7-49 Ottobre 4, 1906 Come il retto operare è soffio per accendere il fuoco dell’amore.
La Divina Volontà - Libro 7°

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(1) Avendo ricevuto l’ubbidienza di dire poche parole se venisse qualcuno, stavo con timore d’aver mancato all’ubbidienza, con l’aggiunta che il benedetto Gesù non ci veniva. Chi può dire lo strazio dell’anima mia, pensando che per aver commesso peccato non ci veniva. E’ sempre strazio crudele la sua privazione, ma il pensiero di averci dato occasione per qualche mancamento, è strazio che fa impazzire e che uccide di un colpo. Onde, dopo d’aver molto stentato è venuto e mi ha toccato tre volte dicendomi:
(2) “Figlia mia, ti rinnovo nella Potenza del Padre, nella mia Sapienza, e nell’Amore dello Spirito Santo”.
(3) Quello che ho provato, non so dirlo mentre così diceva, poi pareva che si coricava in me, e poggiava la sua testa coronata di spine sul mio cuore, ed ha soggiunto:
(4) “Il retto operare mantiene sempre accesso l’Amor Divino nell’anima, e il non retto operare lo va sempre smorzando, e se fa per accenderlo, ora va il soffio dell’amor proprio e lo smorza, ora il rispetto umano, ora la propria stima, ora il soffio del desiderio di piacere ad altri; insomma tanti soffi che lo vanno sempre smorzando, invece, il retto operare non sono tanti soffi che accendono questo fuoco divino nell’anima, ma un continuo soffio che lo tiene sempre acceso, ed è il soffio onnipotente di un Dio solo”.