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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

29-29 Luglio 23, 1931 Fecondità di luce. La Creazione festa di Dio e della creatura. La Divina Volontà regime e regola.

La Divina Volontà - Libro 29°

29-29 Luglio 23, 1931 Fecondità di luce. La Creazione festa di Dio e della creatura. La Divina Volontà regime e regola.
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(1) Sono di ritorno nelle braccia del Fiat Divino, mi sembra che la sua luce immensa mi scorre come mare a me d’intorno, ed io come faccio i miei atti d’amore, d’adorazione, di ringraziamenti, prendo da dentro questa luce, l’amore che possiede la Divina Volontà, però ne prendo quanto ne posso prendere, perché come creatura non mi è dato di prenderlo tutto, tanto è immenso, ed io non ho né capacità né spazio dove rinchiudere quest’amore interminabile, ma però mi riempio tutta, in modo che ad onta che sono creatura, il mio amore verso chi mi ha creato è pieno ed intero; così la mia adorazione, perché gli atti fatti nel Voler Divino devono possedere tale pienezza, che la creatura deve poter dire: “Il mio essere si è sciolto tutto in amore, in adorazione, nulla mi è rimasto”. Ed il Creatore deve poter dire: “Tutto l’amore che poteva darmi mi ha dato, nulla si è rimasto per sé”. Però come facevo i miei piccoli atti in questo mare, si formavano le piccole onde, che scaricandosi nella mia intelligenza si cambiavano in luce di conoscenza sulla Divina Volontà. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi vive nella mia Divina Volontà ha sempre che ci fare con la luce, mai con le tenebre; e siccome la luce è feconda, partorisce nell’anima le verità che essa possiede. La virtù della luce è meravigliosa e miracolosa, e mentre col guardarla non si vede altro che luce, dentro possiede la pienezza dei beni, ma comunica questi beni non a chi solo la guarda, ma a chi si fa toccare, plasmare, stringere, baciare coi suoi baci ardenti, come tocca purifica, come plasma trasforma, come stringe così chiude la sua luce nell’anima, e con la sua fecondità che non sa stare mai oziosa, il suo lavoro è incessante, comunica la belle iride dei colori e bellezze divine, e coi suoi baci infonde le verità più belle ed i segreti ineffabili del suo Creatore. Vivere nella luce della mia Divina Volontà e non stare a giorno delle cose divini, dei nostri segreti, non sentire la virtù fecondatrice di questa luce, sarebbe come se Iddio volesse fare vita separata dalla sua creatura; invece fu questo l’unico scopo, che vogliamo che la Volontà nostra sia anche quella della creatura, perché vogliamo fare vita insieme e permanente con essa. Quindi sarebbe assurdo vivere nel mio Voler e non sentire la fecondità dei suoi beni che questa luce possiede, qual’è quella di far vivere di Dio medesimo la creatura”.

(3) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, ecco perciò nella Creazione ci furono tanti preparativi, come preparatoria ad una delle più grandi feste solenni, che la nostra Divinità voleva solennizzare con la creatura, fin dal principio della sua esistenza. Che cosa non preparammo per fare che questa festa fosse una delle più solenni? Cieli tappezzati di stelle, sole smagliante di luce, venti refrigeranti, mari, fioriture e frutti incantevoli con la varietà di tanti gusti e dolcezze. Dopo aver tutto preparato creammo l’uomo, perché festeggiasse, e Noi insieme con lui; era giusto che il Padrone della festa, che con tanto amore l’aveva preparata, assistesse e godesse insieme. Molto più che la sostanza della festa la formano la compagnia degli invitati che si vogliono alla festa, e per fare che questa festa non fosse mai interrotta tra Noi e l’uomo, gli davamo la nostra stessa Volontà, che regolava il nostro Essere Divino, affinché uno fosse il regime e la regola tra Dio e la creatura. Onde come l’uomo si sottrò dalla nostra Volontà, perdette il nostro regime e la nostra regola, e finimmo di festeggiare d’ambi le parti. Onde, come tu fai i tuoi atti in Essa e ci ricordi tutto ciò che facemmo nella Creazione, per imbandire la nostra festa alla creatura, sentiamo che il nostro Fiat è il tuo regime e la tua regola, questo ci lega e stringe di nuovo e ci forma la nuova festa, e ci fa ripetere quella della Creazione”.

(4) Ed io: “Mio amato Gesù, per quanto più voglio vivere nel tuo Volere e morire piuttosto anziché non fare la tua Santissima Volontà, pure mi sento cattiva, imbrattata, come posso ripeterti questa festa? ” E Gesù ha ripreso:

(5) “E’ tanto l’amore nostro per chi è decisa di vivere in Essa e farla sempre, che si fa pennello di luce, e pennellando col suo tocco di luce e calore, purifica la creatura da qualunque macchia, affinché non avesse vergogna della nostra Presenza adorabile, e ce la mette con tutta fiducia e amore a festeggiare insieme con Noi. Perciò lasciati pennellare dalla mia Divina Volontà, anche a costo di subire qualunque pene, ed Essa ci penserà a tutto”.