Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

21-16 Aprile 16, 1927 Come Nostro Signore fece il deposito della sua Vita Sacramentale nel cuore della Santissima Vergine. Il gran bene che può fare una vita animata dalla Divina Volontà. Come la Vergine Santissima, nei suoi dolori trovava il segreto della forza nella Volontà Divina.

La Divina Volontà - Libro 21°

21-16 Aprile 16, 1927 Come Nostro Signore fece il deposito della sua Vita Sacramentale nel cuore della Santissima Vergine. Il gran bene che può fare una vita animata dalla Divina Volontà. Come la Vergine Santissima, nei suoi dolori trovava il segreto della forza nella Volontà Divina.
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(1) Stavo facendo l’ora quando Gesù istituii la Santissima Eucaristia e Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando faccio un atto, primo guardo se vi è almeno una creatura dove mettere il deposito dell’atto mio, affinché prendesse il bene che faccio, lo tenga custodito e ben difeso. Ora quando istituii il Santissimo Sacramento cercai questa creatura e la mia Regina Mamma si offrii Lei a ricevere quest’atto mio ed il deposito di questo gran dono dicendomi: “Figlio mio, se ti offrii il mio seno e tutto l’essere mio nel tuo concepimento per tenerti custodito e difeso, ora ti offro il mio cuore materno per ricevere questo gran deposito e schiero intorno alla tua Vita Sacramentale i miei affetti, i miei palpiti, il mio amore, i miei pensieri, tutta Me stessa per tenerti difeso, corteggiato, amato, riparato, prendo io l’impegno di contraccambiarti del gran dono che fai, fidati della Mamma tua ed Io ci penserò alla difesa della tua Vita Sacramentale; e siccome Tu stesso mi hai costituita Regina di tutta la Creazione, tengo il diritto di schierare in torno a Te tutta la luce del sole per omaggio ed adorazione, le stelle, il cielo, il mare, tutti gli abitatori dell’aria, tutto metto intorno a Te per darti amore e gloria”.

(3) Ora, assicurandomi dove potevo mettere questo gran deposito della mia Vita Sacramentale e fidandomi della Mamma mia che mi aveva dato tutte le prove della sua fedeltà, istituii il Santissimo Sacramento. Era la sola degna creatura che poteva custodire, difendere e riparare l’atto mio. Vedi dunque quando le creature mi ricevono, Io scendo in loro insieme cogli atti della mia inseparabile Mamma e solo per questo posso durare la mia Vita Sacramentale. Perciò è necessario che scelga prima una creatura quando voglio fare un’opera grande degna di Me, primo per tenere il luogo dove mettere il mio dono, secondo per averne il contraccambio. Anche nell’ordine naturale fanno così, se l’agricoltore vuol gettare il seme, non lo getta in mezzo alla strada, ma va in cerca del piccolo terreno, primo lo lavora, vi forma il solco e poi vi getta il seme e per esserne sicuro lo copre di terra, aspettando con ansia il ricolto per contraccambiarsi del suo lavoro e del seme che ha fidato alla terra. Un’altro vuol formare un bello oggetto, prima prepara le materie prime, il luogo dove metterlo e poi lo forma. Così pure ho fatto per te, ti scelsi, ti preparai e poi ti affidai il gran dono delle manifestazioni della mia Volontà e come affidai alla mia diletta Madre la sorte della mia Vita Sacramentale, così ho voluto fidarmi di te, affidandoti la sorte del regno della mia Volontà”.

(4) Onde continuavo a pensare a tutto ciò che il mio amato Bene aveva fatto e sofferto nel corso della sua Vita e Lui ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, la mia Vita fu brevissima quaggiù e la maggiore parte me la passai nascosto. Ma ad onta che fu brevissima, perché la mia Umanità era animata d’una Volontà Divina, quanti beni non feci? Tutta la Chiesa prende dalla mia Vita, a sazietà beve alla sorgente della mia dottrina, ogni mia parola è una fontana che imbocca a ciascun cristiano, ogni mio essempio è più che sole che illumina, che riscalda, che feconda e fa maturare le più grandi santità. Se si volesse paragonare tutti i santi, tutti i buoni, tutte le loro pene ed i loro eroismo, messo dirimpetto alla mia Vita brevissima, sarebbero sempre le piccole fiamelle innanzi al gran sole e siccome in Me regnaba la Divina Volontà, tutte le pene, le umiliazioni, confusioni, contrasti, accuse che mi diedero i nemici nel corso della mia Vita e della mia Passione, servi tutto a scorno loro ed a maggiore confusione di loro stessi, perché stando in Me una Volontà Divina, succedeva di Me come succede al sole quando le nubi, distendendosi nel basso dell’aria, pare che vogliono fare un’onta al sole coll’oscurare la superficie della terra togliendo momentaneamente la vivezza della luce solare, ma il sole si ride delle nubi perché esse non possono fare vita perenne nell’aria, la loro vita è fugace, basta un piccolo vento per farle dileguare ed il sole è sempre trionfante nella sua pienezza di luce che domina e riempie tutta la terra. Così succese di Me, tutto ciò che mi fecero i miei nemici ed anche la mia stessa morte, furono come tante nubi che coprissero la mia Umanità, ma il Sole della mia Divinità non lo potettero toccare e non appena il vento della potenza della mia Volontà Divina si mosse, si dileguarono le nubi e più che sole risuscitai glorioso e trionfante restando i nemici più scornati di prima. Figlia mia, nell’anima dove regna la mia Volontà con tutta la sua pienezza, i minuti di vita sono secoli e secoli di pienezza di tutti i beni e dov’Essa non regna, i secoli di vita sono appena minuti di beni che contengono. E se l’anima dove regna il mio Volere soffrisse umiliazioni, contrasti e pene, sono come nubi che il vento del Fiat Divino scarica sopra coloro, con loro scorno che hanno ardito di toccare il portatore del mio eterno Volere”.

(6) Dopo di ciò stavo pensando al dolore quando la mia Mamma dolente e trafitta nel cuore si separò da Gesù, lasciandolo morto nel sepolcro e pensavo tra me: “Come può essere possibile che ebbe tanta forza di lasciarlo? E’ vero ch’era morto, ma era sempre il corpo di Gesù, come il suo amore materno non la consumò piuttosto per non farle dare un passo solo lontano da quel corpo estinto? Eppure lo lasciò. Che eroismo, che fortezza!” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(7) “Figlia mia, vuoi tu sapere come la mia Mamma ebbe la forza di lasciarmi? Tutto il segreto della forza stava nella mia Volontà regnante in Lei. Essa viveva di Volontà Divina, non umana e perciò conteneva la forza imensurabile. Anzi tu devi sapere che quando la mia trafitta Mamma mi lasciò nel sepolcro, il mio Volere la teneva immersa in due mari immensi, l’uno di dolore e l’altro più esteso di gioie, di beatitudini e mentre quello del dolore le dava tutti i martiri, quello della gioia le dava tutti i contenti e la sua bell’anima mi seguì nel limbo ed assistete alla festa che mi fecero tutti i patriarchi, i profeti, suo padre e sua madre, il nostro caro San Giuseppe; il limbo diventò Paradiso con la mia presenza ed Io non potetti farne a meno di fare partecipe Colei che mi era stata inseparabile nelle mie pene, di farla assistere a questa prima festa delle creature e fu tanta la sua gioia, che ebbe la forza di separarsi dal mio corpo, ritirandosi ed aspettando il compimento della mia Risurrezione come compimento della Redenzione. La gioia la sosteneva nel dolore ed il dolore la sosteneva nella gioia. Chi possiede il mio Volere non può mancare né forza, né potenza, né gioia, ma tutto tiene a sua disposizione. Non lo sperimenti in te stessa quando sei priva di Me e ti senti consumare? La luce del Fiat Divino forma il suo mare, ti felicita e ti dà la vita”.