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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

26-3 Aprile 16, 1929 Per chi vive nel Fiat, è scambio di vita tra il Fiat e l’anima. Amore duplicato.

La Divina Volontà - Libro 26°

26-3 Aprile 16, 1929 Per chi vive nel Fiat, è scambio di vita tra il Fiat e l’anima. Amore duplicato.
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(1) Le privazioni del mio dolce Gesù si fanno più a lungo, ed io non faccio altro che sospirare e gemere il suo ritorno. E per quanto vivo tutta abbandonata nel Fiat Divino, le sue privazioni sono ferite tanto profonde e acerbe, che più che cerva ferita mando i miei gridi di dolore, che se potessi assorderei Cieli e terra e muoverei tutto al pianto, per un dolore sì straziante e per una privazione sì grande, che mi fa sentire il peso d’un dolore infinito e d’una ferita sempre aperta, menochè quei pochi momenti che mi parla del suo Volere Divino che mi sembra che si chiuda, ma per riaprirsi con dolore più acerbo, e perciò sono costretta nei miei scritti, a vergare la mia nota dolente della piccola anima mia, che più che cerva ferita, mando i miei gridi di dolore, per ferire quel Gesù che mi ferisce, chi sa, ferito, mi ritorni e metta tregua alla mia nota dolente. Onde, mentre mi sentivo immersa nel dolore della sua privazione e tutta abbandonata nel suo Volere, si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Coraggio o figlia, non ti abbandonare nel tuo dolore, ma sali più su. Tu sai che hai un compito da compiere, e questo compito è tanto grande, che neppure il dolore della mia privazione deve fermarti, anzi, deve servirti come salire più su nella luce della mia Divina Volontà. Il tuo incontro con Essa dev’essere continuo, perché è scambio di vita che dovete fare: Essa si deve dare continuamente a te, e tu ad Essa. E tu sai che il moto, il palpito, il respiro, dev’essere continuo, altrimenti la vita non può esistere, e tu faresti mancare la tua vita nel mio Fiat, e sentirebbe il dolore che la sua piccola figlia, la sua cara neonata, le fa mancare in Esso il suo moto, il suo palpito, il suo respiro, sentirebbe lo strappo della sua neonata, che per sentire la sua vita come Vita sua, la tiene sempre in atto di nascere, senza metterla fuori dal suo seno, neppure per farla fare un passo, e tu ti sentiresti mancare la Vita del suo moto continuo, del suo palpito, del suo respiro; sentiresti il vuoto d’una Volontà Divina nell’anima tua. No, no, figlia mia, non voglio nessun vuoto della mia Volontà in te. Ora, tu devi sapere che ogni manifestazione sul mio Fiat Divino che ti faccio, sono come tanti scalini in cui scende il mio Volere nell’anima, per prenderne il possesso, per formare il suo regno, e l’anima sale al Cielo per trasportarlo dal Cielo in terra. Perciò è un compito grande e non conviene per qualunque ragione, ancorché fosse santa, perdere tempo. E tu vedi come Io stesso mi eclisso nel mio Voler Divino per dare tutto il luogo ad Esso, e se faccio le mie scappatine nel venire, è solo per trattare, per riordinare e farti conoscere ciò che appartiene alla mia Divina Volontà, perciò sii attenta ed il tuo volo in Essa sia continuo”.

(3) Dopo di ciò seguitava a sentirmi oppressa per le privazioni di Gesù e pensavo tra me: “Come è scemato il suo amore verso di me, confrontato a quello che mi portava prima, mi sembra che appena le ombre mi sono restate dell’amore di Gesù. Ma mentre ciò pensavo si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, ogni atto fatto nella mia Divina Volontà duplica il mio amore verso di te, quindi, dopo tanti atti che hai fatto in Essa, posso dire che il mio amore è cresciuto tanto, che debbo allargare la tua capacità per poterti far ricevere il mio crescente amore che sorge in Me in ogni atto che fai nella mia Divina Volontà. Perciò il mio amore è più intenso e centuplicato di più da quello di prima, quindi puoi star sicura che il mio amore non ti mancherà mai, mai”.