità dipendeva dai differenti sentimenti di affetto che provavano verso i misteri del Verbo incarnato e della sua purissima Madre; misteri che, per ordine, andarono conoscendo prima e dopo la caduta degli angeli cattivi. Proprio a questo premio accidentale si riferiscono l'essere stati eletti per assistere e servire Maria santissima e il Verbo incarnato, come anche il modo e la forma che prendevano, nell'apparire visibilmente alla regina. Questo è quello che intendo spiegare in questo capitolo, confessando, tuttavia, la mia incapacità: è molto difficile, infatti, racchiudere in un semplice discorso, fatto di parole e di termini materiali, le perfezioni e le operazioni di questi spiriti puri ed eccelsi. Se io passassi sotto silenzio questo punto, tralascerei nella storia una gran parte delle sublimi occupazioni che tenevano impegnata la Regina del cielo, quando era pellegrina sulla terra. Dopo aver esercitato le opere con il Signore, la sua occupazione principale era quella di trattare con i suoi ministri, gli spiriti angelici; e pertanto senza questa illustre parte, il racconto della sua santissima vita sarebbe rimasto incompleto.
362. Presupponendo, dunque, quanto finora ho detto degli ordini, delle gerarchie e delle differenze di questi mille angeli, aggiungerò qui la descrizione della forma con la quale apparivano corporalmente alla Regina e signora, rimandando ad altri capitoli il racconto delle apparizioni puramente spirituali e soprannaturali, e dei vari generi di visioni che aveva la regina. I novecento angeli eletti dai nove cori, cento cioè da ciascuno, furono scelti tra quelli che nutrivano maggiore stima, affetto e rispetto per Maria santissima. Quando, poi, le apparivano visibili, davanti agli occhi, avevano l'aspetto di ragazzetti, ma di estrema bellezza e grazia. Il corpo mostrava poco di terreno, perché era purissimo, quasi un cristallo animato e sfavillante di gloria, simile a corpi gloriosi e rifulgenti. Alla bellezza univano dignità e compostezza nel portamento, unitamente ad un'amabile severità. Il vestito era talare, ma sembrava formato di una luce raggiante, simile ad oro brillante e fulgidissimo, tramezzato da assortimenti di finissimi colori, che apparivano alla vista come un'ammirabile e bellissima varietà. Ci si accorgeva, però, facilmente, che quell'ornamento e quella forma visibili non erano qualcosa di percepibile al tatto materiale né si sarebbero potuti toccare con la mano, sebbene si lasciassero distinguere, come avviene per il raggio del sole che, facendo apparire le particelle lucenti, entra per le fessure di una finestra. La radiosità di questi angeli era, tuttavia, incomparabilmente più viva e più bella dello splendore del sole.
363. Tutti gli angeli portavano sulle loro teste delle corone di vivacissimi e finissimi fiori che olezzavano una fragranza soavissima, celeste, mai odorata sulla terra. In mano portavano delle palme tessute e variopinte, significanti le virtù che Maria santissima doveva esercitare santamente e le corone di gloria che doveva conseguire. Tutto questo le veniva manifestato anticipatamente e con dissimulazione, e produceva in lei effetti di gaudio e di giubilo. Sul petto portavano un distintivo simile, in qualche modo, a quelli tessuti sugli abiti degli ordini militari. Era una scritta che diceva: Maria madre di Dio, e costituiva per questi santi principi un segno di gloria, ornamento e bellezza; ma alla regina Maria ne venne tenuto nascosto il significato, finché non ebbe concepito il Verbo incarnato.
364. Questo distintivo con la scritta colpiva l'occhio per lo straordinario splendore che emanava, risaltando e rilucendo in mezzo al fulgido ornamento degli angeli. Essi, inoltre, variavano le loro comparse e i colori per dare significato e senso alla diversità dei misteri e delle molteplici prerogative racchiusi nella santa Città di Dio. La scritta Maria madre di Dio conteneva il più alto titolo onorifico e la più elevata dignità che si potessero avverare in una semplice creatura; con questo titolo essi onoravano la loro e nostra regina, restandone a loro volta onorati... In verità, ricevettero questo sigillo come segno d'appartenenza e premio, per essersi distinti nella devozione e nella venerazione di colei ritenuta la più degna di onore da tutte le creature. Mille volte felici quelli che meritarono la singolare corrispondenza dell'amore di Maria e del suo santissimo Figlio!
365. Gli effetti che questi santi principi con il loro abbigliamento suscitarono nell'animo di Maria, nessuno, al di fuori di lei, potrebbe spiegarli. Le manifestavano metaforicamente il mistero della grandezza di Dio e la perfezione dei suoi attributi: i benefici che le aveva reso e le rendeva, quando l'aveva creata, eletta, arricchita e favorita di tanti doni celesti e tesori divini. Il suo cuore, mediante questi, s'infiammava in grandi incendi d'amore e di lode a Dio, mentre gli effetti crescevano in lei con l'età e il succedersi degli avvenimenti. Quando, poi, si compì l'incarnazione del Verbo, gli angeli le svelarono i misteri, e spiegarono la misteriosa scritta che portavano sul petto, fino allora rimasta a lei nascosta. Dinanzi alla spiegazione del contenuto di quella incantevole scritta ed a quello che le venne fatto comprendere circa la sua dignità al cospetto di Dio, tanto furono il fuoco d'amore, la profonda umiltà, il tenero affetto che si risvegliarono nel candido cuore di Maria - pur riconoscendosi ella incapace e indegna di una elezione così ineffabile e di un mistero così immenso - che non ci sono parole adeguate a spiegarlo.
366. I settanta serafini, piu vicini al trono di Dio, scelti per assistere la Regina, furono quelli che più si distinsero nella venerazione e nell'ammirazione del mistero dell'unione ipostatica delle due nature, divina e umana, nella persona del Verbo. Dal momento che erano più intimamente uniti a Dio per la conoscenza intellettuale e l'amore, desiderarono più degli altri che questo mistero si operasse nel seno di una donna; a questa singolare e speciale inclinazione corrispose il premio, sia quello che concerne la gloria essenziale, sia quello che concerne la gloria accidentale. A quest'ultima - di cui sto parlando - si riferiscono l'onore di assistere Maria santissima e l'essere testimoni dei misteri che in lei si operano.
367. Quando i settanta serafini le apparivano visibilmente, la Regina li contemplava nella stessa forma in cui li vide nell'immaginazione il profeta Isaia e cioè con sei ali. Con due si coprivano il capo, per significare, con questo umile atteggiamento, la debolezza del loro intelletto a penetrare il mistero al cui servizio erano chiamati: prostrati dinanzi alla maestà del loro autore, credevano in questi misteri e li distinguevano attraverso il velo dell'oscura conoscenza che veniva loro data e per la quale esaltavano con eterna lode i santi ed imperscrutabili giudizi dell'Altissimo. Con le altre due ali si coprivano i piedi, la parte inferiore del corpo, e con ciò volevano alludere alla stessa Regina e signora del cielo e alla sua natura umana e terrena. Coprivano i piedi in segno di venerazione, perché reputavano Maria la suprema tra tutte le creature: per la sua incomprensibile dignità e per la sua incommensurabile grandezza la più vicina a Dio stesso e superiore ad ogni intelletto umano creato. E li coprivano, anche, per indicare che, per quanto fossero sublimi serafini, non potevano paragonare i loro passi con quelli di Maria, per la sua eccelsa dignità e nobiltà.
368. Con le due ali del petto volavano, oppure le dispiegavano, per dare ad intendere similmente due cose:
una, l'incessante movimento e volo di amore verso Dio, nonché la lode e la profonda riverenza che gli tributavano; l'altra, la rivelazione che facevano, a Maria santissima, della parte più interna del loro petto, dove nell'essere e nell'operare riverberavano, come in un limpidissimo specchio, i raggi della Divinità. Non era perciò necessario né opportuno che questa si manifestasse continuamente a Maria, mentre era ancora pellegrina sulla terra. La santissima Trinità dispose che la figlia e sposa avesse per ministri i serafini, che sono le creature più intimamente unite e vicine alla Divinità, affinché in essi, questa grande Regina vedesse ritratto, come in un'immagine viva colui che non poteva guardare sempre nella sua forma originale.
369. In questa maniera, la divina sposa godeva del ntratto del suo amato, mentre ne era lontana come viatrice e pellegrina sulla terra; la visione di questi infiammati, sublimi principi del cielo e le conversazioni con essi accendevano il suo cuore con il fuoco ardente dell'amore divino. Il genere e il modo poi di comunicare con gli angeli, indipendentemente dai sensi, erano gli stessi di quelli che osservavano tra loro: gli angeli superiori di un coro illuminano gli inferiori, come ho già detto altre volte. Sebbene la Regina del cielo fosse in dignità e grazia superiore a tutti, tuttavia nella natura, come dice Davide, l'uomo fu fatto inferiore agli angeli. Pertanto, l'ordine, in cui si comunicano le illuminazioni e si ricevono le influenze divine, segue la natura e non la grazia.
370. Gli altri dodici angeli che, come dissi sopra, sono quelli delle dodici porte, di cui san Giovanni parla nel capitolo ventunesimo dell'Apocalisse, si distinsero nell'amore e nella lode a Dio, poiché erano a conoscenza che egli voleva farsi uomo, essere maestro degli uomini, conversare familiarmente con loro e quindi redimerli e, con i suoi meriti, aprire loro le porte del cielo, assumendo come sua coadiutrice, in questo mirabile mistero, la sua santissima Madre. Questi angeli posero un'attenzione speciale alle meravigliose opere della redenzione ed alle vie che Dio avrebbe insegnato, perché gli uomini s'incamminassero verso la vita eterna; vie simboleggiate dalle dodici porte, che corrispondono alle dodici tribù. La ricompensa di questa singolare devozione fu di destinare, come Dio fece, questi angeli ad essere testimoni e segretari dei misteri della redenzione e cooperatori della stessa Regina del cielo nel pnvilegio e servizio di essere madre di misericordia e mediatrice di salvezza per tutti coloro che fossero ricorsi a lei. Perciò, dissi sopra che la regina Maria si serve particolarmente di questi dodici angeli per proteggere, difendere ed aiutare i suoi devoti nelle loro necessità e bisogni, e soprattutto per liberarli dal peccato, ogni volta che questi si rivolgono a lei ed agli angeli nella supplica ed invocazione.
371. Questi dodici angeli le apparivano in forma corporea, come quelli a cui accennai precedentemente, salvo che portavano numerose corone e palme, come segno dei premi riservati ai suoi devoti. Il loro servizio consisteva nel farle conoscere, in modo singolare, l'ineffabile pietà del Signore verso il genere umano, e nel sollecitarla perché ella lo lodasse e ne chiedesse l'esecuzione per gli uomini. A tale scopo, sua Altezza inviava questi angeli, con tali richieste, al trono dell'eterno Padre, come pure li mandava ad illuminare e soccorrere i devoti che la invocavano o quelli che ella voleva aiutare e proteggere. Ciò avvenne frequentemente al tempo della Chiesa primitiva, quando attraverso il ministero degli angeli aiutò gli Apostoli che si trovavano in mezzo alle tribolazioni ed ai travagli. Tuttora dal cielo questi dodici angeli esercitano il medesimo ufficio, assistendo i devoti della loro e nostra Regina.
372. Gli altri diciotto angeli, che restano a formare il numero di mille, furono quelli che si distinsero per l'amorevole dedizione ai misteri dolorosi del Verbo incarnato; per questo fu molto grande la gloria che ne ebbero in premio. Apparivano a Maria santissima in una forma oltre-modo bella: come ornamento portavano diversi segni della passione di Cristo e di altri misteri della redenzione; in particolare avevano una croce sul cuore e una sul braccio, entrambe di singolare bellezza e rifulgenti di una vivissima luce. La vista di un abito così singolare risvegliò nella Regina una grande ammirazione nonché la memoria, colma di tenerezza e compassione, di ciò che avrebbe dovuto patire il Redentore del mondo; suscitò anche fervorosi atti di riconoscenza e rendimento di grazie per i benefici che gli uomini avrebbero ricevuto attraverso la redenzione e il riscatto dal peccato. La nostra amata Signora si serviva, spesso, di questi angeli e li inviava al suo santissimo Figlio con diversi messaggi e suppliche per il bene e la salvezza delle anime.
373. Nel descrivere le forme ed i segni, ho detto anche qualcosa sulle perfezioni di questi spiriti celesti e sui servizi che prestavano, ma molto limitatamente in confronto a quello che in realtà sono. Si tratta di invisibili raggi della Divinità, velocissimi nei movimenti e nelle operazioni, potentissimi nella forza, perfettissimi nella capacità di intendere, senza cadere nel pericolo dell'inganno, ed immutabili nella natura e nella volontà. Inoltre, quello che apprendono una volta non lo dimenticano più né lo perdono più di vista. Sono pieni di grazia e di gloria e non corrono il rischio di perderie; essendo incorporei ed invisibili, quando l'Altissimo permette agli uomini di vederli, assumono un corpo apparente, percettibile ai sensi e conforme allo scopo. Tutti questi mille angeli della regina Maria erano, nella schiera dei loro cori, superiori e tale rango di superiorità riguardava la grazia e la gloria. Essi provvidero alla custodia della nostra amata Signora, incessantemente e per tutta la vita. Adesso in cielo godono della sua vista e della sua compagnia in modo del tutto speciale e gratuito. Ve ne sono alcuni tra loro che lei invia di preferenza ed ordinariamente; però, tutti e mille in alcune occasioni servono per questo ministero, secondo il volere di Dio.
Insegnamento che mi diede la Regina del cielo
374. Figlia mia, voglio condensare la dottrina di questo capitolo in tre ammonizioni. La prima è che ti mostri grata con eterna lode e riconoscenza al beneficio che Dio ti elargì nel donarti gli angeli a che ti assistano, ti ammaestrino e ti indirizzino nelle tue tribolazioni e fatiche. Questo è un beneficio che i mortali ordinariamente dimenticano con biasimevole ingratitudine e grave villania, non considerando quanto siano grandi la misericordia e la benignità divina nell'ordinare a questi santi principi - che sono di una natura superiore, spirituale, e pieni di gloria, dignità e bellezza - di assistere, custodire e difendere le creature terrene, così piene, invece, di miserie e di colpe. Per questo oblio, gli uomini ingrati si privano di molti favori da parte degli stessi angeli e suscitano lo sdegno e la collera del Signore. Tu, perciò, o carissima, riconosci il dono che hai ricevuto e cerca con tutte le tue forze di corrispondervi.
375. La seconda ammonizione è che tu, sempre ed in ogni luogo, porti riverenza ed amore a questi spiriti divini, come se li vedessi con gli occhi del corpo. Sii, dunque, attenta ed accorta, come chi sta alla continua presenza dei cortigiani del cielo e non ardire di fare in presenza loro ciò che in pubblico non faresti; né osa tralasciare di operare per il servizio del Signore ciò che essi fanno o che vogliono da te. Considera bene, anche, che essi contemplano sempre il volto di Dio, quali beati; per cui non è giusto che, se volgono contemporaneamente lo sguardo su di te, vedano qualcosa di indecente. Mostrati dunque grata della loro vigilanza, difesa e protezione.
376. La terza ammonizione è che tu stia attenta alle ispirazioni, chiamate ed ammonizioni con cui ti sollecitano ed illuminano in modo da orientare la tua mente e il tuo cuore a vivere nella memoria ed alla presenza di Dio, e all'esercizio di tutte le virtù. Pondera bene: tu spesso li chiami ed essi ti rispondono; tu li cerchi e li trovi; quanto spesso hai chiesto loro notizie sugli attributi e le qualità del tuo diletto ed essi te li hanno elencati; quante altre volte ti hanno spronato ad amare il tuo sposo, e ripreso dolcemente a causa delle tue trascuratezze e tiepidezze. E quando per le tue tentazioni e la tua debolezza hai perduto l'orientamento della luce, essi ti hanno aspettato, sopportato pazientemente e aperto gli occhi, riconducendoti sul diritto cammino della giustificazione e della testimonianza del Signore. Non dimenticare, dunque, o anima, il tanto che tu, a preferenza di molte nazioni e generazioni, devi a Dio, per i benefici di questi angeli; e sforzati di essere grata al Signore e agli stessi angeli, suoi ministri.