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Martedi, 20 maggio 2025 - San Bernardino da Siena ( Letture di oggi)

34-40 Giugno 18, 1937 Che si ottiene e che significa il sottoporsi alla Divina Volontà. Scambio d’abbandoni tra la Volontà Divina e l’anima; merito che si acquista. Sbocco d’amore. Come in ciascuna cosa creata c’è il deposito d’amore per noi.

La Divina Volontà - Libro 34°

34-40 Giugno 18, 1937 Che si ottiene e che significa il sottoporsi alla Divina Volontà. Scambio d’abbandoni tra la Volontà Divina e l’anima; merito che si acquista. Sbocco d’amore. Come in ciascuna cosa creata c’è il deposito d’amore per noi.
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(1) Stavo seguendo il Voler Divino nei suoi atti, ed oh! quante sorprese, quante cose consolanti, si sente tale amore che si resta come affogato nelle fiamme divine, ed il mio dolce Gesù volendomi fare più conoscere che significa una sottomissione, un’atto in più nel Voler Divino, tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, se tu sapessi come il mio Amore sente un estremo bisogno di sfogarsi e di farsi conoscere che cosa versa nella creatura quando si sottomette alla mia Volontà e viene come figlia nostra a vivere in Essa. Come si sottomette e la vediamo nei nostri recinti divini che sono interminabili, ci sentiamo rapire e le versiamo un nuovo mare d’amore, ma tanto grande che si sente affogata, e non potendo tutto contenerlo fa dono a tutti, a tutte le cose create, ai santi, agli angeli, allo stesso suo Creatore, e anche ai cuori disposti della povera terra, del mare d’amore che ha ricevuto; ci sentiamo dare a tutti per farci amare da tutti. Che traffico, quante industrie amorose, ci sentiamo ripetere le nostre sorprese d’amore, scambiare i nostri modi divini. Come la creatura si sottomette alla nostra Volontà per farla regnare, ci forma il posto nella sua per farci operare da Dio nel suo piccolo campicello, e sono tali e tanti i prodigi che facciamo, le nostre industrie d’amore, che i Cieli si abbassano, si scuotono e mirano stupiti ciò che facciamo nella creatura dove regna il nostro Fiat Divino. Tu devi sapere che la nostra creazione non finì nell’uomo, perché fu interrotta dalla sottrazione che fece dal nostro Volere, non regnando in esso non potevamo fidarci di lui, e perciò restò come sospesa la continuazione della nostra opera creatrice; quindi con ansia aspettiamo che torni nelle braccia del nostro Fiat, perché lo faccia regnare, e allora riprenderemo la continuazione della Creazione, ed oh! quante cose belle faremo, daremo doni sorprendenti, la nostra Sapienza metterà fuori tutta la sua arte divina, ed oh! quante belle immagini che ci somigliano metterà fuori dalla sua luce divina, tutte belle, ma distinte l’una dall’altra nella santità, nella potenza, nella bellezza, nell’amore, nei doni, il nostro Amore non sarà più inceppato, trovando il nostro Volere potrà fare e dare quello che vuole, quindi sfoggerà tanto nel dare per rifarsi del suo Amore represso. E siccome saremo liberi nel dare li chiameremo i tempi nostri, ci faremo conoscere chi siamo, quanto li amiamo e come ci devono amare, li daremo il nostro Amore a loro disposizione, affinché ci potessimo amare con un solo amore. Sicché chi vivrà nel nostro Volere sarà il nostro trionfo, la vittoria nostra, il nostro esercito divino, la continuazione della nostra Creazione ed il suo compimento. Credi tu che sia nulla per Noi il voler dare e non poter dare? Il poter creare innumerevoli prodigi di grazie, di santità, e perché non regna la nostra Volontà nelle anime siamo come respinti ed impediti di poter creare le nostre opere più belle? Questo è il massimo del nostro dolore, perciò col non fare mai la tua volontà potrai lenirci questo dolore, e col fare sempre la nostra avrai la nostra Potenza, il nostro Amore in tuo potere, così potrai rapire il nostro Fiat per farlo regnare in mezzo alle umane generazioni”.

(3) Dopo continuavo a pensare alla Divina Volontà, e dicevo tra me: “Non basta darsi una volta in balìa del Fiat Divino, quale può essere il bene di darsi sempre? ” Ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia benedetta, i segreti del nostro Amore tu non li sai, ed i nostri stratagemmi infiniti che giungono fino all’eccesso; bisogna amare davvero per saper trovare tanti ritrovati d’amore, per potersi dare e ricevere da chi si ama. Tu devi sapere che ogni qualvolta la creatura si dà a Noi, in balìa del nostro Volere, Noi ci diamo ad essa, come abbandonandoci nel seno della creatura, e se tu sapessi che significa questo nostro abbandonarci, la grazia, il bene che le lasciamo, il rinnovamento della nostra Vita che le ripetiamo, il tuo cuore ti scoppierebbe di gioia, di felicità e d’amore. Ma ciò è nulla, ogni qualvolta si dà a Noi, Noi le diamo il merito che ci ha dato la sua vita, e se si dà dieci, venti, cento, mille volte, e anche più, tante volte le diamo il merito come se ci avesse dato tante vite per quante volte si ha dato, e Noi tante volte diamo la nostra Vita, la rinnoviamo nella nostra, le ripetiamo il bene, anzi lo accresciamo per quante volte si ha dato a Noi. E’ tanto il nostro compiacimento, il gusto che proviamo quando la creatura si dà a Noi, che largheggiamo tanto verso di essa, che tante volte le diamo il merito di possedere tante Vite Divine, e bilocando la sua le diamo il merito di tante vite per quante volte si ha dato. Questo è il nostro commercio divino, vogliamo per darci, ci diamo per ricevere la vita della creatura nel nostro Essere Supremo, questo scambio di vite mantiene la conversazione, ci facciamo conoscere chi siamo, le facciamo sentire i palpiti ardenti, l’amore che ci consuma, come l’amiamo e come vogliamo essere amati. E poi, se non sentisse il bisogno di darsi continuamente a Noi, è segno che non ci ama, ed il suo cuore non è in possesso del nostro Amore irresistibile, questo è il segno del vero Amore: Volersi dare sempre, quasi in ogni istante a chi ama. Ma mentre si dà, la forza dell’amore s’impone che vuol ricevere, e se non ricevesse si sentirebbe soffocato e scoppierebbe in gridi di dolore, da assordare Cieli e terra. E perciò per non giungere a tali strettezze di dolore, il mio Amore aspetta che la creatura si doni a Me, ed Io subito mi dono a lei, con tutta l’infinità della nostra Volontà”.

(5) Onde seguivo il mio giro nella Creazione, ed oh! quante belle sorprese, ogni cosa creata mi diceva quanto Iddio mi amava, ciascuna di esse possedeva lo spazio che conteneva un deposito d’amore, che doveva dirmi sempre: “Ti ama, ti ama il tuo Creatore”. Io sono rimasta sorpresa, ed il mio dolce Gesù, ritornando ha ripreso il suo dire:

(6) “Figlia mia, tu sai che la Creazione fu uno sbocco del nostro Amore, e mentre uscimmo la Creazione alla luce del giorno tenemmo tutti presenti, nessuna creatura ci sfuggì e mettevamo per ciascuna di esse, in ciascuna cosa creata, un deposito d’amore che doveva amarla e dirle sempre: “Ti ama, ti ama il tuo Creatore”. Sicché se le cose create corrono per dare a loro il bene che posseggono, è il nostro Amore che le fa correre. Se il cielo si stende sul capo di tutti, è il nostro deposito d’amore che ne dà il diritto. Se il sole dà la sua luce a tutti, è l’eredità dell’amore che ciascuno tiene nel Sole del suo Creatore. Se la terra è ferma sotto i suoi passi, è il nostro deposito d’amore che fa prendere come in grembo dalla madre terra la creatura, e assicurandole il passo le dice sotto le sue piante: “Ti ama, ti ama Colui che ti ha creato”. Se l’acqua ti disseta, è il nostro grido d’amore che corre nell’acqua e ti disseta, ti lava, dà l’umore alle piante, e tant’altri beni che fa. Se il fuoco non ti brucia, è il nostro deposito d’amore, che sono le proprietà delle creature che gridano: “Riscalda la figlia mia, non le fare nessun male”. E così di tutte le altre cose. Ora voglio dirti una cosa consolante, se la creatura entra nelle cose create, riconosce questo nostro deposito d’amore in ciascuna di esse e fa risuonare il suo amore nel nostro, prepara la mensa al suo Creatore. Vedi, solo nel sole quante diversità di cibi d’amore puoi prepararci, in quella luce vi è la dolcezza del nostro Amore, e tu amandoci, al tocco del nostro raddolcisci il tuo e ci dai il cibo dell’amore che ci raddolcisce; in quella luce vi sono i gusti del nostro Amore, e tu amandoci ci dai le gioie dei tanti gusti del nostro Amore; in quella luce c’è il nostro Amore fecondo, l’amore che ferisce, brucia e consumi, e tu amandoci acquisterai la fecondità divina nel tuo amore, la virtù di ferirci, di bruciarti e consumarti per Noi; vi è pure la varietà dei colori che tutto abbellisce, e tu amandoci acquisterai la virtù del bello amore, in cui resterai come ammantata d’una bellezza incantevole, ed oh! come ci sentiremo rapiti. Figlia, se ti volesse dire la molteplicità e diversità d’amore che abbiamo messo in ciascuna cosa creata per ciascuna creatura, non la finirei più, e come essa tiene il dover di conoscere questo nostro molteplice Amore per trovare il modello d’amarci con tanti amori distinti, come l’abbiamo amata. Ma ahimè! il nostro Amore resta isolato, senza la compagnia dell’amore della creatura, e questo è un dolore per Noi, che il nostro Amore non è riconosciuto in ciascuna cosa creata, mentre tutte tengono il mandato da Noi d’amarla con amore distinto: Nel vento corrono i soffi dei nostri baci, le ondate delle nostre carezze amorose, i gemiti del nostro Amore soffocato; nell’impetuosità del vento il nostro Amore imperante che vuole farsi conoscere per imperare su tutti, e delle volte giunge come a parlare quasi con gridi assordanti, per fare che nessun’altra cosa potesse sentire che il nostro Amore che l’ama. Oh! se la creatura riconoscesse il nostro Amore che corre nel vento, ci restituirebbe i nostri baci e le nostre carezze con le sue; del resto, perché la baciamo e la carezzammo perché vogliamo essere baciati e carezzati da essa, gemerebbe insieme col nostro Amore per non farci soffocare, ci amerebbe col suo e nostro amore imperante, e gridando insieme col nostro Amore assorderebbe a tutti col dirli: “Amiamo, amiamo Colui che tanto ci ama”. Anche nell’aria che tutti respirano, quant’amore non corre, ma no, no ad intervallo come nelle altre cose create, ma in ogni istante, in ogni respiro, se dorme, se lavora, se cammina, se mangia, corre sempre il nostro Amore, ma con un’amore distinto e nuovo di tutte le altre cose create, nell’aria corre il nostro Amore che dà vita, con una rapidità incantevole che nessuno le può resistere, corre nel cuore, nel sangue, nelle ossa, nei nervi, in tutto, e si costituisce atto vitale dell’essere umano e tacitamente le dice: “Ti porto l’Amore continuo del tuo Creatore, e perché continuo ti posso dar vita”. Oh! se ci riconoscessero nell’aria che respirano, l’atto di vita che abbiamo messo in essa, la foga del nostro Amore che corre, corre sempre senza mai fermarsi, ci darebbe per scambio la sua vita per amarci, per dirci la nostra storia d’amore, e ripetere il nostro ritornello: “Ti amo, ti amo sempre in tutto ed in ogni cosa, come Tu mi hai amato”. Dalla cosa creata più grande fino alla più piccola c’è un nostro Amore nuovo e distinto per le creature, e siccome non lo conoscono non ci ricambiano, anzi con somma ingratitudine ricambiano il nostro Amore in offese. E perciò aspettiamo che la nostra Volontà sia conosciuta e dominante in mezzo alle umane generazioni, la quale sarà la rivelatrice del nostro Amore, e allora ci rifaremo e ci ameremo d’un solo amore. Come saremo contenti, e vedendoci amati aggiungeremo altri nuovi amori e distinti, così non sarà più represso il nostro Amore, ma avrà il suo sfogo d’amore e d’essere riamato. Perciò prega che venga il nostro regno, e tu riconosci il nostro Amore, e se vuoi amore amaci, se non troviamo il nostro Amore nella creatura non sappiamo che darle, né che farne, perché manca il poggio dove mettere le nostre grazie ed il primo elemento che forma la nostra Vita in essa”.