Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

26-18 Giugno 27,1929 Regalo a San Luigi. Com’era necessario che intrecciasse a Luisa nelle manifestazioni sulla Divina Volontà. Trasmissione d’umano e Divino. Diritti divini che acquista la creatura.

La Divina Volontà - Libro 26°

26-18 Giugno 27,1929 Regalo a San Luigi. Com’era necessario che intrecciasse a Luisa nelle manifestazioni sulla Divina Volontà. Trasmissione d’umano e Divino. Diritti divini che acquista la creatura.
font righe continue visite 141

(1) Avendo fatto la santa comunione, la stavo offerendo a gloria di San Luigi, e offerivo per regalo a lui stesso tutto ciò che aveva fatto Nostro Signore nella sua Divina Volontà con la sua mente, con le sue parole, opere e passi, a gloria accidentale di San Luigi nel giorno della sua festa. Ora, mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, regalo più bello non potevi farle nel giorno della festa del caro San Luigi, come tu offrivi la tua comunione e tutti gli atti miei fatti nella mia Divina Volontà, si formavano tanti soli per quanti atti Io feci in Essa stando sulla terra, e questi soli hanno investito San Luigi, in modo che ha ricevuto tal gloria accidentale dalla terra, che più non poteva riceverne. Le sole offerte degli atti fatti nella mia Divina Volontà tengono virtù di formarsi soli, perché contenendo pienezza di luce, non è maraviglia che converta gli atti umani fatti in Essa in soli”.

(3) Dopo di ciò stavo pensando fra me: “Come sarà, in tutte le cose che il benedetto Gesù mi ha detto sulla sua Divina Volontà, ci è sempre intrecciata la mia povera persona in mezzo, di rado qualche volta ha parlato solo del suo Fiat Supremo”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, era necessario che intrecciassi la tua persona nelle manifestazioni che ti ho fatto sul mio Fiat Divino; primo, perché ogni manifestazione che ti facevo erano vincoli che facevo tra te e la mia Divina Volontà, erano doni e proprietà che ti affidavo, che dotandoti veniva vincolata l’umana famiglia al nuovo acquisto del regno di Essa. Se non intrecciavo te in mezzo, non erano né vincoli, né doni che Io facevo, ma semplice notizie, e perciò per farti una manifestazione sulla mia Divina Volontà, stavo aspettando un tuo atto, una tua piccola pena, e anche un solo tuo ti amo, per prendere occasione di parlarti, volevo del tuo per darti del mio, e poterti dare il gran dono del mio Divino Volere. E poi, tutte le opere nostre esterne sono una trasmissione di Divino e umano. Nella stessa Creazione c’è una trasmissione continua: Il nostro Fiat creò il cielo, lo tempestò di stelle, ma chiamò a vita la materia per farlo; creò il sole, ma chiamò a vita la luce ed il calore come materia per formarlo; creò l’uomo, primo formai la sua statua di terra, infusi l’anima umana in lui, e poi creai la vita del mio amore sopra di quest’anima, e poi si trasmise la mia Divina Volontà con la sua per formare il suo regno nella creatura; non c’è cosa da Noi uscita e creata in cui non c’è questa trasmissione d’umano e divino, le nostre opere più belle, la Creazione, l’Immacolata Regina, il Verbo Umanato, sono talmente vincolati l’umano e il divino, che sono inseparabili, e perciò i cieli sono pregni di Dio, che narrano la mia gloria, la potenza e sapienza nostra; la Vergine la mia portatrice, la mia Umanità il Verbo incarnato. Ora, volendo far conoscere la mia Divina Volontà, alla prima trasmissione che feci nell’eden, che mi fu respinta, per poter uscire di nuovo in campo il regno del mio Fiat Divino mi necessitava di formare la seconda trasmissione, e come potevo farla se non intrecciava un’altra creatura con vincoli quasi inseparabili nelle conoscenze, nella luce e nella stessa Vita dell’Eterno mio Volere? E se non ti intrecciava in Essa, trasmettendo te in Essa ed Essa in te, non avresti sentito in te, né la sua vita né la sua luce permanente, né avresti sentito in te la necessità d’amarla, e la brama di maggiormente conoscerla. Ecco perciò mettevo te e Me in condizione, tu a darmi ed Io a darti, ed in quel dare reciproco formavo la conoscenza che volevo farti e veniva realizzata la trasmissione della mia Volontà Divina con la tua, col renderti conquistatrice del gran bene che ti facevo”.

(5) Onde continuando il mio abbandono nel Fiat Divino, che per quanto mi affretto a valicarlo tutto, non ci riesco mai, anzi veggo che mi rimane tanto da camminare nel suo mare di luce, che neppure posso scorgere dove finiscono i suoi confini interminabili. Sicché per quanto mi affretto, il mio cammino non finirà mai, terrò sempre da fare e da camminare nel mare dell’Eterno Volere. Quindi il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, quanto è grande il mare del mio Volere, esso non ha principio né fine, perciò la piccolezza della creatura non può né valicarlo, né abbracciarlo tutto; ma però, chi vive in Esso si trova in via nel centro del mare, che non le sarà mai dato d’uscire da dentro il suo centro, perché non troverà mai né lido, né confine di esso. Anzi, avanti e dietro, a destra e a sinistra, non troverà che mare di Volontà Divina, e ogni atto che emetterà in Essa le viene ridato un diritto divino, perché essendo stato fatto il suo atto dentro ed insieme col mio Voler Divino, Esso, con giustizia divina, comunica all’anima il diritto della luce divina, il diritto della sua santità, il diritto della sua bellezza, della sua bontà, del suo amore. Lei vive nel mare del mio Volere con diritto, non da estranea, ma da padrona, perché tiene gli atti suoi cambiati in diritti divini, che l’hanno resa conquistatrice della mia Divina Volontà. E se tu sapessi quanto godiamo, come ci sentiamo felici nel vedere la piccolezza della creatura vivere nel mare del nostro Volere, non da estranea ma da padrona, non da serva ma da regina, non da povera ma ricchissima, e ricca dalle nostre conquiste che ha fatto nel nostro Fiat. Perciò chi vive nel nostro Voler Divino sentirà in sé, con diritto, il dominio della luce, il dominio della santità, il dominio della bellezza, e di farsi bella come vuole, tiene la bontà a sua disposizione, l’amore come sostanza degli atti suoi, la mia Volontà Divina come vita propria e tutta sua, e tutto ciò con diritto divino dato da Noi stessi. Perciò sii attenta nel moltiplicare i tuoi atti nel nostro adorabile Fiat!”