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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

20-16 Ottobre 26, 1926 Come in tutti gli atti che fece Gesù, ebbe per scopo il regno del Fiat Divino. Adamo che si sente ridare l’onore da lui perduto.

La Divina Volontà - Libro 20°

20-16 Ottobre 26, 1926 Come in tutti gli atti che fece Gesù, ebbe per scopo il regno del Fiat Divino. Adamo che si sente ridare l’onore da lui perduto.
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(1) Continuando ad unirmi insieme con gli atti di Gesù che fece nella Redenzione, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, vedi come tutti gli atti che feci nel redimere l’uomo, anche i stessi miei miracoli che Io feci nella mia vita pubblica, non erano altro che richiamare il regno del Fiat Supremo in mezzo alle creature, nell’atto di farli chiedevo al mio Padre Celeste che lo facesse conoscere e lo ripristinasse in mezzo alle umane generazioni. Se davo la vista ai ciechi, il mio primo atto era di mettere in fuga le tenebre dell’umana volontà, causa primaria della cecità dell’anima e del corpo e la luce della mia illuminasse le anime di tanti ciechi, affinché ottenessero la vista di guardare la mia Volontà per amarla, affinché anche i loro corpi fossero esenti di perdere la vista; se davo l’udito ai sordi, primo chiedevo al Padre mio che acquistassero l’udito per sentire le voci, le conoscenze, i prodigi del mio Volere Divino, affinché entrasse nei loro cuori come via per dominarli, affinché non più sordi ci stessero nel mondo, né nell’anima, né nel corpo; anche i morti che risuscitai, chiedevo che risuscitassero le anime nel mio eterno Volere, anche quelli imputriditi e resi più che cadaveri dalla volontà umana. E quando presi le funi per cacciare i profanatori del tempio, era la umana volontà che cacciavo, affinché entrasse la mia, regnante e dominante, affinché fossero veramente ricchi nell’anima e non più soggetti a povertà naturale. E fin quando entrai trionfante in Gerusalemme, in mezzo al trionfo della turbe circondato d’onore e di gloria, era il trionfo della mia Volontà che stabilivo in mezzo ai popoli, non ci fu un atto che Io feci stando in terra che non mettevo la mia Volontà come atto primo da ristabilire in mezzo alle creature, perché era la cosa che più mi stava a cuore. E se ciò non fosse, o non facessi che in tutto ciò che operai e patii non avessi come atto primo il regno del Fiat Supremo da ripristinare in mezzo alle creature, la mia venuta sulla terra avrebbe portato un bene a metà, non completo alle generazioni e la gloria del mio Celeste Padre non sarebbe stata da Me completamente reintegrata, perché siccome la mia Volontà è principio d’ogni bene, è scopo unico della Creazione e Redenzione, quindi è fine di completazione di tutte le nostre opere. Sicché senza di Essa le nostre opere più belle restano incorniciate e senza compimento, perché è Essa sola la corona delle opere nostre ed il suggello che l’opera nostra è compiuta. Ecco perciò che per onore e gloria della stessa opera della Redenzione, doveva avere come atto primo lo scopo del Regno della mia Volontà”.

(3) Dopo ciò stavo incominciando il mio giro nella Divina Volontà e portandomi nell’Eden terrestre, dove Adamo aveva fatto il primo atto di sottrazione della sua volontà alla Divina, dicevo al mio dolce Gesù: “Amor mio, voglio annientare il mio volere nel tuo, affinché mai avesse vita, per fare che in tutto e per sempre avesse vita la tua, per riparare il primo atto che fece Adamo, per ridare tutta quella gloria al tuo Supremo Volere come se Adamo non si fosse sottratto da Esso. Oh! come vorrei ridargli l’onore da lui perduto, perché fece la sua volontà e respinse la tua e quest’atto intento di farlo quante volte tutte le creature hanno fatto la loro volontà, causa di tutti i loro mali ed hanno respinto la tua, principio e fonte di tutti i beni, perciò ti prego che venga presto il regno del Fiat Supremo affinché tutti, da Adamo fino a tutte le creature che hanno fatto la loro volontà, ricevano l’onore, la gloria perduta ed il tuo Volere il trionfo, la gloria ed il suo compimento”. Ora mentre ciò dicevo il mio Sommo Bene Gesù si è tutto commosso ed intenerito e facendomi presente il mio primo padre Adamo mi ha fatto dire da lui con un enfasi d’amore tutto speciale:

(4) “Figlia benedetta, finalmente il mio Signore Iddio dopo tanti secoli, ha fatto uscire alla luce del giorno colei che doveva pensare a ridarmi l’onore, la gloria che io perdetti, col fare sventuratamente la mia volontà. Come mi sento raddoppiata la mia felicità, finora nessuno ci ha pensato a ridarmi quest’onore che perdetti, perciò ringrazio vivamente Iddio che ti ha fatto uscire alla luce e ringrazio te, come figlia a me più cara, che hai preso l’impegno di ridare a Dio la gloria come se mai la sua Volontà fosse stata da me offesa, e a me il grande onore che il Regno del Fiat Supremo fosse ristabilito in mezzo alle umane generazioni. E’ giusto che ti ceda il posto che a me toccava, come prima creatura uscita dalle mani del nostro Creatore”.

(5) Dopo ciò il mio amabile Gesù stringendomi a Sé mi ha detto:

(6) “Figlia mia, non solo Adamo, ma tutto il cielo aspettano i tuoi atti nel mio Volere, affinché ricevono l’onore che gli ha tolto il loro umano volere; tu devi sapere che ho messo più grazia in te che non misi in Adamo, per fare che il mio Volere ti possedesse e con trionfo ti dominasse ed il tuo si sentisse onorato che mai avesse vita e cedesse il posto alla mia Volontà. In lui non misi la mia Umanità come aiuto e fortezza sua e corteggio della mia Volontà, perché non l’avevo allora, in te la ho messo per somministrarti tutti gli aiuti che ci vogliono per fare che la tua stesse al suo posto e la mia potesse regnare ed insieme con te seguire i tuoi giri nel mio eterno Volere, per stabilire il suo regno”.

(7) Io nel sentire ciò, come sorpresa ho detto: “Mio Gesù, che dici? Mi sembra che vuoi tentarmi e farmi una burla, possibile che hai messo più grazia in me che in Adamo? ”.

(8) E Gesù: “Certo, certo figlia mia, dovevo fare in modo che la tua volontà fosse sostenuta da un’altra Umanità divina, per fare che non traballasse e stesse ferma nella mia Volontà, perciò non ti burlo, ma te lo dico affinché mi corrispondi e sii attenta”.