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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

33-25 Agosto 5, 1934 Storia d’amore di Dio, la Creazione racchiusa nell’uomo. Note dolenti nell’Amore Divino.

La Divina Volontà - Libro 33°

33-25 Agosto 5, 1934 Storia d’amore di Dio, la Creazione racchiusa nell’uomo. Note dolenti nell’Amore Divino.
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(1) Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, e passando da un’opera all’altra sono giunta alla creazione dell’uomo, ed il mio dolce Gesù, soffermandomi, con un amore indicibile che non poteva contenere mi ha detto:

(2)Figlia mia, il mio Amore mi fa sentire il bisogno di parlare della creazione dell’uomo, già tutta la Creazione è pregna del nostro Amore e dice, sebbene in muto linguaggio, e se non parla lo dice coi fatti, ed è la più grande narratrice del nostro Amore verso l’uomo, e quando in tutto fu disteso il nostro Amore, in modo che non doveva trovare punto che il nostro Amore non lo coprisse e corresse verso di lui e più che sole non lo dardeggiasse; quando il tutto fu compiuta la Creazione, creammo l’uomo, ma prima di crearlo, ascolta la storia del nostro Amore verso di lui: La nostra Maestà adorabile aveva stabilito di costituire l’uomo re di tutta la Creazione, di dargli il dominio su tutto, e di farlo padroneggiare su tutte le opere nostre, ma per dirsi vero re, di fatti non di parole, doveva possedere in lui tutto ciò che avevamo sparso nella Creazione, sicché per essere re del cielo, del sole, del vento, del mare e di tutto, doveva possedere dentro di lui un cielo, un sole, e così di seguito, in modo che la Creazione doveva riflettere in lui, e lui doveva, possedendo le stesse qualità, riflettere nella Creazione e padroneggiarla. Difatti, se non avesse un occhio pieno di luce, come poteva godersi la luce del sole e prenderne quanto ne volesse? Se non avesse piedi e mani per percorrere la terra e prendere ciò che la terra produce, come poteva dirsi re della terra? Se non avesse l’organo respiratorio per respirare l’aria, come poteva servirsene di essa? E così di tutto il resto. Quindi, prima di creare l’uomo guardammo tutta la Creazione, e nella nostra enfasi d’amore esclamammo: “Quanto sono belle le opere nostre, ma tra tutte il più bello faremo l’uomo, accentreremo tutto in lui, in modo che la Creazione la troveremo fuori e dentro di lui. E come lo andavamo plasmando, così chiudevamo in lui il cielo della ragione, il sole dell’intelligenza, la rapidità del vento nel pensiero, l’estensione dello spazio, la fortezza, l’impero nella volontà, il moto nell’anima, in cui racchiudevamo il mare della grazia, l’aria celeste del nostro Amore e tutti i sensi del corpo, come la più bella fioritura. Oh! uomo, quanto sei bello, ma non contento di ciò, mettevamo in lui il gran Sole della nostra Volontà, e dandogli il gran dono della parola, affinché fosse coi fatti e con le parole l’eloquente narratore del suo Creatore, era lui la nostra immagine di cui Noi ci compiacevamo di arricchirla delle nostre più belle qualità. Ma non contento di tutto questo, fummo presi d’amore sì esuberante verso di lui, che la nostra immensità lo coinvolgeva dappertutto, dovunque ed in ogni istante, la nostra onniveggenza lo guardava in ogni cosa, e fin nelle fibre del suo cuore la nostra Potenza lo sosteneva, portandolo dappertutto nelle nostre braccia paterne; la nostra Vita, il nostro moto, palpitava nel suo palpito, respirava nel suo respiro, operava nelle sue mani, camminava nei suoi piedi, e giungeva a farsi sgabello fin sotto i suoi passi; la nostra paterna Bontà per tenere al sicuro questo nostro caro figlio, lo metteva in condizione che lui non si poteva separare da Noi, né Noi da lui. Che altro potevamo fare e non facemmo? Ecco perciò l’amiamo tanto, perché molto ci costò, sborsavamo per lui il nostro Amore, la nostra Potenza, la nostra Volontà, e mettevamo in attitudine la nostra Sapienza infinita, e non volevamo altro che ci amasse e che liberamente vivesse in tutto nella nostra Volontà e riconoscesse quanto l’abbiamo amato e fatto per lui. Queste sono le nostre pretensioni amorose, chi crudele vorrà negarcele? Ma ahimè! vi è purtroppo chi ce le nega e vi forma le sue note dolenti nel nostro Amore. Perciò sii attenta ed il tuo volo nella nostra Volontà sia continuo”.

(3) Dopo di ciò continuavo il mio giro nella Creazione, e non sapendo fare altro offrivo a Dio l’estensione del cielo per adorarlo, lo scintillio delle stelle per genuflessioni profonde, la luce del sole per amarlo, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Ma il cielo, le stelle, il sole, non sono esseri animati, non hanno ragione, come possono fare ciò che io voglio? ” Ed il mio amato Gesù, sempre benigno ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, per creare la Creazione prima ci volle la nostra Volontà voluta e decisa di crearla, e quando questa nostra Volontà volle, allora convertì in opere ciò che volle. Sicché in ogni cosa creata sta la nostra Volontà voluta e operante, la quale restò sempre in atto di volere ed operare. Quindi offrendo alla nostra Maestà Suprema, il cielo, il sole e altro, si offre non la cosa materiale e superficiale che si vede, ma la stessa Volontà voluta e operante di Dio che c’è dentro di ciascuna cosa creata, e se non hanno loro ragione, c’è dentro una ragione divina e una Volontà voluta e operante di Dio che tutto anima, e offrendole ci offre l’atto più grande, la Volontà più santa, le opere più belle e non interrotte, ma continue, in cui ci sono le adorazioni più profonde, l’amore più perfetto, la più grande gloria che la creatura ci può dare, per mezzo della nostra Volontà voluta e operante in tutta la Creazione, e se il cielo, le stelle, il sole, il vento, non intendono nulla, lo intende la mia Volontà e la tua di ciò che vogliamo servirci di esse, e basta”.