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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

29-38 Settembre 21, 1931 Come la Divina Volontà forma il giorno nell’atto della creatura, e come col fare la sua volontà si forma le vie d’uscita, i passi dolenti, la notte delle veglie.

La Divina Volontà - Libro 29°

29-38 Settembre 21, 1931 Come la Divina Volontà forma il giorno nell’atto della creatura, e come col fare la sua volontà si forma le vie d’uscita, i passi dolenti, la notte delle veglie.
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(1) Stavo seguendo i miei atti nel Voler Divino e pregavo il mio sommo bene Gesù che facesse sorgere in ogni mio atto il Sole della Divina Volontà, affinché potesse dargli in ogni mio atto l’amore, l’omaggio, la gloria, come se gli formasse in ogni mio atto un giorno di luce divina, d’amore, d’adorazione profonda, comunicatomi nell’atto mio dalla sua stessa Volontà. Oh! come vorrei dire in ogni mio, o grande o piccolo atto: “Faccio un giorno a Gesù per amarlo di più”. Ma mentre ciò pensavo, il mio amato Gesù mi ha detto col ripetere la sua solita visitina all’anima mia:

(2) “Figlia mia, la mia Divina Volontà è il vero giorno per la creatura, ma per formare questo giorno vuole essere chiamata nell’atto di essa, perché com’è chiamata così si chiude nell’atto per far sorgere il suo giorno divino, tiene virtù di cambiare l’atto, la parola, il passo, le gioie e le pene, in giorni splendidissimi ed incantevoli. Sicché la mia Volontà sta aspettando, come la creatura sorge dal suo riposo notturno, d’essere chiamata per formare la sua giornata d’azione in essa. E siccome è luce purissima non si adatta a lavorare nell’atto scuro della volontà umana, ma con la sua luce cambia l’atto in giorno, e vi forma la sua splendida giornata piena d’azioni eroiche e divine, con tale ordine e bellezza, degna solo della sua virtù vivificatrice e operatrice. Si può dire che sta aspettando dietro alle porte dell’atto della creatura, come il sole dietro alle finestre delle stanze, che ad onta che fuori c’è molta luce, le stanze sono all’oscuro, perché non ancora gli si aprono le porte. Così la mia Divina Volontà, ad onta ch’è luce che tutto riempie, l’atto umano è sempre scuro se non si chiama a sorgere in esso. Perciò chiamala a sorgere in ogni tuo atto se vuoi che formi in te la sua bella giornata, ed Io possa trovare in te ed in ogni atto tuo i miei giorni d’amore che mi circondano di gioia e di delizie, che mi faranno ripetere: “Le mie delizie è lo starmi coi figli della mia Divina Volontà”. Passerò in te i miei giorni felice, non nell’infelice notte della tua volontà umana, ma nel pieno soggiorno della mia luce e della pace perenne della mia patria celeste. Ah! sì, ripeterò, sono felice in questa creatura, sento l’eco in essa della mia giornata passata quaggiù sulla terra, e l’eco della mia giornata che faccio nella mia prigione nel Sacramento d’amore, tutta zeppa di mia Divina Volontà. Quindi, se vuoi rendermi felice fa che trovi in te la virtù operante della mia Divina Volontà, che mi sa formare i miei bei giorni di luce fulgidissima, tutti cosparsi di gioie ineffabili e di felicità celeste.

(3) Molto più che la creatura fin dal principio della sua creazione fu messa da Dio nel giorno felice e pacifico della nostra Volontà Divina, dentro e fuori di lei tutto era luce, anzi pieno meriggio, dentro del suo cuore, avanti ai suoi occhi, sopra del suo capo, e fin sotto dei suoi passi vedeva e sentiva la Vita palpitante del mio Santo Volere, il quale mentre la teneva immersa nella pienezza della luce e della felicità, le chiudeva tutte le vie ed i passi delle infelicità umane. E la creatura col fare la sua volontà umana si formò delle fuori uscite, le vie infelici, i passi dolenti, le dense oscurità, in cui essa stessa si formava l’infelicità, le torture, il dolore, la notte opprimente, non di riposo, ma di veglie di passioni, di agitazioni, e di tormenti, e questo nella mia stessa Volontà Divina, e questo perché essendo stata la creatura fatta solo da Essa, e per vivere di Essa ed in Essa, non vi è posto per lei né in terra, né in Cielo, né nello stesso inferno fuori del mio Fiat Divino. Onde chi cerca di vivere nella mia Volontà Divina chiude queste fuori uscite, ogni suo atto in Essa sopprime le vie infelici che si è formato, fa scomparire i passi dolenti, soffoca la notte, sorge il riposo e mette termine a tutti i suoi mali. Anzi il mio stesso Volere, come vede che vuol vivere in Esso, così l’accarezza, la mette in festa e l’aiuta a sopprimere le fuori uscite, chiude le porte ai suoi mali, perché né vogliamo, né amiamo la creatura infelice, questo ci disonora e forma il suo ed il nostro dolore, perciò la vogliamo vedere felice e della nostra stessa felicità. Oh! come è doloroso per il nostro cuore paterno possedere immense ricchezze, gioie infinite, e vedere i nostri figli nella stessa casa nostra, cioè nella nostra stessa Volontà, poveri, digiuni ed infelici”.