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Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

33-54 Novembre 24, 1935 Il vero amore chiama sempre colui che ama, e lo chiude dentro. Come tutto è velato senza della Divina Volontà. Esempio.

La Divina Volontà - Libro 33°

33-54 Novembre 24, 1935 Il vero amore chiama sempre colui che ama, e lo chiude dentro. Come tutto è velato senza della Divina Volontà. Esempio.
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(1) La mia povera mente si trova sotto le onde impetuose del Voler Divino, impetuose ma pacifiche, portatrici di felicità, tanto che la povera creatura si sente stretta ed incapace di poterle ricevere tutte, e mentre seguivo gli atti del Fiat, sono giunta al punto della creazione dell’uomo, e pensavo tra me: “Con quanto amore poteva amare il Signore l’Adamo innocente prima di peccare”. Ed il mio amato Gesù sorprendendomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, mi amò tanto per quanto a creatura è possibile. Lui era un complesso d’amore, neppure una fibra era vuota dell’amore verso il suo Creatore, sentiva al vivo, palpitante nel suo cuore, la vita del suo Creatore, già il vero amore chiama in ogni istante colui che ama, e dandogli col suo amore la sua vita, riprende per vita propria colui che ama. Ora amando la mia Volontà Divina trova nella creatura Sé stessa, la facilità del suo regime, nulla si oppone al suo dominio, il suo posto nobile è da Re dominante, forma il suo sospirato regno in essa. Quando la creatura mi ama quanto più può, nessun vuoto di Dio si può trovare in essa, anzi col suo amore mi chiude nel centro dell’anima sua, in modo che non posso uscire, né posso liberarmi da essa, e se potessi uscire, ciò che Io non faccio mai, se ne verrebbe appresso a Me, senza poterci, né Io né essa separarci, perché l’amore sono Io stesso. Perciò chi mi ama davvero può dire: “Ho vinto Colui che mi ha creata, l’ho dentro di me, lo posseggo, è tutto mio, nessuno me lo può togliere”. Ora figlia mia, l’amore in Adamo prima di peccare era perfetto, totale, la mia Volontà teneva la sua Vita in modo che la sentiva più della sua stessa vita; come peccò, la Vita del mio Fiat si ritirò, e gli restiamo la luce, perché lui senza di Esso non poteva vivere, sarebbe ritornato nel nulla. Nel crearlo facemmo come un padre che mette in comune i suoi beni e la sua stessa vita col proprio figlio. Ora questo disubbidisse, si ribella al proprio padre, il padre con dolore è costretto a metterlo fuori della sua abitazione, non facendogli più possedere né i suoi beni in comune, né la sua vita, ma è tanto il suo amore, che anche lontano non gli fa mancare le cose necessarie, i mezzi di stretta necessità, perché sa che se il padre si ritira, la vita del figlio è finita; così fece la mia Divina Volontà, ritirò la sua Vita, ma lasciò la sua luce come aiuto, sostegno e come mezzo necessario ché il suo figlio non perisse del tutto. Ora col ritirare la sua Vita, tutte le cose e opere di Dio restarono velate per l’uomo, lui stesso velata l’intelligenza, la memoria, la volontà, restò come quei poveri infelici moribondi, che coprendosi la pupilla dell’occhio d’un velo sottile, non veggono più chiara la vita della luce. La mia stessa Divinità nello scendere dal Cielo in terra, si velò della mia Umanità. Oh! se le creature possedessero come vita la mia Volontà, subito mi avrebbero conosciuto, perché Essa stessa mi avrebbe svelato chi Io fossi, il mio Volere in essa, e quello stesso Divino Volere in Me, si sarebbero subito conosciuti, amati, avrebbero fatto resse a Me d’intorno, né si sarebbero potuti separare da Me, riconoscendomi sotto la somiglianza delle loro spoglie, il Verbo Eterno, Colui che li amava tanto, che si era vestito come uno di loro. Sicché Io non avevo bisogno di manifestarmi, la mia Volontà risiedendo in loro mi avrebbe svelato, né Io avrei potuto occultarmi, invece dovetti dirle chi Io fossi, e quanti non mi credettero? Perciò fino a tanto che non regni la mia Volontà nelle creature, tutto è velato, gli stessi Sacramenti, che più che nuova creazione, con tanto amore lasciai nella mia Chiesa, sono velati per esse, quante sorprese, quanti segreti belli, e cose meravigliose impedisce di comprendere, di vedere, di gustare una pupilla velata, molto più che questo velo è l’umano volere che lo forma ed impedisce di vedere le cose quali sono in sé stesse. Onde la mia Volontà regnante nelle creature come vita, toglierà questo velo e tutte le cose saranno svelate, e allora vedranno le carezze che le facciamo per mezzo delle cose create, i baci, gli amplessi amorosi, in ciascuna cosa creata sentiranno il nostro palpito ardente che li ama, vedranno nei Sacramenti scorrere la nostra Vita per darsi continuamente a loro e sentiranno il bisogno di darsi a Noi. Questo sarà il grande prodigio che farà la mia Divina Volontà: “Rompere tutti i veli, abbondare di grazie inaudite, prendere possesso delle anime come vita propria, in modo che nessuno le potrà resistere”. E così avrà il suo regno sulla terra”.

(3) Gesù, affretta e compi ciò che Tu dici e vuoi, e la tua Volontà sia fatta come in Cielo così in terra.