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Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

20-44 Gennaio 1, 1927 La volontà dell’anima come strenna da darsi al Bambino Gesù. Come tutta la sua Vita fu simbolo e richiamo della Volontà Divina. Come il mezzo per affrettare il regno della sua Volontà sono le conoscenze.

La Divina Volontà - Libro 20°

20-44 Gennaio 1, 1927 La volontà dell’anima come strenna da darsi al Bambino Gesù. Come tutta la sua Vita fu simbolo e richiamo della Volontà Divina. Come il mezzo per affrettare il regno della sua Volontà sono le conoscenze.
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(1) (Stavo meditando sull’anno vecchio che tramontava e sul nuovo che sorgeva. )

(2) Il mio stato continua nel volo della luce del Voler Divino e pregavo il vezzoso Bambinello che come moriva il vecchio anno, senza più rinascere, così facesse morire la mia volontà senza più farla rivivere e per strenna dell’anno nuovo mi desse la sua Volontà come io gli facevo il dono della strenna della mia, per metterla come sgabello ai suoi teneri piedini, affinché non avesse altra vita che solo la sua Volontà. Ora mentre ciò e altro dicevo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:

(3) “Figlia del mio Volere, come amo, voglio, ambisco che il tuo volere abbia fine in te. Oh! come accetto la tua strenna, come mi sarà gradita di tenerla come morbido sgabello ai miei piedi, perché la volontà umana, finché sta nella creatura, fuori del suo centro, che è Iddio, è dura, ma quando rientra nel suo centro da donde uscì e serve come sgabello ai piedi del tuo Bambinello Gesù, diventa morbida e mi serve come trastullarmi, non è giusto che essendo Io piccino abbia un divertimento? Ed in mezzo a tanti dolori, privazioni e lacrime tengo la tua volontà che mi faccia sorridere? Ora, tu devi sapere che chi mette il termine alla sua volontà, ritorna nel suo principio, da donde uscì ed incomincia in lei la vita novella, la vita di luce, la vita perenne della mia Volontà. Vedi, quando Io venni sulla terra volli dare molti esempi e similitudini come volevo che avesse termine l’umana volontà: Volli nascere a mezzanotte per dividere la notte della volontà umana col fulgido giorno della mia e sebbene a mezzanotte la notte segue, non finisce, ma è principio d’un nuovo giorno, ed i miei angeli per fare onore alla mia nascita e per indicare a tutti il giorno della mia Volontà, allietarono da mezzanotte in poi, nella volta dei cieli nuove stelle, nuovi soli, da far cambiare la notte più che giorno, era l’omaggio che gli angeli mi davano alla mia piccola Umanità, dove risiedeva il pieno giorno del Sole della mia Volontà Divina ed il richiamo della creatura nel pieno giorno di Essa. Piccino ancora mi sottoposi al durissimo taglio della circoncisione, che mi fece versare per il dolore amare lacrime, non solo a Me, ma piansero insieme con Me la Mamma mia ed il caro San Giuseppe; era il taglio alla volontà umana che Io volevo dare, affinché in quel taglio facessero scorrere la Volontà Divina, affinché non più avesse vita una volontà spezzata, ma solo la mia, che aveva corso in quel taglio affinché ricominciasse la sua vita. Piccino ancora volli fuggire in Egitto, una volontà tiranna, iniqua, voleva uccidermi, simbolo della volontà umana che vuole uccidere la mia ed Io fuggii per dire a tutti: “Fuggite la volontà umana, se non volete che sia uccisa la mia”. Tutta la mia vita non fu altro che il richiamo della Volontà Divina nell’umana. Nell’Egitto vivevo come un estraneo in mezzo a quel popolo, simbolo della mia Volontà che la tengono come estranea in mezzo a loro, e simbolo che chi vuol vivere in pace e unito con la mia, deve vivere come estraneo alla volontà umana, altrimenti vi sarà sempre guerra tra l’una e l’altra, sono due volontà irriconciliabili. Dopo il mio esilio ritornai in patria, simbolo della mia Volontà che dopo il suo lungo esilio di secoli e secoli, ritornerà nella sua cara patria in mezzo ai figli suoi per regnare e come Io passavo questi gradi nella mia vita, così formavo il suo regno in Me e la richiamavo con preghiere incessanti, con pene e lacrime a venire a regnare in mezzo alle creature. Ritornai in patria e vissi nascosto e sconosciuto, oh! come simboleggia il dolore della mia Volontà, che mentre vive in mezzo ai popoli, ma vive sconosciuta e nascosta ed Io impetravo col mio nascondimento che la Suprema Volontà fosse conosciuta affinché ricevesse l’omaggio e la gloria ad Essa dovuto. Non ci fu cosa fatta da Me che non simboleggiava un dolore della mia Volontà, la condizione in cui la mettono le creature e un richiamo che Io facevo per restituirle il suo regno. E questo voglio che sia la tua vita, il richiamo continuo del regno della mia Volontà in mezzo alle creature”.

(4) Onde dopo di ciò stavo girando per tutta la Creazione per portare insieme con me il cielo, le stelle, il sole, la luna, il mare, insomma, tutto ai piedi del bambinello Gesù per chiedergli tutti insieme che la venuta di questo regno della sua Volontà sulla terra venisse presto e nel mio desiderio gli dicevo: “Vedi, non sono io sola a pregarti, ma ti prega il cielo con le voci di tutte le stelle, il sole con la voce della sua luce e del suo calore, il mare col suo mormorio, tutti ti pregano che venga il tuo Volere a regnare sulla terra, come puoi resistere a non ascoltare tante voci che ti pregano? Sono voci innocenti, voci animate dalla tua stessa Volontà che ti pregano. Ora mentre ciò dicevo, il mio piccino Gesù è uscito da dentro il mio interno per ricevere l’omaggio di tutta la Creazione e ascoltare il loro muto linguaggio e stringendomi a Sé mi ha detto:

(5) “Figlia mia, il mezzo più facile per affrettare la venuta della mia Volontà sulla terra, sono le conoscenze di Essa. Le conoscenze portano luce e calore e formano in esse l’atto primo di Dio in cui la creatura trova il primo atto per modellare il suo, se non trova il primo atto, la creatura non tiene virtù di formare l’atto primo, quindi mancherebbero gli atti, le cose di prima necessità per formare questo regno. Vedi dunque che significa una conoscenza di più sulla mia Volontà; portando in sé l’atto primo di Dio, porteranno con esse una forza magnetica, una calamita potente per attirare le creature a ripetere l’atto primo di Dio, con la sua luce porterà il disinganno della volontà umana, col suo calore rammollirà i cuori più duri a piegarsi innanzi a quest’atto Divino e si sentiranno rapiti a volere modellare questo atto. Perciò quante più conoscenze manifesto sulla mia Volontà, tanto più subito si affretta il regno del Fiat Divino sulla terra”.