Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

20-38 Dicembre 19, 1926 Come nella Creazione la Divinità bilocò la sua Volontà. Natura di Essa: La felicità. Come si costituì atto di tutto. Possesso che vuol dare alla creatura.

La Divina Volontà - Libro 20°

20-38 Dicembre 19, 1926 Come nella Creazione la Divinità bilocò la sua Volontà. Natura di Essa: La felicità. Come si costituì atto di tutto. Possesso che vuol dare alla creatura.
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(1) Continuo il mio stato d’abbandono nel Supremo Volere e mentre giravo con la mia mente in tutta la Creazione per seguirlo in tutte le cose create e fare una la mia volontà con la sua, per formarne un atto solo col suo, il mio sempre amabile Gesù soffermandomi mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la Divinità nell’uscire fuori la Creazione bilocò la sua Volontà e una rimase dentro di loro, per il loro regime, gioia, felicità, contenti e beatitudini innumerevoli ed infinite che possediamo, perché la nostra Volontà tiene il primo posto in tutti gli atti nostri. L’altra nostra Volontà bilocata uscì fuori di Noi nella Creazione, per darci anche esternamente onori e gloria divina, felicità e gioie innumerevoli. Perché la nostra Volontà, le gioie, le felicità, le beatitudini, le possiede come doti proprie, è natura sua e se non uscisse da Sé queste beatitudini e contenti innumerevoli che possiede, sarebbe per Essa una cosa contro sua natura. Ora la Maestà Suprema col fare uscire la nostra Volontà bilocata in tutta la Creazione, per farla costituire vita e atto d’ogni cosa creata, uscì fuori di Sé innumerevoli ricchezze, beatitudini e gioie senza numero, che solo la Potenza dell’Eterno Fiat poteva conservare, mantenere il regime, per non farle mai perdere la loro integrità e bellezza. Ora tutte queste proprietà uscite da Noi, mentre ci glorificavano dandoci la gloria di tanti atti continui e divini per quante cose create uscirono alla luce, erano stabilite come proprietà delle creature, che unificando la loro volontà alla nostra, dovevano avere il suo atto in ciascun atto di Essa, in modo che come dovevamo avere l’atto divino della nostra Volontà in ciascuna cosa creata, dovevamo avere l’atto della creatura, trasfuso come se fosse uno solo, con ciò veniva a conoscenza delle sue ricchezze, conoscendole le amerebbe e acquistava il diritto di possederle. Quanti atti divini non fa il mio Supremo Volere in ciascuna cosa creata, che la creatura non ne conosce neppure l’anticamera di questi atti? E se non li conosce, come può amarle e possederle se sono per loro ignote? Sicché tutte le ricchezze, le felicità, gli atti Divini che ci sono in tutta la Creazione, per le creature sono inoperose e senza vita e se qualche cosa ricevono, non è come proprietà ma come effetto della bontà suprema che dà sempre del suo, anche a chi non tiene diritto di possesso le dà come elemosina, altri poi li prendono come usurpazioni, perché per possedere questi beni che il Padre Celeste ha messo fuori nella Creazione, la creatura deve fare la sua via, deve elevarsi all’unione di quella Volontà Divina, per lavorarci insieme, fare i medesimi atti, conoscerli per farli in modo da poter dire: “Ciò che fa Essa, faccio io”. Con ciò acquista il diritto di possesso in tutti gli atti di questa Suprema Volontà; e quando due volontà formano una sola, il mio ed il tuo non esiste più, ma con diritto ciò che è mio è tuo e ciò che è tuo è mio. Ecco perciò la causa perché il mio Supremo Volere ti chiama, ti aspetta in ciascuna cosa creata per farti conoscere le ricchezze che ci sono, per farti ripetere insieme con Essa i suoi atti Divini e darti il diritto del possesso, tu stessa diventi roba sua, resti sperduta nelle sue immense ricchezze e nei suoi stessi atti, e oh! come gode il Fiat Divino di renderti proprietaria delle sue immense ricchezze. E’ tanto il suo desiderio che tiene di costituire le sue ereditiere, che si sente doppiamente felice quando vede chi conosce i suoi possedimenti, che fa suo il suo atto divino, che ad onta che vide che l’uomo col sottrarsi dalla sua Volontà, perdette la via per giungere a possedere questi suoi domini, non si arrestò, ma nell’eccesso del suo Amore e del suo lungo dolore nel vedere inoperose le sue ricchezze per il bene delle creature, come il Verbo Eterno si vestì d’umana carne, si costituì vita d’ogni atto suo per formare altri beni per loro, aiuti possenti e rimedi efficaci, più alla portata dell’umanità decaduta per realizzare lo scopo di farli possedere ciò che è stato messo fuori nella Creazione. Non c’è cosa che esce da Noi senza di questo scopo, che la creatura e tutto ritorni nel nostro Volere, se ciò non fosse ci renderemmo estranei alle opere nostre. Sicché la Creazione, la Redenzione figlia mia, lo scopo primario, che tutto sia Volontà nostra in Cielo ed in terra, perciò dovunque scorre, dappertutto si trova per fare tutto suo e dare tutto ciò che ad Essa appartiene. Perciò sii attenta nel seguire le opere nostre, appaga questo desiderio sì insistente del mio Supremo Volere, che vuole chi possiede i suoi beni”.