7-50 Ottobre 5, 1906 Gesù è padrone dell’anima.
La Divina Volontà - Libro 7°

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(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa insieme con Gesù bambino. Questa volta pareva che teneva voglia di voler scherzare, si stringeva al mio petto, nelle mie braccia, e mentre mi guardava con tanto amore, ora mi stringeva, ora con la sua testolina mi spingeva quasi urtandomi, ora mi baciava sì forte che pareva che mi volesse chiudere ed immedesimare dentro di Sé, e mentre ciò faceva io vi sentivo gran dolore, e tanto, che mi sentivo venire meno, e Lui ad onta che mi vedeva così soffrire non mi dava retta, anzi se vedeva nel mio volto che mostravo di soffrire, ché io non ardivo dirle niente, si faceva più forte, mi faceva soffrire di più. Ora, dopo che si è sfogato ben bene mi ha detto:
(2) “Figlia mia, Io sono il padrone di te, e posso fare di te quello che voglio. Or, sappi che essendo tu cosa mia, non sei più padrona di te, e se arbitri che cosa, anche d’un pensiero, d’un desiderio, d’un palpito, sappi che me ne fai un furto”.
(3) In questo mentre vedevo il confessore che non stando bene voleva come sgravare le sue sofferenza sopra di me, e lui tutto in fretta con la mano lo respingeva, ed ha detto:
(4) “Prima devo sgravarmi Io delle mie pene, che sono molte, e poi tu”.
(5) E mentre ciò diceva si è avvicinato alla mia bocca ed ha versato un liquore amarissimo, ed io poi gli ho raccomandato il confessore, pregandolo che lo toccasse con la sua manina, e che lo facesse star bene. L’ha toccato ed ha detto: “Sì, sì”. Ed è scomparso.