Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

36-27 Agosto 28, 1938 Un’atto nella Divina Volontà contiene tutto, può amare per tutti. Come tutti corrono in quest’atto. Ogni atto fatto nella mia Volontà, è un giorno che si acquista.

La Divina Volontà - Libro 36°

36-27 Agosto 28, 1938 Un’atto nella Divina Volontà contiene tutto, può amare per tutti. Come tutti corrono in quest’atto. Ogni atto fatto nella mia Volontà, è un giorno che si acquista.
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(1) Continuo a valicare il mare del Volere Divino, nel quale mi pare che tutto è mio, Luce, Santità, Amore, mi sento da tutte le parti assalire, ché vogliono darsi a me. Ed il mio dolce Gesú, visitando la piccola anima mia, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non ti meravigliare; come la creatura entra nella mia Volontà, tutti gli esseri creati sentono una forza irresistibile di correre verso chi sta operando nella mia Volontà, perché Essa per operare vuole il corteggio di tutte le opere sue; prima, perché è inseparabile da tutto ciò che ha fatto; secondo, perché operando, tutto e tutti devono prendere parte a ciò che fa, per dire coi fatti: “L’atto mio è di tutti, si eleva al Cielo e felicita tutte le regioni Celesti; scende nel più basso della terra e si fa passo, opera, parola e cuore di tutti, se non accentrasse tutto e tutti nel mio atto, mancherebbe la forza comunicativa di poter ricevere tutti il mio atto pieno di vita, che con un solo atto può dare vita a tutti, sostenere e felicitare tutti, fare bene a tutti”. Perciò quando Io opero, corrono tutte le cose da Me uscite, si chiudono nell’atto mio per ricevere la nuova vita, la nuova bellezza e felicità, e si sentono tutte onorate e glorificate nell’atto mio. Ecco perché quando la creatura entra nella mia Volontà ed Essa sta per operare, per amare, nessuno si vuol mettere da parte; tutti corrono, corre la Trinità Sacrosanta, la Vergine Regina, anzi ne vogliono il primato in quell’atto, e poi tutto e tutti, meno che, chi ingrato, non conoscendo un tanto bene, non lo vuole ricevere. Onde in un atto nella mia Volontà ci possono essere tali prodigi, che alla creatura le riesce difficile il poterli tutti ridire, ora, tu devi sapere che essa fa tutto ciò che dovrebbero fare tutte le altre creature: Se pensa nella mia Volontà, Essa circola in ogni pensiero di creatura, e la creatura stando nella mia Volontà, circola insieme e mi dà l’omaggio, l’amore, la gloria, l’adorazione di ciascun pensiero: le creature non ne sanno nulla, ma Io che sono a giorno di tutto, ricevo la gloria di tutte le menti create. Se parla nella mia Volontà, siccome la mia è voce di ciascuna parola, mi sento ridare la gloria, l’amore d’ogni parola. Se cammina nel mio Fiat, essendo passo d’ogni piede, mi dà l’amore, la gloria d’ogni passo; e così di tutte le altre cose, ma le creature non ne sanno nulla, che per mezzo di chi vive nel mio Volere Io prendo l’amore, la gloria che dovrebbero darmi, sono segreti che passano tra Me e chi vive nel mio Volere. Anzi, vi è ancora di più, giunge a darmi la gloria, l’amore che dovrebbero darmi le anime perdute. La virtù comunicativa del mio Fiat giunge a tutto e a tutti, dà tutto, e si fa avere tutto. Chi tutto fa e dà, tiene diritto su tutto e di ricevere, ma per ricevere tutto l’anima deve vivere nel nostro Volere, affiatata con Noi, volere ciò che vogliamo Noi. La mia Volontà ciò fece nella mia Umanità, che in un solo atto che faceva si sentiva amata, glorificata, soddisfatta per tutti; lo fece nella Regina del Cielo, perché se non avesse trovato nei suoi atti amore che amava per tutti, gloria, soddisfazione per tutti, Io, Verbo Eterno, non avrei trovato la via per scendere dal Cielo in terra. Perciò, un atto nella mia Volontà può darmi tutto, amarmi per tutti, e farmi fare gli eccessi più grandi d’amore e di opere verso la creatura. Ed è tanto il mio contento quando nel mio Volere la trovo nei passi di tutti che mi ama, nei pensieri, nelle parole, che nella mia enfasi d’amore le dico: Stai facendo ciò che feci Io; sicché ti chiamo “eco mio”, “amore mio”, “piccola ripetitrice della mia Vita”.

(3) Era tanta la piena del suo Amore, mentre ciò diceva, che ha fatto silenzio; e poi ha ripreso:

(4) “Figlia mia benedetta, ogni atto fatto nella mia Volontà Divina dalla creatura, è un giorno per essa, giorno pieno di felicità e di tutti i beni; e se ne fa dieci, venti, tanti giorni acquista. Ora, in questi giorni prende il Cielo come suo, e siccome sta ancora sulla terra, prende il sole, il vento, l’aria, il mare come suo, e la sua natura prende le più belle fioriture per ornarsi e abbellirsi; ma fioriture che non appassiscono mai, ed oh! che bella comparsa farà quando sarà nella nostra Patria Celeste, per quanti atti ha fatto nel mio Volere, tanti giorni possederà, ciascuno avrà il suo sole distinto, il suo cielo azzurro tempestato di stelle, il suo mare che mormora amore, il suo vento che fischia, che urla, che geme e soffia amore impetuoso, amore che impera; non mancheranno neppure le più belle fioriture, una distinta dall’altra, per quanti atti ha fatto nella mia Volontà, nulla mancherà di bello e di buono a chi ha vissuto nel mio Eterno Fiat”.

(5) Onde continuavo a girare negli atti della Divina Volontà, e la mia povera mente si perdeva nell’incanto della Creazione; quante sorprese meravigliose, quanti segreti d’amore ci sono in essa, e poi, l’opera più bella, la creazione dell’uomo. Ed il mio dolce Gesú ha ripreso il suo dire:

(6) “Figlia mia, la creazione degli esseri e la creazione dell’uomo posso chiamarle le mie due braccia, perché ab eterno stava nella Divinità, e nel uscirla non la distaccai da Me, la ritenni come membra mie, nelle quali facevo scorrere la vita, il moto, la forza, la virtù creante e conservante continua. Il braccio della creazione degli esseri serve al braccio della creazione dell’uomo; ma in quel braccio ero Io stesso che dovevo servire l’uomo, e lo servo tuttora: Or di luce, or di vento, or di aria per farlo respirare, or di acqua per dissetarlo, or di cibo per alimentarlo, e fin di terra, per fargli godere le più belle fioriture e dovizia dei frutti. In questo braccio mi mettevo a sevizio dell’uomo, il mio Amore non mi faceva badare a nulla, correvo a lui per mezzo delle cose create, portandolo come in braccio perché tutte le cose gli portassero gioia e felicità; in questo braccio trovo tute le cose come le usci, non è andata sperduta né una stilla di luce, né di acqua, nulla si è cambiato, tutto ciò che uscì sta al suo posto d’onore, dandomi la gloria del mio Eterno Amore, e mi rivelano Chi è Colui che le ha create, la mia Potenza, la mia Luce inaccessibile, la mia Bellezza inarrivabile, ogni cosa creata è una storia del mio Eterno Amore, e quanto amo colui per cui tutte le cose furono create.

(7) Ora, dalla creazione degli esseri passai alla creazione dell’uomo, quanto amore nel crearlo, il nostro Essere Divino scorreva amore, e nel formarlo correva il nostro Amore ed investiva ciascuna fibra del suo cuore, ogni piccola particella delle sue ossa, il nostro Amore stendevamo nei suoi nervi, facevamo scorrere nel suo sangue il nostro Amore, investimmo i suoi passi, il suo moto, la sua voce, il suo palpito, ciascuno dei suoi pensieri, d’Amore. Quando il nostro Amore lo plasmò, lo riempì tanto del nostro Amore, in modo che in ogni cosa, anche nel suo respiro doveva darci amore, come Noi lo amavamo in tutto. Allora il nostro Amore giunse all’eccesso di fiatarlo per lasciargli il nostro fiato d’amore; per compimento e corona creammo la nostra immagine nella sua anima, dotandole le tre potenze: di memoria, d’intelletto e di volontà, restandoci in lui, come nostro portatore. Sicché l’uomo sta unito a Noi come membro, e Noi stiamo in lui come abitazione nostra; ma quanto dolore non troviamo in lui? Il nostro Amore non sta in vigore; la nostra immagine sta, ma non si riconosce; la nostra abitazione è piena di nemici che ci offendono; possiamo dire che ha cambiato la nostra sorte e la sua, ha capovolto i nostri disegni su di lui, e non fa altro che portare dolore al nostro braccio, che continua ad amarlo e dargli vita. Ora figlia mia, il nostro Amore vuole giungere ad eccessi più grandi, vuole salvare il nostro braccio, qual è l’uomo; a qualunque costo vuole riordinarlo, saremo costretti dal nostro Amore a fiatarlo di nuovo, per sbandire i suoi e nostri nemici; lo copriremo di nuovo del nostro Amore, e faremo entrare in lui la Vita della nostra Volontà. Non conviene né alla nostra Maestà, né alla nostra Santità, Potenza e Sapienza, che nella nostra opera creatrice ci sia questo disordine che ci disonora tanto; ah! no, trionferemo dell’uomo, ed il segno certo è che stiamo manifestando i prodigi del nostro Volere e come si vive in Esso. Se ciò non facessimo, sarebbe manomessa la nostra Potenza, come se fossimo impotenti di salvare l’opera nostra, il nostro stesso braccio; ciò non può essere, sarebbe come se non potessimo fare ciò che vogliamo. Ah! no, no, il nostro Amore e la nostra Volontà vincerà e trionferà di tutto”.