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Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

23-26 Dicembre 30, 1927 Come Gesù si fa vedere che semina nel campo dell’anima piccole luci. Cagione del silenzio di Gesù. Valore immenso delle manifestazioni sulla Divina Volontà. Caratteri Divini e umani.

La Divina Volontà - Libro 23°

23-26 Dicembre 30, 1927 Come Gesù si fa vedere che semina nel campo dell’anima piccole luci. Cagione del silenzio di Gesù. Valore immenso delle manifestazioni sulla Divina Volontà. Caratteri Divini e umani.
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(1) Stavo secondo il mio solito tutta abbandonata nel Voler Divino, seguendone i suoi atti, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Il mio amato Gesù si è ridotto quasi al silenzio, anche del suo amabile Volere parla così poco, come se non volesse dire più nulla, chi sa che non mette un limite e cesserà di parlare anche su ciò che riguarda sul suo Fiat?” In questo mentre si faceva vedere nel mio interno da piccolo bambino vestito di luce, in mezzo ad un campo che prendeva luce da dentro il suo grembo e seminava quel campo con tante goccioline di luce, tutto silenzioso ed intento al lavoro, e vedendo che io ne restavo meravigliata, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tutto ciò che tu pensi adesso, lo pensavi da che stavi scrivendo il 16o volume, che Io dovevo cessar di parlare della mia Divina Volontà, ma Io non facevo altro che seminare il campo dell’anima tua con tante gocce di luce, che germogliate e fecondate nel tuo campo, da piccole luci si sono cambiate in soli, questi soli sono le tante manifestazioni sorprendenti che d’allora fin qua ti ho fatto conoscere sulla mia Volontà. Oh! come era bello il campo dell’anima tua investito da questi soli, uno più bello dell’altro, si è trasformato tutto in campo divino, tutto il Cielo era invaghito da questo campo e guardandolo si sentiva duplicare la sua felicità. Ora, chi ha seminato tiene il diritto di raccogliere, ed essendo campo divino, Io ne sono padrone non solo di raccogliere, ma di seminarlo di nuovo, quindi non sto facendo altro che di seminarlo di nuovo, non vedi come sto tutto intento al lavoro di gettare seme di luce in questo campo, affinché germogliando escano i nuovi soli delle conoscenze sulla mia Volontà? Onde il lavoro porta il silenzio, ed il mio silenzio è calore, maturazione e fecondità per trasformare le piccole semenze di luce in soli più fulgidi. Io sempre lavoro in te, or di un modo e or di un’altro, il lavoro della mia Volontà Divina è lungo e perciò sto sempre occupato e ti tengo occupata, quindi lasciami fare e seguimi”.

(3) Ond’io sentivo tutto il peso del silenzio di Gesù, mi sentivo sfinita di forze e venir meno, e pensavo tra me: “Perché queste conoscenze sul Fiat Divino richieggono tanto lavoro di Gesù e tanti sacrifici?” E Gesù ritornando mi ha stretto forte fra le sue braccia per rafforzarmi ed ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, se Io volessi lavorare tutta un’eternità per manifestare una sola conoscenza sulla mia Divina Volontà, non sarebbe bastante, perché è tale e tanto il valore di una sola di esse, che se tu volessi fare un confronto chi contiene più valore, il cielo stellato, il sole, il mare, la terra, ha più valore una sola mia conoscenza che tutta la Creazione insieme, perché la mia conoscenza è di valore immenso, infinito e senza limite, e come esce da Noi, dove giunge genera e moltiplica all’infinito il bene e la luce che contiene, è la vera rigeneratrice della Vita Divina, invece la Creazione non contiene una virtù immensa ed è limitata, ecco perciò non risparmio né lavoro né sacrifici, perché ne so tutto il valore che contiene, e dove la depongo diventa per Me il mio campo divino, il mio trono, il mio altare, ed è tanta la mia gelosia d’amore, che non la lascio mai libera, e lavoro sempre per tenerla tutta intenta a Me; che dire poi, se invece d’una sola manifestazione sulla mia Volontà, sono tante da tempestarla più che cielo di tanti soli di Essa, pensalo tu figlia mia e apprezza un tanto bene, un germe sì fecondo nel campo dell’anima tua”.

(5) Onde continuavo i miei atti nel Voler Divino, e siccome era il sorgere del giorno, stavo dicendo al mio amabile Gesù: “Il tuo Volere involge tutto, ed oh! come vorrei che come il sole sorge ed investe di luce tutta la terra, così il Sole della tua Volontà sorga nelle intelligenze, nelle parole, nei cuori, opere e passi di tutte le creature, affinché ciascuna di esse senta sorgere in sé il Sole del tuo Fiat, e facendosi investire dalla sua luce, tutti la facciano dominare e regnare nelle anime loro”. In questo mentre il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(6) “Figlia mia, nell’anima ci sono due caratteri: L’umano ed il divino. Il divino scende dall’unità, e l’anima per ricevere il carattere divino deve vivere nell’unità del mio Volere; in questa unità, come lei forma i suoi atti salgono nell’unità del suo Creatore, in quell’atto solo di Dio, che mentre in Dio stesso viene formato un solo atto, la luce di quest’atto solo scende nel basso, investe tutti e tutto, e abbracciando tutto dà a ciascuno l’atto che ci vuole col moltiplicare all’infinito la molteplicità di tutti gli atti possibili ed immaginabili, quindi come la creatura fa i suoi atti in questa unità, acquistano i caratteri divini, che mentre è un solo atto, racchiudono tutti gli atti insieme. Oh! come è bello fare con un solo atto tutto, solo Dio tiene questa virtù sì potente, che con un solo atto fa tutto, abbraccia tutto, dà l’operato a tutto. Che gran differenza tra il carattere divino e l’umano. L’umano fa molti atti, molte opere, ma resta sempre la creatura accerchiata negli atti suoi, pare che non hanno luce per allungarsi e diffondersi a tutti, non hanno piedi per camminare, dove si fanno, là restano. Sicché per quanto una creatura deve fare, i suoi atti sono numerati, ristretti, e perciò il carattere dell’operato umano è tanto dissimile dall’operato dell’unità divina e di chi opera in essa, che facilmente resta scancellata e senza germe di fecondità. Ecco perciò voglio che l’anima viva nell’unità della mia Volontà, per fare acquistare i caratteri divini, che sono incancellabili ed eterni, e come luce si diffondono, si allargano, si moltiplicano, si danno a tutti, anzi tengono il primato sugli atti di tutti. Se tu sapessi quanto la Divinità prende piacere nel vedere la tua piccolezza salire nell’unità dell’atto solo divino che mai cessa, per unire i tuoi atti nel solo atto nostro, tu per darci il tuo e Noi per darti il nostro, ed imprimere in te il carattere del nostro atto solo, ci metti in festa e sentiamo la felicità, la gioia d’aver creato la Creazione. Onde, per essere più attenta, dev’essere convinta che il tuo vivere nel nostro Volere è la festa che può portare la creatura al suo Creatore, e quanti atti fai in Esso, tante volte rinnovi le nostre gioie e le nostre felicità da parte tua, e portandoci in grembo la Creazione tutta, ci dai la gloria ed il ricambio dell’amore, perché fu da Noi creata”.