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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

32-16 Giugno 29, 1933 Come nella Divina Volontà non ci sono fermate, facendosi ripetitrice della nostra Vita. Compito che le viene affidato. Come Dio si adatta alla piccolezza umana.

La Divina Volontà - Libro 32°

32-16 Giugno 29, 1933 Come nella Divina Volontà non ci sono fermate, facendosi ripetitrice della nostra Vita. Compito che le viene affidato. Come Dio si adatta alla piccolezza umana.
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(1) Il mio volo nel Voler Divino continua, mi sento che se non continuasse mi mancherebbe la vita per vivere, l’alimento per sfamarmi, la luce per vedere, i piedi per camminare, ahimè! resterei immobilizzata, ravvolta in una notte profonda, perderei la via e resterei a mezza strada. Mio Dio, mio Gesù, Mamma Santa, liberami, e quando mi vedete nel pericolo di fermarmi, venite in mio aiuto, datemi la mano affinché non mi fermi, oppure portatemi al Cielo, dove non ci sono questi pericoli di fermate, ed io possa darmi il vanto di dire: “Mai mi sono fermata, e perciò non mi ha mancato mai né cibo, né luce, né Colui che mentre mi conduceva, col suo dolce dire mi istruiva e mi rapiva”. Ma mentre la mia mente era tutta inabissata nella Divina Volontà, il mio sapiente maestro Gesù, sorprendendomi con la sua breve visitina, mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, chi vive nella mia Divina Volontà sente il bisogno di non interrompere mai il suo cammino, né ci sono pericoli di fermarsi, né in terra, né in Cielo, perché essendo Essa eterna, le sue vie ed i suoi passi sono interminabili, e chi in Essa vive riceve in natura il bene di poter sempre camminare. Fermarsi nella mia Volontà sarebbe far mancare un’atto di vita alla nostra vita divina che va formando nell’anima sua. Perché tu devi sapere, che chi vive nella mia Volontà Divina giunge a tanto, e può tanto, fino a ripetere la nostra vita divina, il nostro Fiat dà tutto l’occorrente alla creatura che vive in Essa, che coi suoi atti si fa ripetitrice della vita stessa di Dio, e se tu sapessi che significa ripetere la nostra vita, la gloria, l’onore, l’amore che ci dà, il bene che fa discendere su tutte le generazioni; è incalcolabile ciò che fa, e solo la nostra Volontà tiene questa potenza, di fare questo prodigio sì grande, che a nessuno è dato di farsi ripetitrice della nostra stessa vita divina nella creatura”.

(3) Onde io nel sentir ciò ho detto: “Amor mio, che dici? Come mai si può giungere a tanto? Mi sembra che dà dell’incredibile”. E Gesù spezzando il mio dire ha soggiunto:

(4)Figlia mia, non ti meravigliare, tutto è possibile alla mia Volontà, anche ripetere la nostra vita. Tu devi sapere che il nostro Ente Supremo tiene virtù in natura sua, di potersi ripetere quante volte vuole, come difatti ripetiamo la nostra vita divina tutta intera per ciascun individuo, per ogni cosa creata, dovunque, in ciascun luogo e dappertutto, la nostra immensità ci porta, la nostra potenza ci forma, e della nostra vita unica che possediamo ripete, biloca, moltiplica tante nostre vite divine, che solo chi non la vuole non la prende, altrimenti quello che si dice, dov’è Dio? In Cielo, in terra e dappertutto, si ridurrebbe in parole, ma non coi fatti. Ora, chi vive nella nostra Volontà, coi suoi atti si fa concorrente della nostra vita, che continuamente si ripete per amore delle creature, e perciò ci sentiamo ripetere dalla sua piccolezza. Ed oh! il contento, la felicità che sentiamo, e come il nostro amore trova il suo sfogo, il suo contraccambio nel sentirsi ripetere la sua stessa vita dalla sua amata creatura, e nella sua enfasi d’amore e di gioia indicibile che proviamo, diciamo: “Tutto l’abbiamo dato, e tutto ci ha dato, né poteva darci di più, perché ci sentiamo che dovunque ci porta la nostra immensità, essa sbuca da tutte parti, non vi è punto che non si fa sentire, ed oh! com’è dolce e gradito sentirla dappertutto nella nostra vita che possiede, ti amo, ti adoro, ti ringrazio, ti benedico. Sicché il compito che affidiamo a chi vive nel nostro Volere, è di ripetere la nostra stessa vita divina, perciò sii attenta ed il tuo cammino sia continuo”.

(5) Dopo ciò continuavo a pensare alla Divina Volontà, ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, se tu sapessi le dolci e gradite sorprese che ci fa la creatura nella nostra Volontà, essa è piccina, e trovandosi nel nostro Fiat si trova circondata da una immensità che non ha fine, da una potenza che non ha limiti, da un’amore che non solo la involge tutta, ma si sente che essa stessa non è altro che amore, la nostra bellezza la investe e resta rapita. Sicché la piccina muove il piedino e guarda l’immensità che la circonda, e mentre muove il passo, vuol prendere chi sa quanto della nostra immensità, ma che, non li riesce che prendere che poche stille della nostra potenza, amore e bellezza nostra, le quali sebbene stille, ma bastano a riempirla tanto, fino a straripare fuori, fino a formarsi intorno fiumicelli d’amore, di potenza e di bellezza nostra, e la piccina s’imbarazza, s’affatica, ché ne vuol prendere di più, ma che non può, perché le manca lo spazio dove poter chiudere ciò che vuol prendere, ed il nostro Ente Supremo, la facciamo fare, anzi godiamo dei suoi sforzi e dei suoi imbarazzi, ci dilettiamo, le sorridiamo, e la piccina ci guarda chiedendoci aiuto, perché sente il bisogno di distendersi di più nella nostra immensità, potenza ed amore, ma sai perché? Ci vuol dare di più, vuole il contento che ci vuol dire: “I miei sforzi, i miei imbarazzi sono, ché vi voglio dire che Vi amo di più, oh! se potessi possedere tutto il vostro amore, come sarei contenta, per potervi dire Vi amo quanto mi amate”. Questa piccina coi suoi sforzi, coi suoi imbarazzi, col suo dire, ci ferisce, ci rapisce, ci incatena, ed allora sai che facciamo? Prendiamo la piccina e ci adattiamo a lei, con un prodigio della nostra onnipotenza facciamo scorrere la nostra immensità, la nostra potenza, santità, amore, bellezza, bontà, in modo che il nostro Essere Divino resta dentro e fuori di lei, inseparabile da essa, e si vede che tutto è suo, e la piccina nella sua enfasi d’amore ci dice: “Come sono contenta e felice, posso dirvi che la vostra immensità è vostra e mia, e Vi amo con amore immenso, con amore potente, al mio amore non manca nulla, né la vostra santità, né la vostra bontà, né la vostra bellezza che tutto rapisce, vince ed ottiene”. Non contentare la piccolezza umana nella nostra Volontà ci riesce impossibile, e siccome per la sua piccolezza non può adattarsi a Noi, Dio si adatta a lei, e ci riesce facile, perché non ci sono elementi estranei a Noi, ma tutto è nostro, al più sarà piccola, ma questo dice nulla, sarà più cura nostra di farla quanto più bella la possiamo. Invece chi non vive nella nostra Volontà Divina, ci sono nella piccolezza umana tanti elementi estranei a Noi: Volontà, desideri, affetti, pensieri, che non sono nostri, e si può dire che lei dovrebbe adattarsi a Noi col togliersi ciò che non è nostro, altrimenti non potrà comprendere la nostra Volontà, molto meno potrà salire ed entrare nelle sue sfere celesti, e quindi resterà vuota di Dio, piena di miserie nelle strettezze delle vita umana. Quante vite si troveranno senza crescenza di vita divina perché non hanno fatto la mia Volontà, né si sono occupate di comprendere che significa vivere di Essa, ed il gran bene che possono ricevere. Perciò saranno tanti ignorantelli ed analfabeti del loro Creatore”. . .