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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

33-27 Ottobre 7, 1934 Amore reciproco tra Dio e la creatura, scambio d’azione, labirinto d’amore in cui viene messo chi vive nel mio Fiat. Dio seminatore del campo delle anime.

La Divina Volontà - Libro 33°

33-27 Ottobre 7, 1934 Amore reciproco tra Dio e la creatura, scambio d’azione, labirinto d’amore in cui viene messo chi vive nel mio Fiat. Dio seminatore del campo delle anime.
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(1) Sono sotto le onde eterne del Fiat Divino e la mia povera mente sente il suo dolce incanto, la sua Potenza e virtù operatrice, che investendomi mi fa fare ciò che fa Lui, mi sembra che col suo occhio di luce, dà vita e fa sorgere tutto, e col suo impero impera su tutto, tiene conto di tutto, neppure un respiro le sfugge, dà tutto e vuole tutto, ma con tanto amore che dà dell’incredibile, e quello che è più da stupire, che vuole che la creatura sappia ciò che fa per averla inseparabile con Sé e farla fare ciò che fa la stessa Divina Volontà. Io sono rimasta incantata e la mia piccolezza si sperdeva, e se non fosse che il mio dolce Gesù mi scuotesse facendomi la sua visitina, sarei rimasta lì chi sa quanto, e tutto bontà e amore mi ha detto:

(2) “Mia buona figlia, non ti meravigliare, tutto è possibile a chi vive nella mia Volontà. C’è un amore reciproco d’ambi le parti, tra Dio e la creatura, ma tanto che la piccolezza umana giunge a voler ed a fare suoi gli atti di Dio, e come suoi li ama tanto, che metterebbe la vita per difendere, amare e dargli tutta la gloria, il primo posto d’onore ad un solo di questi atti divini. Dio di contraccambio fa suoi gli atti della creatura, trova in questi atti Sé stesso, lo sfoggio del suo Amore, l’altezza della sua Santità, ed oh! come li ama, ed in questo amore reciproco si amano tanto, che restano imprigionati l’uno nell’altro, ma prigionia volontaria, che mentre li rende inseparabili, si sentono felici ché Dio si sente amato e trova il suo posto nella creatura, ed essa si sente amata da Dio e tiene il suo posto nell’Ente Supremo. Non vi è felicità maggiore per la creatura (che) poter dire ed essere certa d’essere amata da Dio, e non vi è felicità maggiore per Noi, (che) essere amati da chi fu creato da Noi solo per amarci e per compiere la nostra Volontà. Ora, la creatura mentre si trova nel suo Creatore, vorrebbe che tutti l’amassero, che lo riconoscessero, ed in virtù del Fiat Divino di cui è animata, vuol far sorgere e richiama tutti gli atti delle creature in Dio per dirle: “Tutto ti do, e per tutti ti amo”. Quindi si fa insieme col Voler Divino pensiero per ciascuna intelligenza, sguardo per ogni occhio, parola per ogni voce, palpito per ogni cuore, moto per ogni opera, passo per ogni piede, che cosa non mi vuol dare chi vive nella mia Volontà? Tutti e tutto. Perciò dice alla mia Volontà: “Sento il bisogno di possedere il tuo Amore, la tua Potenza, per poter avere un amore che vi dice per tutti: “Ti amo”. Sicché in essa la nostra Volontà ci fa trovare l’amore ed il ricambio di tutti gli atti delle creature. Oh! Volontà mia, in quale potenza tu getti l’anima e labirinto d’amore, chi vive in te, è tale e tanta, che la piccolezza umana si sente affogata d’amore e come refrigerio sente il bisogno di rintracciare tutti, per dire il suo continuo ritornello: “Ti amo, ti amo” come sfogo del grande amore che le dà la mia Divina Volontà. Questa è nostra Vita, tutta d’amore, la nostra storia tessuta ab eterno tutta d’amore, tale dev’essere chi vive nella nostra Volontà, ci deve essere tale accordo tra essa e Noi, da formare un solo atto e un solo amore. Ora figlia mia benedetta, voglio farti conoscere come amiamo le creature ed i nostri continui sbocchi d’amore che versiamo sopra di loro, il nostro primo atto della nostra felicità è amore e dar amore; se non diamo amore ci manca il respiro, il moto e l’alimento al nostro Essere Supremo; se non diamo amore, e coi fatti amiamo, arresteremmo il corso alla nostra Vita Divina, ciò che non può essere. Ecco perciò i nostri ritrovati, le industrie, gli stratagemmi d’amore sono innumerevoli, e amore non solo di parole ma di fatti, e opere operanti senza mai cessare. Ora, come nella Creazione creammo un sole che con la sua luce operante e calore dà luce a tutti, trasforma la faccia della terra e va seminando in ciascuna pianta, a chi il colore, a chi il profumo, a chi la dolcezza, non vi è cosa in cui il sole non vi getta il suo effetto, quasi come seme di maturazione, per rendere tutte le piante atte per alimentare l’uomo e dargli piacere con tanti gusti, quasi innumerevoli. Così il nostro Essere Supremo riserbandosi per Sé la parte più nobile dell’uomo, qual è l’anima, più che sole fissiamo il suo interno, lo dardeggiamo, lo plasmiamo, e come lo tocchiamo più che luce solare, gettiamo il seme del pensiero nell’intelligenza, il seme del nostro ricordo nella memoria, il seme della nostra Volontà nella sua, il seme della parola nella voce, il seme del moto nelle opere, il seme del nostro Amore nel cuore, e così di tutto il resto. Ora, se ci fa attenzione lavorando il campo della sua anima insieme con Noi, perché mai ritiriamo il nostro Sole Divino, di notte e di giorno stiamo sopra di lui più che tenera madre, ora ad alimentarlo, ora a riscaldarlo, ora a difenderlo, ora a lavorare insieme, ed a coprirlo e nasconderlo nel nostro Amore. Quindi faremo un bel ricolto che li servirà ad alimentarsi di Noi ed a decantarci il nostro Amore, la nostra Potenza e Sapienza infinita, e se non ci fa attenzione, resta soffocato il nostro seme divino, senza produrre il bene che possiede e lui resta digiuno senza gli alimenti divini, e Noi restiamo digiuni del suo amore. Com’è doloroso seminare senza raccogliere, ma con tutto ciò è tanto il nostro Amore, che non lasciamo, continuiamo a dardeggiarlo, a riscaldarlo, quasi come sole che non si stanca di fare la sua passatine di luce, ad onta che non trova né piante, né fiori dove gettare il seme dei suoi effetti. Oh! quanti beni di più farebbe il sole se non trovasse tante terre sterili, pietrose e abbandonate dall’uomo. Così Noi, se trovassimo più anime che ci facessero attenzione, daremmo tanti beni da trasformare le creature in santi viventi e copie nostre fedeli. Ma però nella nostra Volontà Divina non vi è pericolo che non riceva la nostra semina giornaliera, e che non lavori insieme col suo Creatore nel campo dell’anima sua. Perciò sempre nel mio Fiat ti voglio, né ti dare pensiero di altro, così faremo un bel ricolto e tu ed Io avremo alimenti abbondanti, da poter fornire gli altri e saremo felici d’una sola felicità”.