Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

20-47 Gennaio 9, 1927 Come chi fa la Volontà di Dio possiede l’equilibrio di Essa, possiede un atto di luce per tutto. Come fu messo una nota di dolore, e perciò la Volontà Divina e l’umana si guardano in cagnesco. Come le primizie sono le cose che più piacciono.

La Divina Volontà - Libro 20°

20-47 Gennaio 9, 1927 Come chi fa la Volontà di Dio possiede l’equilibrio di Essa, possiede un atto di luce per tutto. Come fu messo una nota di dolore, e perciò la Volontà Divina e l’umana si guardano in cagnesco. Come le primizie sono le cose che più piacciono.
font righe continue visite 127

(1) Stavo secondo il mio solito girando dappertutto, per seguire la Volontà Divina in tutta la Creazione ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia com’è sorprendente l’operato dell’anima nella mia Volontà; come il Fiat mantiene l’equilibrio in tutta la Creazione, essa facendo eco al mio equilibrio forma l’equilibrio in tutte le creature e vi stende il regno della mia Volontà. Essa è come luce che scende dall’alto e affissandosi in tutti, stende in tutti il regno dell’amore della mia Volontà, dell’adorazione, della gloria e di tutto ciò che Essa possiede, ma mentre come luce scende per non farsi nulla sfuggire, come luce sale e porta l’equilibrio di tutti gli atti della Creazione, di tutti i tempi, di tutti i cuori al suo Creatore. Con l’equilibrio di tutti gli atti umani, in cui l’anima ha fatto entrare l’atto della Volontà Divina, da parte dell’anima svuota tutti gli atti umani e fa scorrere la Volontà Divina come atto primo, ed Essa vi stende il suo regno, perché c’è un’anima che ha preso a petto suo, che non c’è atto umano cui essa non vuole affissare la sua luce, per fare che l’umano fosse atterrato e solo la Volontà Divina ricomparisse in tutte le cose. Perciò figlia mia, quasi con mano ti faccio toccare tutto, voglio che ti stendi a tutti ed in tutto per farti stendere il regno della mia Volontà. E’ questo che Io voglio, che in tutto scorre la mia Volontà, che come luce mentre investe tutto, resta sopra a tutti e tutto diventa Volontà mia. Però si può dare che qualcuno sfugge da questa luce come qualcuno sfugge dalla luce del sole, ciò dice nulla per il sole, per esso, possedendo l’equilibrio della luce, contiene il suo atto di luce per tutti e per tutto. Sicché il sole mentre dà luce a tutti, mantiene l’equilibrio della gloria di tutti gli atti di luce al suo Creatore, perciò esso sta nell’ordine perfetto, esce dall’ordine chi sfugge dalla luce. Così l’anima possedendo l’unità della luce del Fiat Supremo, possiede tutti gli atti di luce di Essa, perciò può dare agli atti umani il suo atto di luce di Volontà Divina per fare che da parte sua, dovunque stende il suo regno Divino; se le creature sfuggono ciò dice nulla, la luce della mia Volontà si diffonde lo stesso ed Io veggo nella mia eletta che il regno mio fa la sua via, si stende, si stabilisce, perciò voglio vedere gli atti tuoi nella mia Volontà su ciascun pensiero delle creature, in ogni parola, palpito, passi e opere, in tutto, per ora pensiamo a formare il nostro regno, quando sarà formato si penserà a chi sfugge e a chi rimane nella rete della luce della mia Volontà”.

(3) Dopo di ciò mi sentivo talmente sfinita, perché stavo con febbre da molti giorni e a stento avevo scritto quel poco che sta scritto di sopra, onde non sentendomi la forza di proseguire a scrivere ho lasciato e mi son messa a pregare ed il mio dolce Gesù uscendo da dentro il mio interno, mi ha stretta tutta a Sé, mi compativa dicendomi:

(4) “La figlia mia sta malata, la figlia mia sta malata; tu devi sapere che da parte delle creature fu messa una nota di dolore nel regno della mia Volontà, nota che per tanti secoli nessuno ci ha pensato a rimarginare questa nota troppo dolente per il Fiat Supremo, causa per cui la Volontà Divina e l’umana si guardano in cagnesco. Ora la figlia primogenita del mio Volere deve aggiustare tutte le partite prima che se ne viene nella nostra Patria, deve riempire tutti i vuoti per stabilire il mio regno in mezzo alle creature, ora la mia figlia malata formerà il regno del dolore divino in Esso, il quale scorrendo come ondata di luce e di calore, servirà a raddolcire questa nota dolente. Non sai tu che la luce ed il calore tengono la forza di convertire le cose più amare in dolcissimo nettare? A te è dato figlia mia, che vivi nel nostro Volere, di far scorrere nei nostri interminabili confini i tuoi dolori, la tua febbre, le tue pene intime della mia privazione, che ti fanno morire e non morire, affinché investe questa nota tanto dolorosa del Fiat Divino e vi forma in questa nota un suono dolcissimo, armonioso in modo che le due volontà non più si guarderanno in cagnesco, ma rappacificate”.

(5) Poi ha soggiunto: “Figlia mia, tu non puoi comprendere che sento per te, le gioie, la felicità che provo perché trovo in te le primizie del regno della mia Volontà, trovo le primizie dei primi frutti, le primizie della musica che solo sa fare la creatura che vive in Essa, perché prende tutte le nostre che sono nella nostra Volontà, se le fa sue e forma la sua bella musica nel regno mio ed Io, oh! come mi diletto ad ascoltarla, trovo le primizie dell’ordine, le primizie del vero amore che il mio Volere le ha fatto concessione, trovo le primizie della vera bellezza che mi rapisce tanto, che non mi è dato di distaccare lo sguardo, sicché tutti gli atti tuoi li trovo tutti come atti primi, che prima di te nessuno mi ha dato. Le primizie sono sempre le cose che piacciono di più, che allettano, che si gradiscono di più e se sotto alle primizie vengono le altre cose simili, è in virtù dell’atto primo che si son potuto formare gli atri atti simili, sicché tutta la gloria è dell’atto primo, perciò tu terrai sempre le primizie nel regno del Fiat Divino, non ci sarà cosa che in Esso si farà che non partirà dal tuo atto primo, quindi a te tutti saran rivolti, a te il principio della gloria, perciò voglio che tutto incomincia da te per formare il mio regno Supremo”.