Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

20-40 Dicembre 24, 1926 Lamenti e dolori della privazione di Gesù. Pene di Gesù nel Seno Materno. Chi vive nel Voler Divino è come membro vincolato con la Creazione.

La Divina Volontà - Libro 20°

20-40 Dicembre 24, 1926 Lamenti e dolori della privazione di Gesù. Pene di Gesù nel Seno Materno. Chi vive nel Voler Divino è come membro vincolato con la Creazione.
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(1) Mi sentivo tutta in smanie perché il mio dolce Gesù non veniva; ma mentre deliravo dicevo degli spropositi e nella forza del mio dolore ripetevo sempre: “Gesù, come ti sei cambiato, non l’avrei mai creduto che saresti giunto a privarmi così a lungo di Te”. Ma mentre sfogavo il mio dolore, il dolce Gesù è venuto da piccolo bambino, e gettandosi nelle mie braccia mi ha detto:

(2) “Figlia mia, dimmi e tu ti sei cambiata? Ami forse qualche altro? Non vuoi fare più la mia Volontà? ”.

(3) Queste domande di Gesù mi pungevano al vivo e dispiaciuta ho detto: “Gesù, che vuoi dire con ciò? No, no, non mi sono cambiata, né amo, né conosco altro amore e amo piuttosto morire anziché non fare la tua Santissima Volontà”. E Gesù dolcemente ha soggiunto:

(4) “Sicché non ti sei cambiata? Ebbene figlia mia, se non ti sei cambiata tu, che hai una natura soggetta a mutarsi, potevo cambiarmi Io che sono l’irremovibile? Il tuo Gesù non si cambia, sii sicura, né può cambiarsi”.

(5) Io sono rimasta confusa e non ho saputo che dire e Lui ha soggiunto tutto bontà:

(6) “Vuoi vedere come stavo nel seno della mia Mamma Sovrana e ciò che in Lei pativo? ”.

(7) Ora mentre ciò diceva si ha messo dentro di me, in mezzo al mio petto, steso, in uno stato di perfetta immobilità, i suoi piedini e manine erano tanto tesi ed immobili da far pietà, gli mancava lo spazio per muoversi, per aprire gli occhi, per respirare liberamente, e quello che più straziava era vederlo in atto di morire continuamente. Che pena vedere morire il mio piccolo Gesù, io mi sentivo messa insieme con Lui, nello stesso stato di immobilità. Onde dopo qualche tempo il bambinello Gesù stringendomi a Sé mi ha detto:

(8) “Figlia mia, il mio stato nel seno Materno fu dolorosissimo, la mia piccola Umanità teneva l’uso perfetto di ragione e di sapienza infinita, quindi fin dal primo istante del mio concepimento, comprendevo tutto il mio stato doloroso, l’oscurità del carcere materno, non avevo neppure uno spiraglio di luce! Che lunga notte di nove mesi! La strettezza del luogo che mi costringeva ad una perfetta immobilità sempre in silenzio, né mi era dato di vagire, né di singhiozzare, per sfogare il mio dolore, quante lacrime non versai nel sacrario del seno della Mamma mia, senza fare il minimo moto e questo era nulla, la mia piccola Umanità aveva preso l’impegno di morire tante volte, per soddisfare la Divina Giustizia, quante volte la creatura aveva fatto morire la Volontà Divina in loro, facendo il grande affronto di dar vita all’umana volontà, facendo morire in loro una Volontà Divina. Oh! come mi costarono queste morti; morire e vivere, vivere e morire, fu per Me la pena più straziante e continua, molto più che la mia Divinità, sebbene era con Me una sola cosa ed inseparabile da Me, nel ricevere da Me queste soddisfazioni si atteggiava a giustizia, e sebbene la mia Umanità era santa e pure era la lucerna innanzi al Sole immenso della mia Divinità, Io sentivo tutto il peso delle soddisfazioni che dovevo dare a questo Sole Divino e la pena della decaduta umanità che in Me doveva risorgere a costo di tante mie morti. Fu il respingere la Volontà Divina dando vita alla propria, che formò la rovina dell’umanità decaduta ed Io dovevo tenere in stato di morte continua la mia Umanità e volontà umana, per fare che la Volontà Divina avesse vita continua in Me per stendervi il suo regno. Dacché fui concepito, Io pensavo e mi occupavo a stendere il regno del Fiat Supremo nella mia Umanità, a costo di non dar vita alla mia volontà umana, per far risorgere l’umanità decaduta, affinché fondato in Me questo regno, preparassi le grazie, le cose necessarie, le pene, le soddisfazioni che ci volevano per farlo conoscere e fondarlo in mezzo alle creature. Perciò tutto ciò che tu fai, quello che faccio in te per questo regno, non è altro che la continuazione di ciò che Io feci dacché fui concepito nel seno della Mamma mia. Perciò se vuoi che svolga in te il regno dell’eterno Fiat, lasciami libero, né dar mai vita alla tua volontà”.

(9) Dopo ciò seguivo i miei atti nell’eterno Volere ed il dolce Gesù ha soggiunto:

(10)Figlia mia, la mia Volontà è l’anima e tutta la Creazione è il corpo di Essa, e come l’anima è una nel corpo, una la sua volontà, invece il corpo tiene tanti diversi sensi, che come tanti diversi tasti ognuno fa la sua suonatine ed esercita ciascun membro il suo ufficio distinto; ma però c’è tale ordine e armonia tra loro, che quando un membro esercita il suo ufficio, tutte le altre membra sono tutte intenti sul membro operante e penano insieme se quel membro soffre e godono se gode, perché una è la volontà che le muove, una è la forza che posseggono. Così è tutta la Creazione, è come corpo animato dalla mia Volontà e ad onta che ciascuna cosa creata fa il suo ufficio distinto, sono tanto unite tra loro, che sono più che membra al corpo. Ed essendo la sola mia Volontà che le anima e domina, una è la forza che posseggono. Ora, chi fa la mia Volontà e vive in Essa, è un membro che appartiene al corpo della Creazione e perciò possiede la forza universale di tutte le cose create, neppure esclusa quella del suo Creatore, perché la mia Volontà circola nelle vene di tutta la Creazione più che sangue nel corpo, sangue puro, santo, vivificato di luce, che giunge a spiritualizzare lo stesso corpo. L’anima è tutta intenta a tutta la Creazione per fare ciò che essa fa, per stare in comunicazione di tutti i suoi atti, e tutta la Creazione è intenta su di lei per ricevere gli atti suoi, perché l’ufficio di questo membro in mezzo ad esso, è tanto bella la sua sonatine che tutti sono intenti ad ascoltarla, perciò il vivere nel mio Volere è la sorte più felice ed indescrivibile, i suoi atti, il suo punto di partenza è sempre per il Cielo, la sua vita è in mezzo alle sfere”.