Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

16-26 Ottobre 30, 1923 Chi vive nel Divin Volere cresce alimentato dalle fiamme di Gesù. La luce della Divina Volontà trafila tutto.

La Divina Volontà - Libro 16°

16-26 Ottobre 30, 1923 Chi vive nel Divin Volere cresce alimentato dalle fiamme di Gesù. La luce della Divina Volontà trafila tutto.
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(1) Vivo sempre amareggiata e col cuore impietrito dal dolore della privazione del mio dolce Gesù, mi sento senza vita perché Colui che è vera vita non è con me. Oh! come spesso ripeto: “Dimmi, o mio unico e sommo bene, dove rivolgesti i tuoi passi? Ond’io, seguendoli possa ritrovarti. Ahi! da lontano ti bacio quelle mani che con tanto amore mi abbracciavano e mi stringevano al tuo cuore; adoro e bacio quel volto che con tanta grazia e bellezza mi si faceva vedere, e ora si nasconde, è da me lontano, dimmi dove sei? Quale via devo prendere per venirti a raggiungere? Dimmi che dovrei fare? Dove vi ho offeso, che fuggi da me lontano? Eppure mi dicevi che mai mi avresti lasciato, e ora mi lasci? Ah! Gesù, Gesù, ritorna a chi non può vivere senza di Te, alla piccola figlia tua, alla povera esiliata”. Ma chi può dire tutti i miei lamenti e spropositi che dicevo? Onde, in questo mentre mi son sentita perdere i sensi, e vedevo una colomba, tutta fuoco che spasimava, e una persona vicina che col suo alito bruciante imboccava alla colomba le sue fiamme per alimentarla, ed impediva che potesse prendere altro cibo, tenendola stretta e tanto vicina alla sua bocca, che non poteva fare altro che respirare ed ingoiare le fiamme che da lei uscivano, e la povera colomba spasimava e si convertiva in quelle fiamme di cui era nutrita. Io sono rimasta meravigliata nel vedere ciò, ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, perché temi che ti lasci? Dovrei lasciare Me stesso per lasciarti, ciò che non posso fare; per quanta potenza Io abbia, non ho il potere di distaccarmi da Me stesso. Così per chi fa la mia Volontà, rendendosi inseparabile da Me, mi manca il potere di distaccarmi da lui; non solo, ma lo vado alimentando con le mie stesse fiamme, non hai visto tu quella colomba tutta fuoco? Era l’immagine dell’anima tua, e quello che l’alimentava col suo alito infuocato ero Io, che tanto mi diletto nel nutrire chi vive del mio Volere solo delle fiamme che sprigiona il mio cuore per mezzo del mio fiato. Non sai tu che chi vive nella mia Volontà dev’essere trafilato nella luce purissima di Essa? Ed essere trafilato è più che essere messo sotto del torchio, perché il torchio, sebbene mette in frantumi, ma mette tutto insieme fuori, bucce e noccioli, che posandosi sotto fanno restare sempre qualche cosa di torbido. Invece, quando una cosa è trafilata, specie poi se è trafilata dalla fitta luce della mia Volontà, non c’è pericolo che faccia deposito di qualche cosa di torbido, ma tutto è chiaro, simile alla chiarezza della luce in cui è stata trafilata, e questo è un grande onore per l’anima che vive nel mio Volere, che tutto ciò che fa, se pensa, se parla, se ama, ecc. , la mia Volontà prende l’impegno di trafilarlo nella sua purissima luce, e questo è necessario, affinché in tutto ciò che fa non ci sia nessuna distinzione da ciò che facciamo Noi, ma tutte le cose si devono dare tra loro la mano e la somiglianza”.

(3) Ora, mentre ciò diceva, mi son trovata fuori di me stessa, dentro d’un giardino, ed io, stanca, mi son seduta sotto d’un albero per riposarmi, ma i raggi del sole mi dardeggiavano in modo da sentirmi bruciare, ed io volevo andare sotto qualche albero più folto, che facesse più ombra, affinché il sole non mi ferisse, ma una voce mi ha impedito col dirmi (mi sembra che fosse il mio diletto Gesù) :

(4)Chi vive nella mia Volontà deve stare esposto ai raggi d’un sole ardente ed eterno, per vivere di luce, per non vedere altro che luce, per non toccare che luce, e questo porta alla deificazione dell’anima. Allora si può dire che l’anima vive nella mia Volontà, quando resta tutta deificata in Dio. Anzi, esci da sotto quest’albero e passeggia in questo Eden Celeste del mio Volere, affinché il sole, squadrandoti tutta ti converta in luce e ti dia l’ultima pennellata della deificazione in Dio”.

(5) Io mi son messa a passeggiare, ma mentre ciò facevo, l’ubbidienza mi ha chiamato in me stessa.