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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

36-22 Luglio 30, 1938 Come in Cielo ci sono innumerevoli mansioni. Ciascun beato terrà un Dio a sé, tutto suo. Come Gesú ci ama in tutte le cose create. Spontaneità di Gesú nelle pene.

La Divina Volontà - Libro 36°

36-22 Luglio 30, 1938 Come in Cielo ci sono innumerevoli mansioni. Ciascun beato terrà un Dio a sé, tutto suo. Come Gesú ci ama in tutte le cose create. Spontaneità di Gesú nelle pene.
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(1) La mia povera mente è spesso investita dalla foga dell’Amore del Voler Divino, le sue meraviglie sono sempre sorprendenti, l’una più bella dell’altra, ed il mio amabile Gesú, sorprendendomi con la sua breve visitina, con un amore che rapiva la piccola anima mia, mi ha detto:

(2) “Mia piccola figlia della mia Volontà, i prodigi, le meraviglie, le scene incantevoli che svolgo in chi vive nel mio Volere, sono molteplici, e tanto belle ed incantevoli, che a nessuno è dato d’imitarle. Tu devi sapere che in Cielo ci sono innumerevoli mansioni, ma quelle preparate alle anime che hanno vissuto nel mio Volere sulla terra, saranno le più belle e distinte dalle altre, possederanno armonie e scene divine, incantevoli; gioie sempre nuove che sorgeranno dal fondo della mia Volontà, in cui sono vissute; terranno in loro potere, gioie e felicità sempre nuove, in loro potere quanto ne vorranno, tanto ne formeranno, perché il mio Fiat tiene virtù di creare sempre nuove gioie. Queste mansioni saranno il nuovo incanto di quel celeste soggiorno.

(3) Ora voglio dirti un’altra sorpresa più bella ancora, in Cielo ciascun beato mi avrà dentro di sé come suo Creatore, Re, Padre e Glorificatore; mi avrà fuori di sé, proprio a lui vicino, in modo da sentirsi portare nelle mie braccia, ameremo insieme, ci feliciteremo insieme, non sarò un Dio per tutti, ma un Dio per ciascuno, anzi, mi terrà bilocato dentro e fuori di lui; Io lo possederò dentro e fuori di Me, e loro mi possederanno dentro e fuori, come se fossi solo per ciascuno. Un Dio per tutti, non sarebbe piena la felicità; chi starebbe vicino, chi lontano, chi a destra, chi a sinistra, quindi chi godrebbe le mie carezze, chi no, chi si sentirebbe più amato e felicitato dalla mia presenza vicina, e chi no. Invece, con l’avermi ciascuno a sé, dentro e fuori, non ci perderemo mai di vista, godremo l’amore vicino, non lontano; quanto ci avremo amato e conosciuto in terra, più ci ameremo in Cielo. E poi, quello che darò a chi ha vissuto nel mio Volere in terra, sarà tanto grande, che tutti i beati godranno doppia felicità. E’ vero che ci ho il mio trono, da dove scaturiscono mari di gioia, da allagare tutta la patria celeste, ma il mio Amore non è contento se non mi biloco e scendo a stare a tu per tu, a solo a solo con la mia amata creatura, per amarci di più e godercela insieme; e poi, come poter stare lontano per chi vive nel mio Volere, se tra essa e Noi si forma l’inseparabilità di Volontà e d’Amore? Come poter stare anche un solo passo lontano se uno solo è l’amore con cui ci amiamo, e una la volontà con cui operiamo? Anzi, tu devi sapere che chi vive nel nostro Volere è inseparabile da tutti, anche dalle stesse cose create. Come fa il suo atto in Esso, chiama e abbraccia tutti, chiude tutti nel suo atto, s’impone su tutti per fare ciò che essa fa. Perciò, in un atto nel mio Volere Io ricevo tutto, anche la mia stessa Creazione, per amarmi e glorificarmi”.

(4) Dopo ciò ha soggiunto: “Figlia mia, Io faccio come un re che tiene molte regine, che si amano d’un amore, che l’uno non può stare senza dell’altra. Questo re forma tanti palazzi sontuosi, vi mette musiche dentro, le scene più dilettevoli per rendere felici le sue regine, e lui insieme con esse. Poi mi biloco per ciascuna, in modo che tutte mi posseggono e sono felicitate dal mio possesso. Il re non può bilocarsi per rendere felici le sue regine, e si deve contentare di stare, or con l’una, or con l’altra, e questo già rende infelice il loro amore, e sono tiranneggiati da un amore spezzato e non goduto per sempre; e se Io non tenessi virtù di darmi a ciascuna come se fossi solo per essa, il mio Amore mi renderebbe infelice lasciando la creatura anche un solo istante senza di Me. Invece sono Re che corteggio sempre le mie Regine, e loro corteggiano Me; se ciò non fosse mancherebbe nel celeste soggiorno la pienezza della felicità”.

(5) Onde continuavo il mio giro nel Fiat Divino, e mi sono soffermata a ciò che fece Gesú stando sulla terra, ed il mio dolce Gesú ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, per chi vive nel mio Volere e mi ama, mi pesa il silenzio, il mio Amore vuole sempre dire e scoprire dove esso giunge, ed in quanti modi l’ho amato. Or, tu devi sapere che stando Io sulla terra, non vi era cosa che facevo in cui non cercavo le mie amate creature, me le baciavo, me le stringevo al cuore, le guardavo con tenerezza paterna, sicché, se mi incontravo col sole, Io trovavo nella sua luce le mie amate creature, perché avendolo creato per loro, con diritto signoreggiavano nella sua luce; non vi si può dire padrone di un bene se non si possiede e si sta dentro, quindi Io trovavo nel sole le mie creature, me le baciavo, me le abbracciavo e stringevo al cuore, e siccome le tenevo anche dentro di Me, me le baciavo fuori e dentro di Me, stringendole tanto forte, da immedesimarle con la mia stessa Vita. Se mi incontravo nel vento, correvo a baciarle; se bevevo l’acqua, anche in essa le trovavo, ed oh! con quanto amore le guardavo e baciavo, anche nell’aria che respiravo le incontravo tutte, sentivo il loro respiro ed in ogni respiro erano baci e amore con cui le suggellavo. Perciò in ogni cosa creata, nel cielo stellato, nel mare, nelle piante, nei fiori, in tutto m’incontravo con le mie amate creature, per raddoppiarle il mio Amore, per farle feste, per riabbracciarle e dirle: “Sono finite le vostre infelicità, perché sono venuto dal Cielo in terra per rendervi felici. Sono Io che ho preso le vostre infelicità sopra di Me, possiate stare sicure. E poi, un Dio che vi ama sarà la vostra fortuna, la vostra difesa, il vostro aiuto potente”. E poi, la più bella caratteristica del mio Amore, la spontaneità, tanto, che nelle stesse pene che mi diedero nella Passione, prima me le formavo in Me stesso, le amavo, le coprivo di baci, e poi le passavo nelle menti delle creature perché me le facessero soffrire alla mia Umanità. Non ci fu pena che le creature mi diedero, che non fosse voluta prima da Me; in ordine secondario venivano le creature, perciò le mie pene erano inzuppate dal mio Amore, coperte dai miei baci ardenti, e posseggono la virtù creatrice di far risorgere le anime ad amarmi. Il vero amore si vede dalla spontaneità; un amore forzato non si può dire vero amore, perde la freschezza, la bellezza, la purezza, ed oh! come si rendono infelici nei sacrifici, incostanti, e mentre pare che amano, siccome è forzato, o da necessità, o da persone di cui non possono liberarsi, si sentono infelici e amareggiate. Un amore forzato rende schiave le povere creature. Invece, il mio Amore fu libero, voluto da Me, né Io avevo bisogno di nessuno. Amai, mi sacrificai fino a dar la vita, perché volli ed amai. Perciò, quando vedo nell’anima un amore spontaneo, mi rapisce e dico: “Il mio Amore ed il tuo si danno la mano, quindi possiamo amarci d’un solo amore”.

(7) Dopo ciò ha soggiunto: “Figlia mia, chi vive nella mia Volontà viene custodito nella mia stanza divina, possiede tutti i nostri beni; la forza, la luce stanno in suo potere. Invece, chi fa la mia Volontà si forma la via per giungere ad entrare in Essa. Or, nella via ci sono i pericoli, deve stare esposto al caldo e al gelo; non troverà pronta l’acqua per bere, cibi buoni per nutrirsi, letto per riposarsi, si può dire: “Sarà un povero viandante che non giunge mai alla sua abitazione”. Che differenza tra chi vive nel mio Volere e chi fa la mia Volontà, ma però è necessario formarsi la via, cioè vivere rassegnato, fare la mia Volontà in tutte le circostanze della vita, per giungere a poter vivere nel mio Volere, dove troverà la sua stanza divina, il centro del suo riposo, l’esilio cambiato in patria”.