Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

16-63 Maggio 24, 1924 La prima parola di Dio nella Creazione fu Fiat. Questa parola racchiude tutto, e con questa diede la prima lezione sulla Divina Volontà.

La Divina Volontà - Libro 16°

16-63 Maggio 24, 1924 La prima parola di Dio nella Creazione fu Fiat. Questa parola racchiude tutto, e con questa diede la prima lezione sulla Divina Volontà.
font righe continue visite 113

(1) Mi sentivo amareggiata al sommo per la privazione del mio dolce Gesù, e col triste dubbio che tutto ciò che Gesù mi ha detto e operato nell’anima mia, non sia stato altro che una mia illusione, un giochetto del nemico infernale, e dicevo tra me:

(2) “Se mi venisse dato, e tutti gli scritti stessero nelle mie mani ed in mio potere, oh! come volentieri li brucerei tutti, ma ahimè! non sono più in potere mio, sono in mani altrui, e se ciò volessi non mi viene dato. Ah! Gesù, salva almeno la povera anima mia, non mi lasci perire, e giacché il tutto è finito, le relazioni tra me e Te, non permettere che io abbia la più grande delle sventure di non fare menomamente la tua Santissima e adorabile Volontà”.

(3) Ora, mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù si è mosso nel mio interno; alla sua amabile presenza le tenebre sono fuggite, i dubbi sono scomparsi ed è ritornata in me la luce e la pace; ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(4) “Figlia della mia Volontà, perché dubiti del mio operato in te? E poi, dubitare della mia Volontà e di ciò che ti ho detto sul mio Volere Supremo, è la cosa più assurda che può darsi. La dottrina della mia Volontà è più che acqua cristallina, presa dalla limpida fonte della mia Divinità, è più che sole sfolgorante che illumina e riscalda, è specchio tersissimo, che chiunque avrà il gran bene di potersi rimirare in questa dottrina celeste e divina, resterà scosso e sentirà in sé tutta la buona volontà di purificarsi dalle sue macchie, per poter bere a larghi sorsi di questa dottrina celeste e così restare abbellito dai fregi divini. Tu devi sapere la causa, il perché la sapienza e onnipotenza divina volle pronunziare il Fiat nella Creazione. Poteva creare tutte le cose senza dir parola, ma siccome volle che la sua Volontà aleggiasse su tutte le cose, e ricevessero la virtù, i beni che contiene, pronunziò il Fiat, e mentre lo pronunziava comunicava i prodigi del suo Volere, affinché tutte le cose avessero per vita, per regime, per esempio e per maestro la mia Volontà. Gran che, figlia mia, la prima parola del tuo Dio che risuonò sulla volta dei cieli fu il Fiat, né disse altro, ciò significava che il tutto stava nel Fiat; col Fiat creavo tutto, costituivo tutto, ordinavo tutto, racchiudevo tutto, legavo tutti i suoi beni a pro di tutti quelli che non sarebbero usciti dal suo eterno Fiat, e quando dopo aver creato tutto volli creare l’uomo, non feci altro che ripetere il Fiat, come impastandolo con la mia stessa Volontà, e poi soggiunsi: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, in virtù del nostro Volere manterrà in sé integra la nostra somiglianza e conserverà bella ed intatta la nostra immagine”. Vedi dunque ché la sapienza increata, come se non sapesse dire altro che Fiat, volle pronunziarlo; tanto era necessaria a tutti questa lezione così sublime. E questo Fiat aleggia tuttora su tutto il creato, come conservatore delle stesse mie opere, e come in atto di scendere sulla terra per investire l’uomo per racchiuderlo un’altra volta in Esso, affinché da donde uscì, cioè essendo uscito dal mio Volere, nel mio stesso Volere ritorni, perché è mia Volontà che tutte le cose da Me create ritornino sulla stessa via da donde uscirono, affinché mi ritornino belle, decorose, e portate come in trionfo dalla mia stessa Volontà.

(5) Onde, tutto ciò che ti ho detto sulla mia Volontà, questo è stato il mio scopo: Che la mia Volontà sia conosciuta e che venga a regnare sulla terra. E ciò che ho detto, sarà; travolgerò tutto per ottenere questo, ma il tutto mi deve ritornare in quella parola Fiat. Fiat disse Iddio, Fiat deve dire l’uomo; in tutte le sue cose non avrà altro che l’eco del mio Fiat, l’impronta del mio Fiat, le opere del mio Fiat, per poter dare i beni che contiene la mia Volontà, e così completerò lo scopo completo di tutta la Creazione, e perciò mi sono accinto al lavoro di far conoscere gli effetti, il valore, i beni, e le cose sublimi che contiene il mio Volere, e come l’anima tracciando la stessa via del mio Fiat, resterà talmente sublimata, divinizzata, santificata, arricchita, da far stupire Cielo e terra nel vedere il portento del mio Fiat operante nella creatura, perché in virtù della mia Volontà usciranno da Me grazie nuove da Me mai uscite, luce più sfolgorante, portenti inauditi e non mai visti. Io faccio come un maestro quando insegna al suo discepolo le scienze che lui conosce, il quale, se insegna al suo discepolo è perché vuol farne un altro maestro come sé stesso. Così faccio Io, se la mia lezione sublime fu la mia prima parola Fiat, la mia preghiera insegnata fu il Fiat come in Cielo così in terra, ora, avendo passato a te a darti più diffuse, più chiare, più sublimi le lezioni sulla mia Volontà, è che voglio che il discepolo acquisti non solo la scienza di Essa, ma che diventando maestro, non solo insegni agli altri, ma che acquisti le mie proprietà ed i beni, le mie gioie, e la mia stessa felicità, perciò sii attenta e fedele ai miei insegnamenti e non spostarti mai dalla mia Volontà”.