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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

34-12 Luglio 4, 1936 Come un’atto di volontà umana può guastare l’ordine Divino e le sue opere più belle. La prima cosa che Dio vuole è la libertà assoluta. Come la Divina Volontà formerà tanti Gesù dove Essa regna.

La Divina Volontà - Libro 34°

34-12 Luglio 4, 1936 Come un’atto di volontà umana può guastare l’ordine Divino e le sue opere più belle. La prima cosa che Dio vuole è la libertà assoluta. Come la Divina Volontà formerà tanti Gesù dove Essa regna.
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(1) La mia povera mente non sa stare senza che giri e voli nel Voler Divino, e la mia povera volontà umana si sente come sotto la pressione della Divina Volontà, e pensavo tra me: “Ah! sì, è bello, si sente la vittoria, il trionfo, il dominio, la felicità, le belle conquiste del vivere nel Voler Divino, ma l’umano volere mentre si sente vivo deve continuamente morire, è vero che è il più grande onore, l’amore più grande di Dio benignarsi di scendere nella volontà della creatura, e con la sua Maestà e Potenza operare, fare ciò che Lui vuole, e l’umano stare al suo posto, solo può fare ciò che fa Dio, ma di suo deve tutto smettere, questo è il sacrificio dei sacrifici, specie in certe circostanze; oh! come è doloroso sentire la vita e tenerla come se non si avesse, perché il Fiat Divino non tollera che neppure una fibra di voler umano agisse nel suo”. E una folla di pensieri occupava la mia povera mente, ed il mio dolce Gesù, compassionando la mia ignoranza e lo stato doloroso in cui mi trovavo, con tenerezza indicibile, mettendomi la sua mano santissima sul mio capo mi ha detto:

(2) “Figlia benedetta, coraggio, non ti abbattere, il mio Voler Divino vuole tutto, perché sa che un piccolo atto, un desiderio, una fibra di voler umano le guasterebbe le sue opere più belle, l’ordine divino; la sua santità resterebbe inceppata, il suo amore ristretto, la sua potenza limitata, ecco perciò non tollera che neppure una fibra di voler umano abbia la sua vita; è vero ch’è il sacrificio dei sacrifici, nessun altro sacrificio può eguagliare il peso, il valore, l’intensità del sacrificio di vivere senza volontà, tanto che ci vuole la vita perenne, il miracolo continuato del mio Voler Divino per poter resistere a questo sacrificio, che di fronte agli altri, questi si possono chiamare ombre, pitture dipinti, giuoco di fanciulli che piangono per un nonnulla, perché c’è l’umano volere che nelle pene, negli incontri dolorosi, nelle opere, non si sente disfatto, senza vita, senza soddisfazioni, perciò i sacrifici si sentono, oh! quanto più leggeri, però svuotati di Dio, di santità, d’amore, di luce, di vera felicità, e forse neppure essenti da peccati, perché l’umano volere senza del mio non può fare mai cose buone e sante. Poi, se il mio Fiat non avesse virtù di tenere con sé l’umano volere senza dargli vita, anzi chiudere la sua Vita in esso per fare che non trovasse né luogo, né tempo di poter agire, non potrebbe operare con quello sfarzo, lusso e pompa divina che Noi siamo soliti di fare nelle opere nostre; se nella Creazione ci fosse stato un’altra volontà, ci avrebbe impedito la sontuosità, lo sfarzo, la pompa divina che tenemmo in tutta la Creazione, ci avrebbe potuto impedire l’estensione del cielo, la molteplicità delle stelle, la vastità della luce del sole, la varietà di tante cose create, ci avrebbe messo un limite. Perciò il nostro Volere vuol essere solo per fare ciò che sa fare, e vuol fare; ecco perciò vuole la volontà umana con sé, concorrente, spettatrice, ammiratrice di ciò che vuol fare in essa, ma dev’essere convinta, se vuol vivere nella mia Volontà, che la sua non può più agire e che deve servire per chiudere la mia nella sua, per farla fare con tutta libertà le sue opere, con tutta la sontuosità, col lusso della grazia e con la pompa delle sue varietà divine. La prima cosa che vogliamo è la libertà assoluta, vogliamo essere liberi figlia mia, sia qualunque il sacrificio che vogliamo e le opere che vogliamo fare, se ciò non fosse, il vivere nella mia Volontà sarà un modo di dire, ma in realtà non esiste”.

(3) Il caro Gesù ha fatto silenzio, ed io pensavo a tutto ciò che Gesù mi aveva detto e dicevo tra me: “Lui ha ragione che non può l’umano volere agire innanzi alla Santità e Potenza della sua, già da per sé stesso si mette al suo posto di nullità, ci vuol troppo per agire innanzi ad una Volontà Divina, già si sente incapace ed essa stessa le pregherebbe che non le desse la grande sventura di farle formare un moto, una fibra di proprio volere; ma la mia croce, e Tu lo sai in quale labirinto mi hai messo, mi sento inceppata ed umiliata fin nella polvere, avevo bisogno e Tu lo sai di chi. . . , senza potermi io stessa aiutare, e non un giorno, un’anno, oh! come è duro, lo so che solo il tuo Volere mi dà la forza, la grazia, che da me stessa non avrei potuto resistere”. E sentivo tale amarezza da sentirmi morire. Ed il mio sempre amabile Gesù, compassionandomi ha ripreso il suo dire:

(4) “Figlia mia, quando la mia Divina Volontà vuole fare un’atto compiuto nella creatura, e sai tu che significa un’atto compiuto di mia Volontà? Significa atto completo di Dio, in cui racchiude santità, bellezza, amore, potenza e luce da far strabiliare Cieli e terra, Dio stesso si deve sentire rapire, ma tanto, da formare la sua sede, il suo trono di gloria in questo suo atto completo, il quale servirà a Sé stesso e scenderà come benefica rugiada a pro di tutte le creature. Quindi per fare questo atto compiuto, dovevo disporre sopra di te una nuova croce, non data a nessun’altro, per maturarti e far sorgere in te le disposizioni che ci volevano, tu per ricevere e Dio per fare questo suo atto compiuto di sua Volontà; senza nulla non si fa nulla, perciò tu per ricevere e Noi per dare cose nuove dovevamo disporre croci nuove, che uniti al lavorio continuo del nostro Volere, doveva il tutto preparare per un’atto sì grande. Tu devi sapere che il mio Fiat non ti ha lasciato mai, perciò tu senti la sua dolce impressione ed imperante su ciascuna fibra, moto, desiderio del tuo volere, geloso di te e del suo stesso atto compiuto che voleva fare, teneva e manteneva il suo reggio dominio, ma sai perché? Un dolce e caro segreto, ascoltami: Come il mio Volere dominava la tua mente, il tuo sguardo, la tua parola, così formava il tuo Gesù nella tua mente, il suo sguardo nei tuoi, la sua parola nella tua; come dominava le fibre, il moto, il cuore, così formava le sue fibre, il moto, il cuore del tuo Gesù in te; e come ti dominava le opere, i passi, tutto l’essere tuo, così formava le sue opere, i suoi passi, tutto Gesù in te. Ora, se la mia Volontà ti avesse dato la libertà di far agire la tua, anche nelle cose più piccole ed innocenti, non avrebbe potuto formare il tuo Gesù in te, ed Io di volontà umana non posso, né voglio vivere, né il mio Volere avrebbe preso l’impegno di formarmi nell’anima se non fosse sicuro che Io trovassi la mia stessa Volontà, di cui era animata la mia Umanità; sarà proprio questo il suo regno sulla terra, di formare tanti Gesù per quante creature vogliano vivere di Volontà Divina; con Gesù nelle anime il suo regno avrà la sua sontuosità, sublimità, il suo sfarzo di cose inaudite, e starà al sicuro, e allora nel regno del mio Fiat Divino avrò tanti Gesù viventi che mi amano, mi glorificano e mi daranno gloria completa. Perciò sospiro tanto questo regno, e anche tu sospiralo, né ti occupare d’altro, lasciami fare, fidati di Me, ed Io ci penserò a tutto”.

(5) Dopo di ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, la luce, simbolo del mio Voler Divino, la natura di essa è di spandersi quanto più può, e chiunque si trova, non nega a nessuno la sua luce, o la vogliono o non la vogliono, al più può succedere questo, che chi la vuole utilizza la luce e se ne serve anche per fare opere grandi, invece chi non la vuole non fa nessun bene, ma non può negare che ha ricevuto il bene della luce. Tale è la mia Volontà, più che luce si spande ovunque, investe tutti e tutto, ed il segno che l’anima la possiede è sentire il bisogno insieme con Essa di darsi a tutti, far bene a tutti, coi suoi atti corre a tutti e vorrebbe fare tanti Gesù per darlo a ciascuno. La mia Volontà è di tutti, sono Gesù di tutti, e perciò allora sono contento quando la creatura fa sua la mia Volontà, la mia Vita e mi vuol dare a tutti, essa è la mia gioia e la mia festa continua”.