Scrutatio

Lunedi, 27 maggio 2024 - Sant´Agostino di Canterbury ( Letture di oggi)

16-60 Maggio 9, 1924 I castighi serviranno per purificare la terra, e far regnare in essa alla Divina Volontà. Nell’anima che vive di Volontà Divina, Gesù si trova con gli onori e decoro come si trovava nella sua Umanità quando stette sulla terra.

La Divina Volontà - Libro 16°

16-60 Maggio 9, 1924 I castighi serviranno per purificare la terra, e far regnare in essa alla Divina Volontà. Nell’anima che vive di Volontà Divina, Gesù si trova con gli onori e decoro come si trovava nella sua Umanità quando stette sulla terra.
font righe continue visite 97

(1) Passo i miei giorni nella più profonda amarezza, ed in un profondo silenzio da parte di Gesù, e con la quasi sottrazione della sua amabile presenza. Sono pene indicibili che provo e credo sia meglio passarle in silenzio per non inasprire maggiormente il mio duro martirio. Onde, dopo molto stentare, questa mattina il benedetto Gesù si faceva vedere nel mio interno, che mi riempiva tutta di Lui, ed io, sorpresa dalla sua inaspettata presenza, volevo lamentarmi con Gesù della sua privazione, ma non mi ha dato tempo di farlo, e tutto afflitto mi ha detto:

(2) “Figlia mia, come mi sento amareggiato, le creature mi hanno messo tre chiodi, non alle mani ma al cuore e al petto, che mi danno pene di morte. Stanno preparando tre congiure, una più brutta dell’altra, ed in queste congiure prendono di mira la mia Chiesa. L’uomo non vuole arrendersi nel male, anzi vuole più precipitare la sua corsa”.

(3) E mentre ciò diceva, faceva vedere riunioni segrete che combinavano come assalire la Chiesa, chi come far sorgere nuove guerre e chi nuove rivoluzioni, quanti mali raccapriccianti si vedevano, ed il mio dolce Gesù ha ripreso il suo dire:

(4) “Figlia mia, non è giusto che la mia giustizia si armi contro dell’uomo per colpirlo, e quasi distruggere tante vite che insozzano la terra, e faccia scomparire insieme con loro regioni intere, affinché sia purificata la terra da tante vite pestifere e da tanti diavoli incarnati, che mascherati sotto un velo sottile di bene apparente macchinano rovine alla Chiesa e alla società? Credi tu che la mia assenza da te sia cosa da nulla? No, no, anzi quanto più a lungo è la mia assenza da te, tanto più gravi succederanno i castighi. E poi, ricordati quante cose ti ho detto sulla mia Volontà, sicché i mali, le distruzioni, serviranno per compire ciò che ti ho detto, che la mia Volontà venga a regnare sulla terra, ma la vuol trovare purificata, e per purificarla ci vogliono le distruzioni, perciò pazienza figlia mia, né mai uscire dalla mia Volontà, perché tutto ciò che si svolge in te servirà al lavoro, che la mia Volontà abbia il suo dominio di venire come in trionfo a regnare in mezzo agli uomini”.

(5) Ond’io, a questo dire di Gesù sono restata rassegnata, sì, ma sommamente afflitta. Il pensiero dei gravi mali del mondo e la sua privazione, sono come un coltello a due tagli che mi uccide, e per maggior tormento non mi fa morire. Quindi il mio dolce Gesù, la mattina seguente, si faceva vedere nel mio interno come internato dentro dentro, e mi ha detto:

(6) “Figlia mia, sto appiattato in te, e da dentro te sto guardando che fa il mondo. In te trovo l’aria della mia Volontà e sento che posso starvi col decoro che conviene alla mia persona; è vero che la mia Volontà si trova dappertutto, ma, oh! quanto differisce trovarsi vita della creatura, e la creatura vivere di Essa; la mia Volontà in mezzo alle creature negli altri punti si trova isolata, offesa, senza poter svolgere i beni che contiene e formarvi una vita tutta di Sé e per Sé. Invece, dove trovo che la creatura si presta a non volere altra vita se non che la mia Volontà, si trova in compagnia, è amata, svolge i beni che contiene e gode nel metterli in comune con l’anima per formarvi una vita di Sé e per Sé, ed Io trovando le cose mie nell’anima, cioè, la mia santità, la mia luce e la mia stessa Volontà agente in essa, mi trovo con gli onori e decoro come mi trovavo nella mia Umanità quando stetti sulla terra, nella quale la mia Divinità, vivendo in Essa, stava come appiattata e coperta con la veste della mia Umanità. Così mi copro con la veste dell’anima che fa la mia Volontà, vivo nascosto in essa come nel mio centro, e da dentro di essa guardo i mali delle creature e piango e prego per loro. E vedendo che una della stirpe loro tiene per vita la mia Volontà anche in terra, quanti mali e castighi non risparmio per suo riguardo? Quante volte sto in atto di distruggerle e di farla finita con loro, per i tanti mali che commettono, ma il solo guardarti, e guardando in te la mia Volontà e la fortezza di Essa, mi appiatto di nuovo e me ne astengo. Perciò figlia mia, pazienza, e fa che il mio Volere abbia sempre vita completa in te”.