Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

3-39 Febbraio 19, 1900 Minacce di castighi

La Divina Volontà - Libro 3°

3-39 Febbraio 19, 1900 Minacce di castighi
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(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù è venuto e mi ha trasportato fuori di me stessa, ci vedevo molta gente tutta in movimento, mi pareva, ma non so dire certo, come una guerra, oppure rivoluzione, ed a Nostro Signore non faceva(no) altro che intrecciare corone di spine, tanto che, mentre io me ne stavo tutta attenta a toglierne una, un’altra più dolorosa ne conficcavano. Ah! si, pareva proprio che il nostro secolo andrà rinomato per la superbia. La più grande sventura è il perdere la testa, perché perduta che un’abbia la testa con il cervello, tutte le altre membra si rendono inabili, o si rendono nemiche di sé stesso e degli altri , quindi ne avviene che la persona dà una rotta a tutti gli altri vizi.

(2) Il mio paziente Gesù tollerava tutte quelle corone di spine, ed io appena avevo tempo di toglierle, onde si è voltato a loro e li ha detto:

(3) “Morirete, chi nella guerra, chi nelle carceri e chi al terremoto, pochi ne rimarrete. La superbia ha formato il corso delle azioni della vostra vita e la superbia vi darà la morte”.

(4) Dopo ciò, il benedetto Gesù mi ha tirato da mezzo a quella gente e facendosi bambino lo portavo nelle mie braccia per farlo riposare. Lui, chiedendomi un ristoro voleva succhiare a me, io temendo che fosse demonio lo ho segnato varie volte con la croce, e poi gli ho detto: “Se siete veramente Gesù, recitiamo insieme l’Ave Maria alla nostra Regina Mamma”. E Gesù la ha recitato la prima parte ed io la Santa Maria. Dopo, Lui stesso ha voluto recitare il Pater Noster, oh! come era commovente il suo pregare, inteneriva tanto, che il cuore pareva che si liquefacesse. Onde dopo ha soggiunto:

(5) “Figlia, la mia vita la ebbi dal cuore, distintamente dagli altri; ecco perciò una ragione perché sono tutto cuore per le anime, e perché sono portato a voler il cuore e non tollero neppure un’ombra di ciò che non è mio. Onde fra Me e te voglio tutto distintamente per Me, e quello che concederai alle creature non sarà altro che il trabocco del nostro amore”.