Scrutatio

Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

23-41 Marzo 3,1928 Come tutte le cose partono da un punto. Sublimità dello stato d’Adamo. Perché Nostro Signore finora non ha manifestato il suo stato felice. Come chi possiede l’unità possiede la sorgente del bene.

La Divina Volontà - Libro 23°

23-41 Marzo 3,1928 Come tutte le cose partono da un punto. Sublimità dello stato d’Adamo. Perché Nostro Signore finora non ha manifestato il suo stato felice. Come chi possiede l’unità possiede la sorgente del bene.
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(1) Il mio povero cuore nuotava nel dolore della privazione del mio dolce Gesù, e ne era impensierita, mi sentivo soffocare dal dolore, e a qualunque costo avrei voluto trovare Colui per cui sono tanto torturata, per dire le mie angustie, ma mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non temere ciò che senti nell’anima tua, perché non è altro che il lavorio che sta facendo in te il mio Fiat Divino. Esso sta racchiudendo tutto in te, tutti e tutto in te, tutti i secoli passati ed i futuri, per fare che tutto ciò che ha fatto il Supremo Volere nella Creazione, getti in te il suo germe per ricevere da te le soddisfazioni ed il contraccambio a tutti gli atti suoi che gli devono le creature, perciò non ti impensierire, perché in ogni tua ora della vita, sono secoli che la mia Volontà racchiude, quindi è necessario che chi deve avere il suo atto primiero nella mia Volontà regnante, deve avere l’origine di Essa, per poter svolgere la sua Vita Divina. Tutte le cose partono da un punto, e da quel punto si allargano e si diffondono a tutti, vedi, anche il sole tiene il suo primo punto, il suo centro di luce, la sua sfera, e dal suo centro riempie di luce tutta la terra, perciò segui la mia Volontà e non ti dar pensiero”.

(3) Onde seguivo il mio giro nella Divina Volontà, e giungendo nell’eden per unirmi allo stato d’Adamo prima di peccare, quando possedeva l’unità col suo Creatore, per ricominciare i miei atti insieme con lui e per supplire e continuarla quando la perdette col cadere in peccato, pensavo tra me: “Perché Gesù benedetto non ha manifestato a nessuno lo stato sublime, le maraviglie che passavano tra Adamo innocente ed il suo Creatore, il pelago delle felicità, delle bellezze che possedeva? Tutto era accentrato in lui, tutto da lui partiva, oh! se si conoscesse lo stato di Adamo, le sue grandi prerogative, forse tutti sospirerebbero di ritornare alla sua origine dove l’uomo uscì”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e tutto bontà mi ha detto:

(4) “Figlia mia, la mia paterna bontà allora manifesta un bene quando deve portare un’utile alle creature, se ciò non veggo, a che pro manifestarlo? La storia dell’uomo innocente mi è troppo tenera, al solo ricordarla il mio amore sorge, rigurgita e forma le sue onde altissime per riversarsi come si riversava sopra ad Adamo innocente, e non trovando a chi riversarlo, perché non trova un’altro Adamo che lo riceva, capace di ridarmi i suoi sbocchi d’amore, perché il mio Fiat Divino integro in lui manteneva la vita reciproca di corrispondenza tra l’infinito ed il finito, il mio amore ne soffre e ritornando in Me le mie stesse onde d’amore, perché non trova a chi riversarlo, resta soffocato dal mio stesso amore, ecco perché non ho manifestato finora lo stato d’Adamo innocente, né lui manifestò quasi nulla del suo stato felice, perché al solo ricordarlo si sentiva morire di dolore, ed Io mi sentivo soffocare dal mio amore. Ora figlia mia, volendo ripristinare il regno della mia Divina Volontà, veggo l’utile di manifestare lo stato d’Adamo innocente, ed è questa la causa perché spesso ti parlo del suo stato sublime, perché voglio ripetere ciò che facevo con lui, ed in virtù del mio Volere, voglio elevarti allo stato primiero della creazione dell’uomo. Che cosa non può darmi la creatura che possiede il mio Fiat, l’unità di Esso? Tutto può darmi ed Io tutto posso dare. Onde potendo dare ciò che manifesto, il mio amore non soffoca le mie onde, anzi me le mette fuori, e vedendole riprodotte nella creatura ne gode e mi sento di manifestare ciò che non si conosce per utile e bene loro. Se tu sapessi quanto godo nel dare, come il mio amore festeggia quando veggo disposta la creatura che vuol ricevere i miei beni, saresti più attenta a farmi sfogare il mio amore contenuto”.

(5) Detto ciò ha fato silenzio ed io mi sentivo come inabissata nel Voler Divino, le sue maraviglie, ciò che può fare l’anima col possedere la sua Volontà mi rapivano, ed io piccola piccina nuotavo nel mare di luce del Fiat e come mi movevo così si alzavano le onde di luce, investite queste onde di tinte di svariata bellezza e si andavano a scaricare nel seno del mio Creatore, e la paterna bontà celeste, vedendosi investita dalle onde della sua piccina moveva le sue onde verso di me. Oh! Volontà Suprema, quanto sei ammirabile! amabile, desiderabile più che la stessa vita, Tu mi ami tanto che mi metti a gara col mio Creatore, volendo che pareggiassi con Colui che me ha creato. Ma mentre la mia mente si perdeva nel Fiat, il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(6)Figlia mia, chi possiede l’unità del mio Volere è padrona d’agire e di fare quanto bene vuole, perché tiene in sé la sorgente del bene, la tiene a sua disposizione, sente in sé i tocchi continui del suo Creatore, le onde del suo paterno amore e si sentirebbe troppo ingrata se non formasse le sue onde, molto più che si sente scorrere nell’anima sua il suo piccolo mare, del mare immenso di Colui che l’ha creato. Invece chi non possiede la sua unità, non possiede sorgente, quindi fa bisogno se vuol fare il bene della liberalità divina in ogni atto buono che vuol fare, quasi atto per atto deve chiedere grazia per poter compiere il bene che vuole, invece chi possiede la mia unità, il bene si converte in natura, e solo che vuol operare, trova la sorgente del bene in sé e opera”.