Scrutatio

Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

16-64 Maggio 29, 1924 Il dolore degli Apostoli nel vedere salire Gesù al Cielo. Il bene che partori questo dolore. Lezione a Luisa sul dolore della privazione di Gesù.

La Divina Volontà - Libro 16°

16-64 Maggio 29, 1924 Il dolore degli Apostoli nel vedere salire Gesù al Cielo. Il bene che partori questo dolore. Lezione a Luisa sul dolore della privazione di Gesù.
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(1) Stavo pensando quando il mio dolce Gesù se ne andò al Cielo nella sua gloriosa Ascensione, e quindi il dolore degli apostoli nel restare privi di un tanto bene; ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il più grande dolore di tutti gli apostoli in tutta la loro vita fu il restare privi del loro Maestro; come mi vedevano salire al Cielo, il loro cuore si struggeva nel dolore della mia privazione, e molto più fu acuto e penetrante questo dolore perché non era un dolore umano, una cosa materiale che perdevano, ma un dolore divino, era un Dio che perdevano, e sebbene Io avevo la mia Umanità, ma siccome risorse, era spiritualizzata e glorificata, quindi tutto il dolore fu nelle loro anime, che penetrandoli tutti si sentivano struggere tutto nel dolore, da formare in loro il più straziante e doloroso martirio, ma tutto ciò era necessario per loro; si può dire che fino allora non erano altro che teneri bambini nelle virtù e nella conoscenza delle cose divine, e della mia stessa persona; potrei dire che stavo in mezzo a loro e non mi conoscevano, né mi amavano davvero, ma quando mi videro salire al Cielo, il dolore di perdermi squarciò il velo, e mi conobbero con tale certezza che Io ero il vero Figlio di Dio; il dolore intenso di non più vedermi in mezzo a loro, partorì la fermezza nel bene, la fortezza di tutto soffrire per amore di Colui che avevano perduto, partorì la luce della scienza divina, li tolse le fasce dell’infanzia e li formò uomini impavidi, non più paurosi, ma coraggiosi. Il dolore li trasformò e formò il vero carattere di apostoli; ciò che non potettero ottenere con la mia presenza, l’ottennero col dolore della mia privazione.

(3) Ora figlia mia, una piccola lezione a te: La tua vita si può dire un continuo dolore di perdermi e una continua gioia di acquistarmi, ma tra il dolore della perdita e la gioia di acquistarmi, quante sorprese non ti ho fatto? Quante cose non ti ho detto? E’ stato il dolore ed il doloroso martirio della mia perdita che ti preparava e ti disponeva a sentire le sublimi lezioni sulla mia Volontà, difatti, quante volte a te pareva d’avermi perduto, e mentre tu eri immersa nel tuo straziante dolore, Io ritornavo a te con una delle più belle lezioni sulla mia Volontà e facevo ritornare la nuova gioia del mio acquisto, per disporti di nuovo al trafiggente dolore della mia assenza? Posso dire che il dolore di restare priva di Me ha partorito in te gli effetti, il valore, le cognizioni, il fondamento della mia Volontà. Era necessario il comportarmi con te in questo modo, cioè di venire spesso spesso da te, e di lasciarti in preda del dolore di restare priva di Me. Avendo Io stabilito di manifestarti in modo tutto speciale tante cose sulla mia Volontà, dovevo lasciarti in preda ad un continuo dolore divino, perché la mia Volontà è Divina e solo sopra un dolore divino poteva fondare il suo trono e distendere il suo dominio, e atteggiandosi a maestro comunicava la conoscenza della mia Volontà per quanto a creatura è possibile. Molti si meraviglieranno nel sentire le mie continue visite che ti ho fatto, ciò che non ho fatto agli altri, ed il tuo continuo dolore della mia privazione. Se tu non mi avessi veduto tante volte, non mi avresti conosciuto né amato tanto, perché ogni mia visita porta una conoscenza di più di Me, e un nuovo amore, e quanto più l’anima mi conosce e mi ama, più il dolore si raddoppia; ed Io nel venire andavo stuzzicando più forte il tuo dolore, perché voglio che alla mia Volontà non manchi il nobile corteggio del dolore, che costituisce l’anima ferma e forte, da poter la mia Volontà formare in lei il mio stabile soggiorno, e darle lezioni nuove e continue sulla mia Volontà. Perciò, te lo ripeto, lasciami fare e fidati di Me”.