Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

26-4 Aprile 21, 1929 Come la Divina Volontà è pienezza. Come Adamo prima di peccare possedeva la pienezza della santità. La Vergine e tutte le cose create possiedono questa pienezza.

La Divina Volontà - Libro 26°

26-4 Aprile 21, 1929 Come la Divina Volontà è pienezza. Come Adamo prima di peccare possedeva la pienezza della santità. La Vergine e tutte le cose create possiedono questa pienezza.
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(1) Il mio abbandono nel Fiat Divino continua, mi sento che non posso farne a meno di starmi nella cara eredità che il mio dolce Gesù, con tanto amore mi diede dicendomi: “Figlia, te l’affido a te affinché mai ne esca, e facci risuonare il tuo eco continuo da un punto all’altro, in modo che tutto il Cielo può sentire che la nostra interminabile eredità del nostro Fiat sulla terra non è isolata, ma è abitata dalla piccola figlia nostra, lei girerà sempre in Essa per far compagnia a tutti gli atti del nostro Volere, e a tutti i suoi appartamenti”. Perciò mi è caro e dolce vivere nella mia celeste eredità, mi sentirei mancare la vita senza di Essa. Onde, mentre giravo in Essa, il mio sempre amabile Gesù girava insieme con me e tutto amore mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Divina Volontà è tutta pienezza, non c’è cosa che non possieda: Immensità di luce, santità inarrivabile, interminabilità senza confini, generatrice incessante, vede tutto, sente e plasma tutto. Tutto ciò è natura nel mio Fiat Divino, perciò gli atti suoi possiedono la pienezza di tutti i beni, quindi per poter rinchiudere un solo suo atto nel fondo dell’anima, è necessario che si sgombri di tutta sé stessa, ritorni nel vuoto del nulla come nell’atto quando fu creata, affinché il mio Voler Divino trovi lo spazio del nulla per poter deporre un suo atto di pienezza, il quale possedendo la virtù generatrice incessante, un’atto chiamerà l’altro, in modo che nulla deve mancare, né pienezza di luce, di santità, d’amore, di bellezza, né molteplicità di atti divini. Perciò la santità fatta nel mio Voler Divino possiede tutta la pienezza, ma tanto, che se Iddio volesse darle di più, non troverebbe luogo dove mettere altra luce, altra bellezza, e Noi diremo: “Tutta bella sei, né altra bellezza possiamo aggiungerti, tanto sei bella, sei opera del nostro Volere, e ciò basta per essere un’opera degna di Noi”. E l’anima dirà: “Sono il trionfo del vostro Fiat Divino, perciò sono tutta ricca e bella, possiedo la pienezza d’un atto del vostro Volere Divino, il quale tutta mi riempie, e se vorresti darmi di più, non so dove mettere”. Tale fu la pienezza della santità d’Adamo prima di cadere nel labirinto della sua volontà umana, perché possedeva il primo atto del nostro Fiat generatore della sua Creazione, e perciò possedeva pienezza di luce, di bellezza, di fortezza, di grazia, tutte le qualità del nostro Fiat riflettevano in lui e lo abbellivano tanto, che Noi stessi ci sentivamo rapiti nel guardarlo, nel vedere in lui così ben scolpita la nostra cara immagine che formava in lui il nostro Essere Divino. E perciò ad onta che cadde non perdette la vita né la speranza rigeneratrice del nostro Fiat, perché avendo posseduto nel principio della sua vita la pienezza dell’atto suo, non volle perdere colui che lo aveva posseduto. La Divinità si sentì talmente legata con Adamo, che non si sentì di sbandirlo per sempre; perdere ciò che una volta è stato posseduto dal nostro Fiat ci vuol troppo, la nostra forza si sentirebbe debole, il nostro amore, il fuoco che possiede si ristringerebbe per non farlo, sarebbe il vero imbarazzo divino, perdere colui che ha posseduto un’atto solo della pienezza della nostra Volontà. Tale pienezza di santità la possedette l’altezza della Sovrana Regina, e perciò nessun vuoto c’è in Lei, si riempì tanto, che mari di luce, di grazie, di bellezza, di potenza possiede. È tale e tanta la sua pienezza, che non abbiamo dove mettere, e Lei non ha dove ricevere, perché è l’unica celeste creatura che visse sotto l’impero dell’atto del nostro Fiat Divino e che può dire: “Sono un’atto di Volontà Divina ed in questo sta tutto il segreto della mia bellezza, potenza, grandezza e fin della mia maternità”. Che cosa non può fare un’atto del nostro Fiat? Tutto, la sua prerogativa è la pienezza di tutto; un’atto di Esso è il sole, e possiede la pienezza della luce, e se si potesse domandare al sole: Vorresti più luce? Risponderebbe: Ne ho tanta che posso dare luce a tutti, e mentre la do non la perdo, perché possiedo la sorgente della luce dell’atto del Fiat Divino. Il cielo è un’atto di Esso, perciò dovunque si stende, è tanta la sua pienezza che non trova dove stendere di più le sue tende azzurre. Il vento è un’atto del nostro Fiat Divino, e perciò possiede la pienezza dell’impero, della forza; chi può resistere alla forza del vento? Nessuno, fa gioco di tutto, e con la sua forza imperante sradica città, alberi innalza, e atterra come se fosse paglia ogni cosa. Tutta la Creazione, ogni cosa creata possiede la pienezza dell’atto del nostro Fiat, e perciò nessuna è misera, tutte sono ricche della pienezza voluta dal nostro Voler Divino, né nessuna cosa fa bisogno di nulla, sono in natura ricche per loro stesse. Il mare possiede la pienezza delle acque, la terra la pienezza delle piante, e di tante diversità di piante, perché tutte sono parti dell’atto del nostro Voler Divino. Ora figlia mia, il vivere nella mia Divina Volontà è proprio questo, possedere e godere la pienezza dei beni divini, in modo che nulla le deve mancare, né santità, né luce, né bellezza, saranno i veri parti del mio Fiat adorabile”.