16-15 Agosto 16, 1923 La ragione perché Gesù vuole che si faccia la sua Volontà, è per trovare occasioni e mezzi di poter sempre dare.
La Divina Volontà - Libro 16°

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(1) Stavo pensando tra me: “Perché il benedetto Gesù ha tanto interesse, vuole e ama tanto che si faccia la sua Volontà? Quale gloria ne può ricevere che una povera e vile creatura ceda il suo volere nella sua altissima, santissima e amabilissima Volontà sua? ” Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù, con una tenerezza e dolcezza indicibile mi ha detto:
(2) “Figlia mia, vuoi saperlo? Perché è tanto il mio amore, la mia suprema bontà, che ogni qualvolta la creatura fa la mia Volontà, opera perché voglio Io, le do del mio, e per darle sempre del mio voglio che faccia la mia Volontà. Quindi tutta la ragione, l’interesse per cui voglio che faccia la mia Volontà, è per trovare occasioni e mezzi di poter sempre dare; è il mio amore che non vuole stare quieto, vuol sempre correre, volare verso la creatura, ma per che fare? Per dare; ed essa col fare la mia Volontà si avvicina a Me ed Io a lei, ed Io do e lei prende. Invece, se non opera per fare la mia Volontà si mette con Me a debita distanza, rendendosi come estranea da Me, e quindi non può prendere ciò che le volessi dare; e se Io le volessi dare del mio, le sarebbe nocivo ed indigeribile, perché il suo palato rozzo e contaminato dalla volontà umana, non le farebbe gustare né apprezzare i doni divini, dunque tutto l’interesse è perché voglio dare sempre del mio. La mia gloria, poi, è la stessa gloria mia che ricevo attraverso l’operato della creatura che fa la mia Volontà, è una gloria che scende dal Cielo e risale di nuovo dritta dritta ai piedi del mio Trono, moltiplicata dalla Volontà Divina esercitata dalla creatura. Invece quella che mi possono dare quelli che non fanno la mia Volontà, se pure ci fosse, è una gloria a Me estranea, che molte volte giunge a farmi nausea. Molto più, che con l’operare per fare la mia Volontà, col darle del mio, vi metto insieme a quell’opera la mia Santità, la mia Potenza e Sapienza, la bellezza delle opere mie, un valore incalcolabile ed infinito, potrei dire che sono frutti dei miei poderi, opere del mio celeste regno, gloria della mia famiglia e dei miei figli legittimi; quindi come mai non potranno piacermi? Come non sentire la forza rapitrice del mio Supremo Volere in quell’opera della creatura che solo opera per compire la mia Volontà? Oh! se tutti conoscessero il bene, non si farebbero ingannare dalla propria volontà”.