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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

29-1 Febbraio 13, 1931 Chi vive nel Voler Divino vive nel centro della sua luce, invece chi non vive in Esso vive nella circonferenza della sua luce. Come Iddio trova il suo poggio. Come la Creazione è muta, la creatura è creazione parlante. L’eco di Dio nella creatura. Iddio col manifestare le verità esce dal riposo e continua il suo lavoro.

La Divina Volontà - Libro 29°

29-1 Febbraio 13, 1931 Chi vive nel Voler Divino vive nel centro della sua luce, invece chi non vive in Esso vive nella circonferenza della sua luce. Come Iddio trova il suo poggio. Come la Creazione è muta, la creatura è creazione parlante. L’eco di Dio nella creatura. Iddio col manifestare le verità esce dal riposo e continua il suo lavoro.
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(1) Vita mia, dolcissimo mio Gesù, deh! vieni in mio aiuto, non mi abbandonare, con la Potenza del tuo Santissimo Volere investe la povera anima mia, e mettimi fuori tutto ciò che mi turba e mi tortura. Deh! fa che sorga in me il nuovo sole di pace e d’amore, altrimenti non mi sento più forza di continuare a fare il sacrificio di scrivere, già la mano mi trema e la penna non scorre sulla carta, Amor mio, se Tu non mi aiuti, se non rimuovi da me la tua Giustizia che giustamente mi atterra nello stato doloroso in cui mi trovo, mi sento impossibilitata a vergare neppure una parola. Perciò aiutami, ed io mi sforzerò per quanto possa ad ubbidire a chi mi comanda di scrivere tutto ciò che Tu mi hai detto sulla tua Santissima Volontà, e siccome sono cose passate farò tutto insieme un piccolo cenno di ciascuna cosa che riguarda la tua Divina Volontà.

(2) Onde, sentendomi oppressa e tutta piena d’amarezze intense, il mio dolce Gesù facendosi vedere e sostenendomi fra le sue braccia mi disse:

(3) “Figlia mia, coraggio, pensaci che un Voler Divino regna in te, ch’è sorgente di felicità e di gioia perenne, onde le tue amarezze e oppressioni formano le nubi intorno al Sole della mia Volontà, le quali impediscono che i suoi raggi splendano in tutto l’essere tuo, che volendoti renderti felice si sente respingere dalle tue amarezze la felicità che vuol darti. E ad onta che possiedi un Sole Divino a tua disposizione, in virtù delle tue amarezze tu senti la pioggia che ti opprime, che ti riempie fino all’orlo l’anima tua. Perché tu devi sapere che chi vive nella mia Volontà vive nel centro della sfera del Sole Divino, e può dire il Sole è tutto mio, invece chi non vive in Essa vive nella circonferenza della luce che il Sole Divino spande dappertutto, perché il mio Volere né può con la sua 30[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta immensità negarsi a nessuno, né vuol negarsi, si trova come il sole ch’è costretto a dar luce a tutti, ancorché non tutti il volessero, e perché ciò? Solo perché è luce, e la natura della luce è darsi a tutti, a chi non la vuole e a chi la vuole; ma che gran differenza c’è tra chi vive nel centro del mio Sole Divino, e tra chi vive nella sua circonferenza, la prima possiede le proprietà della luce e tutti i suoi beni che sono infiniti, la luce la tiene difesa da tutti i mali, sicché il peccato non può aver vita in questa luce, e se amarezze sorgono, sono come nubi che non possono avere vita perenne, basta un piccolo venticello della mia Volontà per mettere in fuga le nubi più dense, e l’anima si trova inabissata nel suo centro del Sole che possiede. Molto più ché le amarezze di chi vive nel mio Volere, sono sempre per causa mia, ed Io posso dire che sono amareggiato insieme con te, e se ti veggo piangere piango insieme, perché la mia stessa Volontà mi rende inseparabile da chi vive in Essa, e sento le sue pene più che se fossero mie. Anzi la mia stessa Volontà che risiede nell’anima, chiama la mia Umanità in chi soffre, per farla ripetere la sua Vita vivente sulla terra, ed oh! prodigi divini che succedono, le nuove correnti che si aprono tra il Cielo e la terra per la Vita novella di pene che Gesù tiene nella sua creatura. Ed il mio cuore, mentre è umano è Divino, possiede le più dolci tenerezze, sono tale e tante le attrattive e potenti tenerezze del mio cuore, che come vedo soffrire chi mi ama, il mio amore tenerissimo liquefa il mio cuore e tutto si riversa sulle pene e sul cuore della mia creatura amata. Perciò sono con te nel soffrire e fo due uffici: di attore di pene e spettatore, per godermi i frutti delle mie pene che in essa vo svolgendo; perciò per chi vive nella mia Divina Volontà sono Sole e centro della sua vita, quindi siamo inseparabili, Io sento la sua vita palpitante in Me, ed essa sente la mia Vita palpitante nell’intimo dell’anima sua. Invece per chi vive nella circonferenza della luce che il Sole della mia Divina Volontà spande dappertutto, non è padrona della luce, perché vera padronanza si dice quando un bene risiede in sé stessa, ed il bene di dentro nessuno ce lo può togliere, né in vita né dopo morta, invece il bene di fuori è soggetto a pericolo, né tiene potenza di tenerci al sicuro, e l’anima soffre debolezza, incostanza, passioni che la tormentano, e giunge a sentirsi come lontana dal suo Creatore. Perciò sempre nella mia Volontà ti voglio, per farmi continuare la mia vita sulla terra”.

(4) Onde continuavo i miei piccoli atti di adorazioni, d’amore, di lodi, di benedizioni nel Fiat Divino al mio Creatore, e come emetteva i miei atti così il Voler Divino li stendeva dovunque e dappertutto dove si trovava la Divina Volontà, che non vi è punto dove non si trovi; ed il mio sempre amabile Gesù ha soggiunto:

(5) “Figlia carissima della mia Volontà, tu devi sapere che il mio Volere non sa fare atti a metà, ma compiuti, e con tale pienezza da poter dire: “Dove c’è la mia Volontà c’è il mio atto”. E la nostra Divinità vedendo nella nostra Volontà Divina distesa l’adorazione, l’amore della sua creatura, trova il suo poggio nella sua immensità, in qualunque punto vuole poggiarsi; onde sentiamo la nostra adorazione profonda che la creatura ci ha messo nella nostra Volontà e ci poggiamo e riposiamo, sentiamo che dovunque ci ama e ci poggiamo nel suo amore, e così delle sue lodi e benedizioni. Sicché la creatura nella nostra Volontà diventa il nostro poggio ed il nostro riposo, non vi è cosa che più ci diletta che di trovare il nostro riposo nella creatura nostra, simbolo del riposo che prendemmo dopo aver creato tutta la Creazione.

(6) Oltre di ciò, la nostra Divina Volontà sta dovunque, e Cielo e terra, e tutto, sono riempiti fino all’orlo di Essa. Sicché tutti sono veli che la nascondono, ma veli muti, e se nel loro mutismo eloquentemente parlano del loro Creatore, non sono loro, ma la mia stessa Volontà nascosta nelle cose create, parla a via di segni come se non avesse parola, parla nel sole a via di segni di luce e di calore, nel vento dando segni penetranti ed imperanti, nell’aria da segni muti da formarsi respiro di tutte le creature; oh! se il sole, il vento, l’aria e tutte le altre cose create avessero il bene della parola, quante cose direbbero del loro Creatore. Invece, chi è l’opera parlante dell’Ente Supremo? È la creatura, Noi nel crearla l’amammo tanto che le demmo il gran bene della parola, la nostra Volontà si volle fare parola della creatura, volle uscire dal mutismo delle cose create e formando l’organo della voce in essa, formò la parola per poter parlare. Quindi la voce delle creature è velo parlante in cui la mia Volontà parla eloquentemente, sapientemente, e siccome la creatura non dice né fa sempre la stessa cosa, come le cose create che non cambiano mai azione, sono sempre al loro posto a fare quella stessa azione che Dio vuole da loro, perciò la mia Volontà mantiene l’attitudine continua della molteplicità dei modi che nella creatura ci sono. Onde si può dire che non solo parla nella voce, ma si rende parlante nelle opere, nei passi, nella mente e nel cuore delle creature. Ma quale non è il nostro dolore nel vedere questa creazione parlante servirsi del gran bene della parola per offenderci, servirsi del dono per offendere il donatore ed impedire il gran prodigio che posso fare di grazie, d’amore, di conoscenze divine, di santità che posso fare nell’opera parlante della creatura? Ma per chi vive nella mia Volontà, sono voce che parla, ed oh! quante cose le vado manifestando, sono in moto e attitudine continua, godo la piena libertà di fare e dire cose sorprendenti e compio il prodigio della mia Volontà parlante, amante e operante nella creatura. Perciò dammi piena libertà e vedrai ciò che sa fare il mio Volere in te”.

(7) Onde stavo pensando a tutto ciò che il mio dolce Gesù mi aveva detto, ed il mio amato bene ha ripetuto:

(8) “Figlia mia, la sostanza del nostro Essere Divino è una immensità di Luce purissima, che produce un’immensità d’Amore; questa Luce possiede tutti i beni, tutte le gioie, felicità interminabile, bellezze indescrivibili; questa Luce investe tutto, vede tutto, racchiude tutto, per Essa non esiste né passato né futuro ma un’atto solo, sempre in atto, che produce tale molteplicità d’effetti da riempire Cieli e terra. Ora l’immensità d’Amore che produce questa nostra Luce ci fa amare l’Essere nostro e tutto ciò che esce da Noi, con tale amore da renderci veri e perfetti Amatori, sicché non sappiamo fare altro che amare e dare amore e chiedere amore. Ora chi vive nella nostra Volontà, la nostra Luce ed il nostro Amore fa l’eco nella creatura e la trasforma in luce e amore. Ora, qual’è la nostra felicità formare dei tipi e modelli nostri dell’opera delle nostre mani creatrici? Perciò sii attenta e fa che la tua vita non venga formata di altro che di luce e d’amore se vuoi rendere contento il tuo caro Gesù”.

(9) Onde facevo quanto più potevo di abbandonarmi tutta nella Divina Volontà, e pensavo alle tante verità che il benedetto Gesù mi aveva manifestate sopra del suo Santo Volere; ogni verità abbracciava l’infinito e conteneva tanta luce da riempire Cielo e terra, ed io sentivo la forza della luce ed il peso dell’infinito, che invadendomi tutta con un’amore indicibile mi invitavano ad amarle e a farle mie col metterle in pratica. Ma mentre la mia mente si perdeva in tanta luce, il mio dolce Gesù mi ha detto:

(10) “Figlia mia, il nostro lavoro verso la creatura incominciò con la Creazione, ed il nostro lavoro sta nella parola, perché contenendo essa la nostra forza creatrice parla e crea, parla e forma le opere più belle e meravigliose. Di fatti col lavoro di sei Fiat che pronunziammo fu formata tutta la grande macchina dell’universo, compreso l’uomo che doveva abitarlo ed essere il re delle tante opere nostre. Onde dopo d’avere il tutto ordinato, il nostro Amore ci chiamò al riposo, ma il riposo non dice compimento di lavoro, dice sosta per riprendere di nuovo il lavoro. Ora, vuoi tu sapere quando riprendiamo di nuovo il nostro lavoro? Ogni qual volta manifestiamo una verità riprendiamo il lavoro della creazione, sicché tutto ciò che fu detto nell’antico testamento furono ripresi di lavoro; la mia venuta sulla terra non fu altro che riprendere il lavoro per amore delle creature; la mia dottrina, le tante verità proferite dalla mia bocca, additavano a chiare note il mio intenso lavoro per le creature. E come nella Creazione il nostro Essere Divino si riposò, così con la mia morte e resurrezione, volli riposarmi anche per dare il tempo per fare fruttificare in mezzo alle creature i frutti del mio lavoro, ma sempre riposo non compimento di lavoro, il nostro lavoro fino alla fine dei secoli sarà alternato di lavoro e riposo, di riposo e lavoro. Vedi dunque, figlia buona, che lungo lavoro ho dovuto fare con te col manifestarti tante verità sulla mia Divina Volontà, e siccome la cosa che più interessa il nostro Essere Supremo è di farla conoscere, quindi non ho risparmiato nulla ad un lavoro sì lungo, sebbene ho preso spesso le piccole soste di riposo per darti il tempo a ricevere il mio lavoro e prepararti alle altre sorprese del lavoro della mia parola creatrice. Perciò sii attenta a conservare e a non perdere nulla del lavoro della mia parola, che contiene un valore infinito che basta a salvare e santificare un mondo intero”.