6 - La visita di Maria santissima ai luoghi sacri.
Suor Maria d'Agreda

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La visita di Maria santissima ai luoghi sacri: i misteriosi trionfi riportati contro i demoni; la visione beatifica della Divinità nel cielo; il concilio celebrato dagli apostoli, gli arcani prodigi che accaddero in tutto questo.
480. È a gloria della beatissima Madre se la capacità umana non arriva mai a spiegare la pienezza di perfezione di tutte le sue opere; difatti, restiamo sempre vinti dalla grandezza di ogni sua virtù, per piccola che fosse dal punto di vista materiale in cui venne adempiuta. Da parte nostra, comunque, non cesseremo di provarci, ma non con uno sforzo presuntuoso rivolto a misurare l'oceano della grazia, bensì con un approfondimento umile, diretto a magnificare in lei il Creatore e a scoprire sempre maggiori cose per poterle mirabilmente imitare. Io mi reputerò assai fortunata se giungerò a far recepire ai figli della Chiesa - rivelando i favori che Dio elargì alla Vergine - qualcosa di quanto non riesco a far capire con termini propri e adeguati, che non trovo, anche se farò il possibile, da rozza, balbuziente e senza spirito quale sono. Straordinari sono gli eventi che mi sono stati palesati per scrivere questo capitolo e i seguenti, in cui esporrò solo quanto potrò: appena un accenno di quello che la fede e la pietà cristiana faranno meglio comprendere.
481. Dopo aver espletato l'obbedienza a san Pietro, Maria ritenne conveniente assecondare la sua devozione, visitando i luoghi santi del nostro riscatto. Distribuiva tutte le sue azioni senza tralasciarne alcuna e dando prudentemente il proprio spazio a ciascuna, affinché non mancassero le circostanze necessarie perché fossero praticate in maniera eminente. Con questa sapienza prima compiva quello che era più importante e prioritario e dopo quello che sembrava da meno, ma sempre con tutto lo zelo inerente all'esercizio di ogni cosa. Uscì dal cenacolo accompagnata dagli angeli e seguita da Lucifero e dalle sue legioni, che continuavano a muoverle guerra. I ministri infernali si presentavano terribili sotto l'aspetto di figure così minacciose come le suggestioni che suscitavano; tuttavia, non appena ella giungeva a venerare uno dei posti, costoro restavano lontano, sia perché trattenuti dal potere divino, sia perché sentivano venir meno il loro vigore, indebolito dalla forza che Gesù aveva comunicato a quei territori con i misteri della sua morte e resurrezione. Satana si sforzava ostinatamente di avvicinarsi, animato dalla temerarietà della sua stessa superbia e dal permesso che aveva di perseguitare e tentare la nostra sovrana: desiderava allora - se ne avesse avuto l'opportunità - riportare su di lei qualche trionfo proprio là dove egli era stato vinto, o almeno impedirle di esternare una simile riverenza.
482. L 'Altissimo dispose di muoversi contro i diavoli per mezzo della Regina, in modo che fossero debellati e decapitati dalla spada di quegli stessi atti che esigevano da lei. E così avvenne: l'ossequio con cui ella adorò il nostro Maestro e rinnovò la memoria e la riconoscenza della redenzione li spaventò talmente da non poterla tollerare. Sentirono contro di loro una potenza invincibile, proveniente dalla Signora, che li tormentava costringendoli a starle lontani, ed emettendo terrificanti ruggiti uditi solo da lei dicevano: «Fuggiamo dalla nostra avversaria che ci confonde tanto e ci opprime con la sua santità. Noi pretendiamo di cancellare il ricordo e il culto di questi posti, che segnarono la salvezza degli uomini e la nostra disfatta. Questa semplice creatura impedisce i nostri intenti e ripristina la vittoria che suo Figlio riportò su di noi dalla croce».
483. La Principessa girò per tutti i luoghi sacri scortata dagli spiriti superni. Arrivata alla fine al monte degli Ulivi, mentre era assorta dove era avvenuta l'ascensione, sua Maestà scese dall'empireo con ineffabile bellezza e circonfuso di gloria per visitarla e confortarla. Le si manifestò con affetto e tenerezza filiali, con le qualità proprie della sua divinità e, con particolari benefici, la elevò al di sopra dell'esistenza terrena tanto che per molto tempo fu astratta da ogni cosa visibile. Ella non tralasciò le opere esteriori, ma rispetto alle altre volte le fu necessaria una maggiore energia per attendervi, perché restò tutta spiritualizzata e trasfigurata. Fu informata dallo stesso Signore che quei doni erano solo una parte del premio della sua umiltà e dell'obbedienza prestata a Pietro e anteposta non solo alla propria devozione, ma anche a tutti gli altri interessi. Cristo, inoltre, le confermò che l'avrebbe assistita nella battaglia contro i demoni, e per realizzare questa promessa dispose che essi riconoscessero in lei un'autorità nuova e sublime.
484. La candidissima colomba ritornò al cenacolo e i principi del male ricominciarono a perseguitarla con le loro lusinghe, sperimentando, però, lo stesso effetto che subisce un pallone quando, lanciato in aria con impeto, va a sbattere contro un muro di bronzo; e come accade a tale oggetto che, rimbalzando, ritorna con somma celerità al punto da cui era stato tirato, così avvenne a questi presuntuosi nemici, i quali, dinanzi a Maria, retrocedettero con un furore contro se stessi quasi più violento di quello che nutrivano contro di lei. Moltiplicando urla e dispettosi lamenti, e facendo forzatamente numerose confessioni, dichiaravano: «Oh, infelici noi alla vista della felicità del genere umano! A quale eccezionale dignità è stata innalzata una semplice creatura! Quanto ingrati e stolti saranno i discendenti di Adamo se non sapranno guadagnarsi i beni ricevuti attraverso di lei, che è il loro rimedio e la nostra distruzione! Grande si mostra il suo Unigenito nei suoi confronti, giacché ella non lo demerita. Per noi è un flagello crudele, poiché ci costringe ad affermare tali verità. Oh, se l'Eterno ci occultasse questa donna che aizza tanto la nostra invidia! E come potremo sconfiggerla, se la sua sola presenza è per noi insopportabile? Ma consoliamoci nel prevedere che i mortali perderanno tutto quello che ella ha conseguito per loro, disprezzandola stoltamente. Su di essi vendicheremo le nostre molestie e metteremo in atto il nostro sdegno; li riempiremo di illusioni e di peccati, perché se volgeranno l'attenzione a questo modello tutti ne beneficeranno e imiteranno le sue virtù. Tuttavia - soggiunse Lucifero -, ciò non basta per mio sollievo: io intuisco che Dio si lascerà obbligare da sua Madre molto più di quanto venga disobbligato dalle colpe di coloro che noi pervertiamo. E quand'anche non fosse così, la mia eccellenza sarebbe ugualmente afflitta nel constatare che la natura umana è tanto elevata in una persona fragile, quale è costei. Tale fastidio è intollerabile: ritorniamo a perseguitarla, animiamo la nostra gelosia e la nostra rabbia nell'affrontare l'acerbità della pena accostandoci a lei e, nonostante il tormento che subiamo, non si spenga la nostra superbia, perché in ogni caso sarà possibile schiacciarla qualche volta».
485. La beata Vergine conosceva e udiva tutte queste furiose minacce, e come sovrana perfetta le aborriva. Allora, senza mutare aspetto, si ritirò nella sua casa per meditare con la sua eccelsa prudenza gli arcani superni in quel duello con il dragone, e le difficili questioni nelle quali la Chiesa si trovava impegnata riguardo al decreto della fine della circoncisione ed agli antichi precetti. Per tali motivi si angustiò per alcuni giorni, rimanendo sempre in raccoglimento con suppliche, gemiti e prostrazioni e, per quanto le spettava, chiedeva all'Onnipotente di stendere la sua destra contro satana e di concederle la vittoria. Benché sapesse di avere dalla sua parte l'Altissimo, che non l'avrebbe lasciata soccombere nelle tribolazioni, non interrompeva mai la preghiera, ed anzi agiva come se fosse stata la più debole di tutti, per insegnare a noi ciò che dobbiamo fare in tempo di tentazione, a noi che siamo tanto soggetti a cadere e ad essere soffocati. Domandò anche per la comunità ecclesiale la conferma della nuova legge, pura, monda, senza ruga e libera dalle vecchie prescrizioni.
486. La Signora fece questa implorazione con ardentissimo fervore, perché sapeva bene che il serpente e tutto l'inferno pretendevano, per mezzo dei giudei, di conservare la circoncisione assieme al battesimo e i riti di Mosè con la dottrina del Vangelo, e così, tratti da questo inganno, molti avrebbero perseverato nella primitiva osservanza per i secoli futuri. Uno dei tanti trionfi da lei riportati sul demonio fu quello che, dal concilio di cui ora parlerò, si incominciasse a proibire la circoncisione, e in avvenire restasse sempre separato il grano puro della verità evangelica dalla paglia e dalle spighe secche e senza frutto delle tradizioni mosaiche, come del resto viene fatto oggi. La Maestra disponeva tutto questo con i suoi meriti e le sue orazioni, mentre sapeva che Paolo e Barnaba partiti da Antiochia stavano per arrivare a Gerusalemme, inviati dai fedeli per risolvere con Pietro e gli altri tali problemi, come racconta san Luca nel capitolo quindicesimo degli Atti.
487. I due apostoli giunsero nella città santa e, certi che già vi si trovava sua Altezza, si incamminarono immediatamente verso la casa dove ella risiedeva; quindi, le si inginocchiarono dinanzi con abbondanti lacrime per la gioia di vederla. D'altra parte la felicità della Principessa di fronte ad essi non fu minore, poiché li amava nel Signore con affetto speciale a motivo delle loro fatiche, sostenute per l'esaltazione del nome dell'Eterno e la predicazione della buona novella. La più umile degli umili desiderava che prima fossero presentati al vicario di Cristo e agli altri e infine a lei, ma essi seppero ben ordinare la carità e la venerazione, ritenendo che nessuno dovesse essere anteposto a colei che era Madre di Dio, regina dell'universo e principio di ogni nostro bene. Ella si stese anche ai piedi dei due discepoli, baciando loro la mano e chiedendo la benedizione. San Paolo in questa occasione ebbe un meraviglioso rapimento estatico, in cui gli furono rivelati altri misteri sulla mistica città di Dio, Maria beatissima, che scorse tutta rivestita della luce della stessa Divinità.
488. Con tale visione rimase colmo di stupore e di incomparabile amore verso di lei e, rientrando ancor più in se stesso, le disse: «Sovrana di ogni pietà e clemenza, perdonate questo uomo peccatore e vile che ha perseguitato l'Autore della vita e i credenti». Ella rispose: «O servo dell'Altissimo, se colui che vi ha creato e redento vi ha chiamato alla sua amicizia, e vi ha reso strumento eletto, come non deve perdonarvi questa sua schiava? L'anima mia lo magnifica ed esalta, perché in voi volle manifestarsi tanto potente, santo e misericordioso». Egli le rese grazie per il beneficio della sua conversione e per i favori che gli aveva fatto dispensare, preservandolo da tanti pericoli. Anche Barnaba fece lo stesso e poi entrambi la supplicarono di custodirli e difenderli. La Vergine acconsentì e promise tutto.
489. San Pietro, come guida della Chiesa, convocò gli apostoli e i discepoli che erano nelle vicinanze di Gerusalemme e li riunì con gli altri al cospetto della Signora del mondo, posponendo a tal fine la sua autorità, affinché ella non si ritirasse dall'adunanza per la sua profonda umiltà. Quindi, parlò loro: «Fratelli e figli miei in Gesù, è stato necessario incontrarci per risolvere i dubbi e le questioni di cui Paolo e Barnaba ci hanno informato, ed altre cose che riguardano la propagazione della fede. Prima di discutere su ciò conviene che ci ritiriamo in preghiera, per domandare l'assistenza dello Spirito Santo; persevereremo in essa per dieci giorni, secondo la nostra usanza. All'inizio e alla fine celebreremo la Messa per disporre i nostri cuori ad essere illuminati». Questa decisione venne approvata unanimemente e, perché tutto fosse pronto il giorno successivo, la candidissima colomba pulì ed adornò decorosamente con le sue mani la sala e preparò il necessario per accostarsi all'eucaristia. Presiedette sempre il capo del collegio apostolico, osservando in tali circostanze gli stessi riti e le stesse tradizioni che aveva precedentemente rispettato.
490. La nostra Maestra, che era solita occupare l'ultimo posto, ricevette la comunione dopo gli altri. Durante quel periodo tutti videro il cenacolo, in cui erano discesi tanti angeli, riempirsi di mirabile splendore e fragranza, con molti effetti trasmessi dall'Onnipotente agli astanti. Furono poi stabilite le ore da dedicare all'orazione, senza mancare al ministero delle anime, per ritornare poi subito in raccoglimento. In quei giorni la Principessa si recò da sola in un luogo in cui si trattenne senza muoversi né mangiare né conversare con alcuno. Durante questo arco di tempo ci furono degli eventi così prodigiosi e misteriosi da suscitare negli spiriti celesti una nuova ammirazione, ed in me uno stupore ineffabile per quanto su di essi mi era stato palesato: esporrò brevemente qualcosa, perché tutto non sarà possibile. La Madre dopo essersi comunicata si appartò, ma immediatamente, per ordine superno, fu sollevata dai suoi custodi nelle altezze in anima e corpo, mentre uno di essi restò in sua vece con le sue sembianze, affinché gli apostoli non si accorgessero della sua assenza. Fu trasportata con maggior maestà di quella riferita in altre occasioni, per l'intento che il Signore aveva nel disporre questa meraviglia. Quando giunse nell'area più distante dalla terra, l'Eterno comandò a Lucifero di venire dall'inferno con le sue malvagie schiere. In quel momento comparvero tutti ed ella poté riconoscerli nel loro vero stato: erano tanto ripugnanti che la loro vista avrebbe suscitato in lei un'immensa pena, se non fosse stata armata della forza divina perché non provasse disgusto di fronte a quegli esseri così esecrabili e brutti. Ciò, invece, non avvenne ad essi poiché fu fatta loro comprendere, in modo del tutto speciale e con particolari raffigurazioni, la grandezza e la superiorità che aveva colei che perseguitavano come nemica, perché si rendessero conto che era stata temeraria pazzia tutto quello che contro di lei avevano preteso ed intentato. Inoltre, intesero per maggior loro terrore che ella possedeva nel suo petto Cristo sacramentato ed era tenuta sotto la protezione dell'Onnipotente, affinché con la partecipazione delle sue virtù li umiliasse e li schiacciasse facendoli svanire.
491. I diavoli sentirono anche una voce che usciva dall'essere supremo: «Con lo scudo della mia invincibile destra difenderò sempre la comunità ecclesiale. Questa donna schiaccerà il capo al serpente e trionferà sulla sua antica superbia, a gloria del mio santo nome». Essi capirono ed ascoltarono ciò assieme ad altri arcani concernenti
la Vergine , mentre la rimiravano a loro dispetto. E, disperati, sperimentarono un dolore ed un annientamento tali da indurli a gridare: «L'Altissimo ci scagli subito nelle nostre caverne e non ci tenga più dinanzi questa creatura che ci strazia più del fuoco. O donna forte ed imbattibile, allontanati tu, dal momento che noi non possiamo fuggire dalla tua presenza, a cui ci tiene legati la catena dell'infinita potenza. Per qual motivo ci torturi ancor prima del tempo? Tu sola nella natura umana sei strumento del sommo sovrano contro di noi e per tuo mezzo gli uomini possono acquistare i beni imperituri che noi perdemmo. E quand'anche essi non attendessero alla contemplazione beatifica, la sola tua vista, per noi castigo e tormento perché ti aborriamo, per loro sarebbe premio per le opere buone che devono al Redentore. Lasciateci andare, ormai, Dio, fate che abbia fine questo atroce supplizio, con il quale rinnovate quello che ci infliggeste precipitandoci dal cielo; eseguite, con il vostro insuperabile braccio, quanto allora minacciaste di compiere».
492. Trattenuti a lungo davanti all'invincibile Regina, prorompevano in questi ed in altri lamentevoli trasporti di rabbia e, pur facendo degli sforzi immani per ritirarsi, ciò non fu concesso così presto come il loro furore bramava. Ma il Signore, per far sì che lo sgomento destato da Maria restasse più impresso, dispose che fosse lei con la sua autorità a concedere agli avversari il permesso di scappare; come difatti accadde. In quell'istante, i principi delle tenebre si gettarono dal luogo in cui erano stati chiamati ad accorrere nel profondo dell'abisso, con tutta la velocità posseduta dalle loro facoltà. Emettendo allora spaventevoli urla, turbarono i dannati con nuove pene, confessando dinanzi a loro il potere del Salvatore e di colei che lo aveva generato, benché lo conoscessero e soffrissero in modo violento per non poterlo negare. Con tale trionfo la serenissima Imperatrice proseguì il suo cammino fino a quando giunse all'empireo: qui, accolta con straordinario giubilo dai suoi cortigiani, dimorò per ventiquattro ore.
493. Ella si prostrò al cospetto della santissima Trinità, che adorò nell'unità di una indivisibile natura e magnificenza. Quindi, pregò perché i Dodici intendessero e determinassero ciò che era conveniente per stabilire la legge evangelica e porre termine a quella di Mosè. Mentre elevava queste suppliche udì una voce, con la quale le tre divine Persone, singolarmente e secondo il proprio ordine, le promettevano di assistere gli apostoli e i discepoli nel dichiarare e confermare la verità della dottrina cristiana: il Padre li avrebbe governati con la sua onnipotenza, il Figlio, come capo, con la sua sapienza, e lo Spirito Santo, come sposo, con il suo amore e i suoi doni. La Madre vide che l'umanità del Verbo approvava le sue orazioni e la sua intercessione, le presentava all'Eterno e ne chiedeva l'esecuzione, proponendo le ragioni per le quali avrebbero dovuto essere esaudite, affinché i nuovi precetti si radicassero nel mondo conformemente al suo volere.
494. E subito, in risposta all'intervento del suo Unigenito, la Regina notò che dall'essere immutabile di Dio usciva una figura a forma di tempio così puro, bello e splendente da sembrare edificato con diamante o lucidissimo cristallo, e adorno di molti smalti e rilievi che lo rendevano più leggiadro e prezioso. Gli angeli e i beati dinanzi ad esso rimasero strabiliati ed esclamarono: «Santo, santo, santo, e potente siete, o Signore, nelle vostre opere». La Trinità lo consegnò a Gesù, che lo unì a sé in un modo tanto mirabile da non poterlo esprimere con termini appropriati. Egli lo rimise poi nelle mani della Principessa, la quale, nel medesimo istante, venne circonfusa e sommersa di splendore e contemplò la Divinità intuitivamente e chiaramente.
495. La Vergine stette in questo godimento estatico per molte ore, realmente introdotta dal supremo Re nella cella dell'aromatico vino, di cui parla il Cantico dei cantici. E poiché ciò che ricevette e quanto le successe in quest'occasione trascende ogni pensiero ed ogni comprensione umana, mi è sufficiente dire che fu rafforzata in lei la carità, perché la mettesse nuovamente in pratica nella Chiesa, affidatale proprio sotto il vessillo di quella virtù. Ricolma di tutti questi benefici, fu riaccompagnata dai ministri superni al cenacolo, tenendo sempre nelle sue mani il misterioso tempio donatole da sua Maestà. Per tutti i nove giorni seguenti rimase in raccoglimento, senza muoversi né interrompere gli atti nei quali l'aveva lasciata la visione: atti inconcepibili ed indicibili per le facoltà umane. Tra le tante altre cose che compì, distribuì i tesori della redenzione ai cristiani di quel tempo, iniziando dai Dodici, e riservandoli per il futuro anche ai diversi giusti e santi, secondo gli occulti segreti dell'eterna predestinazione; difatti, le fu ordinato di eseguire i decreti celesti e le furono dati a tal fine il dominio sulla comunità ecclesiale e la facoltà di dispensare la grazia che dal riscatto in poi si sarebbe riversata su ciascuno. Io non riesco ad accostarmi in miglior modo ad un arcano così sublime ed insondabile per poterlo e farlo maggiormente capire.
496. Al termine dei dieci giorni, san Pietro celebrò l'altra Messa in cui le stesse persone della prima si comunicarono. Quindi, stando tutti riuniti nel nome del Signore,
invocarono il Paraclito ed incominciarono a conferire sui loro dubbi. All'inizio parlò il vicario di Cristo, seguito da Paolo e Barnaba e dopo da Giacomo il Minore, come si dichiara nel capitolo quindicesimo degli Atti. Fu subito approvato di non imporre ai credenti la gravosa tradizione della circoncisione, né la legge mosaica, rilevando come la salvezza fosse già concessa per mezzo del battesimo e della fede nel Messia. E benché ciò sia quanto riferisce principalmente l'Evangelista, si stabilirono anche altre questioni, riguardanti il governo e i riti liturgici, in maniera da disciplinare i diversi abusi che alcuni, con indiscreta devozione, andavano introducendo. Tale concilio viene reputato il primo, nonostante gli apostoli si fossero già radunati per stilare il "Credo" e risolvere altri problemi. Questa volta, però, oltre ai Dodici vi parteciparono anche i discepoli; inoltre, le cerimonie per deliberare furono differenti e in forma propria di determinazione, come si può notare da quanto riporta Luca: «Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi congregati in uno...».
497. I vari provvedimenti presi vennero comunicati ai fedeli di Gerusalemme e di Antiochia, Siria e Cilicia tramite lettere inviate per mano di Paolo, Barnaba e altri. L'Onnipotente, in segno di assenso, fece sì che nel cenacolo in quel momento - e in Antiochia quando furono lette le epistole - scendesse il Consolatore in forma di fuoco visibile: tutti restarono così confortati e confermati nella verità cattolica. Maria rese grazie all'Altissimo per i favori elargiti alla Chiesa e immediatamente accomiatò tutti gli astanti; per consolazione, diede loro una parte delle reliquie degli abiti che Gesù aveva indossato durante la passione e, promettendo la sua protezione e le sue preghiere, li inviò ripieni di sollievo, vigore e nuovo giubilo in modo che fossero capaci di sostenere le pene da cui erano sovrastati. In quei giorni satana e i suoi non poterono avvicinarsi al cenacolo, per il timore che la Principessa aveva suscitato in essi, e benché da lontano cercassero di ordire insidie, non riuscirono ad eseguire niente contro i convocati. Oh, felice secolo! Oh, fortunata assemblea!
498. Frattanto, Lucifero girava sempre attorno alla Regina e ruggiva contro di lei come un leone; constatando, comunque, che da se stesso non otteneva nulla, cercò alcune donne, maghe in quella città, con le quali aveva sancito una dichiarata alleanza e le persuase a togliere la vita alla Vergine per via di malefici. Esse, irretite, provarono ad effettuare per diverse strade le loro stregonerie, ma contro di lei non poterono fare niente: ogni volta che le si accostavano rimanevano mute e tramortite. Tra l'altro la soavissima colomba si mosse talmente a pietà da frenarle e disingannarle con dolci ed amabili parole, concedendo loro grandi benefici; di queste quattro, però, solo una si convertì e fu battezzata. Vedendo cadere tutti questi tentativi, l'astuto dragone rimase turbato e confuso, e si sarebbe ritirato dal perseguitare ulteriormente la Regina , se non fosse stato spronato dalla sua irreparabile superbia. Dio permetteva tutto ciò affinché i trionfi di sua Madre fossero più gloriosi, come racconteremo in seguito.
Insegnamento della Regina del cielo
499. Carissima, nella costanza e nella fortezza con le quali superai la dura ostinazione dei diavoli hai un sublime esempio per proseguire sulla retta via ed acquistare molte corone. La natura dell'uomo e quella degli angeli - benché sia anche presente nei demoni - hanno proprietà opposte e diverse; difatti, mentre la condizione spirituale non conosce stanchezza, quella dei mortali è fragile e tanto soggetta alla fatica che subito viene meno nell'operare e, appena incontra qualche difficoltà nell'esercizio delle virtù, si abbatte tornando indietro in quanto ha incominciato. E così quello che un giorno fa con zelo, un altro lo trova noioso; una cosa che oggi le sembra facile, domani le appare difficoltosa; ora vuole, ora non vuole; ora è fervorosa, ora tiepida. Il serpente non si dà mai per vinto nell'opprimerla e tentarla, e tuttavia la Provvidenza non è mai completamente assente, perché in ogni caso pone dei limiti ai principi delle tenebre, frenandoli con la sua potenza affinché non oltrepassino la linea del divino permesso, né mettano in atto tutte le loro inesauribili forze nel tormentare le anime. D'altra parte il Padre celeste aiuta i suoi figli nella loro debolezza, dando la grazia per resistere ai nemici e abbatterli.
500. Resta pertanto imperdonabile l'incostanza di coloro che vengono meno nelle virtù e cedono alle seduzioni per non sopportare, con tenacia e pazienza, la poca amarezza che ci può essere nel compiere il bene e far fronte al male. In tali casi, si passa in fretta all'inclinazione delle passioni, che portano a bramare ardentemente il piacere presente e sensibile. Lucifero, nella sua diabolica astuzia, rappresenta a queste povere creature le delizie terrene con grande gagliardia e con uguale prontezza pone dinanzi ad esse la considerazione dell'acerbità della mortificazione, mostrandola dannosa alla salvezza ed alla vita. Egli riesce così a rovinare innumerevoli persone, traendole in inganno fino a precipitarle da un abisso all'altro. Con quanto ti ho detto, sarà facile per te ravvisare lo sbaglio abominevole agli occhi miei e del Signore commesso frequentemente dagli amanti del mondo, che non sono capaci di rimanere saldi e perseveranti nel servizio dell'Altissimo, e di agire con bontà o fare penitenza dei loro errori. E questi stessi poi che nel bene sono vulnerabili, nel peccare sono invece forti e nel servizio dell'avversario costanti: tale schiavitù li conduce ad intraprendere e ad eseguire azioni più ardue e impegnative di quante ne prescriva la legge superna. Per salvarsi sono senza vigore, ma per procurarsi la dannazione eterna sono robusti.
501. Una simile disgrazia suole toccare quei religiosi che iniziano a prestare orecchio ai loro patimenti più del necessario, finendo per attardarsi nella via della perfezione o per soccombere alle lusinghe di satana. Ed affinché tu non incorra in sì gravi pericoli, ti servirà tenere presenti la fortezza e la costanza che opposi al maligno e avere sempre innanzi agli occhi la superiorità con la quale disprezzai le sue false suggestioni, senza turbarmi e lasciarmi confondere, giacché questo è il miglior modo per sconfiggere la sua arrogante superbia. Neppure a causa delle sue insidie fui mai tiepida né tralasciai per un solo istante i miei pii esercizi, anzi li accrebbi moltiplicando le suppliche, le preghiere e le lacrime, come si deve fare nelle battaglie contro nemici così maliziosi. Ti avviso, dunque, di attuare ogni cosa con la massima diligenza, perché le trame da lui ordite contro di te non sono ordinarie, ma tessute con somma astuzia, come molte volte ti ho manifestato e l'esperienza ti insegna.
502. E poiché hai riflettuto a lungo sul terrore che invase i diavoli quando seppero che io tenevo in me il mio Unigenito sacramentato, ti voglio informare di due cose. La prima è che per distruggere l'inferno ed incutere paura in tutti i suoi abitanti sono armi efficaci i sacramenti, soprattutto la santa eucaristia. In realtà, mirando a tale misterioso fine, Cristo istituì questo regale segno ed anche gli altri, e se oggi gli uomini non ne avvertono gli effetti nell'accostarvisi, ciò succede perché, essendosi assuefatti, hanno perduto la maggior parte della responsabilità con cui li devono ricevere. Tuttavia, ti assicuro che, se si frequentano con la debita riverenza e devozione, si diventa straordinariamente resistenti ai demoni, acquistando su di loro un grande dominio, simile a quello che hai appreso e descritto su di me. La ragione di tutto ciò sta nel fatto che il fuoco divino dimora nell'anima pura come nella sua sfera naturale; difatti, in me rimase con tutta la vitalità possibile in una candida creatura ed è per tale motivo che fui tanto temuta negli antri oscuri.
503. La seconda cosa che ti rivelo a conferma di questa verità è che il beneficio di portare dentro di sé Gesù sacramentato non è stato concesso solo a me, perché Dio lo ha dispensato anche ad altri. Recentemente è avvenuto nella Chiesa che egli abbia posto innanzi al dragone, per vincerlo, un'anima con l'eucaristia nel petto. Costui allora è stato talmente umiliato e abbattuto da non azzardarsi ad avvicinarsi a lei per molti giorni, supplicando l'Onnipotente che non gli facesse più vedere quella figura. In un'altra occasione, servendosi di alcuni eretici e di altri malvagi cristiani, intentò un danno così grave contro il regno cattolico della Spagna che, se non fosse stato arrestato dall'Eterno, già al presente la terra si troverebbe in rovina ed in preda al potere dei suoi avversari. La divina clemenza per frenarlo si valse anche in questa circostanza della medesima persona della quale ti sto parlando, mostrandogliela dopo che si era comunicata: egli provò una paura tale da desistere per sempre dalla perfidia tramata. Non ti svelo chi sia questa creatura poiché non è indispensabile; ti ho consegnato questo segreto soltanto perché ti sia nota la stima di cui gode al cospetto del supremo sovrano chi si dispone ad accostarsi al corpo e al sangue di suo Figlio in modo virtuoso e decoroso. In verità, egli interviene nelle necessità dei credenti secondo i tempi e le situazioni, e non solo con me, per la mia dignità e santità di Madre, egli si dimostra liberale e potente, ma anche con le sue spose, dalle quali vuole essere riconosciuto e glorificato.
504. Da ciò comprenderai come gli spiriti maligni temano i fedeli che con purezza di cuore ricevono l'eucaristia e gli altri sacramenti, ed impiegano tutte le forze per schiac-
ciarli, impedendo loro di acquistare un'autorità grande quanto quella che può trasmettere il Signore. Datti da fare, dunque, contro nemici così infaticabili ed astuti e cerca di imitarmi nella virtù della fortezza. Desidero, ancor più, che tu abbia in profonda venerazione i concili della Chiesa e le sue assemblee, con quanto viene disposto e deliberato. Difatti, in ogni concilio c'è il sostegno dello Spirito Santo e in ogni assemblea il Redentore è presente, avendo promesso di essere in mezzo a coloro che si riuniscono nel suo nome. E, benché non si scorgano segni visibili e tangibili dell'assistenza del Paraclito in tali adunanze, non per questo egli tralascia di governarle nascostamente, anche se oggi i prodigi e i miracoli non sono così necessari come nella comunità primitiva; ma quando ce n'è bisogno l'Altissimo non li nega. Per tutti i favori sopraddetti e specialmente per quelli che mi ha elargito durante il pellegrinaggio terreno, benedici e loda la sua sconfinata misericordia.