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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

36-3 Aprile 20, 1938 Come il sitio di Gesú sulla croce, continua ancora a gridare ad ogni cuore: “Ho sete”. Come la vera resurrezione sta nel risorgere nel Voler Divino. Come a chi vive in Esso nulla le viene negato.

La Divina Volontà - Libro 36°

36-3 Aprile 20, 1938 Come il sitio di Gesú sulla croce, continua ancora a gridare ad ogni cuore: “Ho sete”. Come la vera resurrezione sta nel risorgere nel Voler Divino. Come a chi vive in Esso nulla le viene negato.
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(1) Il mio volo continua nel Voler Divino, e sento il bisogno di far mio tutto ciò che ha fatto, mettervi il mio piccolo amore, i miei baci affettuosi, le mie adorazioni profonde, il mio grazie per tutto ciò che ha fatto e sofferto per me e per tutti, ed essendo giunta al punto quando il mio caro Gesú fu crocifisso ed innalzato in croce tra spasimi atroci e pene inaudite, con accento tenero e compassionevole, che si sentiva spezzare il cuore, mi ha detto:

(2) “Figlia mia buona, la pena che più mi trafisse sulla croce fu la mia sete ardente, mi sentivo bruciare vivo, tutti gli umori vitali erano usciti dalle mie piaghe, cui come tante bocche bruciavano e sentivano una sete ardente, che volevano dissetarsi, tanto, che non potendo contenermi gridai: “Sitio!” Questo sitio, rimase sempre in atto di dire: “Ho sete”. Non finisco mai di dirlo, con le mie piaghe aperte e con la mia bocca bruciata dico sempre: “Io brucio, ho sete, deh! dammi una gocciolina del tuo amore per darmi un piccolo refrigerio alla mia sete ardente”. Sicché in tutto ciò che fa la creatura, Io le ripeto sempre con la mia bocca aperta e bruciata: “Dammi da bere, ho sete ardente”. E siccome la mia Umanità slogata, piagata, aveva un solo grido: “Ho sete!” perciò, come la creatura cammina, Io grido ai suoi passi con la mia bocca arsa: “Dammi i tuoi passi fatti per mio amore per dissetarmi”. Se opera, le chiedo le sue opere fatte solo per mio amore per refrigerio della mia sete ardente; se parla, le chiedo le sue parole; se pensa, le chiedo i suoi pensieri, come tante goccioline d’amore per ristoro della mia sete ardente. Non era la mia sola bocca che bruciava, ma tutta la mia Santissima Umanità sentiva l’estremo bisogno d’un bagno di refrigerio al fuoco ardente d’amore che mi bruciava, e siccome era per la creatura che Io bruciavo in mezzo a pene strazianti, perciò loro solo potevano, col loro amore, smorzare la mia sete ardente e darmi il bagno di refrigerio alla mia Umanità. Ora, questo grido: “Sitio”, lo lasciai nella mia Volontà, e prendeva l’impegno di farlo sentire in ogni istante alle orecchie delle creature, per muoverle a compassione della mia sete ardente, per dare a loro il mio bagno d’amore e ricevere il loro bagno d’amore, ancorché fossero piccole goccioline, per ristoro della sete che mi divora, ma chi mi ascolta? Chi ha di Me compassione? Solo chi vive nella mia Volontà, tutti gli altri fanno i sordi, e forse accrescono con le loro ingratitudini la mia sete, che mi rende irrequieto, senza speranza di ristoro. E non solo il mio sitio, ma tutto ciò che feci e dissi, nella mia Volontà sto sempre in atto di dire alla mia Mamma dolente: “Madre, ecco i figli tuoi”. E la metto al loro fianco per aiuto, per guida, per farla amare da figli, ed Essa in ogni istante si sente mettere dal Figlio suo al fianco dei suoi figli, ed oh! come li ama da Mamma, e dà a loro la sua Maternità, per farmi amare come Lei mi ama, non solo, ma col dare la sua Maternità mette il perfetto amore tra le creature, affinché si amino tra loro con amore materno, che è amore di sacrificio, di disinteresse e costante. Ma chi riceve tutto questo bene? Chi vive nel nostro Fiat sente la Maternità della Regina, Lei, si può dire, mette in bocca ai suoi figli il cuore materno, affinché succhino e ricevano la Maternità del suo amore, le sue dolcezze e tutte le sue doti, di cui è arricchito il suo materno cuore.

(3) Figlia mia, chi vuol trovarci, chi vuol ricevere tutti i nostri beni e la stessa Madre mia, deve entrare nella nostra Volontà e deve rimanervi dentro, Essa non solo ci è Vita, ma forma intorno a Noi, con la sua immensità, la nostra abitazione, in cui mantiene tutti i nostri atti, parole e tutto ciò che siamo, sempre in atto. Le cose nostre non escono dalla nostra Volontà, chi le vuole si deve contentare di far vita insieme con Essa, e allora tutto è suo, nulla le viene negato, e se vogliamo darle e non vive nel nostro Volere, non le apprezzerà, non le amerà, non si sentirà il diritto di farle sue, e quando le cose non si fanno proprie, l’amore non sorge e muore”.

(4) Dopo ciò continuavo il mio giro in tutto ciò che fece Nostro Signore sulla terra, e mi sono fermata nell’atto della Resurrezione, che trionfo, che gloria, il Cielo si riversò sulla terra per essere spettatore d’una gloria sì grande. Ed il mio amato Gesú ha ripreso il suo dire:

(5) “Figlia mia, nella mia Resurrezione veniva costituito il diritto di risorgere in Me, a novella vita, tutte le creature, era la conferma, il suggello di tutta la mia Vita, delle mie opere, delle mie parole, e che se venni in terra fu per darmi a tutti e a ciascuno come Vita che a loro apparteneva. La mia Resurrezione era il trionfo di tutti e la nuova conquista che tutti facevano di Colui che era morto per tutti, per darli vita e farli risorgere nella mia stessa Resurrezione. Ma vuoi sapere dove consiste la vera resurrezione della creatura? Non nella fine dei giorni, ma mentre vive ancora sulla terra, chi vive nella mia Volontà, essa risorge alla luce e può dire: “La mia notte è finita”. Risorge nell’Amore del suo Creatore, in modo che non esiste per lei più il freddo, le nevi, ma sente il sorriso della primavera celeste, risorge alla santità, la quale mette a precipitosa fuga le debolezze, le miserie, le passioni, risorge a tutto ciò ch’è Cielo, e se guarda la terra, il cielo, il sole, li guarda per trovare le opere del suo Creatore, per avere occasione di narrargli la sua gloria e la sua lunga storia d’amore. Perciò chi vive nel mio Volere, può dire come disse l’angelo alle pie donne quando andarono al sepolcro: “E’ risorto, non è più qui”. Chi vive nel mio Volere può dire lo stesso: “La mia volontà non è più con me, è risorta nel Fiat”. E se le circostanze della vita, le occasioni, le pene, circondano la creatura come cercando la sua volontà, può rispondere: “La mia volontà è risorta, non l’ho più in mio potere, tengo in ricambio la Divina Volontà, e con la sua Luce voglio investire tutto ciò che mi circonda, circostanze, pene, per formarne tante conquiste divine”. Chi vive nel nostro Volere trova la vita negli atti del suo Gesú, e corre sempre in essa la nostra Volontà operante, conquistante e trionfante, e ci dà tale gloria che il Cielo non può contenere. Quindi, vivi sempre nel nostro Volere, non uscirne giammai se vuoi essere il nostro trionfo e la nostra gloria”.