Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

36-23 Agosto 6, 1938 Scambio di vita tra la Volontà Divina e umana. Vittoria di Gesú. Non vi è offesa maggiore che sottrarsi dalla Divina Volontà. La Creazione parlante. Il palpito ed il respiro Divino. Necessità di Dio di parlare con la creatura.

La Divina Volontà - Libro 36°

36-23 Agosto 6, 1938 Scambio di vita tra la Volontà Divina e umana. Vittoria di Gesú. Non vi è offesa maggiore che sottrarsi dalla Divina Volontà. La Creazione parlante. Il palpito ed il respiro Divino. Necessità di Dio di parlare con la creatura.
font righe continue visite 214

(1) Sento il bisogno di darmi continuamente alla Divina Volontà, sono la piccola bimba che cerco il seno della mia madre per rifugiarmi in Essa, per starmene sicura e tutta abbandonata nelle sue braccia. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesú, visitando la piccola anima mia, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia del mio Volere, tu cerchi il tuo rifugio in Me, ed Io cerco il mio rifugio in te, per godermi la mia creatura e riposarmi in essa, affinché il suo amore mi tenga difeso da tutte le offese delle creature. Tu devi sapere che ogniqualvolta la creatura entra nella mia Volontà per fare i suoi atti, tante volte le do la mia Vita Divina, ed essa tante volte mi dà la sua vita umana, sicché essa resta corredata di tante Vite Divine per quanti atti ha fatto nella mia Volontà, ed Io resto onorato, glorificato, circondato di tante vite umane, perché un atto nella mia Volontà dev’essere completo; Io mi do tutto, non mi riservo nulla del mio Essere Supremo, ed essa mi dà tutto del suo essere umano. Qual non è dunque il bene che riceve la creatura col possedere tante mie Vite Divine? E come va ripetendo i suoi atti, tante mie Vite si aggiungono, e do virtù di bilocare la sua vita, per poter dire: “Quante mie Vite le ho dato, tante me ne ha dato”. Posso dire che allora trovo tutto il mio contento, quando vedo in ogni istante darmi la vita di essa, per poter dare la sua. Vedermi dare la volontà umana è il mio più grande trionfo, e preso d’amore canto la mia vittoria, vittoria che mi costa la mia Vita, e l’aspettazione di circa seimila anni, in cui ho sospirato con tante ansie e sospiri amari e ardenti il ritorno della volontà umana nella mia. Onde, avendolo ottenuto, sento il bisogno di riposarmi e di cantare vittoria. Perciò non vi è gioia più bella che può darmi, che vivere in Essa, né ci può essere dolore maggiore che può darmi, che sottrarsi dalla mia Volontà, perché mi sento offeso in tutte le cose create, perché dovunque e dappertutto si trova il mio Volere, ed Io mi sento giungere l’offesa nel sole, nel vento, nel cielo, fin dentro il mio seno. Vedere il gran dono della volontà umana, che diedi alla creatura, che doveva servire per scambio d’amore e di vita tra Me ed essa, convertito in arma micidiale per offendermi, che dolore. Ora, chi viene a vivere in Essa è la medicina, il balsamo e l’oppio che mi fa scomparire questo dolore sì crudo. Come non devo darmi tutto Me stesso in suo potere e dargli ciò che vuole? ”

(3) Poi ha soggiunto: “E’ tanto il mio amore verso chi vive nel mio Fiat, che come la creatura sente il bisogno di respirare, d’alimentarsi, di muoversi, così Io sento il bisogno di formare una sola vita con essa, perché la mia Volontà, siccome vive in Essa, me la fa respiro mio, palpito mio, moto mio, alimento mio. Vedi dunque come mi è necessaria la sua unione permanente con Me, e dentro di Me; altrimenti mi sentirei mancare il respiro, il moto, il palpito e l’alimento del mio Amore da parte di tutta la Creazione; oh! come mi sentirei male, perché chi vive nel mio Volere è dentro del nostro Essere Supremo, è la Creazione parlante, movente e palpitante, che a nome di tutte le cose create ci porta l’alimento dell’amore che tutte dovrebbero darci. Possiamo dire che il nostro Amore alimenta tutte le cose create; perciò sentiamo il bisogno di ricevere il contraccambio d’amore per non restare digiuni, e solo chi vive nel nostro Volere, che abbraccia tutto, ci ama in tutto, può ridarci il contraccambio di alimentarci col suo amore. Com’è bello vedere la creatura raccogliere da tutta la Creazione il nostro Amore sparso, e anche il nostro Amore che non è stato preso dall’ingratitudine umana, e ce lo porta per darci l’alimento dell’amore a nome di tutto e di tutti. Essa forma l’incanto a tutto il Cielo, e Noi la chiamiamo la nostra benvenuta, la portatrice di tutte le nostre opere, il ricambio del nostro Amore, in cui possiamo ripetere le nostre meraviglie”.

(4) Poi, con un affetto più tenero, ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, è tanto il nostro Amore per chi vive nel nostro Fiat Divino, che la mamma può stare, le riesce più facile dividersi dalla figlia sua; Noi non lo possiamo, perché la nostra Volontà la unisce, la trasforma in Noi, le fa volere ciò che Noi vogliamo e fare ciò che facciamo. Come entra in Essa, così la trasporta ovunque, le dà il posto in tutte le cose create per tenerla ovunque e dappertutto, sempre insieme affiatata con Essa e dirle in quanti modi l’ho amata, stare senza di essa ci riesce impossibile, dovremmo separarci dalla nostra Volontà per farlo, ma ciò neppure lo possiamo fare, quindi le do il posto nel cielo stellato, ed oh! com’è bello tenerla insieme con Me in quella volta azzurra, in quella interminabile estensione di cielo, che non si vede punto dove finisce, e le dico la storia del nostro eterno Amore, che non ha principio né può avere fine, né può subire mutazione, e siccome il nostro Amore non cessa mai, prendiamo la creatura da tutti i lati, di sopra, di sotto, da destra, da sinistra, per tempestarla del nostro Amore. E come il cielo nasconde e copre tutto il mondo intero sotto la sua volta tempestata di stelle, per tenerlo difeso e coperto, così il nostro Amore immutabile, più che cielo, tiene coperti e nascosti tutti nel cielo del nostro Amore. Sentiamo il bisogno di dire alla creatura quanto ed in quanti modi l’amiamo; amarla e farle conoscere quanto l’amiamo e per farci amare, forma il refrigerio del nostro Amore; ed essa, amandoci, sebbene è piccola, ma ci sentiamo ridare un cielo d’amore, e coi suoi atti ripetuti d’amore, ci sentiamo come tempestare come da tante stelle che ci piovono addosso: Amore, Amore, Amore. Vedi dunque: Necessità al nostro Amore darle il posto in ciascuna cosa creata, per dirle la storia distinta d’amore che ciascuna cosa creata contiene; le do il posto nel sole, ed oh! quante cose le dico del nostro Ente Supremo, della nostra luce inaccessibile che investe tutto col suo Amore ardente, che investe e si nasconde in ciascuna fibra del cuore, in ogni pensiero e parola; con la mia luce imbalsamo, purifico, abbellisco, e vi formo, con la mia luce, più che sole, la mia Vita d’amore nella creatura, ed essa sente la mia luce, e a via di luce vuole entrare nei più intimi nascondigli del nostro Essere Supremo, per amarci ed essere amata. Come è bello trovare chi ci ama, il nostro Amore trova il suo rifugio, il suo riposo, il suo sfogo, il suo contraccambio, perciò dovunque le diamo il posto, perché in ciascuna cosa creata teniamo da dirle un nostro segreto d’amore. Quante cose teniamo da dire ancora, e se la creatura non vive nel nostro Volere, non ci capirà, e ci costringe al silenzio. Ora, tu devi sapere che come la creatura fa i suoi atti nella mia Volontà, tanti soli sorgono, e siccome un atto nella mia Volontà è tanto che non può stare senza far bene a tutti, questi soli, come sorgono, così corrono in mezzo alla gente e portano, a chi il bacio di luce, a chi la forza, a chi mettono in fuga le tenebre, a chi stradano la via, a chi con voce forte di luce richiamano nel bene. Un atto nella mia Volontà non può stare senza produrre grandi beni; come il sole che sorge nell’orizzonte, con la sua luce corre per farsi luce d’ogni occhio, corre e matura le piante, colorisce i fiori, purifica l’aria, si dà a tutti, si può dire rinnova e ringiovanisce la terra e forma la sua gioia e la sua festa, sicché se il sole non sorgesse, la terra si vestirebbe di lutto e scoppierebbe in pianto. Più che sole è un atto nella mia Volontà, la sua luce corre e fa bene a tutti, rinnova e ringiovanisce tutti nella sua luce, meno che chi non lo voglia ricevere; e ancorché non lo volessero ricevere, sono costretti a ricevere il bene della sua luce; come chi non volesse ricevere la luce del sole è costretto dall’impero della luce, a sentire il suo calore. Tale è l’impero d’un atto nel mio Fiat, non può stare se non opera prodigi di grazia e di beni incalcolabili, perciò chi vive nel nostro Volere fa tutto, abbraccia tutti e ci dà tutto: Se vogliamo amore, ci dà amore; se vogliamo gloria, ci dà gloria; se vogliamo parlare, teniamo chi ci ascolta; e se vogliamo fare opere grandi, teniamo in chi farle e chi ci renderà il contraccambio. Ecco perciò, nel nostro Volere ti voglio sempre, non uscirne mai”.