Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

29-5 Marzo 6, 1931 Come solo Gesù è stato l’Autore del suo stato di sofferenze, e perché l’hanno costretto ha permesso una sosta. Come in Dio è riposo assoluto, fuori di Dio lavoro.

La Divina Volontà - Libro 29°

29-5 Marzo 6, 1931 Come solo Gesù è stato l’Autore del suo stato di sofferenze, e perché l’hanno costretto ha permesso una sosta. Come in Dio è riposo assoluto, fuori di Dio lavoro.
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(1) Continuo a vivere tra le amarezze del mio stato presente, il pensiero che il benedetto Gesù sta facendo piovere flagelli, e che i popoli rimangono nudi e digiuni mi tortura; ed il pensare che il mio amato e sommo Bene Gesù è rimasto solo nel suo patire, ed io non sono più insieme con Lui nelle pene, oh! come mi tormenta! Mi sembra che Gesù è tutto attenzione sopra di me per non farmi cadere come prima nelle sofferenze, anzi le nasconde tutte in Sé le pene per lasciarmi libera. E vedendomi afflitta, mi pare che il suo intenso amore lo fa mettere da banda le sue pene per fare attenzione alla mia afflizione, e mi dice:

(2) “Figlia buona, figlia mia, coraggio, il tuo Gesù ti ama ancora, nulla è scemato il mio Amore per te, e questo perché non sei stata tu che mi hai rifiutato il patire, no, la figlia mia non l’avrebbe mai fatto, ti hanno costretto ed Io per darti la pace e per farli vedere che sono stato proprio Io che ti ho tenuto in quello stato di sofferenza per sì lunghi anni, non era né la malattia né altra causa naturale, ma la mia Paterna Bontà che voleva tenere chi mi supplisse in terra alle mie pene, e queste per bene di tutti. E ora che hanno costretto te e hanno costretto anche Me con le loro imposizioni, l’ho fatto cessare dal tutto, dandoti una sosta, questo dice a chiare note che solo il tuo Gesù era l’autore del tuo stato, ma non posso nascondere il mio dolore, è tanto grande che posso dire che in tutta la storia del mondo non ho ricevuto mai un simile dolore dalle creature. Il mio cuore è talmente addolorato e squarciato da questo dolore, che sono costretto a nasconderti lo squarcio profondo per non amareggiarti di più, e poi nel vedere l’indifferenza di alcuni, e tu lo sai chi sono, come se nulla mi avessero fatto, accresce il mio dolore e costringono la mia Giustizia a continuare a piovere i flagelli, e continuerò a piovere, figlia mia, i castighi; te lo dicevo prima, che se giungesse un sol mese a tenerti sospesa dal tuo stato di sofferenze, sentiranno e vedranno quanti castighi pioveranno sulla faccia della terra. E mentre la mia Giustizia farà il suo corso, ci occuperemo insieme della mia Divina Volontà; Io a fartela conoscere, e tu a ricevere il bene delle sue conoscenze, perché ogni conoscenza porta la crescenza della Vita della mia Volontà in te, ed ogni tuo atto fatto nella nuova conoscenza, il mio Fiat prende più terreno nell’anima tua, e vi stende maggiormente il suo regno. Molto più che le creature non hanno potere di entrare nella mia Divina Volontà per disturbarci e dettarci la legge, perciò siamo liberi di fare quello che vogliamo, abbiamo libertà assoluta, perciò sii attenta a continuare a valicare i suoi mari interminabili”.

(3) Onde mentre ciò diceva, la mia piccola intelligenza me l’ho sentita trasportare in un’abisso di luce inaccessibile; questa luce nascondeva tutte le gioie, tutte le bellezze, apparentemente pareva luce, ma guardando dentro, non c’era bene che non possedeva. Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, il nostro Essere Divino è luce purissima, luce che contiene tutto, riempie tutto, vede tutto, opera tutto; luce che nessuno può giungere a vedere dove giungono i nostri confini, la sua altezza e profondità, la creatura si smarrisce nella nostra luce perché non trova il suo lido, il suo porto per uscirne fuori. E se la creatura prende di questa nostra luce, sono goccioline appena che le servono per riempirsi tutta di luce, fino a traboccarne fuori, ma la nostra luce non diminuisce perché la creatura ha preso del nostro, ma viene rimpiazzata all’istante dalla virtù risorgitiva della nostra luce. Sicché il nostro Essere Supremo è sempre ad un livello in perfetto equilibrio. Possiamo dare quanto vogliamo se troviamo anime che vogliono prendere del nostro, senza perdere nulla. Anzi se troviamo chi vuol prendere ci mettiamo al lavoro, perché tu devi sapere che dentro di Noi è riposo assoluto, né abbiamo che fare, non c’è né da togliere né da mettere, la nostra felicità è piena e completa, le nostre gioie sono sempre nuove, la nostra unica Volontà come agente in Noi, ci da il perfetto riposo delle beatitudini del nostro Essere Divino, che non ha principio e né avrà fine. Sicché quest’abisso di luce che tu vedi contiene un’abisso di gioia, di potenza, di bellezza, d’amore, di tanti eccetera, e Noi mentre ci felicitiamo, ci riposiamo in esse, perché allora si può chiamare vero e assoluto riposo quando nulla manca e nulla c’è da aggiungere. Invece fuori della nostra Divinità esce il nostro lavoro in campo, e questo campo sono le creature; le nostre stesse qualità divine che dentro di Noi ci danno riposo, all’esterno di Noi stessi ci danno da lavorare, ed ora facciamo lavorare la nostra Volontà a pro delle creature, quel Fiat Divino che uscimmo in campo nella Creazione, da cui uscirono tutte le cose, non cessa mai dal suo lavoro, incessantemente lavora: Lavora col conservare tutto, lavora ché vuol essere conosciuto, ché vuol regnare, lavora nell’uscire altre anime alla luce del mondo e vi forma i suoi disegni mirabili per svolgere il suo lavoro e per aver occasione di lavorare sempre, lavora nel ritirare le anime nel seno dell’eternità. La nostra Volontà Divina la possiamo chiamare la faccendiera che non risparmia mai il suo continuo lavoro, e anche a pro di chi non la riconosce. Lavora il nostro Amore, lavora la nostra Misericordia, la nostra Potenza, e anche la nostra Giustizia lavora a pro delle creature, altrimenti il nostro Essere Supremo non sarebbe un Essere equilibrato e perfetto, ma difetterebbe di debolezze se la nostra Giustizia si mettesse da parte accantonandola quando c’è tutta la ragione di fare il suo corso punitrice. Vedi dunque, il nostro lavoro sono le creature, perché avendole uscite da dentro della nostra foga d’amore, il nostro Amore ci porta al lavoro per amarle sempre, sempre. Perché se cessasse il nostro lavoro cesserebbe l’amore e la Creazione si risolverebbe nel nulla”.