Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

32-7 Aprile 23, 1933 Come la vita di Gesù fu un continuo abbandono nelle mani del Padre. Chi vive nella Divina Volontà non interrompe mai il suo cammino. Esempio dell’orologio. Prende il Cielo in pugno e d’assalto.

La Divina Volontà - Libro 32°

32-7 Aprile 23, 1933 Come la vita di Gesù fu un continuo abbandono nelle mani del Padre. Chi vive nella Divina Volontà non interrompe mai il suo cammino. Esempio dell’orologio. Prende il Cielo in pugno e d’assalto.
font righe continue visite 143

(1) Continuo a pensare sulle pene del mio appassionato Gesù, e giungendo all’ultimo anelito della sua vita, mi sono sentita risuonare nel fondo del mio cuore: “Nelle tue mani, oh! Padre, raccomando lo spirito mio”. Era la più sublime lezione per me, il richiamo di tutto l’essere mio nelle mani di Dio, il pieno abbandono nelle sue braccia paterne, e mentre la mia mente si perdeva in tante riflessioni, il mio penante Gesù, visitando la mia piccola anima mi ha detto:

(2) “Figlia mia benedetta, la mia vita quaggiù, come incominciò così finì, dal primo istante del mio concepimento fu un mio atto continuato, posso dire che in ogni istante mi mettevo nelle mani del mio Padre Celeste, era l’omaggio più bello che le dava il suo Figlio, l’adorazione più profonda, il sacrificio più eroico e completo, l’amore più intenso di figliolanza che gli dava, il mio pieno abbandono nelle sue mani rendeva la mia Umanità parlante, e con voce imperativa che chiedeva tutto ed otteneva tutto ciò che Io volevo; ad un suo Figlio abbandonato nelle sue braccia non gli poteva negare nulla il mio Padre Celeste, il mio abbandono d’ogni istante era l’atto più gradito, tanto che volli coronare l’ultimo anelito della mia vita con le parole: “Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito”. La virtù dell’abbandono è la virtù più grande, è impegnare Dio che si prenda cura dell’abbandonata nelle sue braccia, l’abbandono dice a Dio: “Io non voglio saper nulla di me stesso, questa mia vita è tua, non mia, e la tua è mia”. Perciò se vuoi tutto ottenere, se mi vuoi amare davvero, vivi abbandonata nelle mie braccia, fammi sentire l’eco d’ogni istante della mia vita: “Nelle tue mani tutta mi abbandono”. Ed Io ti porterò nelle mie braccia come la più cara delle mie figlie”.

(3) Dopo di ciò stavo seguendo tutto ciò che ha fatto la Divina Volontà, e (li) sentivo in me in ordine, uno appresso all’altro, ed io dovevo seguirli. Onde io sono restata sorpresa, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Mia piccola figlia del mio Volere, tu devi sapere che chi fa la mia Divina Volontà e vive in Essa, non può farne a meno di tenere sempre presenti tutti gli atti fatti dalla medesima, perché Essa tiene tutto in Sé e sempre in atto tutto ciò che ha fatto, quindi non è maraviglia che nell’anima dove Essa regna, tenga tutti gli atti suoi con tutto l’ordine che ha tenuto nel crearli, e la creatura con tutta facilità, uno per uno li segue per unirsi insieme, come se volesse fare ciò che ha fatto la mia stessa Volontà; se si trova insieme, come può astenersi di fare ciò che Essa fa, e di mettere in campo d’azione, immedesimata con Essa, il suo piccolo amore, la sua adorazione, il suo grazie, le sue attenzioni e maraviglie per opere sì grandi?.

(5) Anzi, tu devi sapere che la mia Volontà dà la corda all’anima, ed essa si presta a riceverla, in questa corda vengono prese tutte le nostre opere, ed essa seguendo la corda, segue e si mette a giorno di tutte le opere nostre. Succede come all’orologio, se si dà la corda muove le rotelle, segna i minuti, le ore, e chi lo possiede ha il bene di conoscere tutte le ore del giorno, ma se non si dà la corda, l’orologio nulla segna, è come se non avesse vita, e chi lo possiede non ha il bene di conoscere le ore distinte della giornata. Ora, chi fa regnare la nostra Volontà, la possiamo chiamare il nostro orologio, che dandole la corda segna i minuti e le ore delle opere nostre, ed ha il bene di stare a conoscenza delle ore del giorno della nostra Divina Volontà. Ora, se si dà la corda, l’orologio cammina fino a corda finita, né interrompe il suo cammino, così l’anima se riceve la corda della mia Volontà, deve fare il suo cammino, e se si vuol fermare non lo può, perché la corda muove le rotelle dell’anima sua e le fa andare avanti nel gran giorno delle ore delle opere nostre. Perciò sii attenta a ricevere il bene di questa corda divina, se vuoi conoscere le ore del giorno del Fiat Supremo. Molto più che quando l’anima si dispone a fare la mia Volontà e seguirla, tutto ciò che Essa ha fatto, fanno a gara ad entrare in quell’atto, perché essendo un’atto solo, non ha atti distaccati, e perciò tutto ciò che ha fatto nell’ordine della Creazione, della Redenzione, negli angeli, nei santi, tutto racchiude nell’opera della creatura che opera in Essa, perché se si dà, non si dà a metà, ma tutta intera, e come il sole se si dà alla terra, non si dà a metà, ma tutto intero, con la pienezza della sua luce, e perciò succedono meraviglie sulla faccia della terra. Così la mia Volontà, se la creatura la chiama come vita negli atti suoi, Essa si dà con tutta la pienezza della sua luce, santità, potenza ed opere sue, se tutto non portasse, sarebbe entrare nella creatura e nei suoi atti come un re senza corteggio, senza esercito, senza potenza creatrice, e quindi tenere inoperose le nostre meraviglie che possiamo fare, ah no! no! chi opera nella nostra Volontà deve poter dire: “Prendo il Cielo in pugno, prendo il Cielo d’assalto e lo chiudo nell’atto mio”.