Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

29-18 Maggio 27, 1931 La vita del bene non muore ed è difesa di tutte le creature. Un bene prolisso mette al sicuro Dio e l’anima.

La Divina Volontà - Libro 29°

29-18 Maggio 27, 1931 La vita del bene non muore ed è difesa di tutte le creature. Un bene prolisso mette al sicuro Dio e l’anima.
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(1) La mia povera mente nuotava nel mare immenso dell’eterno Fiat, io scorrevo in Esso come un piccolo rivolo, e nella mia piccolezza volevo abbracciare la sua Immensità per riempirmi tutta d’un Volere sì santo, per poter avere il contento di poter dire: “Il mio piccolo essere non è altro che un’atto solo di Volontà Divina, il mio piccolo rivoletto è pieno dentro e fuori di quel Volere che riempie Cielo e terra. Oh! Voler Santo, sii tu la Vita, l’Attore e lo Spettatore di tutti gli atti miei, affinché risorgendo tutti in Te, possano essere il richiamo di tutti gli atti delle creature per farli risorgere nel tuo Fiat, affinché il suo regno si stenda in tutte le creature”. Ma mentre ciò facevo il pensiero mi ha detto: “Qual’è il bene che faccio col chiamare gli atti delle creature a risorgere nella Divina Volontà? ” Ed il mio amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il bene non è soggetto a morire, e come la vita del bene sorge, si mette a difesa di tutte le creature, e se le creature disposte prendono quel bene, non solo restano difese, ma prendono la vita di quel bene, ed il bene sorge e forma tant’altre vite per quante creature lo prendono; e per le indisposte resta sempre per loro difesa, aspettando che si dispongano. Gli atti fatti nel mio Volere acquistano il germe della luce, e come la luce, sebbene una, tiene virtù di dar luce a qualunque occhio che vuole il bene della luce, per farla sua, così i più piccoli atti fatti nel mio Voler Divino, siccome è immenso ed involge tutti, il più piccolo atto diventa luce e difesa di tutti, non solo, ma ricambia il suo Creatore dell’amore, gloria e adorazione che con diritto aspetta ed esige dalle creature. Gli atti fatti nel mio Volere hanno sempre del prodigioso, e da per sé stessi dicono: “Siamo la difesa di tutti, stiamo tra il Cielo e la terra per difendere le creature, e con la nostra luce siamo luce d’ogni mente, siamo i difensori del nostro Creatore col ripararlo coi nostri atti perenni le offese che dalla terra si elevano”. E poi, il bene è sempre bene, credi tu che tutto ciò che Io feci stando sulla terra è stato preso tutto dalle creature? Affatto, quanto ce ne resta ancora; ma con ciò non si può dire che non è bene, passeranno secoli e secoli e verrà il tempo che tutto il bene che Io feci avrà vita in mezzo alle creature, ciò che non si prende oggi, altre creature possono prendere domani, in altre epoche, perciò la vera vita del bene non si stanca d’aspettare, e con aria di trionfo dicono: “Non siamo soggetti a morire, perciò con certezza verrà il tempo che daremmo i nostri frutti, i quali faranno risorgere tant’altre vite che ci somigliano”. Tu credi che col non vedere nessun effetto di tutti gli atti tuoi nel nostro Fiat Divino non ci sarà nulla di bene? Affatto, oggi sembra così, ma aspetta i tempi, ed essi diranno il gran bene che ne verrà, perciò continua e non ti dare indietro, perché tu devi sapere che la prolissità del bene è solo la prova più certa, che assicura Dio e l’anima dallo stato in cui si trova. Uno stato prolisso di pazienza nelle sofferenze ed incontri dolorosi della vita, una prece ripetuta senza mai stancarsi di ripeterla, una fedeltà, costanza ed eguaglianza di modi in tutte le circostanze, forma un terreno sufficiente, innaffiato dal sangue del proprio cuore, dove Iddio si sente chiamato da tutti gli atti della creatura come tante assicurazioni che può compiere i suoi più grandi disegni, e la stessa creatura sente nella prolissità dei suoi atti il dominio di sé stessa e l’assicurazione che non vacillerà. Il bene d’un giorno dice nulla, un bene oggi si e domani no, dice debolezza e volubilità, tutti frutti della volontà umana, un bene incostante dice che la creatura non è proprietà sua quel bene, quella virtù e perciò non stante in suo potere, il bene si cambia in male e la virtù in vizio. Vedi dunque che l’anima per essere sicura che possiede un bene, una virtù, deve sentire in sé la vita di quella virtù, e con costanza ferrea di anni ed anni, e per tutta la vita deve esercitarsi in quel bene. E Dio si sente sicuro di metterci il suo e operare cose grandi nella costanza della creatura. Ciò feci con la Regina del Cielo, volli la prolissità di quindici anni di vita pura, santa e tutta di Volontà Divina, per scendere dal Cielo in terra nel suo seno verginale; avrei potuto farlo prima, ma non volli, volli primo i suoi atti di assicurazione, e la prolissità della sua vita santa quasi per darle il diritto d’essere la Mamma mia, e la mia Sapienza infinita per tener ragione d’aver operato in Lei prodigi inauditi. E non è forse questa la causa, la lunga prolissità delle lunghe sofferenze, perché volevo essere sicuro di te, e non in parole, ma coi fatti; non è stato forse la causa delle mie tante visite e delle tante verità che ti ho manifestato nella prolissità della tua vita sacrificata? Posso dire che mi facevo vedere e ti parlavo nel centro del rogo del tuo sacrificio, e quando ti sento dire, possibile mio Gesù, così lungo il mio esilio, come non hai pietà di me? Ed Io, sai che dico? “Ah! la figlia mia non conosce bene il segreto che contiene un sacrificio prolisso”. E quanto più lungo, più grandi sono i nostri disegni da compiere. Perciò fidati di Me e lasciami fare”.