15 - Si parla di altre feste che Maria beatissima celebrava.
La mistica Città di Dio - Libro ottavo
Suor Maria d'Agreda

Si parla di altre feste che Maria beatissima celebrava, cioè di quelle della circoncisione, dell'adorazione dei Magi, della sua purificazione, del battesimo e del digiuno di Cristo, dell'istituzione del Santissimo Sacramento, della passione e della risurrezione.
662. Nel rinnovare la memoria della vita e passione del nostro Redentore, la Regina non mirava soltanto a rendergli l'adeguata riconoscenza per se stessa e per l'intero genere umano e ad insegnare alla Chiesa questa scienza, come maestra della santità e della sapienza; oltre al soddisfare un simile debito, era suo disegno vincolarlo a sé, inclinando la sua sconfinata bontà alla pietà, di cui comprendeva bisognosa la fragilità e miseria degli uomini. Nella sua prudenza intendeva che egli e il Padre erano assai irritati dalle loro colpe e che nel tribunale della clemenza celeste essi non avevano niente da addurre a proprio favore se non l'immensa benevolenza con la quale Dio stesso li aveva amati e riconciliati quando erano peccatori e suoi nemici'. Dal momento che ciò era stato realizzato dall'Unigenito con le sue opere, i suoi tormenti e i suoi misteri, giudicava le date in cui questi si erano compiuti adatte per moltiplicare le suppliche e per muoverlo al perdono, implorandolo di amarli perché li aveva amati, di chiamarli alla fede e all'amicizia con lui perché le aveva egli medesimo guadagnate loro, di giustificarli perché aveva conquistato loro la giustificazione e la vita eterna.
663. Né i mortali né gli angeli arriveranno a ponderare degnamente quanto il mondo debba alla sua benignità materna. 1 tanti benefici che ricevette dalla destra divina, come anche le tante visioni beatifiche che le furono concesse mentre era quaggiù, non furono per lei sola, ma pure per noi; in tali occasioni, infatti, la sua intelligenza e carità giunsero al massimo grado possibile in una semplice creatura, e in misura proporzionata ella desiderava la gloria dell'Altissimo nella salvezza degli essere dotati di ragione. Siccome al tempo stesso restava viatrice per meritare, vince qualsiasi capacità l'incendio che divampava nel suo purissimo cuore affinché non si dannasse nessuno di coloro che potevano arrivare a godere di sua Maestà. Da quell'anelito le risultò un prolungato martirio, che sostenne nella sua esistenza e che l'avrebbe consumata ad ogni ora e ad ogni istante se non fosse stata preservata e sorretta. Il supplizio fu il pensare che molti si sarebbero persi e sarebbero rimasti per sempre privi della gioia della contemplazione del sommo Bene, e per di più avrebbero subito i perenni castighi dell'inferno, senza la speranza del rimedio da loro disprezzato.
664. La Vergine si angustiava con enorme tristezza di questa straziante infelicità, giacché la valutava e calcolava con uguale cognizione, alla quale corrispondeva peraltro il suo incredibile fervore; dunque, non avrebbe trovato sollievo alle sue pene qualora esse fossero state lasciate crescere in base alla forza della sua affezione e della considerazione di quanto Cristo aveva fatto per riscattare i suoi fratelli. L'Onnipotente impediva le conseguenze di questo dolore fatale: a volte la conservava miracolosamente; altre la distraeva con diverse illuminazioni; altre ancora le svelava gli occulti segreti della predestinazione perché, capendo le motivazioni e l'equità della sua giustizia, avesse quiete. I suddetti erano alcuni degli espedienti con cui egli si preoccupava che non venisse meno per i misfatti e per la condanna perpetua dei reprobi. Se una sorte così sciagurata da lei prevista la amareggiava tanto pesantemente e se in suo Figlio produceva effetti tali che per riparare si consegnò alla crocifissione, con che parole si definirà la cieca insensatezza di chi si abbandona precipitosamente e con animo insensibile all'insanabile e mai esagerata rovina?
665. Gesù alleggeriva i suoi affanni esaudendola, dichiarandosi impegnato dalla sua tenerezza, elargendole i suoi infiniti tesori, designandola sua elemosiniera maggiore e affidando alla sua volontà la distribuzione delle ricchezze delle sue misericordie, affinché con la sua luce le applicasse a coloro per i quali le reputava convenienti. Queste promesse erano ordinarie come erano continue le invocazioni che le sollecitavano, e tutto aumentava nelle feste. Nel giorno in cui era avvenuta la circoncisione, Maria cominciava la preparazione allo stesso orario che nelle altre solennità e al solito il Verbo incarnato entrava nel suo oratorio con grande splendore, attorniato dai ministri superni e dagli eletti. Poiché in quella circostanza egli aveva iniziato a spargere il suo sangue e si era umiliato ad assoggettarsi alla legge dei rei, erano ineffabili gli atti della sua castissima Madre nel commemorare la sua generosità e indulgenza.
666. La Principessa si piegava a toccare il fondo della virtù dell'umiltà: si affliggeva soavemente di ciò che il bambino aveva sostenuto in tanto giovane età, lo ringraziava per la progenie di Adamo, piangeva l'universale dimenticanza nel non stimare il prezioso sangue versato con ampio anticipo per la redenzione e, come confusa al suo cospetto a non pagare un simile dono, si offriva di perire e di dare il proprio per sdebitarsi e per imitare il suo Maestro. Su queste aspirazioni teneva con lui sino a sera armoniosi colloqui e, non essendo opportuno porre in esecuzione il suo sacrificio sebbene fosse accetto, aggiungeva ulteriori invenzioni di bontà. Quanto alle carezze e ai favori di cui era colmata, gli chiedeva che fossero ripartiti tra tutti; quanto invece al soffrire per suo amore e con tale strumento, che ella fosse singolare, ma la ricompensa
fosse condivisa con gli altri e ciascuno gustasse la sua dolcezza perché, invitato da essa al sentiero della vita, non si smarrisse con la morte, quando egli medesimo aveva patito per attirare tutto a sé. Quindi, presentava al Padre il sangue che era stillato nel rito e l'abbassamento che il suo Unigenito aveva esercitato facendosi circoncidere mentre era impeccabile, e venerava quest'ultimo come Dio e uomo vero. Dopo altre opere di incomparabile perfezione, egli la benediva e tornava alla destra dell'Eterno.
667. Si disponeva all'adorazione dei Magi qualche giorno prima, quasi andando mettendo insieme degli omaggi per il Signore. Il principale, che la Regina chiamava oro, erano le anime che riconduceva allo stato di grazia avvalendosi dei custodi, che avevano da lei l'ordine di aiutarla infondendo in numerose di esse speciali ispirazioni a conoscere l'Altissimo ed a ravvedersi, e soprattutto con le sue suppliche, con le quali affrancava tanti dall'errore, o li guidava alla fede e al battesimo, o li strappava durante l'agonia dalle grinfie del drago. C'erano, poi, la mirra, cioè le prostrazioni, le mortificazioni e altre penitenze, e l'incenso, costituito dagli incendi e dai voli del suo ardore, dalle giaculatorie e da altri impulsi deliziosi e pieni di sapienza.
668. Per accoglierli, venuto il momento, sua Maestà scendeva dall'empireo con una moltitudine di angeli e di santi, ed ella, esortata l'intera corte ad assisterla, glieli porgeva con mirabile devozione e affetto elevando un'intensa orazione per tutti. Era allora innalzata al seggio di lui, dove partecipava in modo inesprimibile della gloria della sua umanità, divinamente unita ad essa e come trasfigurata dalla sua chiarezza e dal suo fulgore, e talora, affinché prendesse riposo nei suoi ferventissimi sentimenti, Cristo stesso la reclinava tra le sue braccia. I benefici erano tali che non vi sono vocaboli appropriati per spiegarli, poiché egli ne estraeva quotidianamente dai suoi scrigni di antichi e di nuovi.
669. Ricevutili, la Vergine lasciava il trono, implorava pietà per noi tutti, finiva con un inno di lode e si raccomandava ai beati perché l'accompagnassero in questo. Succedeva una cosa straordinaria: per concludere la celebrazione, domandava ad uno ad uno ai patriarchi e agli altri di pregare l'Onnipotente di starle accanto e di dirigerla in ogni azione, inchinandosi davanti a loro come chi si accostasse per baciare la mano. Il Salvatore permetteva con enorme compiacimento che praticasse l'umiltà verso persone della sua natura, ma ella non lo faceva con gli esseri spirituali, che erano alle sue dipendenze e non avevano con lei quel legame. Essi le mostravano differentemente il proprio ossequio.
670. In seguito Maria ricordava il battesimo di Gesù al Giordano esternandogli magnificamente gratitudine per questo sacramento e perché aveva voluto che gli fosse amministrato per dargli principio. Dopo aver interceduto per i credenti, si ritirava per quaranta giorni ininterrotti in memoria del suo digiuno, ripetendolo nella maniera in cui era stato vissuto da lui e da ella medesima sul suo modello: non dormiva, non mangiava, non usciva tranne che per gravi necessità che esigessero il suo intervento, conversava solo con Giovanni per la comunione e per il disbrigo delle questioni delle quali era conveniente che fosse informata per il governo della comunità ecclesiale. In quel periodo il prediletto era più assiduo nella casa del cenacolo e se ne allontanava di rado. Venivano molti bisognosi e infermi, ed egli li curava e risanava applicando loro qualcosa della grande Signora. Venivano parecchi indemoniati ed alcuni erano liberati prima di arrivare, poiché quelli che li possedevano non avevano l'ardire di appressarsi oltre alla dimora di costei, mentre agli altri accadeva che, appena erano toccati con il suo manto, con il suo velo o con un suo oggetto qualunque, i nemici si precipitavano negli abissi. Quando certi diavoli erano ribelli, l'Evangelista la avvertiva e, nell'attimo in cui giungeva dai pazienti, essi li abbandonavano senza altro comando.
671. Quanto agli eventi prodigiosi che le avvenivano, occorrerebbero molti libri per riferirli, giacché, se non si coricava né si nutriva, chi potrà raccontare ciò che la sua diligentissima sollecitudine e solerzia realizzavano in tanto tempo? Basti sapere che offriva tutto per la crescita della Chiesa, per la giustificazione delle anime, per la conversione del mondo, nonché per soccorrere gli apostoli e i discepoli che lo percorrevano per predicare. Al termine della quaresima il Redentore le preparava un convito somigliante a quello che gli era stato imbandito nel deserto e che aveva come dolcezza particolare la vicinanza di lui stesso, splendente e circondato da migliaia di creature celesti impegnate in parte nel provvedere alla mensa e in parte nel cantare con sublime armonia, e il fatto che era egli stesso che le passava il cibo. Questa giornata era piacevolissima più per la prossimità dell'Unigenito e per le sue carezze che per il gusto di quegli ottimi alimenti, e per ringraziarlo ella si stendeva a terra e gli chiedeva la benedizione adorandolo; il nostro Maestro gliela concedeva e risaliva nelle altezze. In tutte le sue apparizioni la nostra sovrana compiva eroici atti di abbassamento, sottomissione e venerazione, baciandogli i piedi, confessandosi immeritevole di simili privilegi e supplicando aiuti per meglio servirlo in futuro con la sua protezione.
672. Forse qualcuno con prudenza umana riterrà eccessivo il numero delle manifestazioni del Signore, che io qui narro in frequenti occasioni. Chi pensa così è obbligato a valutare l'eccellenza della Regina delle virtù e l'amore reciproco di tale Madre e di tale Figlio e poi a dirci quanto quelle elargizioni superino la misura trovata, che la fede e la ragione stimano incalcolabile con il nostro giudizio. A me, per non avere dubbi sulle mie affermazioni, sono sufficienti la luce con cui le apprendo e la consapevolezza che in ogni ora e in ogni istante sua Maestà discende nelle mani del sacerdote che legittimamente pronuncia le parole di consacrazione in qualsiasi zona del pianeta, e non con un movimento fisico, ma perché il pane e il vino divengono il suo corpo e il suo sangue. Sebbene ciò si verifichi in un modo che non illustro e sul quale non intendo disputare, la dottrina cattolica mi insegna che Cristo medesimo si fa presente nell'ostia. Egli opera spesso questa meraviglia per gli uomini e per la loro salvezza, benché siano tanti gli indegni, persino tra i ministri dell'altare; se potesse essere vincolato a continuarla, lo farebbe soltanto per la Vergi ne, e lo fece in effetti principalmente per lei. Non sembri dunque troppo che visitasse lei sola, se ella sola lo guadagnò per sé e per noi.
673. Successivamente, la Principessa celebrava la propria purificazione e la presentazione al tempio del bambino; per questo dono e per la sua accettazione, compariva nella sua stanza la Trinità con la sua corte. Gli angeli la vestivano e ornavano con lo sfarzo e con i ricchi gioielli da me descritti nella festa dell'incarnazione, ed ella pregava a lungo per tutti e specialmente per i devoti. In premio della sua implorazione, dell'umiltà con la quale si era assoggettata alla legge comune alle donne e dei suoi esercizi, riceveva per sé un aumento di grazia e per gli altri notevoli benefici.
674. Ricordava la passione, l'istituzione dell'eucaristia e la risurrezione non solo tutte le settimane, ma anche annualmente nei giorni corrispondenti, come si fa adesso nella settimana santa, e in essi alle solite pratiche ne accompagnava varie: all'ora della crocifissione si metteva a forma di croce e vi restava per tre ore, ripetendo le domande di Gesù e rammentando i suoi dolori; in quella domenica, però, era innalzata all'empireo, dove la visione di cui godeva era beatifica e non astrattiva come nelle altre.
Insegnamento della Regina del cielo
675. Carissima, lo Spirito, la cui sapienza governa la Chiesa , ha disposto per mia intercessione che ci siano solennità differenti per due serie di motivazioni: affinché si rinnovi la memoria dei misteri divini, della redenzione, del mio esempio e di quello degli altri santi, e i mortali siano grati al loro Creatore e liberatore e non dimentichino favori che non riconosceranno mai adeguatamente; inoltre, affinché in tale periodo attendano unicamente alle cose di Dio, si raccolgano allontandosi dalle cure che abitualmente impiegano per gli affari temporali, bilancino con azioni lodevoli e con il buon uso dei sacramenti ciò che distratti hanno perso, prendano a modello il comportamento dei beati, cerchino con insistenza il mio soccorso ed ottengano la remissione dei peccati e quanto la misericordia celeste tiene pronto per loro.
676. Così la Chiesa desidera guidare e nutrire i suoi piccoli come madre pietosa, e io, che lo sono di tutti, mi sono prefissa di condurli per questa via alla sicurezza della vita; ma il serpente infernale ha costantemente procurato, e soprattutto nella tua infelice epoca, di impedire i fini dell'Onnipotente e miei. Quando non riesce a pervertire l'ordine della comunità ecclesiale, tenta almeno di far sì che non fruttifichi nella maggioranza dei suoi membri e che per molti una simile concessione si converta in un più pesante carico per la dannazione. Il demonio stesso l'addurrà contro di essi nel tribunale della giustizia superna e li accuserà di non aver trascorso i momenti più sacri in atti virtuosi e nell'esaltazione dell'Eterno, e di avere allora commesso colpe peggiori, come normalmente accade alla gente mondana. Certamente è grande ed assai riprensibile la trascuratezza e il disprezzo che in genere i credenti hanno di questa verità, profanando le festività con giochi, piaceri, eccessi, e nel mangiare e bere con meno moderazione. Mentre dovrebbero placare l'Altissimo lo irritano ancor più e, piuttosto che abbattere i nemici invisibili, sono sconfitti e permettono alla loro superbia e malizia di trionfare.
677. Piangi questa rovina, giacché a me non è possibile come nell'esistenza terrena, sforzati di compensarla per quanto ti sarà consentito e affaticati nell'aiutare i tuoi fratelli nella loro spensieratezza. Sebbene ai religiosi competa una condotta diversa da quella dei secolari nel non fare distinzione di giorni per dedicarsi incessantemente al culto, e così voglio che istruisca le tue suddite, bramo pure che nell'orazione e nello zelo tu e loro vi segnaliate nel celebrare le feste, in primo luogo quelle del Signore e le mie, con singolare preparazione e purezza di coscienza. Riempi sempre notte e dì di gesti ammirevoli e graditi a sua Maestà, ma in esse aggiungi nuovi esercizi interiori ed esteriori. Infervora il tuo cuore, concentrati tutta in te stessa e, se ti parrà tanto, accresci l'impegno per rendere ferma la tua vocazione ed elezione, guardandoti dal tralasciare mai qualcosa per negligenza. Considera che i giorni sono cattivi e somiglianti ad ombra che passa. Sii estremamente diligente per non trovarti vuota di meriti e dai ad ogni ora la sua legittima occupazione, come era mia consuetudine e come sovente ti ho insegnato.
678. Ti esorto ad essere attentissima alle ispirazioni del tuo sovrano, e fra gli altri benefici stima quello che ricevi con i suoi avvertimenti, con sollecitudine tale che tu non ometta di eseguire come puoi alcuna delle opere di maggior perfezione che ti verranno in mente. Ti garantisco che gli uomini per la loro noncuranza e indifferenza si privano di immensi tesori di grazia e di gloria. lo imitavo scrupolosamente ciò che avevo visto compiere a mio Figlio stando con lui e ascoltavo tutti i suggerimenti dello Spirito; questa avida premura era per me come l'ossigeno e muoveva il mio Unigenito ai suoi doni e alle sue numerose apparizioni.
679. Perché tu e le tue sorelle ricalchiate le mie orme nel ritiro che osservavo, stabilisci nel tuo convento in che maniera dobbiate gestire gli esercizi che è vostro costume fare, stando appartate per quanto sarà accordato dall'obbedienza. Hai già esperienza del profitto che deriva dalla solitudine, avendo scritto in essa quasi per intero la mia storia ed essendo stata visitata in essa da Gesù con più larghe elargizioni per il tuo miglioramento e per la tua vittoria sugli avversari; dunque, affinché le tue monache sappiano come regolarsi per uscirne con vantaggio e giovamento, ti chiedo di redigere un trattato e di assegnare loro tutte le attività e i tempi in cui ripartirle, disposte in modo che chi fa gli esercizi non manchi alla liturgia comune, poiché questo obbligo è da preferirsi a quelli particolari. Per il resto rispettino inviolabilmente il silenzio e vadano coperte con un velo, perché siano riconosciute e nessuna rivolga loro la parola. Anche chi ha degli uffici ha diritto a un simile bene, e quindi li affiderai provvisoriamente ad altre. Domanda luce a Dio e io ti assisterò così che tu intenda più in dettaglio come mi comportavo in tali occasioni e lo fissi come dottrina.