20-11 Ottobre 15, 1926 Come tanto di felicità si avrà in Cielo per quanta Volontà Divina hanno racchiuso in terra.
La Divina Volontà - Libro 20°

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(1) Continuando il mio solito giro nella Volontà Suprema dicevo tra me: “Mio Gesù, la tua Volontà abbraccia e racchiude tutto ed io a nome della prima creatura uscita dalle tue mani creatrici, fino all’ultima che sarà creata, intendo di riparare tutte le opposizioni delle volontà umane fatte alla tua e prendere in me tutti gli atti della tua adorabile Volontà che le creature hanno respinto, per ricambiarli tutti in amore, in adorazione, in modo che non ci sia atto tuo che non corrisponda un atto mio, perché trovando in ogni tuo atto il piccolo atto mio, come bilocato nei tuoi, tu resti soddisfatto e vieni a regnare come in trionfo sulla terra. Non è forse sopra degli atti umani che il tuo Fiat eterno vuol trovare l’appoggio dove dominare? Perciò ti offro in ogni tuo atto il mio come terreno per farti distendere il tuo regno”. Ora mentre ciò pensavo e dicevo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(2) “Figlia piccola del mio Volere, è giusto, è necessario, è di diritto d’ambi le parti, tanto tua quanto della mia Volontà, che chi è figlia sua, essa segua la molteplicità degli atti del mio Volere ed Esso li riceve nei suoi. Un padre sarebbe infelice se non si sentisse il suo figlio al fianco per essere nei suoi atti seguito dal suo figlio, né il figlio si sentirebbe amato dal Padre, se il padre mettendolo da parte non si facesse seguire dal suo figlio. Perciò, figlia della mia Volontà e neonata in Essa significa proprio questo: Seguire come figlia fedele tutti gli atti suoi. Perché tu devi sapere che la mia Volontà uscì in campo d’azione nella Creazione negli atti umani della creatura, ma per agire vuole l’atto della creatura nel suo per svolgere il suo operato e poter dire: Il mio regno è in mezzo ai figli miei e proprio nell’intimo degli atti loro. Perché la creatura per quanto prende della mia Volontà, Io stendo il mio regno in essa e lei stende il suo regno nella mia Volontà, ma a secondo che mi fa dominare negli atti suoi, così allarga i suoi confini nel regno mio ed Io do ed essa prende più gioia, più felicità, più beni e più gloria. Perché è stabilito che nella Patria Celeste, tanto di gloria, di beatitudine, di felicità, riceveranno per quanto della mia Volontà hanno racchiuso nelle anime loro in terra; sarà misurata la loro gloria da quella stessa mia Volontà che possederanno le anime loro, né più potranno ricevere, perché la loro capacità e larghezza viene formata da quella stessa Volontà Divina che hanno fatto e posseduto mentre vivevano sulla terra e ancorché la mia liberalità volesse darle di più, le mancherebbe il posto dove contenerle e strariperebbe fuori. Ora figlia mia, di tutto ciò che la mia Volontà ha stabilito di dare alle creature, di tutti gli atti suoi, finora poco hanno preso, poco hanno conosciuto, perché il suo regno non solo non è stato conosciuto, ma neppure posseduto, quindi in Cielo non può dare tutta la sua gloria completa, né tutte le gioie e felicità che possiede, perché si trova in mezzo a figli incapaci e di piccola statura. E perciò aspetta con tanto amore e ansia il tempo del regno suo, per avere il suo totale dominio e dare dal suo Fiat tutto ciò che aveva stabilito di dare alle creature e così formarsi i figli capaci per potergli dare tutti i suoi beni. E solo questi figli nella Patria Celeste faranno completare la gloria a tutti i beati, ai figli del regno del mio Volere, perché hanno racchiuso ciò che Essa voleva, dandole libero campo d’azione e di dominio, perciò avranno la gloria essenziale, perché ne terranno la capacità e lo spazio dove contenerla, agli altri per mezzo di questi avranno la gloria accidentale e tutti godranno insieme la gloria completa e la piena felicità della mia Volontà. Sicché sarà il pieno trionfo del Cielo e della terra il regno del Fiat Supremo”.
(3) Ora pensavo tra me: “Nostro Signore nel Pater Noster c’insegna a dire, a pregare, “sia fatta la tua Volontà”, ora perché dice che vuole che si viva in Essa? ” E Gesù sempre benigno, muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(4) “Figlia mia, “sia fatta la tua Volontà” che Io insegnai a pregare nel Pater Noster, significava che tutti dovevano pregare che almeno facessero la Volontà di Dio e questo è di tutti i cristiani e di tutti i tempi, né si può dire cristiano se non si dispone a fare la Volontà del suo Padre Celeste. Ma tu non hai pensato all’altra postilla che viene immediatamente dopo: “Come in Cielo così in terra”. Il come in Cielo così in terra significa vivere nel Voler Divino, significa pregare che venga il regno della mia Volontà sulla terra per vivere in Esso. Nel Cielo non solo fanno la mia Volontà, ma vivono in Essa, la posseggono come cosa e regno proprio e se la farebbero e non la possedessero non sarebbe piena la loro felicità; perché la vera felicità incomincia dal fondo dell’anima. Fare la Volontà di Dio non significa possederla, ma sottoporsi ai suoi comandi, invece vivere in Essa è possesso. Quindi nel Pater Noster, sta la preghiera; nella parola sia fatta la Volontà tua, che tutti facciano la Volontà Suprema; e nel come in Cielo così in terra, che l’uomo ritorni in quella Volontà da dove uscì per riacquistare la sua felicità, i beni perduti ed il possesso del suo regno divino”.