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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

33-31 Novembre 25, 1934 Vivere nella Divina Volontà è come si vivesse tra Padre e figlio. I suoi atti sono visite al Padre Celeste. Abisso divino in cui viene messo chi vive nella Divina Volontà.

La Divina Volontà - Libro 33°

33-31 Novembre 25, 1934 Vivere nella Divina Volontà è come si vivesse tra Padre e figlio. I suoi atti sono visite al Padre Celeste. Abisso divino in cui viene messo chi vive nella Divina Volontà.
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(1) Sono sempre di ritorno nella celeste eredità del Fiat Divino, ogni atto che faccio mi sembra che ritorno nelle braccia del mio Padre Celeste, ma per che fare? Per ricevere uno sguardo, un bacio, una carezza, una parolina d’amore, una conoscenza di più del suo Essere Supremo, per poterlo amare di più, e non solo per ricevere, ma anche per dargli il ricambio delle sue tenerezze paterne. Nel Volere Divino non si fa altro che: Dio svolgere la sua Paternità con un amore tenero ed indicibile, come se stesse aspettando la creatura per cullarla nelle sue braccia per dirle: “Sappi che Io sono il Padre tuo, e tu sei la figlia mia”. Oh! come amo la corona dei figli miei intorno a Me, con essi intorno a Me mi sento più felice, mi sento Padre, e non vi è contento maggiore che possedere una prole numerosa, che attestano l’amore, la figliolanza al Padre loro. E la creatura coll’entrare nel Volere Divino, non fa altro che far la figlia al Padre suo; invece fuori del Voler Divino, i diritti di paternità e di figliolanza cessano. Ma mentre la mia mente si perdeva nella folla di tanti pensieri sul Fiat Divino, il Sovrano Celeste Gesù, la cara mia vita, sorprendendomi con un amore più che paterno, in atto di prendermi fra le sue braccia mi ha detto:

(2) “La figlia mia, la figlia mia, se tu sapessi quali sono le mie ansie, i miei sospiri, e come aspetto e riaspetto di vederti ritornare nella mia Volontà, tu saresti più attenta a ritornarvi più spesso, il mio Amore giunge a rendermi irrequieto quando non ti vede saltare nelle mie braccia per darti il mio Amore, le mie tenerezze paterne e ricevere le tue, ma sai quando mi salti nelle mie braccia? Quando vedendoti piccina piccina, vuoi amarmi e non sai amarmi, mi dici un ti amo, ed il tuo ti amo forma il salto per slanciarti nelle mie braccia, e siccome vedi che il tuo ti amo è piccolo, ardita prendi il mio Amore e mi dici un ti amo grande grande, ed Io me la godo che la figlia mia mi ama col mio Amore, e mi diletto molto di farne scambio, gli atti miei con quelli della creatura; del resto nella mia Volontà non è agli estranei che do, che devo usare il peso, la misura, ma do ai figli miei, perciò faccio prendere quello che vogliono. Sicché ogniqualvolta ti ricordo di far scorrere gli atti tuoi nella mia Volontà, la tua preghiera, le tue pene, il tuo ti amo, il tuo lavoro, sono visitine che fai al Padre tuo, per chiedere qualche cosa, e Lui per dirti: “Dimmi che vuoi? ” E sii certa che sempre otterrai altri doni e favori”.

(3) Gesù ha fatto silenzio, ed io sentivo il bisogno estremo di riposarmi fra le sue braccia per rinfrancarmi delle sue tante privazioni, ma con mia sorpresa, vedevo il dolce Gesù con un pennello in mano, e con una maestria ammirabile dipingeva nell’anima mia, al vivo, gli atti della Divina Volontà fatti nella Creazione e Redenzione, e poi prendendo la parola ha soggiunto:

(4) “La mia Volontà racchiude tutto, dentro e fuori di Sé, e dove Essa regna non sa stare, né può stare senza la vita degli atti suoi, perché i suoi atti si possono chiamare le braccia, il passo, la parola della mia Volontà, quindi, stare la mia Volontà nella creatura senza le sue opere, sarebbe come una vita spezzata, ciò che non può essere, perciò Io non faccio altro che pennellare le opere sue, affinché dove c’è la Vita vengano accentrate le opere sue, vedi dunque in che abisso divino si trova la creatura che possiede la mia Volontà, dentro di sé sente la sua Vita con tutte le sue opere accentrate nella sua piccolezza, per quanto a creatura è possibile, fuori di sé sente la sua interminabilità di cui non si vedono i confini, la quale possedendo la forza comunicativa, si sente come sotto d’una pioggia dirotta che le piove addosso le sue opere, il suo amore, la molteplicità dei suoi beni divini. La mia Divina Volontà racchiude tutto e vuol dare tutto alla creatura, vuol poter dire: “Nulla ho negato, tutto ho dato a chi vive nella mia Volontà”.